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Live Report

ASSASSIN + Coram Lethe + Razgate + NIAMH + Necrofili, Roma, 07/07/19 – Serata devastante a base di heavy/thrash!

È una domenica di inizio Luglio afosa e umida al punto giusto, che rispecchia perfettamente la classica estate romana. Ma del meteo ce ne freghiamo e, incuranti del calore, torniamo on the road, per la precisione al Traffic Live di Roma, seguendo la scia della nostra amata musica, una scia dal sapore Hard & Heavy: anzi, visto il bill della serata (Necrofili, NIAMH, Razgate, Coram Lethe e infine gli storici tedeschi ASSASSIN), si può affermare che le note che ci verranno sparate in faccia saranno dal sapore totalmente heavy/thrash e con pochi compromessi melodici. Insomma un toccasana per i nostri timpani che vibreranno all’unisono sotto i colpi di roventi “bastonate” metalliche!

Necrofili

Si parte subito con stilemi che pescano a piene mani nel thrash e nel death tipicamente old school. I brani che ci vengono presentati sono presi dai loro due lavori editi tra il 2016 e il 2019. Per gli estimatori il suono delle chitarre si palesa subito molto death e distorto, passando attraverso sonorità basse e cupe fino a toccare sonorità leggermente più melodiche e thrash, intanto “War” e “Infaithcted” volano via, come da copione, attraverso un riffing veloce e tagliente sostenute da basso e batteria a completare il muro sonoro che si abbatte sul palco. Si prosegue senza sosta con l’accoppiata “Campo de’ Fiori” e “Manifesto” , cantate in italiano. Il linguaggio musicale della band si fa più thrash oriented e viene arricchito con bei passaggi melodici oscuri che dona a “Campo de’ Fiori” una sua identità ben definita, thrash che viene mantenuto nella seguente “Manifesto” dove la velocità serrata del riffing e la parte melodica rendono accattivante il brano. La chiusura finale viene lasciata a “Signore del Tempo”, la band quì ha confezionato un bel pezzo, diretto ed efficace senza troppi fronzoli da cui esce fuori l’anima death/thrash. Del brano in questione (il preferito di chi scrive) è stato girato anche un bel video ed è stato cantato anche esso nell’italica lingua. Bravi, ben fatto e avanti così, peccato per l’esiguo pubblico presente alla loro esibizione ma sono sicuro che avranno modo di rifarsi in futuro.

Necrofili lineup:

Carlo Pelliccia – Voce e chitarra
Alessandro Fusacchia – Chitarra
Gianluca Marchionni – Basso
Marco Dalmasso – Batteria

Necrofili setlist:

“War””Infaithcted””Campo de Fiori”
“Manifesto”
“Signore del Tempo”


NIAMH

Il secondo colpo di questa di questa serata viene sparato dai NIAMH che si apprestano a calcare le assi del palco, e con il loro thrash misto a nu-metal infiammeranno i presenti accorsi ad ascoltarli. Anche qui le intenzioni musicali dei ragazzi si capiscono da subito, il riffing è molto serrato e oscuro grazie anche alla sette corde di Tom; il combo è in formazione classica con un power trio ed un vocalist e giù tutti insieme a macinare riff e groove in quantità, il drumming è sfrenato e costante ed ogni pezzo ne trae energia vitale. Con “Putting The Fun In Funeral”, “Siberian” e “Eat Pray Kill” si sono alternati momenti e sensazioni varie in base ai pezzi presentati, insomma un bel connubio (come già detto in precedenza) tra nu-metal e riff classic thrash, in tutto questo un plauso particolare va fatto alla voce di Michele che ha saputo alternare vari modi di cantare (dal clean allo scream) dimostrando una grande versatilità. Si continua con “Antichrist”, pesante e massiccio, un bel mid-tempo che ci viene urlato addosso con tutta la sua forza; si prosegue sempre con la massima carica: “Polaroid” ci spara addosso sonorità nu-metal alla massima potenza, mentre Mattia al basso e Tom alla chitarra fanno un lavoro perfetto e preciso inserendo degli intermezzi lenti, con un po’ di melodia rendendo efficace più che mai l’impatto sonoro. Si salta per quella che è la canzone finale, una cover fatta a modo loro, una cover dove la voce in clean va che è uno spettacolo: una cover bella quanto inaspettata quella di “Maniac” (di Michael Sembello – n. d. r.) che direttamente dagli 80’s, precisamente dal 1983, ci è venuta a trovare in una serata dalle sonorità agli antipodi coinvolgendo il pubblico, che era lì sotto palco. Applausi. Bravi NIAMH.
NIAMH lineup:

Michele Nocentini – Voce
Tom Niamh – Chitarra
Mattia Ferrari – Basso
Simone Crimi – Batteria

NIAMH setlist:

“Putting The Fun In Funeral””Siberian””Polaroids””Antichrist””Maniac”


