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Live Report SOMMARIO

ROCK ON FEST II Edizione, Empoli (Fi), 06/08/17 – Bud Tribe, Crying Steel, Dark Lord, Tossic, Etrusgrave, JMP, No Remorse, Darking …

EMPOLI (Fi), Parco di Serravalle, 06/08/17 – Dopo il successo della scorsa edizione, il Rock On Fest non delude le aspettative regalando ai numerosi fans accorsi in questo assolatissimo pomeriggio d´agosto quasi nove ore di musica. Puntali come da orario prestabilito, alle 17,00 irrompono sul palco i piombinesi DARKING, quartetto dedito ad un epic-power prog molto tecnico in cui, oltre alla bravura degli strumentisti, si eleva la voce del cantante Mirko Miliani, autore di acuti prolungati ed elevatissimi che fanno da contraltare ai virtuosismi del chitarrista ex Domine (fu tra i fondatori) Agostino Carpo ed alla ritmica molto serrata del batterista Leonardo Freschi e del bassista Matteo Lupi, quest´ultimo con indosso una t shirt degli Opeth che la dice lunga sulle influenze che la band ha ricevuto. Non c´è che dire, una bella overture per il festival come meglio non si poteva sperare.

Nonostante la temperatura non accenni a diminuire, da Prato irrompono sulla scena gli inossidabili NO REMORSE, band attiva con la stessa formazione da quasi vent´anni ed i risultati si vedono e soprattutto si sentono! Sound fluido e scorrevole, i nostri sono autori di un classico heavy metal senza fronzoli, ben suonato e coinvolgente, con i musicisti della band padroni del proprio ruolo e del proprio strumento, è un piacere vederli muoversi sul palco, l´esperienza c´è e si tocca con mano, probabilmente, per grado di coinvolgimento, avrebbero meritato una collocazione migliore all´interno del bill ma tant´è, ci si accontenta, data l´ora (e la calura), peccato per chi se li è persi, confidiamo in un bis per l´anno prossimo, magari in un orario migliore.

NO REMORSE

Come terzo gruppo in scaletta, ecco salire sul palco i JMP di quel Gabriele Bellini gia´ presente nella prima edizione, che a distanza di un anno, sempre supportato dall´amica e collaboratrice Claire Briant Nesti, torna sul palco per proporre stavolta un nuovo progetto (JAM MOVIE PROJECT appunto), con Michael Agostini alla batteria, che dovrebbe proporre una sorta di improvvisazione musicale, chitarristica e vocale, sulle basi di colonne sonore di noti film o serie tv. Dovrebbe, appunto. Gia´ partire con una formazione senza basso e´ un bell´handicap, non so se voluto o no, ma se poi le basi musicali dei film sono quasi inesistenti o impercettibili (pare siano state proposte Matrix, Sin City e I Pirati dei Caraibi) e le improvvisazioni chitarristiche sembrano messe la´ un po´ a casaccio senza che la melodia principale del tema della soundtrack del film si riconosca, il caos e´ servito. Un vero peccato anche e soprattutto per l´eccezionale voce lirica di Claire, totalmente fuori contesto e spesso inutile o addirittura fastidiosa durante le canzoni vista l´assenza di testi, costretta a cimentarsi in continui vocalizzi del tutto fuori luogo. Dispiace perche´ l´idea sarebbe ottima, ma non sempre idee e buoni risultati vanno a braccetto. (Alex the MetalKeeper)

Tornati alla ribalta della cronaca dopo qualche anno di silenzio grazie alla pubblicazione dell´album ´Aita´s Sentence´ (2016) ed ad un´intensa attività live, gli ETRUSGRAVE ci riportano a quelle sonorità epic tanto care a questa terra toscana; ovviamente a farla da padrone è la figura del chitarrista Fulberto Serena e tutto il gruppo ruota intorno alla storicità del celebre personaggio essendo stato tra gli interpreti musicali che, negli anni 80, ha contribuito maggiormente a dar lustro ad un certo tipo di epic metal con i seminali Dark Quarter. Molto buona la reazione del pubblico con molti fans giusti qui appositamente per loro.

