È vero quando si dice che bisogna approfittare di circostanze favorevoli, si perchè altrimenti rischiamo di lasciarci scappare di mano una buona occasione per godere e apprezzare ciò che più ci piace! L’occasione è qui e stasera, Sabato 30 Marzo 2019 al Jailbreak Live Club di Roma, dove a far urlare di gioia i nostri timpani ci penseranno due band di cui basta solo il nome per farci saltare dalla sedia: i rockers capitolini Helligators e gli storici true metallers STRANA OFFICINA! In questi giorni proprio questi ultimi hanno comunicato attraverso i propri canali l’uscita del nuovo lavoro in studio, ‘Law Of The Jungle’ (2019, Jolly Roger Records – n. d. r.) che andranno a presentare on the road. Nelle prime due date la band che aprirà loro gli show è il combo romano degli Helligators, attivi e ben noti sulle scene italiane oramai da diversi anni.Se siete pronti? Allora battete il martello con noi e rock’n’roll!
Helligators
Si parte subito senza se e senza ma, l’intenzione della band è quella di non fare prigionieri già dalla prima nota di “Rebellion”: sono carichi a pallettoni ed esplosivi come sempre, e lo si evince dai loro sorrisi che sul palco li rendono sempre più affiatati e complici di questa distruzione sonora!
Si urla al cielo in maniera sempre piu forte con “Scream”, introdotta dalle corde di Kamo affilate e taglienti, mentre Alex fà tuonare le pelli con tutta la forza che ha in corpo; Simone, dal canto suo, ci mette un movimento costante e continuo, cantando per il pubblico senza risparmiarsi!
“…Nobody knows my name…Alone I walk away…They call me nomad…” insomma neanche inizia il pezzo e sono applausi di giubilo: Kamo che in un attimo mette in moto la macchina del rullo compressore, e gli altri ragazzi ne aumentano i giri fino a che “Nomad” esplode in tutta la sua forza sonora.
Simone si ferma un attimo per brindare alla salute di noi che siamo lì, e nel mentre ci indica Alex che inizia a martellare a dovere le pelli della batteria: strumenti e voci scandiscono un ritmo, quel ritmo inconfondibile, dove tutto il pubblico muove la testa, insomma…stand up and pray…e anche chi scrive posa carta e penna e si gode la mastodontica e deflagrante “Doomstroyer”, con El Santo e Kamo sugli scudi a dettare legge.
Torniamo indietro nel 2011, anno di uscita del loro primo disco ‘Against All Odds’: 3 2 1 goooooooo, e il basso massiccio di Pinna introduce “Tattooed Killer”. Pezzo dal significato molto delicato e scottante, reso importante dalla musica che ne arricchisce il pathos, ancora di più in sede live, grazie agli arrangiamenti perfettamente riusciti che esprimono al meglio la pena e la rabbia nascoste tra le note.
È il momento di un altro pugno in pieno viso: “…dammi gli occhi così vedo, dammi le orecchie così ascolto…”, questa è “She Laughs”, pezzo ritmicamente roccioso e deciso, arricchito da Kamo che, in tapping, ci regala un altro assolo da ricordare.
Si abbassano i giri del motore e si procede con “Outshined”: proprio così, questa sera si rende omaggio ai Soundgarden. Simone con la sua voce, imprime questo brano nel cuore di tutti i presenti: insomma gli Helligators non sbagliano un colpo a dimostrazione di uno stato di forma eccellente sostenuto dalla grande maturità acquisita nel tempo! Si riparte così, schiacciando di nuovo l’acceleratore, con Pinna che fa sentire forte e chiara la sua presenza, introducendo “Truck Driver”: batteria e voce martellano come non mai, non si risparmiano un secondo, ma purtroppo si arriva alla fine del set. Sempre di corsa e senza fermarsi un solo secondo, “…Call me when your life is near the end…”, ma il pubblico non si sente triste e solo, anzi si lascia catturare senza problemi da questo giro di boa sulla Helli giostra!Il finale è fatto solo di urla e applausi come giusto tributo a questa band che dal palco ci regala sempre prestazioni di altissimo livello, e che si diverte mentre suona per il publico: posso affermare che anche questa sera hanno sonoramente distrutto il palco. Ottimi Helligators, e noi Helli-friends siamo contenti.
