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Live Report SOMMARIO

U.D.O., Ciampino (Roma), 03/04/19 – Hungry and Angry for Metal!

Mancavo all’appuntamento con il piccolo-grande colonnello Udo Dirkschneider da quasi dieci anni, esattamente dalla sua performance da headliner all’edizione XV dell’Agglutination Metal Fest svoltasi nel lontano Agosto 2009 a Sant’Arcangelo (PZ), e l’occasione per rivedere l’ex storico frontman degli Accept on stage era troppo ghiotta per potervi rinunciare: il suo “Steelfactory World Tour 2018/2019” sbarca in Italia per ben due date, Mercoledì 3 Aprile all’ORION Live Club di Ciampino (RM) e Giovedì 4 al Campus Industry di Parma, entrambe organizzate dalla Erocks Production! La serata capitolina di Mercoledì 3 Aprile 2019 si è rivelata, nonostante il clima atmosferico abbastanza incerto, comunque assai gradevole: il pubblico, non particolarmente numeroso ma molto partecipe, ha supportato tutti i tre act presenti quest’oggi, dagli opener Kiss Of The Dolls e Red Partizan, fino agli attesissimi headliner U.D.O. Non ci resta dunque che augurarvi come di consueto una buona lettura metallica!

Kiss Of The Dolls
L’inizio dell’evento è previsto per le 19.30 e purtroppo per motivi logistici non ci è stato possibile assistere a tutto il primo set completo: siamo riusciti ad arrivare giusto per gli ultimi scampoli di un’esibizione che, a quanto riportato dai pochi amici presenti, si è rivelata comunque piacevole, all’insegna dell’hard rock vintage! “Metal Kiss” e “Heavens Dad” aprono il loro breve ma intenso show, costellato dalla performance viscerale del pittoresco SheaXpeare (chitarra e voce); “On The Road” e “Life” continuano in questo viaggio nella storia dell’hard’n’heavy, grazie anche agli assoli grintosi di Fēlikss “FeelX” Ķiģelis (chitarra) e agli arrangiamenti di Rihards “James” Bērziņš (tastiere), mentre la sezione ritmica composta rispettivamente da Jelena “White Ash” Kutumova (basso) e Matiss “Matti” Berzs (batteria). Insomma un combo veramente ben assortito e che forse avrebbe meritato un pubblico più corposo ma tant’è, il responso è comunque positivo: “Summer Rain Blues” “I Want To Lose” mettono ancora in luce il sound energico proposto dal gruppo lettone, complice anche l’incisività dell’altra sei corde di Rihards”Pundurs” Paškausks (chitarra). “My Dog and Dolls” chiude questo primo set che è risultato certamente gradito ai primi impavidi metalheads accorso!

Kiss Of The Dolls setlist:

“Metal Kiss”
“Heavens Dad”
“On The Road”
“Life”
“Summer Rain Blues”
“I Want To Lose”
“My Dog and Dolls”

Red Partizan
Eccoci pronti adesso a goderci il secondo live act della serata da inizio esibizione: sale sul palco un’altra formazione agguerrita, questa volta proveniente da Belgrado, composta anch’essa da sei elementi ma questa volta, per la felicità di noi maschietti, anche da una bella pulsella! “Gods Of War” è un ottimo biglietto da visita per i fan italiani, grazie ad un suono in bilico tra l’heavy old school e suoni più moderni, mentre “Dead Mans Hand” mette subito a tacere anche i più scettici dei presenti, coinvolti sia dalla voce granitica del fronman Manuel Mijalkovski (voce) e sia da quella sensuale e cristallina della stupenda Alina Arenz (voce soprano), elegante e ammaliante come poche! Su “Stand Up and Rise” si risvegliano anche gli animi più assopiti e vedere anche l’amico Roberto Manenti di Metalforce scapocciare è a dir poco un piacere: Micki Richter (chitarra) da una parte del palco e il suo compare Christoph Renner (chitarra) dall’altra ci ammaliano con riff taglienti come sull’arrembante “Rebels & Partizans” “The End”Roman Beselt (basso) è anche lui protagonista assoluto, scendendo addirittura dal palco per festeggiare con tutti i presenti delle prime file; “Memories” e “End Of The Thrill” mantengono alta l’attenzione di un pubblico ora sicuramente più corposo rispetto alla prima esibizione, mentre “Veterans” e “Russian Roulette” risultano piacevolmente detonanti, complice un Sebastian Wyrobisch (batteria) all’altezza della situazione! I nostri, osannati da tutti i presenti, ci ringraziano e salutano con “Wanted Dead Or Alive”, alla quale segono tantissimi meritati applausi: speriamo anche noi di rivedere presto da queste parti l’Armata Rossa Serba!

