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Live Report SOMMARIO

AL DI MEOLA & L’ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA: sinfonie mediterranee in chiave jazz-fusion al Festival Duni!

POTENZA, Cineteatro Don Bosco, 13/11/22 – Nell’ambito della XXIII edizione del Festival Duni, rassegna dedicata al noto compositore materano settecentesco Egidio Romualdo Duni e organizzata da Dinko Fabris e da Saverio Vizziello (direttore del Conservatorio di Musica “E.R. Duni” di Matera), l’evento di chiusura di questa importante kermesse lucana ha visto la presenza, come ospite, di uno dei più rinomati artisti nel panorama musicale internazionale. Stiamo parlando di Albert Laurence Di Meola, meglio noto come “Al”, un colosso della musica jazz e fusion che da oltre quattro decadi (con ben tre dischi di platino e più di sei milioni di dischi venduti) ha incantato il mondo con la sua ineguagliabile perizia strumentale e capacità di sperimentare, sulla sua sei corde, spaziando dai ritmi etno-latini fino alle sonorità orientali e della tradizione mediterranea. Un’occasione dunque più unica che rara quella di poter assistere dal vivo ad uno dei più grandi musicisti viventi, accompagnato per l’occasione dall’Orchestra Sinfonica di Matera, diretta dal Maestro Fabrizio Festa (che già in passato aveva collaborato con Di Meola all’orchestrazione di “The Grande Passion” – n. d. r.).

La manifestazione di quest’anno, costellata dalla presenza di nomi celebri della musica barocca a livello mondiale – quali Antonio Florio e la Cappella Neapolitana, il liutista Hopkinson Smith, il tastierista Ton Koopman, il flautista Dan Laurin, il violoncellista Jordi Savall fino all’esibizione del gruppo palestinese Al’Ouma di Ramzi Aburedwan – si è conclusa con la doppia esibizione di Di Meola, Sabato 12 all’Auditorium Gervasio di Matera e Domenica 13 novembre al Cineteatro Don Bosco di Potenza. Il chitarrista statunitense è accompagnato, per l’occasione, da due musicisti di alto profilo con cui collabora ormai da anni: Peo Alfonsi (chitarra classica) e Sergio Martines (percussioni).

Non poteva essere altrimenti, se non da parte di un artista internazionale di lontane origini lucane, chiudere col botto quest’ultima edizione del Duni Festival! Dopo una folgorante serata materana, costellata da un’ovazione generale per il chitarrista, i suoi musicisti e tutti i componenti dell’Orchestra, che ha visto l’ampia partecipazione di pubblico e degli addetti ai lavori, eccoci pronti a gustarci la tappa conclusiva di questo memorabile evento.

Come da attese, anche il capoluogo potentino ha risposto degnamente a questo imperdibile concerto, con la partecipazione di numerose presenze, tra giovani leve e musicisti più attempati, oltre che di tanti curiosi e appassionati di musica in generale. La sala del Don Bosco è gremita e pronta a tributare il giusto riconoscimento ad uno dei big della musica mondiale. Sono le 20.30 in punto quando ecco il nostro Al calcare il palco, accolto dagli applausi scroscianti del pubblico presente, pronto a regalarci emozionanti momenti con la sua magica sei corde. Lo spettacolo prevede l’esecuzione di alcuni brani solo chitarre e percussioni, per passare poi ad un’esibizione corale assieme all’Orchestra: in quasi due ore di musica, l’artista italoamericano ci ha letteralmente deliziato spaziando da brani recenti e più conosciuti del suo repertorio solista, oltre a rivisitazioni di classici dei The Beatles e del suo mentore Astor Pantaléon Piazzolla.

Si parte sulle note di una nuova composizione, concepita durante il primo lockdown, “Tears Of Hope”, il cui ritmo melanconico è sostenuto dal ritmo sincopato di Martines: è impossibile resistere a questo autentico viaggio sonoro che il nostro Albert ci regala con i suoi paesaggi sonori dipinti dalle sue dita, con rimandi alla musica latina intrisa di innumerevoli riferimenti musicali. La sua maestria è infatti capace di passare, all’interno di uno stesso brano, da atmosfere lente ad un ritmo più sostenuto, a riprova della sua poliedricità come strumentista e compositore. Ma il nostro ci riserva, sin dalle prime battute, una originalissima rilettura di “Norwegian Wood (This Bird Has Flown)” (dall’album dei Fab Four di Liverpool, ‘Rubber Soul’ del 1965 – n. d. r.): gli arpeggi della sua sei corde si intrecciano con gli arrangiamenti di Sergio, in un’atmosfera nordica dalle tinte invernali.

