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Live Report SOMMARIO

CANDLEMASS + Novembre + guests, Paderno Dugnano (MI), 18/01/20 – Dark Doom Metal Night!

PADERNO DUGNANO (Mi), Slaughter Club, 18/01/20 – C’era molta attesa di rivedere in Italia i Candlemass, storica doom metal band svedese, specie dopo l’ultima ottima performance del Metalitalia dello scorso anno. In particolare, questa unica ed esclusiva data italiana si presentava particolarmente succosa per svariate ragioni: in primis, perché dopo molti anni di assenza abbiamo potuto rivedere e riammirare in formazione lo storico bassista fondatore Leif Edling, da anni alle prese con problemi di salute che ne hanno minato e compromesso spesso le presenze live divenute sempre assai più rare, e in secondo luogo per aver avuto conferma sulla tenuta vocale del rientrante primo storico vocalist Johan Langquist, che tanto impressionò per freschezza fisica e tenuta nella passata occasione, e infine, last but not least, perché il nuovo disco dei Candlemass (intitolato “The Door To Doom”), non solo è stato uno dei migliori album del 2019 in ambito metal, ma in generale uno dei più riusciti complessivamente della loro lunga e longeva carriera, minata spesso da troppi cambi di line-up che non sempre sono stati all’altezza del prestigioso monicker.

Ma Langquist è un fuoriclasse assoluto e senza tempo, secondo solo per importanza storica al grande e inarivabile Messiah Marcolin, di cui stasera però non ha fatto rimpiangere troppo il ricordo in verità, risultando all’altezza della situazione anche sui brani interpretati del celebre vocalist italo/svedese. La presenza di pubblico davvero nutrita stasera, Sabato 18 Gennaio 2020, allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI), che ha preso d’assalto il botteghino già dalle prime ore della serata decretandone un quasi sold-out, la dice lunga sull’alto indice di interesse che ha suscitato questo evento, con fans e metallers vari provenienti da ogni parte della Penisola. Le notevoli migliorie tecniche apportate dallo Slaughter recentemente hanno contribuito positivamente alla riuscita dello spettacolo, rendendo l’evento sicuramente memorabile e degno di questa cornice di pubblico. Ad impreziosire la serata, ci hanno pensato inoltre le ottime performance delle quattro band spalla: i ben famosi e conosciuti capitolini Novembre, gli emergenti toscani Adrenaline, i pescaresi Arkana Code, e in apertura i Crimson Dawn, che obiettivamente erano i più centrati sul tema doom di questo mini festival rispetto a tutti gli altri e che avrebbero meritato di essere inseriti in scaletta (anche per quanto visto) in ben altro posizionamento. Un concerto insomma, complessivamente valido, ma dove i vari generi non seguivano un unico filo conduttore, che doveva essere incentrato a tema e più sul doom puro!

Crimson Dawn

Anche se ingiustamente relegati in apertura di serata come già precedentemente sottolineato, e con poco tempo a loro disposizione, i Crimson Dawn hanno fatto ugualmente vedere a tutti chi sono e di che pasta sono fatti. Il loro doom, oscuro e molto epico, si avvale anche a livello scenografico di tutti gli strumenti necessari per rendere oppressiva, funerea e credibile la loro proposta, con tanto di drappi, cappucci e luci soffuse. La loro bravura è coniugare atmosfere sulfuree dalla puzza di zolfo lontano un chilometro, con melodia e teatralità interpretativa! Antonio Pecere è un “mietitore” esperto e la sua voce è sempre al posto giusto, mai troppo alta, mai troppo bassa, un grande frontman in sostanza. La sezione ritmica composta da Luca Lucchini al batteria e Alessandro Romagnoli al basso, conferiscono al loro sound quella profondità e gravità che necessita il doom classico, suonato nella maniera più tradizionale e genuina. Non da meno il lavoro di Lele Laghi alle tastiere, il vero “mental vortix” dei Crimson Dawn e di Dario Beretta e Marco Rusconi alle chitarre. Cinque pezzi in totale proposti (dai due album pubblicati ‘In Strange Aeons’ del 2013 e ‘Chronicles Of An Undead Hunter’ del 2017 – n. d. r.), dove su tutte ha spiccato il cavallo di battaglia “Tower Of Sin” e “Crimson Dawn”. Poco tempo a disposizione, ma tanta sostanza, classe, “sofferenza” ed abnegazione nella musica dei Crimson Dawn, caratteristiche che, sicuramente, non possono aver lasciato indifferenti i cultori di questo genere accorsi per i ben più famosi colleghi Candlemass. Una delle migliori realtà europee, senza se e senza ma!

