VeroRock
Image default
Interviste SOMMARIO

ENEMYNSIDE: In Thrash We Trust!

A distanza di circa due mesi esatti dal loro gradito quanto atteso comeback sulle scene musicali con l´energico e corroborante ´Dead Nation Army´, uscito lo scorso 23 Gennaio per la Hatestone Rec., ritornano alla ribalta i thrasher capitolini Enemynside, una band che, solo come poche altre, può vantare una carriera lunga quasi un quarto di secolo, seppur costellata da svariati cambi di line-up e pause forzate, ma sempre caratterizzata da uscite di eccellente livello: dagli esordi come Scapegoat, al cambio di moniker con ´Scars´(1994), fino ai recenti successi degli ultimi dieci anni che li hanno visti protagonisti in diversi tour europei a supporto di artisti internazionali del calibro di Sabaton, Paul Di Anno e Blaze Bayley solo per citarne alcuni! Non potevamo dunque farci sfuggire la ghiotta occasione di conoscere i dettagli del loro ultimo nascituro, il loro processo evolutivo maturato in questi quasi venticinque anni, le loro influenze e passioni, le loro personali riflessioni sulla scena metal tricolore e molto altro ancora: per l´occasione abbiamo quindi raggiunto direttamente Matteo Bellezza (chitarrista storico della band) per farci svelare tutte queste curiosità! Buona lettura a tutti.
Si ringrazia per la cortese collaborazione Gaetano Amodio (bassista dei DragonhammeR) della Rock On Agency per aver fatto da tramite con la band, contribuendo così alla buona riuscita di questa interessante intervista!

Ciao ragazzi, grazie innanzitutto per il vostro prezioso tempo che ci state concedendo! Partiamo con la prima domanda: ci raccontate brevemente come nascono e si evolvono gli Enemynside nel corso di questi quasi venticinque anni (dal 1994 ad oggi)?
(Matt):”Ciao, grazie a voi per lo spazio concesso. La band inizia la propria attività come qualsiasi gruppo agli esordi: le prime prove in sala a base di cover e qualche canzone originale fino ad arrivare ai concerti nelle scuole e negli spazi autogestiti. Dagli esordi al ´98 la band si è mossa come SCAPEGOAT (realizzando 3 demo in cassetta, due dei quali apparsi come TopDemo sulle varie riviste specializzate dell´epoca) poi nel ´99 il monicker viene cambiato in ENEMYNSIDE. Da li in poi il cammino è fitto di esperienze, da quelle in studio (un altro demo, un promo, tre album all´attivo più il recente EP), concerti (in Italia e all´estero), cambi di line-up e un momentaneo scioglimento! Insomma non ci siamo fatti mancare nulla….”

Siete tornati recentemente sulle scene, nel 2016, dopo una breve pausa: quali sono stati i principali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni di stop dalle scene? Ci sono stati cambiamenti anche nel vostro sound?
(Matt):”La scena è cambiata quasi radicalmente: è mutato il modo di vivere la musica live, è cambiato il modo di “consumare” la musica, è cambiata l´esposizione e di conseguenza il numero di bands che si affacciano sul mercato con l´aiuto di internet, è cambiato il modo di registrare in studio. Tutto questo ovviamente non è successo nei 4 anni in cui siamo stati lontani dalle scene, ma è stato un processo che ha avuto inizio molti anni fa (intorno alla seconda metà dei 2000) e noi ce lo siamo vissuto tutto. Non credo però che il nostro sound abbia risentito più di tanto di questi cambiamenti, diciamo che hanno inciso di più fattori interni che esterni.”

A proposito di ritorni graditi: potete brevemente parlarci del vostro ultimo recente ep, ´Dead Nation Army´, uscito lo scorso Gennaio per la Hatestone Rec.? Quali le novità a livello di impatto sonoro rispetto al passato?
(Matt):”Sui pezzi dell´Ep abbiamo iniziato a lavorare io e Francesco nell´estate 2016. Ci siamo messi a sviluppare solo idee nuove senza andare a pescare nei nostri archivi di riff! L´idea era quella di ritornare al sound diretto e veloce che ci ha caratterizzati fin dagli esordi. Abbiamo scritto un bel po´ di pezzi che poi sono stati vagliati per capire quali fra questi potevano essere sviluppati in modo da creare un sound organico che andasse in una direzione ben precisa. Le idee che ci sembravano migliori sono state poi valutate anche insieme ad Andrea e Fabio che hanno contribuito in fase di arrangiamento e nel lavoro di sala prove.”