Sui barrè iniziali si dipana un’altra recente composizione, “For Only You”, anch’essa caratterizzata da un’eterogeneità complessiva tra le diverse sezioni, sempre però ben amalgamate da Di Meola in un flusso continuo di melodie dal sapore vintage. Questo terzo brano è eseguito quasi in solitaria, con le luci di sala puntate su di lui, mentre tutta l’audience resta in religioso silenzio, letteralmente ammaliata dal carisma e dalla capacità strumentistica del nostro ospite.

Tra un brano e l’altro, il nostro si mostra particolarmente coinvolto e grato alla platea, ricordando il suo forte legame con la città di Potenza, dove visse per pochi anni la famiglia di sua madre, Theresa Satiro, prima di tornare negli Stati Uniti. Poche parole di ringraziamento quelle di Albert, ma che sanno toccare le giuste corde, in tutti i sensi, dell’animo dei presenti, orgogliosi delle sue origini lucane.

Dal suo album ‘Diabolic Inventions And Seduction For Solo Guitar’ (2007), viene eseguita la reinterpretazione di “Poema Valseado” e subito dopo quella di “Milonga Del Angel”, entrambe composizioni dell’immenso compositore argentino Astor Piazzolla: in questo sentito tributo da parte di Di Meola, si percepisce tutta la sua sconfinata passione per la musicalità sudamericana, dal tango al flamenco, soprattutto sulle malinconiche melodie del secondo brano, che sfociano in un rincorrersi finale di scale e arpeggi fulminei.

Adesso è la volta del suo amico di vecchia data Peo Alfonsi, di origini sarde, con cui collaborò quasi vent’anni fa assieme all’interprete Andrea Parodi nell’ambito della tournée mondiale Midnight in Sardinia nel 2004. Il trio si esibisce su un brano di recente produzione, “Immeasurable (Part 3)”, sul quale i due chitarristi si scambiano sguardi complici e intese certificate da numerosi intrecci sulle rispettive sei corde, in un duetto da applausi, ancora una volta coadiuvato dall’apporto di Martines dietro le pelli.

Entra finalmente in scena anche l’Orchestra Sinfonica di Matera, con l’esecuzione di un altro brano famoso di Di Meola, “Misterio” (tratto dal suo ‘World Sinfonía III – The Grande Passion’ del 2000 – n. d. r.), con l’inizio basato su controtempi e arpeggi, alternati o all’unisono, tra Peo e il suo amico Al, su cui si innestano gli arrangiamenti sinfonici profusi dalle rispettive sezioni dell’Orchestra, guidate di volta in volta da Fabrizio Testa! Rispetto alla versione in studio, la presenza di numerosi strumenti arricchisce enormemente questa composizione a dir poco stupenda, caratterizzata da una successione di diversi movimenti tra loro differenti su cui intervengono, di volta in volta, tutti i componenti orchestrali.

Si ritorna con un ennesimo omaggio a Piazzolla, con le toccanti melodie di “Café 1930”, sul cui accompagnamento arpeggiato da Alfonsi, Di Meola si dispiega in voli pindarici sulla sua chitarra, mentre le melodie del brano sono esaltate dalla perizia dei singoli elementi diretti dal Maestro Festa. L’apporto di ciascuno di questi, troppi per citarli, è risultato fondamentale per offrire espressività alle varie parti diverse su cui è strutturata la composizione. Viene poi proposto uno dei brani più conosciuti dei The Beatles, “Strawberry Fields Forever”, su cui l’intero combo di musicisti raggiunge uno dei picchi della serata, tra sinfonie ariose e reinterpretazioni chitarristiche in chiave latin-jazz e fusion: senza nulla togliere ovviamente alla versione originale, ma la reinterpretazione dell’artista statunitense diviene quasi una composizione a sé, arricchita da una poliedricità di suoni e arrangiamenti tali da farla sembrare un altro pezzo, non fosse per i continui richiami del tema principale.