Crimson Dawn setlist:
“Tower Of Sin”
“The Suffering”
“Dark Ride”
“Cosmic Death”
“Crimson Dawn”

Arkana Code

Dall’Abruzzo provengono gli Arkana Code, seconda band in programma, dediti a un death/prog metal di chiara ispirazione del genere più estremo, di scuola Carcass e Arch Enemy, a cui i nostri amici sono sicuramente debitori. Tanta tecnica, grinta e rabbia quella messa in atto stasera, dove la doppia cassa percossa dal batterista David Folchitto ha fatto vibrare i timpani non poco a chi era si era collocato sotto palco durante l’esibizione. Cavernosa e ruggente, come da copione e tradizione in questo genere, risulta essere la voce del vocalist Francesco Torresi, sostenuta dalle chitarre spietate e sparate come un boomerang sullo stomaco di Luca Nattarella e Paolo Ponzi. Ottimo pure l’apporto del bassista Michael Rossi, che con il già citato Folchitto va a comporre una sezione ritmica apprezzabile e saldamente strutturata, indispensabili armi da possedere per suonare del death old school. Cinque brani proposti tutti estratti dal secondo album ‘Brutal Conflict’ del 2017, a cui si aggiungeranno due inediti preview di cui non sono stati resi noti i titoli, che molto probabilmente finirà come materiale per il nuovo disco. Quello che ci è apparso ascoltandoli è che seguano lo stesso filo conduttore dei precedenti lavori pubblicati sinora, ma con uno sguardo e un occhio più attento alla parte melodica. “Oppressor Of Darkness” e “Holocaust Horde”, le songs che han maggiormente impressionato per incisività e metrica strutturale. Ora, agli Arcana Kode, spetta solo il compito di riconfermarsi su questa strada, dando sempre maggior continuità e credibilità al progetto!

Arkana Code setlist:

“Violent Human Corruption”
“Oppressor Of Darkness”
“Escape Of My Mind”
“Mutilated Reality”“Holocaust Horde”

Adrenaline

Si cambia completamente genere con gli Adrenaline, passando dal metal più oscuro e tenebroso, al classico ard’n’heavy molto più diretto e senza compromessi. Già dal look palestrato del vocalist Francesco Terranova, messo ben in mostra da muscoli pettorali sotto una striminzita canotta, e dalla cresta audace punk alla Sex Pistols del batterista Gabriele Andreucci, ci siamo immediatamente resi conto che la direzione musicale sarebbe stata diametralmente opposta rispetto alle precedenti. Poco male, anzi, perché l’energia che trasuda dalla musica degli Adrenaline è notevole e ben articolata! I ragazzi toscani (di Viareggio) partono spediti e a “Bomb(a)” nel vero senso della parola (titolo del primo brano in scaletta), per poi addentrarsi nel fulcro della loro esibizione con “This Is Bomb” “Reckless”, incisive, taglienti, ed incandescenti come il metallo fuso proveniente da un’ officina metalmeccanica. Una prova e propria prova di forza quella messa in atto dagli Adrenaline, convincente e coinvolgente, che, nonostante il genere fuorviante, sono riusciti a convincere e strappare molti applausi anche da chi non era certo venuto per sentire del metal classico. Bravi!

Adrenaline Setlist:

“Bomb”
“Looking At Me”
“This Is War”“Reckless”
“Bound To Me”
“Hemmorhage”“The Cage”

Novembre

Con i co-headlinear Novembre, storica death/doom metal progressive italiana capitanata da Carmelo Orlando, leader fondatore con l’ex fratello Giuseppe, si torna a respirare atmosfere cupe, gravi, malinconiche e depressive. Anche il concerto di stasera si snoda nel loro tipico sound molto oscuro e sulfureo, a tratti quasi vagamente goth e ad altri molto più in modo più ambient ipnotico. Con una scaletta che pesca e spazia dagli otto album in studio realizzati sinora, danno vita a un live molto affascinante e indiscutibilmente impeccabile, dove però talvolta queste sonorità così complesse rischiano un po di annoiare chi non è molto portato e avvezzo per questo metal molto particolare. Su tutte di sono distinte le opener “Flower” e “Nostalgiaplatz”. Di gran rilievo anche il finale con un efficace “The Dreams Of The Old Boots”. Dieci brani in tutto, un ora abbondante di concerto, che non ha vissuto mai alcun calo di tensione per tutta la sua durata, e che non può non aver soddisfatto i molti fans dei Novembre accorsi per loro, riconfermandone l’indiscussa leadership nazionale nel loro genere.