Helligators lineup
Simone “Dude”: Lead Vocals
Mik “El Santo”: Guitar & Backing Vocals
Kamo : Guitar & Backing Vocals
Pinna “Yeti” : Bass
Alex : Drums
Helligators setlist:
“Rebellion”
“Scream”
“Nomad”
“Doomstroyer”
“Tattooed Killer”
“She Laughs”
“Outshined” (Soundgarden cover)
“Truckdriver”
“Snake Oil Jesus”
STRANA OFFICINA
Il momento è giunto, le luci sul palco si sono abbassate e capiamo che stanno per salire quattro ragazzoni che ci incendieranno con la loro musica: “King Troll” e “Profumo di Puttana”, è un accoppiata che toglie il fiato subito, senza risparmiare nessuno! Sotto il palco si accende subito il pogo, le note inconfondibili di questi due pezzi, che a distanza di anni il tempo non ha minimamente scalfito, fanno alzare al cielo la voce del pubblico, che in visibilio, canta insieme alla band: “…Nel mio cuore c’è un posto per amare…” ed esplodono i cori all’indirizzo della band che batte il martello con tutta la forza possibile!“…Ho sentito dire che il rock’n’roll non può morire/mi fa molto piacere sentirlo dire…” e chi siamo noi per negare questa cosa? Il rock’n’roll passa anche attraverso le bacchette di Rolando (Rola) che pesta a tutta forza sulle pelli e ci arriva dritto in petto, mentre il buon Bud con la voce fa il resto: il pezzo in questione, “Sole Mare Cuore”, viene reso magico anche dal fatto che è cantato in italiano.
“…I’m your boogie, believe it/ you feel my presence around you…”
Dario con la sua sei corde e Enzone al basso ci presentano l’uomo nero, pezzo datato 2010, direttamente dall’album ‘Rising To The Call’: i consensi del pubblico sono totali, voce e strumenti tuonano fino al cielo a descrivere un pezzo imponente e super adrenalinico. Il martello della Strana non si ferma, e si abatte sulla gente con “Endless Highway”, “…un autostrada senza fine che non sappiamo dove ci condurrà…”! C’è tanto ma tanto cuore in questo brano, e (secondo me) anche un bel piglio anni 80, che non guasta mai: da ascoltare sicuramente!
Da quanto ho capito “…l’ombra della morte ci cammina dietro ovunque andiamo…” ed ecco che arriva puntuale un pungo in faccia di rettamente da “Law of The Jungle”: è infatti la title track del loro ultimo lavoro datato 2019! Le luci perfette sul palco evidenziano un brano spigoloso, pieno di groove, con Enzone sugli scudi con il suo basso e Rola instancabile dietro le pelli: insomma duri, puri e combattivi come non mai.
Bud con la voce ormai caldissima, ulula alla luna piena e fa uscire il lupo in cerca della preda, Dario fa strillare la sei corde calamitando l’attenzione del pubblico sulle sue evoluzioni chitarristiche, evidenziando come anche in questo nuovo disco la voglia di fare rock’n’roll, da parte della band, sia fortissima.I prigionieri del rock siamo noi, e quindi lasciamoci baciare dalla Strana con “The Kiss of Death”: “…The devil is coming…”. Il basso di Enzo parte a mille allora, sembra suonato da mille dita ed è puro godimento, Bud ci accompagna su territori heavy anni 80 sostenuto da una chitarra inesauribile e da un martellante drumming sempre sul pezzo più che mai!
L’intensità cala un po’, “…Cry alone in the darkness/How many friends left behind…” e ci gustiamo un momento più discreto con “Unknown Soldier”, ma gli occhi e la mente del pubblico non si sono mai staccati da quel palco, quasi a voler catturare ogni singolo istante di una performance di altissima qualità. In tutto questo la stella cadente scende sulle teste di tutti noi, senza dare adito a dubbi riguardo al fatto che “Falling Star” è un pezzone 80’s con un cuore grande così: cuore che pulsa attraverso le bacchette di Rolando.
Una cosa che è emersa sicuramente da questa serata, è che io non sono normale, noi non siamo normali: oppure, come ci suggerisce Enzo, soprattutto Bud non è normale! Il pogo sotto la band prende forma e coinvolge tutti, la musica non si ferma, le emozioni sono spadroneggiano nelle menti di ognuno, e in effetti non siamo normali. C’è da dire qualcosa di più su un brano come questo? Assolutamente no. Chi può se lo goda live ogni volta che è possibile.