Razgate

Quando tra loro si incontrano persone che hanno le idee chiare, nascono sicuramente delle ottime realtà musicali. Questo è quanto accaduto ai Razgate, dei ragazzi desiderosi di suonare thrash, quello che maestri come Slayer, Metallica, Exodus e simili hanno portato al successo planetario. Non c’è ne tempo, ne spazio per i convenevoli, si accende il motore con l’acceleratore schiacciato fino in fondo e si sgomma; ci viene calata sulle nostre teste una tripletta composta da “Sacrifice/Rebirth”, “Sweeteat Poison” e “Sons Of Rage” da togliere il fiato. Riffing ruffiano sì, ma perfetto, tagliente come un coltello affilato a dovere, le pelli vengono pestate a dovere e la macchina Razgate si muove all’unisono, alternando up – tempo a blast beat belli furiosi, con assoli veramente al fulmicotone. Giacomo sembra avere staccato le corde vocali ad un certo signor Tom Araya, e ci va giù senza freni urlando nel microfono e facendo scapocciare noi che stavamo lì sotto. L’old school permea questi ragazzi che sganciano altre due bombe sonore “After The Storm” e “Grinding Metal”, la prima ci viene presentata come nuovo pezzo ed è la prima volta che la eseguono live, regalo ben gradito da chi ascoltava, pezzo che si è scatenato in tutta la sua furia, sostenuto da un drumming sempre a mille all’ora, da un solo tiratissimo e da un blast beat terrificante. Le ossa vengono tritate a dovere con la seconda bomba sonora totally old school di questo momento, e questo non fa altro che recare godimento ai timpani del pubblico. Senza paura, senza affanni e senza respiro per nessuno si prosegue con “Piece By Piece” altra deflagrante detonazione in atto sul palco, i ragazzi sono ormai sempre più sudati ma ci vogliono salutare con un ultima esplosione che risponde al nome di “Welcome Mass Hysteria”. Niente se e niente ma, l’old school non finirà mai ne di stupirci ne di appassionarci, e Giacomo, Niccolò, Iago e Francesco ce ne hanno fornito la prova lampante. Si può anche dire che di novità se ne sono sentite poche, ma non importa perché a noi piace così. Ottimo lavoro.!

Razgate lineup:
Giacomo Burgassi – Chitarra / Voce
Francesco Monaci – Chitarra
Niccolò Olivieri – Basso
Iago Bruchi – Batteria

Razgate setlist:
“Sacrifice / Rebirth”“Sweetest Poison”“Sons Of Rage”
“After The Storm”
“Grinding Metal”
“Piece By Piece”“Welcome Mass Hysteria”

Coram Lethe

Siamo quasi in dirittura d’arrivo di questa rovente manifestazione thrash, e la prossima band che salirà sul palco del Traffic Live porta con se influenze musicali molto varie, dai Death ai Pestilence, passando per Tool e Morbid Angel, insomma tutto ciò serve a presentare i Coram Lethe. Si parte anche qui con ferocia e senza compromessi, i ragazzi non si risparmiano, e, grazie alla loro tecnica mista a cambi di tempo molto interessanti, ci abbattono con il loro death metal! Il muro sonoro proposto dalla band è elevatissimo, si passa anche attraverso intermezzi musicali di pregiata fattura, e a mio parere molto emozionali, con un growl sempre efficace e convincente. Sanno essere ipnotici e oscuri al tempo stesso, plauso particolare (anche perchè chi scrive è un appassionato) al bassista Christian che in questa esplosione sonora opta per l’utilizzo di un basso fretless, che si presta perfettamente alla causa. Andiamo avanti e, dopo averci accarezzato i timpani con “In Absence”, “Food For Nothingness” e “Shout Of Coward” si continua con “Antimateria, e tutto sembra crollare su di noi: un brano semplicemente brutale, grezzo e violento, i cambi ritmici al suo interno ne arricchiscono un sound sempre più pieno ed esplosivo! La fine della loro performance è vicina, ed una cavalcata death metal style ci introduce l’ultimo brano “Not Been Born”, che deflagrante e potente si va a prendere i meritatissimi applausi di un pubblico che ha letteralmente gradito una performance brutale come da copione, ma al tempo stesso tecnica al punto giusto e ricca di spunti veramente pregevoli. Che dire? Applausi, a conferma che il combo senese, sulle scene dal lontano 1999 ad oggi con ben 5 album all’attivo è vivo, vegeto e forte più che mai. Al prossimo live ragazzi!