Red Partizan setlist:

“Gods Of War”
“Dead Mans Hand”
“Stand Up and Rise”
“Rebels & Partizans”
“The End”
“Memories”
“End Of The Thrill”
“Veterans”
“Russian Roulette”
“Wanted Dead Or Alive”

U.D.O.
Tocca ora alla punta di diamante di questo evento fare il proprio ingresso in scena, acclamati da un pubblico agguerrito e pronto ad essere “cullato” da un tripudio metallico di poco meno di due ore: era risaputo che il nostro colonnello non avrebbe eseguito alcun classico della sua ex band, gli Accept, ma, nonostante questa ardua scelta, il pubblico romano ha comunque gradito animatamente tutto il lungo set proposto che ha pescato qua e la da tutta la sua lunga e ricca carriera da solista! Mentre salgono sul palco uno ad uno i suoi musicisti, è sulle prime note dell’opener “Tongue Reaper” che sale il grandissimo Udo Dirkschneider (voce), accolto da un boato di giubilo generale: nonostante il piccolo incidente accorsogli durante questo tour, il nostro eroe si dimostra all’altezza del suo altisonante e glosioso nome, donandoci una performace sempre ineccepibile. “Make The Move”, sempre dall’ultimo full lenght ‘Steelfactory’ (2018), sembra portarci indietro nel tempo ai suoi gloriosi fasti con la sua storica band teutonica, mentre “24/7” e “Mastercutor” ci portano indietro nel tempo, eseguite anch’esse con il giusto mordente che da sempre contraddistingue il combo capitanato dal colonnello tedesco! “A Cry Of A Nation” e la guerresca “Metal Machine” sono come sempre scandite dalle due infallibili asce di Andrey Smirnov (chitarra) e Dee Dammers (chitarra), così come brani del calibro di “Indipendence Day” e la recente “In The Heat Of The Night”, brano dal ritornello veramente stupendo! “Vendetta” e “Rising High” lasciano tutti a bocca aperta di fronte alla voce al vetriolo di Udo, mentre viene lasciato uno scampolo per un breve ma intenso solo di Dammers che fa da apripista al momento soft della serata: “In The Darkness” e la struggente “I Give as Good as I Get” sono accolte da applausi e da qualche lacrima di commozione vista l’interpretazione da brividi dell’immenso frontman. Al termine della successiva debordante “Timebomb”, tocca a Tilen Hudrap (basso), tanto bramato dal pubblico femminile, e dal figlio di Udo, Sven Dirkschneider (batteria), esibirsi in un altro breve duello prima di incamminarci verso l’epilogo della serata con “Hungry and Angry” ed “Heart Of Gold”! E’ veramente commovente vedere tutti i presenti intonare in coro il refrain centrale di “One Heart One Soul”, al quale si unisce anche il sottoscritto, trascinato come non mai dai tanti amici con cui ho il piacere di condividere questi memorabili momenti! Sembra concludersi qui la serata ma invece no, ed ecco rientrare sul palco i quattro soldati seguiti dal loro comandante Udo, visibilmente stanco ma sempre pronto a dar battaglia come sulla rocciosa “Holy” e sul superclassicone “Animal House”, dall’omonimo disco solista di esordio datato 1987, accolto anch’esso da cori da stadio! La chiusura ormai è vicina ed è sancita dall’accoppiata “Man and Machine” e “They Want War”, capaci di scatenare il putiferio in sala in un headbanging serrato da parte di molti giovani virgulti e di qualche attempato ma soddisfatto metalhead presente!

U.D.O. setlist:

“Tongue Reaper”
“Make The Move”
“24/7”
“Mastercutor”
“A Cry Of A Nation”
“Metal Machine”
“Indipendence Day”
“In The Heat Of The Night”
“Vendetta”
“Rising High”
“Guitar Solo” (Dee Dammers)
“In The Darkness”
“I Give as Good as I Get”
“Timebomb”
“Bass/Drum Solo”
“Hungry and Angry”
“Heart Of Gold”
“One Heart One Soul”

Encore:

“Holy”
“Animal House”
“Man and Machine”
“They Want War”

Un evento che abbiamo apprezzato molto nel complesso, a conferma del nutrito seguito che ancora una volta è presente appassionatamente a sostegno del proprio beniamino, sua maestà Udo Dirkschneider, autentica icona dell’hard’n’heavy più duro e puro come piace a noi! Un ringraziamento va ancora una volta agli amici della Erocks che hanno fortemente creduto in questo doppio fantastico evento degli U.D.O., accompagnati da due formazioni poco conosciute ma che certamente hanno attirato l’attenzione degli impavidi spettatori presenti questa sera!

Fonte: Raffaele Pontrandolfi

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