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Interviste SOMMARIO

HARISSA: una multiforme tempesta metallica made in Poland!

E’ sempre un piacere avere l’occasione di scoprire nuove realtà metalliche nel nutrito, e a volte abbastanza saturo, panorama musicale europeo. In questo variegato contesto, spesso è difficile riuscire a conoscere alcune realtà interessanti e meritevoli di attenzione: in questo arduo compito di discernimento e selezione, ci sono venute in aiuto la Rock On Agency (rinomata agenzia di booking & promoting) e la M-Art Artistic Agency di Monika A. Gasiorek, offrendoci l’opportunità di conoscere gli Harissa. La band proveniente dalla Polonia, e attiva ormai già da diversi anni, è in procinto di pubblicare un nuovo ambizioso disco, ‘Twarz’ (faccia), dopo l’interessante debutto ‘Antyraj’ che ha messo in luce alcune caratteristiche distintive del sound del quintetto dell’est Europa: energia, dinamismo, muro sonoro e quant’altro sono alcuni degli ingredienti proposti dai ragazzi sino ad oggi. Svariati gli argomenti trattati in questa piacevole chiacchierata assieme a  Tomasz Marmol (basso), Krzysztof Franczyk (chitarra) e Dariusz Bieniasz (batteria). I tre membri del gruppo ci hanno racontato in modo schietto e sincero la genesi della band, a partire da un fantastico quanto inaspettato incontro in terra africana, il riscontro che hanno ricevuto dal loro primo entusiasmante album, alcuni aneddoti e curiosità e molto altro ancora!

Salve ragazzi, grazie innanzitutto per il tempo che state per dedicarci e benvenuti sulle pagine di VeroRock.it! Prima doverosa domanda: avete recentemente annunciato l’uscita del vostro secondo album, ‘Twarz (Face)’, prevista per la prossima primavera/estate, quali sono dunque le aspettative che avete? (Tomasz Marmol, basso): dopo aver osservato a lungo il mercato della musica e analizzato ciò che accade intorno a noi, abbiamo notato che la musica rock polacca manca, come dici tu, del proverbiale “artiglio”. Il primo album ‘Antyraj’ ha rivelato il volto degli Harissa, ma l’album ‘Twarz’ mostrerà ancora di più a tutti del nostro gruppo. Le aspettative della band sono tali che non potrete che rimanerne colpiti. Chi ama il ‘piccante’ nella musica non rimarrà deluso.

Il nuovo lavoro in studio è stato anticipato dal primo singolo, “Skurwiel”, di cui è avete girato anche un videoclip. Il brano è molto potente ed energico, di cosa parlano in particolare i testi? (T.M.): bella domanda, i testi riguardano ciò che il pubblico in verità sa o dovrebbe sapere. I testi degli Harissa non parlano assolutamente di farfalle e dolci incontri. I nostri testi presentano cio che è la vita quotidiana, la ricerca di tutto, ad esempio denaro, la fama, le relazioni tra le persone, ecc., Nei nostri testi, la maggior parte dei quali sono stati scritti da Mariusz, il nostro ‘allegro’ vocalist (ride), sono testi atti a far riflettere per poi chiedersi da dove e dove si stia andando in questo nostro mondo. Ci sembra che alcune persone abbiano dimenticato alcuni valori.

Due    anni fa avete pubblicato il vostro primo vero e proprio album di debutto, ‘AntyRaj’ (uscito per la Crazbud/Nasz Tarnów), che suona al contempo molto moderno e potente ma al contempo risente anche di influenze storiche dell’hard’n’heavy. A distanza di poco tempo, com’è stato il riscontro da parte della critica e del pubblico? (T.M.): Il riscontro è stato molto vario. Ci sono stati pareri molto favorevoli, altre un po sul negativo. La musica e i testi degli Harissa non sono rivolti alle masse, quindi non tutti sono contenti del nostro lavoro, anche se dovrebbero (ride)!

Rispetto al precedente ‘AntyRaj’, quali sono le principali differenze (sempre se ci sono) presenti nel vostro prossimo album ‘Twarz’? (Krzysztof Franczyk, chitarra): le differenze sono tante…’Antyraj’ è un album in cui si trovano canzoni che abbiamo ormai suonato e per molto tempo ai nostri concerti, composizioni con un carattere diverso da ora. Come detto è un album creato e suonato per presentare la band, un po ‘rock, un po’ di metal diciamo un bel mix. Quando abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo album, abbiamo deciso (non senza attriti e discussioni) che sarebbe stato un lavoro più concettuale, più indirizzato su accenti forti inerenti la nostra musica, il tutto ci ha fatto sentire bene ed il risultato è stato che suona meglio dell’album precedente. Oltre la musica, abbiamo fatto una cosa simile anceh con i testi, creando un insieme per noi più coerente. In termini, ci sono stati anche cambiamenti negli strmenti e nelle accordature degli stessi, che hanno portato a un suono completamente diverso rispetto ad ’Antyraj’.