Personalmente non ho mai particolarmente amato la parte più irriverente di un certo tipo di heavy metal, hard rock o qualsivoglia, ma essendo in Toscana ed a due passi da Livorno, sede della celebre rivista satirica ´Il Vernacoliere´ non possiamo non sorprenderci di un gruppo storico e ferocemente sarcastico come i TOSSIC, che qui giocano in casa e che presentano tutti i loro cavalli di battaglia che portano in giro da decenni. Il loro è quasi un spettacolo teatrale più che un concerto con testi molto spinti e goliardici che il padreterno sembra quasi voler punire attraverso un black out di pochi minuti ma che non basta a fermare la velenosa verve del funambolico singer Artigiani e company.

Cosi´ come nell´edizione festivaliera del 2016, grande era l´attesa per uno dei gruppi capisaldi dell´heavy metal italiano, stiamo parlando dei bolognesi CRYING STEEL, attivi da ben trentacinque anni e con alle spalle tour, dischi e collaborazioni prestigiose. Ultimamente la band è diventata una sorta di famiglia allargata a cui al trio storico Nipoti/Franchini/Ferri per vari motivi, di volta in volta, si sono aggiunti fior di musicisti della prestigiosa scena musicale bolognese, e cosi´ come successo l´anno scorso, questa volta a dar man forte alla band ci sono l´ex Rain Massimiliano Scarci alla chitarra e Mirko Bacchilega alla voce.

L´impatto è veramente al fulmicotone, osservare i cinque musicisti muoversi sul palco ti fa capire la differenze che esistono tra chi fa musica quasi per hobby (in Italia tanti purtroppo) e chi di professione, l´approccio, l´attitudine ed il saper gestire il palco non è da tutti ed è una cosa che non si può improvvisare, l´impatto sonoro è perfetto, il singer, seppur fisicamente ricordi un giovane Geoff Tate (Queensryche), dona un´impronta quasi street alle storiche song della band con il suo timbro rauco e dannatamente sporco e potente, i due chitarristi si scambiano assoli che è una bellezza supportati dalle mitragliate di un instancabile Luca Ferri alla batteria e dal basso di Angelo Franchini, sempre abile nel destreggiarsi ed a correre da una parte all´altra del palco.

Da sottolineare l´omaggio finale, dopo l´anathemica ´Thundergods´ alla Strana Officina dei compianti fratelli Cappanera, coetanei compagni di viaggio con cui hanno condiviso pagine importanti del metal tricolore, attraverso una grintosissima versione di ´Metal Brigade´ particolarmente apprezzata dal pubblico locale molto devoto al gruppo livornese. Che dire, una band di statura internazionale di cui tutti i fans italiani dovrebbero esserne fieri. Top !

C´era molta attesa per il ritorno sulle scene dei veterani DARK LORD guidati dal carismatico fondatore nonchè virtuoso delle sei corde Alex Masi. La band non suona live da molto tempo ma ci pensa presto a levarsi la ruggine di dosso ripresentando in apertura alcuni brani storici tratti dal repertorio primordiale della band quando alla voce c´era Emanuell Jandee, prematuramente scomparso. L´interpretazione del singer Sandro Bertoldini viene evidenziata ancora di più nei brani nuovi di zecca che andranno a formare il prossimo album ancora in lavorazione.

E giunse l´ora degli headliners della serata, cosi´ come l´anno scorso con gli Ancillotti, è sempre il Bud, padrone di casa, ad impadronirsi della scena principale nel frattempo che l´audience ha raggiunto il numero apice della serata. Assistere ad un concerto della BUD TRIBE equivale sempre a celebrare il rock´n´roll al massimo della sua essenza in un saliescendi di emozioni che esaltano le poche ma significative regole dell´(hard) rock, ritmi sincopati, basso pulsante, batteria che detta i tempi al pubblico, lunghi (ma non troppo, quel tanto che basta) assoli meravigliosi, il tutto guidato dalla carismatica voce dello storico Bud, vero maestro d´orchestra nel saper gestire il gruppo e fans adoranti letteralmente scatenati dietro le transenne del palco.

Ovviamente vengono sciorinati uno dietro l´altro tutti gli hits della band con il pubblico che canta a memoria ogni singolo testo, lo show vive anche di un momento toccante quando ´Keep Rockin´ On´ viene dedicata alla mamma del Bud e del Bid, venuta a mancare solo pochi giorni prima.

Poche parole in conclusione per ribadire l´ottima organizzazione di questo festival, giunta alla seconda edizione ma con la prospettiva di diventare appuntamento fisso nel corso degli anni.

Fonte: Testo, foto & Video by Marcello Dubla

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