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PISTOIA BLUES: “Gov’t Mule, quando è la musica a contare”!

PISTOIA, Piazza del Duomo, 09/07/22 – C’era molta attesa per questa data del Pistoia Blues, vuoi per i due anni di sospensione causa noti motivi che per questa specifica serata interamente dedicata a sonorità più spiccatamente hard blues ma non solo.

Ma iniziamo con ordine. Arriviamo nella bellissima e sempre più incantevole Piazza del Duomo (pelle d’oca se pensiamo ai grandi artisti che nel corso dei decenni si sono succeduti) nel mentre si stanno esibendo i ROOMATES, giovane band ligure ma già rodata da un’esperienza live decennale…e si vede, i ragazzi si muovono con padronanza sul palco assorbendo e riversando l’energia di una platea gremita in un sound fluido tinto di note hard blues dalle contaminazioni quasi psichedeliche. Il pubblico apprezza molto tributando loro lunghi applausi e intrattenendosi con i membri della band, tutti molto disponibili, subito dopo il concerto.

THE ROOMATES – Picture by Marcello Dubla
THE ROOMATES – Picture by Marcello Dubla

Dopo un veloce cambio di palco, è la volta di JOE BASTIANICH & La Terza Classe grazie ai quali la serata assume connotati quasi festaioli. La band dell’artista italo-americano ci dà dentro con un sound diretto e coinvolgente ma forse più adatto ad un festival stile “Notte della Taranta” che ad uno rock blues: i ritmi sono sempre gli stessi e con poche, se non nulle, variazioni, adatti forse a chi intende ballare per tutta le sera piuttosto a chi è qui per sognare anche attraverso suoni più diversificati ed elettrici. Comunque la professionalità della band colma questo piccolo gap ed il concerto si conclude tra gli applausi.

JOE BASTIANICH & La Terza Classe – Picture by Marcello Dubla

Mentre la piazza si riempie quasi ai limiti del sold out, ecco irrompere sul palco i veterani GOV’T MULE, gruppo dalle mille sfaccettature e guidato dal leggendario Warren Haynes, ex ascia degli storici ALLMAN BROTHERS, qui accompagnato dagli ormai inseparabili Matt Abts alla batteria, Danny Louis alle tastiere/chitarra ritmica e Jorgen Carlsson al basso. Il sound della band americana è facilmente riconoscibile e distinguibile: ogni brano, che sia originale o una rivisitazione, viene permeato dallo stile del quartetto impreziosito soprattutto dalle sei corde di Warren che dona ad ogni singola song la sua caratterizzazione univoca, partendo dal proprio repertorio fino a quello dei Pink Floyd per passare al puro blues di Bobby Bland con molta naturalezza, come se tutte le composizioni fossero state scritte dalla stessa mano!

GOV’T MULE – Picture by Marcello Dubla

Assistere ad un concerto dei Gov’t Mule significa essere pronti a lunghe jam strumentali ed improvvisazioni nate sul momento, non c’è spazio per inutili orpelli o artifizi distrattivi quali botti o look stravaganti: tutto è concentrato sulla musica e sulle note che escono dagli amplificatori, il pubblico percepisce tutto questo e si lascia molto coinvolgere emotivamente. Sembra quasi di assistere ad un concerto settantiano: è tanta la voglia di rincamminarci verso la riscoperta delle proprie radici e del vero significato di ‘blues’ e dei suoi derivati piu’ nobili come il prog, il soul ed il jazz, elementi tutti presenti nella musica dei Gov’t Mule.

Dopo circa un’ora e mezza di show la band chiude la serata con i bis annunciati proponendo l’hit immortale “Soulshine” molto attesa dal pubblico e “Feel Like Breaking Up Somebody’s Home” della singer americana Ann Peebles allungata a dismisura per presentare ogni singolo musicista presente sul palco. E’ finita ma non ancora, visto che i più fortunati e pazienti avranno l’occasione per salutare un disponibilissimo ed instancabile Warren Haynes dietro il colonnato della piazza e che non andrà via fino a che l’ultimo fan non sarà soddisfatto attraverso un selfie o un autografo.

Grande serata di musica e di umanità, stop!

Setlist:

Dark Was the Night, Cold Was the Ground (Blind Willie Johnson cover)

Mule

Wake Up Dead

Snatch It Back and Hold It / Hold It Back / Snatch It Back and Hold It

Ain’t No Love in the Heart of the City (Bobby “Blue” Bland cover)

Rocking Horse

Banks of the Deep End

One of These Days (Pink Floyd cover)

Trane / Rumble / St. Stephen Jam / Sex Machine

Need Your Love So Bad (Little Willie John cover)

Dreams (The Allman Brothers Band cover)

Railroad Boy (traditional song cover)

Encore:

Soulshine (The Allman Brothers Band cover)

Feel Like Breaking Up Somebody’s Home

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