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Live Report SOMMARIO

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, Roma, 31/01/20 – Una nuova strada progressiva!

ROMA, Auditorium Parco della Musica, 31/01/20 “ …Ora si è seduto il vento / Il tuo sguardo è rimasto appeso al cielo / Nel petto ti resta un pugnale… era l’e del 2015 e nella mia testa queste parole si ripetevano senza soluzione di continuità, ma soprattutto nel petto di tutti noi fans c’era rimasto davvero un pugnale freddo che con la sua sferzata sembrava avere emesso una sentenza a dir poco definitiva.


Il fiato per fortuna è rimasto sospeso per poco anche perchè il fuoco della passione, che era ormai ridotto ai minimi termini, ha ricominciato a crescere fino a tornare a brillare di luce propria. Questo è il Banco del Mutuo Soccorso! Sembra ieri che che iniziai ad ascoltare la loro musica e ad oggi posso dire che, nonostante le tante vicissitudini che ne hanno segnato in maniera più che profonda lo spirito, ci regalano dopo ben 25 anni di attesa un disco stupendo quale è “Transiberiana” uscito nel Maggio 2019 per la Inside Out Music. E finalmente di nuovo live dove anche io posso rispondere presente a questo evento pieno di colori, brividi ed emozioni in musica. La band ha iniziato un cammino live all’interno dei teatri d’italia, partendo l’1 novembre 2019 al Teatro Artemisio di Velletri, il percorso prosegue il 7 novembre al Teatro Display di Brescia, l’8 novembre al Teatro Del Verme di Milano, il 16 novembre al Teatro Colosseo di Torino, il 14 dicembre al Teatro Verdi di Martina Franca – Taranto. Il nuovo anno si apre in data 11 gennaio 2020 al Cinema Teatro Chiasso di Chiasso, il 31 gennaio Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli a Roma, 1 e 2 febbraio al Teatro Savoia di Campobasso, il 5 febbraio Teatro Politeama di Genova, 27 marzo Teatro dei Marsi di Avezzano, per poi concludere questo tour invernale il 31 marzo al Teatro Duse di Bologna. La tappa in cui ho avuto il privilegio di essere presente, e che andrò a descrivere in questo report, è quella di Venerdì 31 Gennaio 2020 all’Auditorium Parco della Musica di Roma. E come ha detto dal palco il buon Filippo Marcheggiani (parola più, parola meno) “…una data a Roma ce voleva proprio…”, ma iniziamo senza indugi questa lunga ed avvincente epopea musicale!

Sono da poco passate le ore 20:00, e dopo una trepidante attesa, i cordoni dorati messi ai piedi della scalinata che conduce alla sala Sinopoli vengono lasciati cadere giù, spalancandoci l’entrata verso il cuore della sala. Le poltrone poco a poco si riempiono, prendono posto tante generazioni differenti tra loro, persone accorse da parti diverse dello stivale, e ci sono anche metallari come me, tutti insieme lì per tributare chi ha scritto e continua a scrivere pagine di storia musicale, una musica che ci invidiano nel mondo. Dalle poltrone in galleria la visuale è a dir poco ottima, ognuno si lascia andare facendo delle foto ricordo tutto intorno, prima che la band prenda possesso del palco, giusto per ingannare l’attesa, ormai divenuta frizzante. Nel mentre possiamo anche notare anche la presenza di altri colleghi musicisti tipo Enzo Vita ma soprattutto c’è sempre anche l’immancabile Guido Bellachioma (Progressivamente e direttore di PROG Italia – n. d. r.), il cui rapporto di amicizia fraterna con la band e in particolare con Vittorio Nocenzi e Francesco “Big” Di Giacomo è da sempre nota ai più! La scaletta della serata sembra costruita come fosse una storia, ed in queste righe mi calerò (almeno ci provo) nelle vesti di narratore.