Collegandomi alla domanda precedente, potete brevemente tracciare un percorso evolutivo a livello sonoro dai lontani esordi del 1994, con ´Scars´ ad oggi? Oltre ai cambi di lineup quali sono gli elementi principali che sono rimasti fissi nel vostro suono e quali invece quelli secondo voi che hanno subito maggiori cambiamenti?
(Matt):”All´inizio il suono degli Scapegoat era un thrash più melodico ed influenzato dall´heavy metal classico. All´epoca il principale compositore era Francesco Cremisini (cantante/chitarrista nonché fondatore della band). Quando poi mi sono aggiunto nel ´97, essendo anche io songwriter (all´epoca suonavo thrash nei miei Overmaster), ho portato anche quelle che erano le mie influenze, sempre di base thrash ma con connotati più speed. Da questa commistione di anime è nato il sound che ha caratterizzato gli ENEMYNSIDE nei 10 anni successivi e che è stato “fotografato” nel primo album ´…Let The Madness Begin´ e nel secondo ´In The Middle Of Nowhere´. Il terzo disco ´Whatever Comes´ (2012) ha risentito di influenze esterne, cambi di line-up, malumori e stanchezze varie che ne hanno contaminato il sound, facendolo risultare più “meditato” e anche più cupo. Un disco “controverso” che forse se fosse uscito non come Enemynside avrebbe avuto un´accoglienza diversa. La situazione creatasi in seno alla band ormai non era più recuperabile e ci ha portati allo split del 2013. Il ritorno nel 2016, culminato con il primo singolo “For All The Jerks” ha rappresentato la voglia di riappropriarci di ciò che era nostro, del sound che ci ha caratterizzati fin dall´inizio e del piacere nel fare un certo tipo di musica. Dal demo ´Scars´ del ´98 fino alle sperimentazioni di ´Whatever Comes´, uscito 14 anni dopo, abbiamo esplorato diversi modi di fare thrash. Di base quindi il sound è sempre stato quello, a volte influenzato dal metal classico, a volte dal groove metal, altre dal rock, ma è sempre stato il thrash l´impalcatura principale sulla quale abbiamo costruito i nostri pezzi.”

Se non ricordo male, siete di recente tornati a suonare nella Capitale proprio al Traffic Live Club lo scorso 1 Giugno in una serata dall´”alto tasso metallico” assieme agli amici Asphaltator: com´è stato l´impatto live e il responso del pubblico? Avete in programma altre date di supporto al nuovo ep?

(Matt):”E´ stata una bella serata quella anche perché abbiamo avuto l´occasione di rivedere tante persone che ci seguivano da quando abbiamo iniziato: fans, amici, ex-membri della band, ecc.Per le date c´è qualcosa in lavorazione, speriamo soprattutto di continuare a suonare all´estero perché da sempre ci piace confrontarci con realtà diverse soprattutto in paesi dove la musica viene considerata in maniera molto diversa rispetto all´Italia.”

In riferimento ai concerti, vista la vostra lunga carriera musicale, quali sono stati quelli a livello europeo, soprattutto le prime esperienze all´estero, che ricordate con particolare soddisfazione?

(Matt):”Posso dirti che il periodo delle date scandinave (fra il 2008 ed il 2009) è stato fra i più divertenti e gratificanti. Abbiamo suonato spesso a Stoccolma interagendo con bands del luogo (fra cui i thrashers Altair con i quali siamo ancora in contatto), con promoter locali, addetti ai lavori e tanta altra gente che ricordiamo sempre con piacere!”

Domanda abbastanza scontata ma doverosa: quali le vostre principali influenze e band di riferimento, anche al di fuori del panorama thrash metal, quali i vostri ascolti principali con cui siete cresciuti?(Matt):”La mia formazione musicale è stata anche quella di molti come me: Iron Maiden e Metallica su tutti. Poi ho iniziato ad approfondire e a scoprire anche altri generi del metal e dintorni: dall´heavy classico, al death estremo passando per rock, grunge e punk. Al momento nel metal non ascolto niente che non sia thrash, al di fuori del genere invece mi piace molto spaziare, dal blues al rock in tutte le sue forme, sono abbastanza onnivoro!Come bands di riferimento che hanno influenzato il nostro sound posso dirti Metallica e Testament su tutti, ma anche Slayer ed Exodus a ruota.”

