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Interviste SOMMARIO

GUIDO BELLACHIOMA: Sentieri progressivi contemporanei

Piacevole chiacchierata sul mondo della musica in occasione della nuova edizione del Progressivamente Free Festival, di scena da Mercoledì 30 Settembre a Domenica 2 Ottobre 2016 @ Planet Live Club di Roma.
In occasione dell´imminente kermesse, giunta ormai alla sua 24esima edizione, che si terrà come di consueto presso il noto Planet Live Club (ex Alpheus), uno dei locali più conosciuti per la qualità della programmazione musicale nella capitale, abbiamo avuto il piacere e l´onore di parlare direttamente con Guido Bellachioma, direttore artistico del Planet, nonché conosciuto e apprezzato giornalista e critico musicale, attivo nel mondo della Musica da ormai circa quarant´anni, sia con pubblicazioni editoriali che con programmi radiofonici molto seguiti a livello nazionale. Abbiamo così avuto modo di discutere con lui di svariati argomenti, inerenti il mondo musicale contemporaneo (e nella fattispecie il variegato mondo progressivo), ma soprattutto riguardo questa interessante manifestazione, il Progressivamente Free Festival, che si sta svolgendo proprio in questi giorni (da Mercoledì 30 Settembre a Domenica 2 Ottobre) nella Capitale, e di cui Guido è stato da sempre il principale artefice. Ci sono state raccontate direttamente da lui le prime tre serate del festival, con impressioni e suggestioni personali a caldo, oltre ovviamente a svelarci cosa ci aspetterà nella serata conclusiva, prevista per Domenica 2 Ottobre, che sarà interamente dedicata a due grandissimi artisti quali Keith Emerson e Rodolfo “Rudy” Maltese, che ci hanno lasciato pochi mesi or sono. E tante altre cose relative alla scena musicale contemporanea e ad alcune interessanti iniziative editoriali e radiofoniche che lo vedono coinvolto in prima persona, sempre con l´ineguagliabile passione che da sempre lo contraddistingue.
Colgo infine l´opportunità per ringraziare personalmente Francesco Desmaele, fotografo professionista, con cui Guido collabora ormai da diversi anni, che ci ha gentilmente concesso di pubblicare in esclusiva per questa intervista uno degli scatti più intensi e più belli di questa edizione del Progressivamente Free Festival!

Ciao Guido, innanzitutto grazie per il tempo prezioso che ci stai concedendo. E´ finalmente partito anche quest´anno, come di consueto, il Progressivamente Free Festival al Planet Live Club di Roma: questa ventiquattresima edizione, da Mercoledì 28 Settembre a Sabato 2 Ottobre. Quali sono le novità dell´edizione 2016 rispetto a quelle degli anni precedenti?
“Nessuna (sorride), Nel senso che dopo 23 edizioni, questa 24esima prosegue lungo un progetto ormai chiaro: la proposta di band italiane senza distinzioni di generazione, territoriale o di appartenenza stilistica. Infatti ci sono gruppi storici e giovanissimi, romani (in minoranza) e provenienti dal resto d´Italia. Un viaggio attraverso le sonorità del prog, non so-lo quello sinfonico e seventies, altrimenti non avrebbe senso andare avanti. Siamo ancora riusciti a farlo, come volevo, a ingresso libero per la collaborazione di tutti quanti: artisti, chi lavora dietro le quinte, il Planet Live Club… tutti lavoriamo gratuitamente… infatti ho dovuto convincere la SIAE che non ci credeva… l´unica realtà che ha guadagnato soldi. Noi abbiamo guadagnato in socializzazione ed emozioni condivise: senza questo tipo di collaborazione avremmo già chiuso da tempo! Forse questa cosa rappresenta la “cosa” più bella… il senso di appartenenza a una emozione “progressive”, non solo in senso musicale… uno spazio da condividere…
Cherubini sarà lo sponsor tecnico del Progressivamente Free Festival al Planet Live Club e la cosa mi riempie di piacere e ancora di più ci lega a quei festival pop romani che negli anni 70´ hanno acceso la musica live nella mia città. Cosa c´entra? C´entra… c´entra… perché Cherubini torna sul luogo del delitto! Dato che fu all´interno della situazione tecnica di tutti.. da Caracalla a Villa Pamphili, dal Foro Italico a Villa Borghese… un filo conduttore che speriamo prosegua nel tempo… Progressivamente deve a Cherubini la sua dotazione di amplificatori Vox, Fender, Mark Bass… la batteria Yamaha… un pianoforte digitale Kawai, una master keyboard… e per le ultime due serate (ce l´avrebbe dato anche per gli altri concerti ma per la “corposità” delle formazioni presenti non ci sarebbe entrato sul palco 🙂 )… uno splendido pianoforte acustico Yamaha C7, 3/4 di coda… GRATUITAMENTE, AGGRATISE, FREE, AVOLEMOSEBENE! Questo anche è il senso di un FREE FESTIVAL, “circuitare”, fare rete insieme di tutte le informazioni delle situazioni che reggono in piedi questo nostro traballante circuito… è anche per questo supporto che Progressivamente si riesce ancora a fare con questa passione.”