Novembre setlist:

“Love Story”
“Tales From a Winter To Come”
“Come/Everasia”“My Starving Bambina”
“Flower”“Nostalgiaplatz”
“Child Of The Twilight”
“Onirica East”
“Cold Blue Steel”
“The Dream Of The Old Boats”

Candlemass

Squillino le trombe: I Re Del Doom Metal sono tornati in Italia! Dopo il concerto stratosferico, monumentale, clamoroso sfido chiunque ad affermare il contrario (come si dice a Roma “nu ce sta trippa pe gatti”), i Candlemass sono di un’ altra categoria: punto! Vivevo due sogni da vecchio fan della band svedese, che fino a poco tempo fa parevano impossibili e irrealizzabili: vederli live con Marcolin o Langquist alla voce, gli unici veri vocalist (a mio parere personale) degni di tale ruolo al microfono. Si è (fortunamente), realizzato e materializzato il sogno in Johan Langquist, (che in verità avevo già avuto modo di vedere in azione nell’ultima edizione del Metalitalia.com Festival).Si era ben capito già allora, che gli anni di assenza dai palchi non ne avevano scalfito minimamente la voce ne tanto meno il carisma, ma tuttavia si ebbe una leggera percezione che mancasse ancora qualcosa per rendere perfetta questa storica reunion, giunta dopo oltre venticinque anni! La data unica ed esclusiva, organizzata allo Slaughter di questa serata, aveva un sapore più particolare e speciale rispetto alla precedente, per una serie di ragioni: in primis, perché al basso c’era lo storico ed insostituibile fondatore Leif Edling, ritornato in formazione dopo molto tempo, e in secondo luogo perché questo tour veniva in supporto del bellissimo ‘The Door To Doom’ (uscito lo scorso 2019), che ha suscitato grandi acclamazioni e pareri positivi, e di cui verrà proposta la splendida “Astorolus-The Great Octopus”. Oltre alla voce di Langquist in forma smagliante, non possiamo non notare la classe disarmante del già citato Edling al basso (che trasforma in oro colato ogni pennata), e la furia di Jan Lindh alla batteria, un vero tornado, preciso come un metronomo, martellante come un tamburo, letale come un serpente a sonagli: semplicemente un mostro! Lars Johansoon e Mappe Bjorkman sono incapaci di sbagliare una sola nota, dimostrandosi una coppia chitarrista affidabile, affiatata e clamorosamente infallibile. Quello che stupisce dei Candlemass è questa capacità di rendere apparentemente semplice da suonare una musica come il Doom che invece è ipertecnica e difficilissima, con innumerevoli cambi di tempo e ritmo. “The Wheel Of Souls” (da ‘Nightfall’) è un superclassico, che manda tutti in “overdose” e in un una “nuova dimensione”, condizione di viaggio mentale molto consona e calzante per più attempati fans dei Candlemass, indiscutibilmente legati ai primi tre album con Messiah Marcolin alla voce, che restano imbattibili e inarrivabili , e molto probabilmente quelli che si definiscono in gergo, perfetti. Non a caso, eccetto il sopra citato pezzo del nuovo album, la setlist si concentra su brani da “Nightfall”, “Ancient Dreams”, “Tales Of Creation”, più il primo storico EP, capolavoro registato con Langquist, “Epicus, Doomicus, Metallicus”“Dark Reflection”, “Mirror, Mirror” non possono fallire, ma “Astorolus” immediatamente seguente, non sfigura accanto ad esse. Si ritorna a ‘Nightfall’ con “Bewitched” e “Dark Are The Veils Of Death”, mentre con “Under The Oak”, da ‘Epicus, Doomicus, Metallicus’, viene risottolineato (se mai ce ne fosse ancora bisogno), non ha minimamente perso smalto e brillantezza, superando egregiamente la prova del tempo! Il gran finale infatti vede ancora protagonista questo storico primo album con Langquist:“A Sorcerer’s Pledge”, “Demon’s Gate”, “Crystal Ball” e la splendida “Solitude”, che chiude un concerto da brividi, difficilmente dimenticabile, dove trovare macchie e difetti diventa pressoché impossibile. I Candlemass sono un gruppo incredibile, delle vere icone viventi, e chi ha avuto la fortuna stasera di assistere a questo evento, con protagonisti Johan e Leif, assieme ancora sullo stesso palco, può tranquillamente affermare di aver visto pure un pezzo di storia del metal e vantarsene con tutti! Lunga Vita ai Re (del Doom), lunga vita ai Candlemass!

Candlemass setlist:
“The Well Of Souls”
“Dark Reflections”
“Mirror, Mirror”
“Astorolus-The Great Octopus”
“Bewitched”
“Dark Are The Veils Of Death”
“Under The Oak”
“A Sorcerer’s Pledge”
“Demon’s Gate”
“Crystal Ball”
“Solitude”

Fonte: Report: Alessandro Masetto – Foto: Rita Rose Profeta

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