Coram Lethe lineup:

Giacomo Bortone – Voce
Christian Luconi – Basso
Leonardo Fusi – Chitarra
Filippo Occhipinti – Chitarra
Francesco Miatto – Batteria

Coram Lethe setlist:

“In Absence””Food For Nothingness””Shout Of Coward””Antimateria””Not Been Born”


Assassin

Il pubblico, ormai sudato e provato da cotanta esagerazione sonora, potrebbe sembrare che ne abbia avuto abbastanza e invece la sala si è riempita sempre di più, l’attesa si è fatta spasmodica e la voglia di musica è aumentata a dismisura! Gli Assassin vengono chiamati a gran voce e loro cominciano a salire on stage; mano agli strumenti e parte una intro heavy thrash che va ad introdurre Ingo Bajonczak dietro il microfono. Old school, classic thrash, speed thrash, insomma si parte in una maniera che più classica non si può, il pubblico è in completa adorazione e la band ricambia con tutto il fuoco e la potenza che hanno in corpo. In tutto questo non mancano anche forti venature heavy, e le nostre orecchie lo intuiscono, mentre Ingo con la sua voce va avanti senza freni, ci spettina a dovere e ci fa del male con la sua potenza. L’old school è marcato a fuoco nelle note degli Assassin, ma anche sulla pelle di chi sotto palco scapoccia furiosamente: aggressioni sonore senza freni, alternanza con mid tempo, blast beat ed assoli chitarristici, affilati come lame, ci vanno a ricordare come questo immenso genere sia duro a morire! E senza che ce ne accorgessimo siamo stai colpiti da “Forbidden Reality/Fight To Stop The Tyranny”, “Breaking The Silence”, “The Last Man, “Back Form The Dead”, non male come antipasto! La macchina da guerra non si ferma, e “Destroy The State” deflagra in tutta la sua rabbia e passione, i musicisti sono puliti e precisi come se stessero suonando su disco, e invece sono lì sul palco a massacrarci i timpani; è arrivato anche il momento di giocare con il pubblico, che mostra sempre più il suo gradimento, ma questo attimo di serenità si disintegra con “Baka” che parte come fosse un mitra e ci regala uno spettacolare duello tra la voce ed i blast beat. Sempre più selvaggi, sempre più headbanging devastante e senza soluzione di continuità, “Abstarct War” (la preferita di chi scrive) è costellata di applausi ad una band che sta dando ogni briciola di energia che ha nel proprio corpo; si salta nell’oscurità del locale e le due asce ci portano verso il fondo con sonorità cupe per poi incendiarci senza pietà perchè è il momento di “Assassin”! Ci salutano dal palco, ma senza neanche molta convinzione, anche perchè…”WE WANT MORE”…e come si dice da queste parti non si fanno guardare dietro! La cosa più bella è che la band è più contenta di noi di continuare a fare musica, “Bullets” viene sparata a mille (e non poteva essere diversamente), la batteria martella in maniera costante, le chitarre con i loro flanger sono alle stelle, il basso batte forte e ci arriva nel petto e la voce per l’ennesima volta esplode ancora per noi. Arriva anche il momento per un piccolo inconveniente, il basso di Joachim Kremer rimane orfano di una corda ma gli Assassin non si fermano, vanno avanti, continuano e portano a termine il loro show urlandoci in faccia “Sodomy And Lust” con una professionalità disarmante, regalandoci così un finale dove Frank Blackfire oltre a deliziarci con la sua ascia si mette dietro il microfono per concludere la distruzione sonora!Dal 1984 ad oggi 2019, a parte i cambi di lineup, l’idea degli Assassin è sempre rimasta la stessa, cioè suonare alla massima velocità uno speed thrash che va oltre le barriere del tempo e ci giunge con la stessa forza e la stessa determinazione degli inizi della loro carriera. In più vorrei complimentarmi con loro per aver dato dimostrazione di come si può essere professionali sempre nonostante l’insorgere di problemi di vario tipo: infatti per motivi logistici (sconosciuti) non hanno fatto il sound check, e quando gli è stato chiesto se fosse un problema, loro hanno risposto che sarebbero andati sul palco a suonare per il pubblico. Insomma posso dirmi orgoglioso di avere assistito ad un concerto di questa portata!


Assassin lineup:

Ingo Bajonczak – Voce
Frank Blackfire – ChitarraScholli – ChitarraJoachim Kremer – BassoBjörn – Batteria
Assassin setlist:

“Forbidden Reality/Fight To Stop The Tyranny”
“Breaking The Silence”
“The Last Man”
“Back From The Dead”
“Destroy The State”
“Baka”
“Abstract War”
“Assassin”
“Bullets”
“Sodomy and Lust”

Un ringraziamento come sempre per la massima disponibilità va alla Nihil Productions, per la cortesia e disponibilità riservateci, alla Shatter Agency e alla Etrurian Legion Productions per aver organizzato questo fantastico evento, svoltosi presso il rinomato Traffic Live che si è rivelato ancora una volta il luogo adatto allo svolgimento di tali manifestazioni metalliche!

Non ci resta dunque che concludere il nostro racconto se non con un bel motto che sintetizza la serata devastante appena vissuta:“WE WANT MORE…and we are ready for GO, FIGHT, KILL!”

Fonte: Rocco Faruolo

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