Vigore, ispirazione e una tempra che solo i grandi hanno, si sentono subito in ogni nota intrisa di prog che viene emessa dagli strumenti; tra il pubblico c’è un silenzio a dir poco religioso, le parole si chiedono “…non so se io somiglio a te…” ma è tutto normale quando si tratta di una “Metamorfosi” umana e musicale come questa. Sono 10 minuti da sogno che ci portano ad infrangere quel religioso silenzio con un fragoroso e scrosciante applauso finale. Ed ecco che Vittorio presenta il Banco e ci racconta di come sia stato da sempre una anti rock star, e così, dopo averci augurato buon concerto, ci indica di seguire il filo per non perderci. Appare così “Il Ragno” con le sue tele labirintiche, e Tony si prende la scena da dietro il microfono sostenuto dai cori di Vittorio che ha l’energia di un leone. Energia che fluisce anche attraverso gli altri strumentisti che danno il meglio di se, cesellando ad arte tutte le fasi di questo mutamento, mostrando una forza veramente notevole e noi non possiamo fare altro che unirci a loro poichè “…la nostra forza è in 100 mani…”. Un menzione particolare in questo brano va alla superlativa voce di Tony. Si prosegue con strutture musicali sempre molto compatte, un suono di tastiera, sempre attuale, fa da tappeto ad atmosfere in chiaroscuro, atmosfere rese ancora più attraenti dal pathos di una voce mai doma fino ad arrivare lì “…dove l’aria tocca il mare…” dove è “La Conquista Della Posizione Eretta”. Si prosegue sulla via della bellezza e della forte intensità espressiva, il buon Vittorio si lascia andare ad un breve intermezzo solistico e ci regala oltre ad un saggio della sua perizia tecnica, sempre molto gradito, un estratto di “Preludio di Bach in F minore”. Adesso i riflessi musicali di questa band ci raccontano del nuovo in musica che avanza, ci possiamo gustare “Eterna Transiberiana” direttamente dalla loro ultima fatica, un lavoro encomiabile per idee e per continuità artistica, caratteristiche (secondo me) che non sono mai venute meno senza snaturare la loro identità musicale costruita nel tempo. Come doveroso e giusto che sia viene presentata tutta la band, tributata da giusti e meritati applausi, il tutto senza dimenticare Francesco e Rodolfo (Rudy) che sono ancora su questo treno e si affacciano dal finestrino per vedere suonare i loro compagni. Ed ora dopo un momento di commozione si riprende il cammino interrotto, “…si prova a pensare un po’ diverso…” si parla di caos, insomma siamo sempre al centro di quella che è “L’ Evoluzione”, in mezzo a tutto ciò trova spazio anche un po’ di utopia (come l’ha definita Vittorio) alla ricerca di un orizzonte sconosciuto. “Moby Dick” viene accolta dall’ennesimo consenso di un pubblico mai sazio ma sempre pieno di passione nel seguire l’excursus storico musicale pieno di “…fuoco e poesia…” proposto dalla band; il brano in questione viene anche dedicato ad un amico francese presente tra il pubblico, come ennesima testimonianza che la musica del Banco non conosce confini. I musicisti continuano a mettere a ferro e fuoco il palco, così dopo una divagazione strumentale acustica, perfetta come sempre, ci rendiamo conto che in noi “…cresce all’improvviso dentro la testa…” e allora Tony ci racconta in maniera eccelsa “Canto di Primavera”; ci mette cuore e anima restando semplicemente se stesso e dando prova così delle sue doti tecniche e canore.