C’è anche spazio per la porposizione di un altro tra i suoi brani più recenti, “Milonga Noctiva” (dal suo ultimo album di inediti, ‘Opus’ del 2018 – n. d. r.), le cui sezioni di organetto sono magistralmente reinterpretate da tutti i componenti dell’Orchestra, che costituiscono un valore aggiunto alle chitarre classiche e alle percussioni. Altro dei momenti più intensi per il pathos espresso dalle varie sezioni che lo compongono, “Ava’s Dance in the Moonlight”, composizione che si adatta perfettamente ad una esecuzione in chiave orchestrale: è dedicato alla figlia del musicista, Ava, di cui si ricorda un episodio particolare della sua infanzia, già eseguita con la Stuttgart Chamber Orchestra lo scorso luglio in occasione del Jazz Open in Germania. Ci avviciniamo verso l’epilogo della serata, con un’altra nuova composizione di Di Meola, “Fandango”, dalle tinte etniche, quasi caraibiche: il ruolo delle percussioni torna ad essere protagonista, scandendo un non semplice ritmo a tempo con le aperture e le melodie sciorinate dalla sei corde.

Ancora un omaggio al suo riferimento principe, Astor Piazzolla, sulla bellissima “Double Concerto”, ritmata oltre che dalle percussioni di Martines, dagli applausi del pubblico: l’Orchestra si rivela nuovamente efficace nell’implementare la gamma sonora di questo brano che presenta differenti variazioni di uno stesso tema base, su cui Di Meola si lancia in un duetto al fulmicotone assieme al suo compare Peo, sia nelle parti più tirate che in quelle più lente ed avvolgenti.

Dopo una breve pausa seguita da una standing ovation collettiva per la performance offertaci da tutti questi incredibili musicisti, nessuno escluso, ecco il nostro beniamino rientrare sul palco per offrirci un ultimo assaggio della sua classe innata! Lo stoppato introduttivo ci segnala l’esecuzione di “Mediterranean Sundance”, sul cui arpeggio iniziale si scatena nuovamente un’ovazione collettiva: si tratta ovviamente del brano più famoso di Di Meola, che lo ha reso celebre al grande pubblico a cavallo tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi Ottanta.

È incredibile come quest’opera, a distanza di tanti anni dalla sua concezione, risulti ancora fresca e vivace, capace di rapire tutti gli ascoltatori presenti in platea e in galleria. La struttura del brano si adatta perfettamente ad essere riadattata concerto dopo concerto, in una jam che sembra non avere fine per gli innumerevoli interventi dei componenti e per la varietà degli arrangiamenti solisti: c’è anche spazio per un intermezzo dedicato all’Italia, con un accenno alla celebre tarantella napoletana prima della reprise del tema principale che chiude questa esibizione sugli scudi!

Anche la città di Potenza, dopo la prima data materana, tributa un lungo applauso conclusivo a tutto l’ensemble capitanato da Di Meola e dal Maestro Festa, che ci hanno regalato un paio d’ore di pura magia, spaziando tra tanti generi e stili ben amalgamati tra loro grazie alla perizia tecnica ma soprattutto alla passione sprigionata da ciascun musicista, primo tra tutti l’ospite tanto atteso. Un evento certamente memorabile, sia per la partecipazione di pubblico che per gli artisti di alto profilo, organizzato alla perfezione dal Festival Duni in collaborazione con il Cineteatro Don Bosco, ai quali rivolgiamo un ringraziamento sentito per averci concesso di raccontarvi la magia di questa notte!

Non ci resta che augurare l’annuncio della prossima XXIV edizione, con la speranza di poter assistere alla performance di altri ospiti e di altri big della musica internazionale!

Si ringrazia il Festival Duni per le concessione di tutti gli scatti fotografici presenti

(Ph. by Giovanni Marino)

Lineup:

Al Di Meola (chitarra)

Peo Alfonsi (chitarra)

Sergio Martines (percussioni)

Orchestra Sinfonica di Matera

Fabrizio Testa (direttore)

Setlist:

“Tears Of Hope” (feat. Sergio Martines)

“Norwegian Wood (This Bird Has Flown)” (The Beatles cover, feat. Sergio Martines)

“For Only You”

“Poema Valseado” (Astor Piazzolla cover, feat. Sergio Martines)

“Milonga Del Angel” (Astor Piazzolla cover, feat. Sergio Martines)

“Immeasurable (Part 3)” (feat. Sergio Martines & Peo Alfonsi)

“Misterio” (feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Café 1930” (Astor Piazzolla cover, feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Strawberry Fields Forever” (The Beatles cover, feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Milonga Noctiva” (feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Ava’s Dance in the Moonlight” (feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Fandango” (feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

“Double Concerto” (Astor Piazzolla cover, feat. Orchestra Sinfonica di Matera)

Encore:

“Mediterranean Sundance” (feat. Sergio Martines & Peo Alfonsi)

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