I Bölthorn, band Melodic Death Metal da Parma dal nome che evoca la cultura norrena, si sono formati nel 2015 come progetto inizialmente incentrato sul Death/Viking Metal. La band è attualmente del tutto coinvolta nel processo creativo per il loro prossimo album.
Vediamo insieme cosa ci raccontano i ragazzi…
Ciao ragazzi, ecco qualche domanda per farvi conoscere meglio ai lettori di Verorock.
Innanzitutto, parlateci di come si è formata la band.
La band si è formata nel 2015 sotto le vesti di un project studio ideato da Ivan (Ironcross), che ha coinvolto da subito Rob all’altra chitarra, e me (Drake) alla voce. L’intenzione di Ivan era di creare qualcosa di potente e che avrebbe lasciato il segno; sapeva che coinvolgendoci sarebbe venuto fuori qualcosa di notevole conoscendoci sia sotto l’aspetto personale che musicale. L’idea era quella di un progetto di stampo prettamente death metal di ispirazione nordica, cosa che si è sviluppata spontaneamente vista la nostra attitudine in merito.
L’uscita di Rob, per quanto ci sia dispiaciuto, ha dato il via alla ricerca di nuovi membri. L’arrivo di Stefano, Beppe ed Emiliano ci ha dato però ulteriore linfa con cui nutrire la nostra passione.
Come descrivereste il vostro stile?
Ci definiamo death metal generalmente. Abbiamo certamente aspetti melodici, tuttavia non vogliamo porci limiti, per cui preferiamo non affibbiarci appellativi che potrebbero solo limitare o frenare la nostra vena creativa.
Di cosa parlano i vostri testi? Sappiamo della vostra passione per la cultura nordica e sarebbe interessante avere lato vostro una descrizione molto ampia.
Sì, in effetti l’ispirazione iniziale per il primo album ha attinto principalmente, dal punto di vista anche musicale, dalla mitologia norrena creando un sound potente, epico e glorioso. Di fatto, dei testi da me scritti, solo due parlano esplicitamente di figure che hanno a che fare con il pantheon nordico. Le altre canzoni parlano di varie tematiche, alcune inerenti a quel mondo certo, ma anche di concetti moderni resi però più epici e drammatici, il tutto grazie alla musica e all’ispirazione che ci ha guidato nella composizione di Across the human path. Certamente il filone svedese è il nostro punto di riferimento a livello compositivo musicale, e in parte ciò vale anche per i testi. Essendo io appassionato della cultura norrena e di tutte le sue sfaccettature, sia mitologiche che letterarie, è naturale che le canzoni risultino similari, ma i significati dietro di esse sono molto vari. Chi ha letto i testi può senz’altro intuirlo.
Con il nuovo album questa varietà si noterà maggiormente.
Vedremo presto vostre nuove release?
Vorremmo dirvi molto presto ma stiamo ancora finendo di scrivere i pezzi del secondo album prima di entrare in studio. Speriamo che con la fine dell’anno o con l’inizio del prossimo al massimo, riusciremo a presentarvi la nostra nuova fatica: un concept fortemente sentito e veramente di impatto che non vediamo l’ora di farvi scoprire!
Se fosse possibile esprimerlo come desiderio, quale palco desiderereste calcare?
Visto il genere che suoniamo sarebbe davvero un sogno poter calcare i più grandi festival europei, magari in apertura a band come Amon Amarth, Arch Enemy, Hypocrisy, Carcass, ecc. Partecipare a festival come il Summerbreeze, l’Hellfest, il Graspop o il leggendario Wacken ci renderebbe veramente orgogliosi e felici.
Quali pensate essere gli step essenziali per una band che cerca di imporsi nella realtà Hard&Heavy?
Credo che il primo step necessario affinchè una band funzioni come dovrebbe sia il rispetto tra i membri e l’affidabilità che dovrebbero mostrare nel progetto. Solo l’armonia e chiarezza di intenti collettivi possono portare la band il più avanti possibile. Vista la quantità di band presenti, ovviamente, è molto più difficile rispetto al passato emergere; qui entrano in gioco l’unità della band e ancor di più la voglia e l’impegno che ci si mette.
Cosa vi piace del panorama metal italiano? Cosa no?
Le band italiane sono tante e motivate di voler dire la loro rispetto agli altri paesi. Sicuramente c’è tanta voglia di fare, organizzare e condividere e questo è sicuramente molto positivo. Forse, proprio in base a quanto sopra detto, di recente si è creato un ambiente un po’ troppo competitivo, e non sempre questi aspetti comportamentali permettono alla musica di svolgere quella che dovrebbe essere la sua vera funzione. Quella di condividere.
Volete lasciare un messaggio per i lettori di Verorock?
Grazie dello spazio dedicatoci! Ai lettori dico di andare ad ascoltarci su spotify e youtube, e non dimenticare di seguire le nostre pagine social per aggiornamenti sui prossimi live e altre novità!