Cosa potete dirci in più riguardo il vostro album di prossima pubblicazione? Raccontateci brevemente com’è nato, come si è sviluppato e se ci saranno particolari sorprese! (K.F.): inizia tutto con varie idee da sviluppare per il nuovo album, poi si sviluppa il tutto e si genera una diciamo tattica. Il nuovo album troverete 8 brani completamente nuovi e preparati appositamente per quel che volevamo trasmettere. L’album posso dire sarà più “pesante” del precedente con una bella sorpresa. Un arrangiamento di un brano non nostro, quindi una cover!

Avendo apprezzato molto il vostro debutto, che suona veramente potente, con riff di chitarra monolitici e rocciosi, a supporto di cori quasi antemici e di assoli di chitarra taglienti, come definireste il vostro sound? (K.F.): considerando come suona il nuovo album, sarà probabilmente il più vicino all’Alternative Metal. L’album precedenteera più tra il Rock ed il metal.

Riguardo quest’ultimo aspetto della vostra proposta musicale, quali sono i principali riferimenti, band e artisti, a cui vi ispirate maggiormente? (Dariusz Bieniasz, batteria): l’album ‘Twarz’ è interamente opera nostra. Quando scriviamo riff e componiamo musica, non siamo mai ispirati da altri artisti specifici. Ascoltando le nostre composizioni, puoi trovare sound di generi diversi e questo è dovuto alla varietà di musica che noi tutti ascoltiamo e preferiamo. La stragrande maggioranza di questo album è un riferimento al metal moderno e melodico.

Quali sono stati invece i vostri ascolti musicali, band e artisti, con cui siete invece rispettivamente cresciuti nel corso della vostra carriera di musicisti? (D.B.): abbiamo tutti le nostre preferenze musicali che influenzano il suono di ogni strumentista degli Harissa. Ad esempio, io ho iniziato la mia avventura nella musica ascoltando Queen, Guns’n Roses o Metallica, e in seguito un piu’ pesante genere come: Disturbed, i Rammstein o gli Slipknot.

Mi ha particolarmente incuriosito la vostra storia in merito alla nascita della band, nata da un vostro incontro casuale nel nord Africa…Cosa ci facevano dei polacchi li? Raccontateci brevemente questo evento! (K.F.): siamo stati li in vacanza! È successo così, siamo andati in vacanza con Dariusz e lì, stando in piedi al bar, abbiamo incontrato quello che sarebbe diventato poi il nostro futuro cantante, e quindi la nostra futura band. A fine vacanza dopo il nostro ritorno, abbiamo passato alcune serate insieme, li abbiamo deciso una cosa…che valeva la pena provare insieme a fare musica. Forse questo destino ha deciso per noi, e noi lo abbiamo assecondato. Il nome Harissa si riferisce alla salsa piccante, conosciuta li in quella parte del mondo, scegliendo questo nome abbiamo voluto sancire dove è nata l’idea di suonare insieme. Mangiando Harissa!

A livello di concerti live, avete avuto modo di promuovere, seppur parzialmente il vostro primo album ‘AntyRaj’? Quali sono stati i concerti che ricordate in modo particolare? (K.F.):  abbiamo ottimi ricordi dei concerti soprattutto quello tenuto nella nostra città natale Tarnów (4 su 5 membri della band vivono a Tarnow o nel Wieliczka vicino a Cracovia )! Può sembrare strano, ma è il più difficile da suonare, come si dice, nel tuo “cortile”…Il concerto comunque è stato pieno di energia e molto divertente con il pubblico. Ricordiamo bene anche il concerto tenuto con il gruppo cult dei Kat ( dei Metallica erano stati support negli anni ottanta) a Rzeszów. Anche il pubblico di Częstochowa è stato molto entusiasto della prestazione. A Tychy abbiamo suonato come band principale della serata con la Great Orchestra of Christmas Charity ( famosissima in Polonia e anche al mondo gia’ un evento WOŚP), l’atmosfera era fantastica, purtroppo il tempo era pessimo per suonare,  pioveva e la bassa temperatura hanno dato del filo da torcere a noi che suonavamo ed al pubblico che assisteva al concerto.