Queste sue qualità che personalmente ho molto apprezzato, si possono ammirare soprattutto nel seguente momento canoro, dove con la sua ugola ci fa fare un moderno tuffo nel passato, e proprio come narra il testo “L’Imprevisto” è un occasione per cambiare senza avere paura perchè è soltanto una strada nuova che si apre davanti a noi. Applausi e ancora applausi. Il coinvolgimento emozionale del pubblico è ancora più palpabile mano a mano che ci avviciniamo verso la fine della serata. Dopo i primi momenti dove erano presenti un po’ di timidezza mista al religioso silenzio già citato, arriva “R. I. P. “, ed è il brano che ci fa muovere (per quanto possibile) sulle poltrone, il pubblico con la sua voce sostiene la band, ma poi quando “…si è seduto il vento…” immancabilmente gli occhi vanno al cielo come a cercare di scorgere tra noi i sorrisi di Rudy e Francesco. Ma il velo che ci ha adombrato gli occhi sparisce subito perchè la prorompente “Traccia 1” coinvolge ogni presente in sala, fino a diventare una unica voce. Le luci della sala Sinopoli si accendono e fanno calare il sipario sul concerto, ma non facciamo neanche in tempo ad elaborare questo pensiero che Filippo Marcheggiani dice più o meno così “…nun ve preoccupate che famo er bis…”, affermazione accolta dagli appalusi. Infatti passano alcuni minuti e i musicisti tra mille sorrisi tornano sul palco; Nicola e Filippo duettano in acustico e aprono la strada all’entrata dei tamburi di Fabio, si và avanti e poi è la volta di Marco che fa sentire la presenza delle sue note basse. La band è affiatata e si sente e continua a dare il meglio di se, ma ora è il turno delle tastiere di Vittorio che entrando nell’ensemble si vanno ad aggiungere all’orchestrazione strumentale del Banco; le note sono quelle di “Non Mi Rompete” e con l’entrata della voce di Tony si va completare il quadro di suoni ed emozioni progressive che ci hanno accompagnato per tutta la serata, ed in questo momento anche chi scrive posa la penna e si gode il gran finale “…trascinato dai cavalli del maestrale…”!!!

Correva l’anno 1968, e dalla “Stalla” è stata percorsa molta, anzi moltissima strada, il percorso è stato bello ma tortuoso, difficile ma pieno di soddisfazioni, ma soprattutto sempre all’insegna della buona e grande musica. All’interno del Banco si sono susseguite generazioni, alternati musicisti con peculiarità diverse gli uni dagli altri, e ognuno ha contribuito a far sì che anche quando il salvadanaio si rompeva i cocci sono sempre tornati al loro posto e quindi le monete non sono mai andate perse. In più forza d’animo, caparbietà e la sapienza tecnica e artistica di Vittorio Nocenzi hanno reso possibile e continuo un cammino che negli ultimi anni è stato doloroso e difficilissimo, arrivando poi, dopo ben 25 anni di attesa, a creare “Transiberiana”, un treno in corsa che ci indica la strada di una storia che continua. Su questo treno, mi si consenta di affermare che, sono saliti degli ottimi musicisti che con la loro bravura e la loro energia rendono vivo più che mai il Banco, regalandoci sempre performance veramente pregevoli e di qualità nel segno della coerenza e della continuità. Ora però un plauso particolare (e non me ne vogliano gli altri componenti) lo faccio personalmente a Tony e al suo coraggio, poiché si è fatto trovare pronto alla chiamata della “Transiberiana”, mettendo cuore, anima e corde vocali secondo quello che è il suo naturale modo di essere: e cioè essere semplicemente Tony e non un emulo in competizione con il passato, ma sempre nel segno della metamorfosi e dell’evoluzione. Bravo ottimo lavoro.

In conclusione posso che noi tutti abbiamo assistito ad un concerto veramente ottimo in ogni sua sfumatura e quindi continuiamo a godere di questo sogno con questa idea che non si ferma e che non possiamo fermare, un idea che si chiama BANCO DEL MUTUO SOCCORSO!!!

Non mi svegliate ve ne prego
Perchè volete disturbarmi
Se io forse sto sognando un viaggio alato
Sopra un carro senza ruote
Trascinato dai cavalli del maestrale
…in volo!

Banco Del Mutuo Soccorso lineup:

Tony D’Alessio: voce solista
Vittorio Nocenzi: pianoforte, tastiere e voce
Filippo Marcheggiani: chitarra solista
Nicola Di Già: chitarra ritmica
Marco Capozi: basso
Fabio Moresco: batteria

Banco Del Mutuo Soccorso setlist:

“Metamorfosi”
“Il Ragno / Perchè, perchè, perchè” (estratto da “Transiberiana)
“Cento Mani e Cento Occhi”
“La Conquista Della Posizione Eretta”
“Preludio di Bach in F minore”
“Eterna Transiberiana”
“L’Evoluzione”
“Moby Dick”
“Canto Di Primavera”
“L’Imprevisto”
“R. I. P.”
“Traccia 1”

Bis:

“Non Mi Rompete”

Fonte: Report: Rocco Faruolo – Foto: Claudio Enea (European Affairs)

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