GRUPPO: Epica
TITOLO: Omega
ANNO: 2021
ETICHETTA: Nuclear Blast
GENERE: Symphonic metal
VOTO: 10/10
PAESE: Olanda
Epica: Omega. L’ottava meraviglia. Cinque anni sono un attesa colossale per chi, come me, è abituato alla media dei due anni per ogni nuovo album degli Epica. Naturalmente anche lo stop mondiale dovuto al Covid ha influito su tale dilatazione temporale , ma per fortuna i nostri hanno continuato a mantenere viva l’attenzione su di loro con una serie di uscite fra EP, recuperi di b-side e persino un libro. Ma veniamo ad “Omega”, ovvero l’ultimo sospirato lavoro degli Epica. La band si presenta con la formazione a sei, ormai saldamente stabile dai tempi del live “Retrospect” del 2013, con Mark Jansen, membro fondatore insieme al tastierista Coen Janssen, sempre alla guida del progetto nei suoi ruoli di compositore, chitarrista, paroliere e voce “growl”.
Naturalmente figura di punta è la cantante Simone Simons, che oltre ad incantarci con il suo timbro da soprano è anche coautrice dei testi della band. La parte ritmica è affidata alle pelli di Ariën Van Weesenbeek, per chi scrive uno dei migliori batteristi in circolazione, ed al basso preciso di Rob Van Der Loo. Figura di non meno rilievo è quella di Isaac Delahaye, la cui chitarra solista ci ha abituato ad un virtuosismo tanto stupefacente quanto misurato. Come ogni lavoro degli Epica “Omega” è denso di significati e simbolismi, tanto che ci sarebbe da scrivere un trattato. Già dalla classica aperture strumentale “Alfa” s’intuiscono le intenzioni di accompagnare l’ascoltatore in un viaggio circolare, dove ogni fine diventa preludio per un nuovo inizio. “Abyss Of Time” è la prima bomba sganciata dal sestetto olandese, che sembra appellarsi ai fan della prima ora, con un dialogo serrato fra la voce angelica di Simone e quella brutale di Mark, riportandoci sia agli esordi della band che a quel “Conseign To Oblivion”, scrigno di melodie indimenticabilI, che ne ha fissato i canonici estetici.
A seguire un altra perla di quest’album: “The Skeleton Key” le cui atmosfere gothic sono una vera e propria sorpresa. Delle scale di pianoforte quasi da film horror si mescolano suoni orchestrali e, ad un certo punto, un coro di voci bianche. Il brano parla delle paure che abitano e dell’esistenza di una chiave che può rendere armonico il rapporto fra queste e la nostra coscienza vigile. A seguire due brani dalle coordinate più riconoscibili: l’orientaleggiante “Seal of Salomon” e l’inno ambientalista “Gaia”, prima di arrivare ad un altro momento importante : “The Code of Life”. Il brano viene introdotto dai vocalizzi orientaleggianti di Zaher Zorgati, cantante dei Myrath. Qui troviamo una fusione perfetta fra strumenti, coro e voci. Simone tocca vette altissime ed insieme al ritmo raggiunge un equilibrio vicino alla perfezione.
“The code of life” per qualità di composizione e perizia esecutiva è destinato ad entrare fra i classici della band. Un coro c’introduce alla melodia accattivante di “Freedom – The Wolves Within”, ispirato da un leggenda degli indiani Cherokee che parla delle due forze opposte dentro di noi , qui rappresentate da due lupi in perpetua lotta fra loro. Un altra ricca portata è costituita dalla terza parte di “King Of Heaven” , suite musicale e cosmica iniziata nel 2009 nell’album “Design Your Universe” e continuata nel 2014 in “The Quantum Enigma”. Si tratta di una suite di circa tredici minuti dove troviamo condensata tutta l’arte degli Epica: melodie ancestrali, cori barocchi, inserti orchestrali alternati a passaggi death metal e su tutto la voce inconfondibile della Simons. Ed è ancora Simone a trascinarci nella classica ballad: l’incantevole “Rivers”, un brano dalle atmosfere davvero molto intime e struggenti.
Ritmo e melodie accattivanti tornano nei brani a seguire: “Synergyze – Maniac Manifest” e “Twilight Reverie”, quest’ultima impreziosito dalla voce recitante di Vicky Psarakis dei The Agonist, brani energici e coinvolgenti che aprono la strada al gran finale che non poteva che chiamarsi “Omega”. “Day and night We hunt for answers hiding deep inside Dark and light These are the ends we can’t unite (We can’t unite) Dark and light Will free the way for us to see That we are dancing in duality”, la musica si fonde con le parole a conclusione di questo affresco sonoro che si potrebbe rapportare visivamente ad un mandala, in cui ogni segno ha un significato sia spirituale che cosmico. La nostra impressione è che Mark Jansen abbia ripreso in pieno le redini del progetto, ravvivando nel contempo il lavoro di gruppo dove ognuno porta il suo contributo per sviluppare il lavoro degli altri.
Quindi se da una parte è vero che c’è un recupero di certe atmosfere degli esordi , appare evidente anche il desiderio di esplorare nuovi orizzonti sonori, attraverso una serie di contaminazioni in territori fra i più disparati. Omega è un lavoro di grande spessore, molto compatto e meno dispersivo dei suoi predecessori, che ha bisogno di un ascolto attento per essere apprezzato in pieno, un po’ come si faceva con i vecchi album progressive degli anni ‘70. Diamo a quest’album un voto pieno, frutto di un lavoro collettivo minuzioso ed appassionato. Potremmo definire questo ottava fatica degli Epica come l’ottava meraviglia di un percorso che non finisce mai di stupirci .
Tracklist:
01) Alpha – Anteludium
02) Abyss Of Time – Countdown To Singularity
03) The Skeleton Key
04) Seal Of Solomon
05) Gaia
06) Code Of Life
07) Freedom – The Wolves Within
08) Kingdom Of Heaven Pt.3 – The Antediluvian Universe
09) Rivers
10) Synergize – Manic Manifest
11) Twilight Reverie – The Hypnagogic State
12) Omega – Sovereign Of The Sun Spheres
Line up:
Simone Simons: Lead Vocals
Mark Jansen: Grunts, Rhythm Guitar
Isaac Delahaye: Lead, Rhythm & Acoustic Guitars
Coen Janssen: Synths & Grand Piano
Rob Van Der Loo: Bass Guitar
Arien Van Weesenbeek: Drums