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Live Report SOMMARIO

FDB FESTIVAL 2023: due giornate all’insegna del power metal!

Fabrica di Roma (VT) 25-26/08/2023 – Ed anche quest’estate è arrivata una nuova edizione della Festa Della Birra a Fabrica di Roma, con la quale Verorock è da tempo onorato partner, perché quest’organizzazione non demorde ed ogni anno porta in scena 3/4 giorni di pura musica, per un festival gratuito ed aperto a tutti gli stili, creando una Community che si ritrova così a concludere l’estate insieme. Quest’anno abbiamo ben 2 serate all’insegna del Metal e chi meglio del grande Max poteva presentarle, come tutti gli anni? Il suo impegno e quello delle decine dei ragazzi che fanno parte dell’organizzazione, più le forze dell’ordine locali sono il cuore battente del fest e quindi ci sembra doveroso ringraziarli di cuore come prima cosa. Vediamo ora come si sono svolte le giornate…

VENERDI’

Prima giornata del fest, quindi vediamo gente arrivare già prima di cena per assicurarsi birra e paninazzo per poi vedere gli show a pancia piena!

Frozen Crown

Come prima band ci sono i Frozen Crown, che hanno il compito di rompere il ghiaccio.  Band milanese che negli ultimi tempi troviamo sempre più spesso coinvolta in festival e che giustamente si sta facendo la propria esperienza. Il batterista della formazione oggi non è presente, sostituito da un turnista ed è un peccato perché è un elemento molto valido a risaputa di molti (è bello quando ti arrivano questi feedback). Il gruppo propone un Power Metal  molto classico, che ci riporta un po’ ai primi 2000, ma l’esecuzione non delle più lineari, soprattutto per qualche errore lato voce. Nonostante ciò, il pubblico rimane abbastanza preso dallo show e segue con curiosità. Direi quindi che è importante porsi un obiettivo diviso in tanti mini-step, perché quasi tutte le band più note hanno fatto tanta gavetta che qui sembra mancare, ma anche perché magari siamo agli inizi (ovviamente lo dico in maniera costruttiva). Quindi alla prossima ragazzi.

Elvenking

Salgono sul palco gli Elvenking che stanno dedicando gli ultimi mesi alla promozione del loro album, il secondo della trilogia “Reader of the Runes”, dunque capitolo intitolato “Rapture”. Fin dalle prime battute sentiamo che come al solito la qualità quando c’è 1) si sente all’istante 2) non fa altro che ripetersi da concerto a concerto, nonostante le piccole problematiche che a volte possono presentarsi. Il sound degli Elven riporta la carica al pubblico, che mostra fiero la propria maglietta. Come sempre il violino è elemento distintivo del loro stile, non solo per la mera presenza, ma soprattutto per il modo col quale è inserito a livello di processo compositivo, che lo rende in diversi intermezzi davvero un elemento centrale. Se la parte iniziale della scaletta è stata strutturata per presentare il nuovo album, sicuramente la seconda metà porta in grembo brani più noti ai fan della band di Pordenone: The Wanderer, The Divided Heart, Elvenlegions, The Winter Wake, ma a sorpresa generale Heathenreel non viene toccato. Essendo il mio album preferito un po’ mi dispiace, ma d’altronde ogni tanto lo spettacolo va cambiato, per far posto a pezzi che magari si ha l’occasione di sentire meno, altrimenti sarebbe sempre il solito copia incolla (dico così perché cerco di convincermene, ma sono troppo innamorata del loro primo album). La band è in giro per diversi show estivi, ma ciò non ne influenza le performance; si crea sempre uno spettacolo che ti fa venire voglia di muoverti al ritmo della loro musica e questo non è da poco, perché ultimamente in giro c’è davvero poca roba valida. Si conclude la scaletta con a sorpresa, un piccolo circle pit davanti al palco!

Elvenking setlist:

  • Rapture
  • The Hanging Tree
  • Draugen’s Maelstrom
  • Pagan Revolution
  • 3 Ways to Magick
  • Sic Semper Tyrannis
  • The Repentant
  • Moonbeam Stone Circle
  • Bride of Night
  • The One we Shall Follow
  • The Wanderer
  • Herdchant
  • The Divided Heart
  • Elvenlegions
  • Silverseal
  • The Winter Wake

SABATO

Seconda serata metal alla festa della birra di Fabrica di Roma e stavolta vediamo ben tre band esibirsi:  Kaledon, Moonlight Haze e Rhapsody Of Fire.

Kaledon

Iniziamo dai romani Kaledon, la quale formazione da pochi mesi è quasi completamente cambiata, vedendo il ritorno alla voce di Marco Palazzi, il bravissimo Folchitto dietro alle pelli e la struttura portante del tutto, nonché membro fondatore Alex Mele! Per concludere abbiamo Francesco Ciancio alla chitarra ed Enrico Sandri al basso. La scaletta è abbastanza incentrata su pezzi che ripercorrono la storia della band e nonostante i recenti cambiamenti, la performance è stata apprezzabile, il collante della band si è già riformato. Si va quindi da brani più speed a ballad che comunque conservano delle ritmiche molto energiche. Momento importante su “My Personal Hero”, scritta 10 anni fa da Marco come dedica speciale a suo padre, che viene in questo momento proposta, con augurio di guarigione per la situazione attuale che faccio anche a nome di tutta la redazione di Verorock. Intanto la piazza della location inizia a riempirsi e si possono contare circa il doppio delle persone giunte ieri, a occhio e croce direi circa 3000 persone. Il Power è un genere che può non piacere a tutti, ma è sempre bello ascoltare bravi musicisti, sicuramente anche conoscendone la perseveranza ed è così che in maniera molto gradevole la scaletta fila in maniera fluida e ben articolata, con la giusta combinazione di alternanze ritmiche. Il tempo a loro disposizione termina, ma direi che se la sono cavata egregiamente, riuscendo a svegliare la folla!