“…In un tempo antico nel regno del drago…” e per la seconda volta nella serata, vado a posare carta e penna per lasciare spazio ai ricordi: sembra ieri quando sentii per la prima volta “Luna Nera” e “Piccolo Uccello Bianco”. Marchi di fabbrica della band che hanno accompagnato l’adolescenza di tutti, facendo volare i pensieri e la fantasia in alto verso il cielo, verso quella oscura luna che ci guarda, sospesa tra le stelle! Il medley di queste due canzoni non ha bisogno di ulteriori commenti, se non che la Strana Officina ci bombarda con un impatto sonoro costante e senza compromessi, e se volessimo vivere senza di loro potremmo andare dove vogliamo…ma non è questo il caso.
E adesso c’è Dario punto e basta. Sì perché poco prima di “Metal Brigade”, cantata nella versione italiana “Difendi la Fede”, Dario si lascia totalmente andare sul manico della sua Gibson LesPaul: e chi era lì può dire di avere visto un funambolico axeman divertirsi e divertire occhi e orecchie di una sala che gli ha tributato applausi assolutamente meritati. “…Corri nel vento/Difendi la fede che è dentro di te…” non mi sembra ci sia da aggiungere altro a questo brano targato 1986.
Inevitabile a questo punto della serata il ricordo di Roberto, Fabio e Marcellino che mancano tantssimo, ma su quel palco saranno sempre presenti, magari seduti in un angolo o su di un amplificatore a sorridere e a partecipare alla serata insieme a noi! Qualche lacrimuccia è scesa giù, ma non fermerà questo viaggio attraverso l’“Autostrada dei Sogni”: I sogni bisogna seguirli sempre al di là di ogni tristezza, lasciando indietro quelli che non si avverano finchè si è in tempo, o non si vivrebbe più. La musica spinge via una moto su questa autostrada, la moto della nostra mente che sogna, insomma un inno a farcela sempre e comunque “…per te e solo per te…”!
È il momento di andarsene in inghilterra, il giusto viaggio: l’heavy rock della Strana Officina si è impadronito di tutto il locale! Si balla, si salta, si poga ed è totale delirio su di un tappeto sonoro sempre martellante: questo tappeto Roma lo sente, e risponde all’ennesimo richiamo di Bud, l’ultimo della serata per sentire l’officina in azione.“…Batti Il Martello e il Ferro/Ora non c’è tempo per pensare ne per giocare…” e via si parte senza più nessun freno da parte dei musicisti: Rolando fa quello che vuole della batteria, Dario sputa fiamme sulla gente, con la chitarra che urla ai suoi ordini, Enzo e Bud sempre presenti mai domi e mai sazi di rock’n’roll!
Il mare di saluti finali sotto il palco, ci ha fatto capire come una delle più belle realtà musicali italiane, sia ancora in grado di emozionare e arrivare dritta al cuore senza troppi fronzoli, dove gli ostacoli e le avversità non ne hanno fermato il cammino, non ne hanno fermato la voglia di fare musica, ma soprattutto è riamasta intatta la voglia di divertire e divertirsi con il pubblico, restando anche tra di loro complici sorridenti sul palco. Grazie Strana Officina!
Strana Officina lineup
Daniele “Bud” Ancilotti: Voce
Dario “Kappa” Cappanera: Chitarra
Enzo Mascolo : Basso
Rolando “Rola” Cappanera: Batteria
Strana Officina setlist:
“King Troll”
“Profumo di Puttana”
“Sole Mare Cuore”
“Boogey Man” + “Endless Highway”
“Law of the Jungle”
“The Wolf Within”
“Kiss of Death”
“Unknown Soldier – Falling Star”
“Non sei Normale”
“Luna Nera + Piccolo Uccello Bianco”
“Metal Brigade” (“Difendi la Fede “– versione italiana)
Encore:
“Autostrada Dei Sogni”
“Viaggio in Inghilterra”
“Officina”
Ringraziare il Jailbreak questa sera è ancora più doveroso, per due motivi: il primo perché ha permesso a noi di VeroRock, come di consueto, di esserci per raccontare l’evento e poi perché ha organizzato l’ennesima serata perfetta all’insegna dell’ottima musica targata made in italy! Grazie a chi ha suonato, grazie Strana Officina, grazie Helligators per il rock’n’roll, per il sudore e per esserci divertiti tutti insieme!
Fonte: Rocco Faruolo