Suonare spesso comporta anche il conoscere e il confrontarsi con altre realtà musicali affini o differenti: ci sono band con le quali avete suonato recentemente che vi hanno colpito in modo particolare?
(Matt):”I primi che mi vengono in mente sono sicuramente gli Overfail che ci siamo portati per alcune date in Slovenia e Croazia alla fine dello scorso anno. Il chitarrista della band è Francesco De Honestis che conosciamo bene per il talento straordinario che ha messo a disposizione degli Enemynside negli anni in cui ha fatto parte della band tra il 2010 ed il 2013. Il genere è molto differente dal nostro ma i pezzi sono scritti benissimo e hanno un groove enorme. Anche gli altri ragazzi oltre ad essere splendide persone sono musicisti preparati e di grande esperienza.In Romania abbiamo scoperto gli Haniwa di Firenze che erano li come noi in apertura ai Destruction: autori di un thrash molto ben fatto e padroni del palco come solo chi suona da anni sa fare.”

Rispetto al passato, in cui forse avevate delle aperture maggiormente melodiche o anche un po´ moderne (penso ad esempio ai brani di ´Whatever Comes´, album del 2012 – n. d. r.), il suono da voi oggi proposto mi sembra ancora più curato e asciutto, magari forse anche più diretto e di forte impatto: cosa potete dirci a riguardo? Siete concordi con questa analisi?
(Matt):”Come scrivevo anche prima siamo tornati all´impatto degli esordi ma con la volontà di mantenere strutture più dirette e più asciutte. All´inizio della nostra carriera, soprattutto a livello chitarristico, la tendenza era quella di essere un po´ troppo “logorroici”: troppi riff, stacchi, assoli e cambi di tempo! Solo che se non sei i Metallica o i Machine Head è difficile che la gente, soprattutto dal vivo con l´acustica spesso deficitaria, sia capace di mantenere l´attenzione sempre alta. Adesso poi che la fruizione della musica è molto più veloce ed immediata, in questo genere c´è bisogno di trasmettere il messaggio in maniera diretta e con meno fronzoli possibili!”

A proposito della vostra penultima release poc´anzi citata, ´Whatever Comes´ (2012), so che avete avuto uno dei miei artisti preferiti, un certo Richie Kotzen (The Winery Dogs, Poison, Mr. Big, ecc.) come ospite per un assolo: come siete riusciti a entrare in contatto con lui? Avete avuto modo di conoscerlo o incontrarlo di persona anche negli anni a venire?
(Matt):”Kotzen ho avuto modo di conoscerlo attraverso l´agenzia per cui lavorava il nostro ex bassista Suez. Lui è stato il suo tour manager per diversi anni e al tour europeo del 2009 ho partecipato anche io in qualità di driver/roadie/addetto al merch, ecc. Siamo stati in giro insieme per più di un mese e da li è nata l´idea di fargli registrare un solo su un nostro pezzo.

Tra il 2008 e il 2009 avete avuto l´opportunità di esibirvi con artisti del calibro di Sabaton, Paul Di Anno e Blaze Bayley (entrambi ex frontman dei Maiden – n. d. r.): che sensazione avete avuto nel condividere il palco con due delle voci della Vergine di Ferro? Avete dei ricordi di quel periodo che volete condividere?
(Matt):”Tantissimi ricordi, ma impossibile condividerli tutti. E´ stato un onore per noi suonare con due pezzi di storia della band con cui abbiamo iniziato ad ascoltare questo genere. Personalmente amo i due dischi dei Maiden su cui canta Di Anno e li ho visti per la prima volta dal vivo proprio con Blaze alla voce! Quindi è sicuramente stata un´esperienza importante e significativa per me. Se a 15 anni mi avessero detto che un giorno con il mio gruppo avrei suonato in apertura a questi due cantanti credo che gli avrei riso in faccia! ”