Kaledon setlist:

  • Intro
  • Steel Maker
  • The Angry Vengenace
  • The End of the Green Power
  • Clash of the Titans
  • My Personal Hero
  • Surprise Impact
  • The God Beyond the Man
  • In Search of Kaledon

Moonlight Haze

È ora il turno dei Moonlight Haze, che prendono in mano la scena salendo sul palco già pimpanti e molto sorridenti… È questo che a volte manca, suonare non è come timbrare un cartellino, ma portare la propria empatia al pubblico oltre che ovviamente la propria musica. Avendo visto i Moonlight circa un anno fa, ascoltando ora pezzo dopo pezzo ho notato  un improvement importante, sia per la coesione tra i vari membri in scena, che a livello esecutivo. C’è da ricordare che da pochi mesi Chiara è stata scelta per far parte degli Avantasia, facendo un ottimo lavoro nei live dell’ultimo tour in Sudamerica e dunque è veramente bello vedere che l’impegno che ci ha sempre messo come cantante  inizia a dare frutti importanti. Anche Ale Jacobi è in ottima forma, essendo già stato sullo stesso palco ieri con gli Elvenking dà la carica a tutto il pubblico. Batteria con Giulio Capone una garanzia e quindi ora ciò che mi aspetto è che anche gli altri due membri riescano ad uscire un po’ di più dal guscio, risultano un po’ “timidi” sul palco. Ad ogni modo la band propone album da tutti e 3 i dischi, con pezzi più conosciuti quali “It’s Insane” e “Kintsugi” e pure loro sono abbastanza freschi di release, visto che il nuovo album “Animus” è uscito a marzo. Ottima prova ed un preludio di qualità per gli headliner, i Rhapsody Of Fire.

Moonlight Haze setlist:

  • The Nothing
  • Till the End
  • Enigma
  • It’s Insane
  • Kintsugi
  • Ad Astra
  • The Rabbit of the Moon
  • We’ll Be Free

Rhapsody of Fire

Il momento tanto atteso dal pubblico è arrivato, i Rhapsody of Fire salgono sul palco e quando una band di queste dimensioni si presenta in scena, la differenza si nota immediatamente. È la prima volta che vedo questa formazione e ad essere sincera sono sempre legata a quella originale, però purtroppo nella vita i dissapori allontanano le persone, ma in ogni caso ciascun membro al momento presente porta un valore molto alto, essendo musicisti di tutto rispetto. I Rhapsody di Luca Turilli hanno fatto il loro spettacolo d’addio diverso tempo fa ed i fan hanno avuto anche abbastanza difficoltà a seguire le varie divisioni, quindi meglio non pensare al passato. Alessandro Sala e Roberto De Micheli hanno già partecipato nel 2017 a questo festival insieme a Staropoli, Lione ed Alex Holzwarth con una formazione “mix” in quel caso – vedete? E’ complicato ricordare i cambi di line-up troppo frequenti… Tornando a noi, in questa edizione del festival ogni band sta presentando l’ultimo album, ma i ROF sono gli unici a non averne, perché l’ultima release risale al 2021 con pezzi che seppur interessanti, non sono purtroppo riusciti a creare epicità come quelli che ogni fan del Power Metal conosce bene e quindi abbastanza scontato che al primo accenno di passato (Unholy Warcry per dire) si accenda il boato tra la folla e tutti iniziano a cantare insieme. Livello musicale sul palco – altissimo. Cosa posso dire di Giacomo? Il suo stile è molto pulito e preciso, ha una voce portentosa ed a mio modesto avviso non sbaglierebbe se in futuro cercasse di rendere più sue queste ritmiche, personalizzando qualcosa durante i live. In ogni caso per quanto concerne l’intrattenimento del pubblico siamo già in fase avanzata, perché è molto comunicativo e fa interagire il pubblico con un ottimo savoir-faire, senza essere scontato. Ci credete che ad un concerto Power, si sia riusciti a fare un wall-of-death? Nessuno lo farebbe, ma per fortuna sulla pagina Instagram e Facebook della FDB potrete trovarne le prove. Pubblico scatenatissimo! I pezzi storici sono qualcosa di indelebile per tutti e sentirli echeggiare per la piazza vedendo gente di tutte le età e di tutti i tipi (non solo metallari) fa capire che siamo davanti ad un ennesimo successo di scelte e di programmazione, da parte dell’organizzazione. La serata quindi si conclude con Emerald Sword cantata a squarciagola da tutti quanti.

Al prossimo anno!

Rhapsody Of Fire setlist:

  • I’ll Be Your Hero
  • Chains of Destiny
  • The Legend Goes On
  • Unholy Warcry
  • March Against the Tyrant
  • A New Saga Begins
  • Master of Peace
  • Rain of Fury
  • Un’Ode per l’Eroe
  • Dawn of Victory

Encore:

  • Reign of Terror
  • Wisdom of the Kings
  • Emerald Sword

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