In riferimento all’attuale pandemia che ha bloccato purtroppo il mondo della musica, innanzitutto, come avete passato il primo lockdown lo scorso anno? Cosa pensate riguardo questo difficile periodo storico per tutto il settore musicale? (D.B): certamente, come ogni artista o band, non ci aspettavamo che l’intera situazione durasse così a lungo. L’anno scorso siamo riusciti a suonare un piccolo concerto, tra le varie restrizioni. Sfortunatamente, nonostante il numero relativamente basso di malati e il mantenimento del regime sanitario, le persone avevano ancora paura delle infezioni e non ci fu una grande frequenza. Temo che ci vorrà un po ‘prima di poter tornare ai concerti che ricordiamo. Nonostante le vaccinazioni e l’allentamento delle restrizioni, penso che questo settore sarà l’ultimo a tornare alla normalità. Abbiamo dei concerti in programma e non vediamo l’ora di presentare il nuovo materiale dal vivo.

Nella speranza che si possa ritornare presto in tour e a partecipare ai concerti, avete intanto pensato eventualmente di promuovere il vostro nuovo album con un evento in streaming come stanno facendo già da tempo molti artisti? (D.B.): se nella stagione estiva non fosse possibile suonare, consideriamo per ora solo la promozione dell’album. Forse ci sarà una canzone nuova, o un intero concerto “live”.

Nonostante la band Harissa esista solo da pochi anni, siete tutti quanti musicisti con molti anni di esperienza alle spalle. Quali sono state   le band e gli artisti conosciuti con cui avete avuto modo di collaborare o condividere un palco nel corso delle vostre rispettive carriere? (T.M.): ognuno dei membri degli Harissa ha effettivamente un bagaglio di esperienza alle spalle e ognuno di noi ha incontrato molti musicisti famosi sul palco. Harissa ha avuto l’opportunità di suonare sul palco con famose band polacche come Hunter, Kat e Closterkeller. Noi degli Harissa abbiamo giù suonato insieme ad es. Perfect, Ira, Vader ( forse queste band le conoscete meglio, hahaha), ma la gioia più grande per noi è avere fan che ascoltano con entusiasmo la musica degli Harissa, non per amicizia, ma per passione.

Avete invece pensato di coinvolgere in particolare qualche artista che conoscete come special guest in futuro? Con quale musicista vi piacerebbe collaborare? (K.F.): ci concentriamo sul nostro modo di suonare e su noi Harissa, ma se decidessimo di collaborare, probabilmente sarà con qualcuno di un pianeta musicale completamente diverso per combinare i nostri due generi diversi.

Tornando al vostro nuovo album, ‘Twarz ( Face)’, ha un particolare significato il titolo? Cosa intende esprimere? (K.F.): l’idea per il titolo dell’album è nata dopo aver analizzato i testi e ciò di cui parla l’intero contenuto dell’album. Stavamo anche cercando qualcosa che ci ispirasse al livello grafico dell’album, specialmente la copertina .La “Twarz” (faccia) siamo noi, siamo esattamente noi Harissa. Il volto in copertina è il volto di qualcuno che non esiste come una persona sola, è un volto composto dai nostri cinque volti montati ad arte. Ciascuna delle lettere che formano la scritta di facciata è una grafica di ciascuno di noi. Abbiamo scelto titolo “Faccia” (Twarz) anche perché ci sono allusioni nei testi.

Ho notato che quasi tutti i vostri brani sono in lingua polacca. Come mai avete optato per questa scelta? Avete pensato di scrivere alcuni nuovi brani anche in lingua inglese per poter ampliare maggiormente        il vostro bacino di utenza e far conoscere la vostra musica a più fan possibili in tutto il mondo? (K.F.): abbiamo una canzone in inglese “Seagull”, forse ce ne saranno di più…E ‘sicuramente più facile per l’ascoltatore all’estero. Questo è senza dubbio un vantaggio, ma ci sentiamo più naturali e siamo in grado di esprimere emozioni anche nella nostra lingua madre.

Ragazzi, vi ringrazio nuovamente per la vostra disponibilità ed è stato per me un vero piacere intervistarvi! Avete un ultimo messaggio per i vostri fan italiani? (K.F.): salutiamo tutti lettori di Vero Rock e nostri fans, vi auguriamo tanta salute e di tornare tutti presto alla normalità!

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