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Album 2022 Recensioni SOMMARIO

SEPTEM – Pseudonica

GRUPPO: Septem

TITOLO: Pseudonica

ANNO: 2022

ETICHETTA: Nadir Music

GENERE: Heavy Metal

VOTO: 7,5/10

PAESE: Italy

E con “Pseudonica” fanno 3. Numero che viene di solito indicato come perfetto, numero simbolo per indicare creatività, espressione e sviluppo dell’ingegno. Insomma questo passo discografico per la band rappresenta una nuova conquista, per quel riguarda la loro personale crescita sia in campo tecnico che da un punto di vista compositivo. La loro musica è influenzata da note prettamente metal, classiche e non, infatti al sottoscritto, riportano alla mente soprattutto gli Iron Maiden (vecchia e nuova era) da cui traggono ispirazione per costruire il loro sound. Sono bravi e abili in questa operazione anche perché riescono a non risultare un mero copia/incolla di altre band ma mettono in luce la loro personalità compositiva, nel mezzo troviamo tante sfaccettature anche con colori progressivi, insomma i Septem mettono in gioco tutta la loro bravura e creatività rendendo questo disco estroverso e alquanto eclettico.

Dopo un intro, veloce, oscuro e ruffiano in pieno stile heavy, a “Limbo” si aggancia un arpeggio bollente che scalda subito il cuore di chi ama sonorità più classiche. Quì non ci attestiamo su alte velocità, ma la carne al fuoco evidenzia come si possa fare del sano heavy con semplicità, “The Other Side” ti arriva addosso portando con sé echi di King Diamond e Mercyful Fate. Il solo di chitarra da quello sprint in più che fa aumentare i giri del motore. In più, la voce di Daniele, veramente fichissima, aggiunge un velo di tristezza e malinconia al brano. Il motore ora è caldo e corre via con tanta velocità che si assesta su di un bell’up tempo, ciò aiuterà i nostri apparati cervicali a scapocciare. La cosa che sorprende in “Blood And Soul”, è come la voce si erge sugli scudi, si perchè si passa dal clean ad un growl sporco ma efficace, messo in campo da Luca in maniera un po’ inaspettata ma risultando azzeccato al contesto. In più una spinta ulteriore a questo pezzo, che ha creato scompiglio nei miei timpani, appare al minuto 2:37, momento strumentale dove l’assolo chitarristico, si erge a protagonista. Quando ad aprire è il basso, in questo caso suonato egregiamente da Andrea, è sempre un bel sentire. “Man On The Bridge” si fregia di questo suono freddo, oscuro, preciso e pieno di groove, sostenuto a dovere dalle chitarre, con Daniele che a modo suo è sempre più protagonista di questo disco. Alcuni passaggi portano con se echi lontani targati Iron Maiden, ma ogni cosa che viene suonata dalla band non va mai a ledere il loro modo di scrivere musica, in modo tale che, gli irriducibili e non del genere hanno di che godere con questa cavalcata in pieno stile nwobhm, con una sezione ritmica impeccabile.

“Sa Femmina Accabadora” ha dentro di sé un misto di heavy di vario genere (tra cui piccoli rimandi agli Helloween), e forte di questo, fila via senza problemi. Nei suoi 8 minuti di vita sipossono apprezzare belle variazioni di tema anche molto epiche che fanno incollare orecchie e cuore allo stereo, fino a scivolare in un tranquillo finale. Personalmente posso affermare che in sede live questo brano potrebbe essere un gran bel successo. I timpani continuano a vibrare sotto i colpi di un heavy speed thrash veramente ben fatto. Daniele con la sua ugola potrebbe sembrare un po’ fuori contesto ma ci mette tutto se stesso, contribuendo a far sì che “Pseudonica” risulti forte e coriacea, con riff taglienti e con la seconda apparizione del growl di Luca a caricare e rendere il tutto ancora più infuocato. “The Lust Within e Devil In Disguise” sono diverse ma unite da un denominatore comune, il fatto che siano due pezzi a trazione metallica ottantiana. Nella prima (la preferita di chi scrive) c’è un altro interessante intermezzo strumentale, con una bella diversificazione del timing di esecuzione, mentre la seconda oltre ad essere una degna prosecuzione della precedente si stampa facilmente in testa grazie al suo incedere heavy thrash. Ciò è dovuto all’uso di un riffing semplice e diretto.

Arriviamo alla cosiddetta ballata metallica, introdotta da note che ricordano il mood dei kiss. “Call Of Love” secondo me è stata perfettamente confezionata in ogni sua nota, calda e avvolgente interamente nel suo incedere. Con “The North Star” si conclude un platter veramente piacevole e di un certo pregio. In essa salta all’orecchio, di nuovo, una impostazione heavy thrash con tanto di riff stoppati e delle belle armonie di contorno.

Come in ogni cosa, anche in questa specifica situazione, per i Septem, hanno vinto i sacrifici, la passione e il credere nel proprio lavoro sempre e comunque al di là di qualunque ostacolo si sia palesato lungo il loro cammino discografico. Ne è uscito fuori un disco di qualità con brani facilmente interiorizzabili, degno quindi di essere ascoltato e acquistato.

Ben fatto Septem.

Pseudonica – setlist:

1 Limbo

2 The Otherside

3 Blood and Soul

4 Man on the Bridge

5 Sa Femmina Accabadora

6 Pseudonica

7 The Lust Within

8 Devil in Disguise

9 Call of Love

10 The North Star

Septem – lineup :

Daniele Armanini – Voce

Luca Riggio – Chitarra, Harsh Vocals

Enrico Montaperto – Chitarra

Andrea Albericci – Basso e Cori

Matteo Gigli – Batteria

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