Cosa significa per voi suonare oggi un genere come il thrash metal, con alle spalle una storia di ormai più di tre decenni? Pensate possano esserci ancora delle evoluzioni ulteriori del suddetto genere o semplicemente delle riproposizioni sullo stile delle band capostipiti, quali i vari Testament, Slayer, Anthrax, Megadeth, ecc.?
(Matt):”Noi suoniamo ciò che siamo. Questo per noi significa suonare thrash metal! Sullo stato di salute del thrash stavo riflettendo proprio qualche tempo fa: di gruppi nuovi ce ne sono moltissimi sia a livelli alti che nell´underground, ma nessuno riesce a scrivere pezzi che, oltre all´impatto, abbiano anche un´anima e una musicalità identificativa. Non sono riuscito a trovare la nuova “Tornado Of Souls”, dischi come ´The New Order´ o ´South Of Heaven´ non mi è capitato di sentirne fra le nuove proposte. Si limitano tutti a picchiare duro, magari con tecnica sopraffina, ma le canzoni dove stanno? Il genio? La creatività? L´ispirazione oltre all´attitudine? Forse l´evoluzione del genere è proprio questa: estremizzare le coordinate musicali originarie spingendo sull´impatto e sulla tecnica. Per quanto mi riguarda però le cose più interessanti continuo a sentirle da chi il genere se l´è inventato e con gli ultimi dischi continua ad essere di un livello superiore rispetto alle nuove generazioni: i lavori recenti di Anthrax, Kreator, Testament e Death Angel per esempio sono li a testimoniarlo….”

Di recente mi è capitato di ascoltare, apprezzare dal vivo e anche recensire gruppi del nostro paese quali Assaulter e Asphaltator, solo per citarne alcune: il loro impatto dal vivo è a dir poco eccezionale. Com´è la scena metal, e in particolare quella thrash, tricolore attualmente? Cosa manca secondo voi per poter essere considerati a livello di altre nazioni, forse più propense e aperte verso questo tipo di sonorità, come ad esempio la Germania o il Nord Europa?
(Matt):”Mancano le strutture e manca la cultura musicale adeguata. Questo è il motivo per cui molti se riescono preferiscono suonare all´estero. Questo perché all´estero veniamo trattati come professionisti e non come se ci stessero facendo un favore a farci suonare! L´Italia è piena di ottime bands ma geograficamente siamo messi malissimo visto che per andarcene a suonare in Europa in tour, soprattutto noi del centro-sud, prima dobbiamo smazzarci centinaia di Km per arrivare al nord Italia e poi finalmente possiamo arrivare in Francia, Germania, ecc.”

Come siete entrati in contatto con la Rock On Agency di Sabrina Agasucci?
(Matt):”Se non ricordo male attraverso Facebook!”

Avete progetti per il futuro in cantiere? Un nuovo tour? State già lavorando ai pezzi del prossimo album in studio?
(Matt):”Al momento stiamo lavorando ai pezzi che andranno a far parte del nostro prossimo album. Dopo l´antipasto dell´EP è ora di far uscire un disco completo! Abbiamo già un ventaglio di svariate canzoni in fase di lavorazione e nel frattempo cerchiamo di suonare nelle situazioni migliori possibili a supporto di ´Dead Nation Army´.”

Qual è il vostro sogno musicale che avete nel cassetto? Ci sono band famose con le quali vi piacerebbe andare in tour?
(Matt):”Il top sarebbe quello di condividere il palco con i mostri sacri del genere, per quanto mi riguarda Exodus e Testament su tutti! Per il resto il sogno che abbiamo sempre avuto è quello di avere uno zoccolo duro di fans con i quali poter condividere la nostra musica e conoscerne sempre di nuovi nei live sia in Italia che all´estero!”

Grazie per il tempo che ci avete concesso! Se volete lasciare un messaggio a tutti i lettori di Vero Rock Italia questo è il momento adatto!

(Matt):”Grazie a voi per l´ospitalità, seguiteci su Facebook all´indirizzo https://www.facebook.com/Enemynside/ e date un occhiata al nostro nuovo video su YouTube che sono sicurò soddisferà i thrashers più incalliti https://www.youtube.com/watch?v=3wXs0GUnpIo&feature=youtu.be!”

Related posts

SKYEYE: pubblicano il video del terzo singolo “Soldiers Of Light”!

Redazione

ALI MAAS & MICKY MOODY: l’ex chitarrista dei Whitesnake pubblica il vinile di ‘Who’s Directing Your Movie?’

Redazione

TALÈA: con Antonio Aiazzi (LITFIBA) nel singolo “Sconnessi”

Redazione

Leave a Comment

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.