Come sono andate le prime tre serate di questa nuova edizione?
“Decisamente bene, anche se in alcune cose dovrebbero essere gli altri a giudicare. Noi ci abbiamo messo il massimo dell´impegno. Tanto pubblico, un po´ penalizzata la seconda sera, rispetto alle altre due, per la concomitanza con la partita di Europa League… ma or-mai col calcio infrasettimanale tocca conviverci. Ogni gruppo ha dato il massimo senza risparmiarsi, ognuno secondo il proprio stile.
Il Bacio della Medusa… Artisti. Prog? Boh… sicuramente rock. Trascinanti e coinvolti loro stessi… e in questo modo che si coinvolge la gente.
Ingranaggi della Valle: in fortissima crescita col secondo album. Energia e cura del suono, anche se, secondo me, hanno ancora forti margini di miglioramento.
Ubi Maior: sinceri, diretti e anche alla ricerca di aperture inusuali. Mescolano elementi sonori senza preoccuparsi troppo, atteggiamento sano.
Syndone: un gruppo fantastico! Crossover vero tra la cultura italiana e le sonorità anglofone alla radice del prog. Sul palco sono delle “bestie” ma non perdono mai il senso della melodia.
Mad Fellaz: un gruppo senza frontiere. Strumentalmente viaggiano che è una “bellezza”. Tosti quando serve e ricchi di musicalità. Vocalmente possono fare di più, probabilmente per il fatto che i brani nascono strumentali e la parte vocale è stata inserita dopo.
Barock Project: esordio con questa line up. La base c´è, dato che Luca Zabbini alle tastiere è di livello assoluto (bello anche il suo omaggio a Keith Emerson… alla fine hanno anche riletto i Genesis), in futuro, se Luca deciderà come assestare una volta per tutte I Barock, cresceranno sicuramente.”

Come già annunciato nel comunicato stampa, questa edizione è sicuramente spe-ciale: sarà infatti dedicata a due grandi artisti, Keith Emerson (tastierista storico de-gli ELP) e Rodolfo “Rudy” Maltese (chitarrista del Banco) che ci hanno prematura-mente lasciato. Quali ricordi hai in particolare di questi immensi musicisti? Ti è capitato di conoscere entrambi di persona?
“Ho conosciuto entrambi, anche se in modo estremamente diverso. Emerson più volte ma sempre professionalmente, prima come fotografo durante una puntata di D.O.C. nel 1988 (trasmissione televisiva di Renzo Arbore sulla RAI dedicata alla musica live… tre palchi per suonare in studio e ospiti come Miles Davis, Church, Michael Brecker, Dizzie Gillespie), poi il concerto di Emerson Lake & Palmer del 1997 al Centralino del Tennis di Roma era inserito in Progressivamente… anni dopo, l´ho intervistato nel 2005 durante il live romano all´Auditorium della Conciliazione. Come ascoltatore l´ho “goduto” pienamente il 3 Maggio 1973 allo Stadio Flaminio di Roma. Per Rodolfo Maltese il discorso è diverso… è un amico… la morte ha cambiato solo il modo di rapportarci. Una persona umana davvero e un artista profondo e sensibile, dal gusto chitarristico sopraffino…”

Come si articolerà nello specifico la serata di Domenica 2 Ottobre, evento finale di questa importante kermesse, che sarà a loro dedicata?
“La prima parte, inizio come sempre alle 21:30, sarà affidata agli Aquatarkus, band che ha sempre portato sul palco con credibilità i brani di ELPGiorgio Clementelli (bassista/cantante/chitarrista) e Luca Bernardini (tastierista) hanno suonato, Luca più volte, con Carl Palmer, completa la formazione il batterista Anadi “Hagi” Mishra. Saranno supportati anche da Stefano Vicarelli (tastierista della Fonderia e della Batteria) e sul palco si troveranno tastiere di ogni tipo… compreso il “pannellone”.
Dalle 22:30 per omaggiare il “fratello” Rudy Maltese si alterneranno diversi musicisti noti, in set da 20 minuti, quattro momenti di grande intensità: ognuno sarà legato a Rudy ma secondo la sensibilità degli artisti coinvolti che con lui hanno collaborato nel tempo.
Alessandro Papotto & Massimo Alviti (sax/clarinetto e chitarra acustica), Filippo Marcheggiani (chitarra acustica e violini), Gianni Nocenzi (pianoforte), Vittorio Nocenzi (pianoforte).
Inutile dire che sarà una serata magica, ma che sarà una festa per Rudy e non una valle di lacrime, commovente ma serena, per quanto possibile. Dopo la mezzanotte sarà il primo anniversario della scomparsa di Rodolfo…”

Tra le tante attività che svolgi all´intorno e all´interno del mondo della musica, e del progressive nella fattispecie, c´è sicuramente quella, che va avanti oramai da più di un anno, della rivista PROG Italia. Come è nata questa “pazza” idea? E quali saranno le sorprese future che noi lettori potremo aspettarci?
“Nasce, appunto, dalla pazzia mia e di Francesco Coniglio, che sta dietro a Classic Rock, il quale mi ha dato la libertà di assemblare una rivista cartacea, in un momento di fortissima crisi editoriale, di 130 pagine a colori. Pensavo, dopo lo speciale del 2014 sul rock italiano degli anni 70, che avremmo chiuso dopo due numeri… invece… siamo ancora vivi… (sorride). Sorprese allo studio tante, ma per ora, dato che siamo scaramantici, non ne parliamo. Diciamo che stiamo cercando di mandare il nostro logo il più in giro possibile perché vogliamo arrivare alla gente “normale”, non solo allo zoccolo duro del prog, a quelle persone che hanno una sensibilità sintonizzata sulla nostra musica… ma che non lo sanno. Ovviamente senza snaturare o commercializzare Prog Italia… però bisogna comunicare col resto del mondo e non chiudersi in difesa di purezze d´infausta memoria…”

Rispetto all´edizione anglosassone, quali sono le affinità e le differenze di PROG Italia?
“L´affinità sta nel titolo stesso della rivista e nel filo conduttore inevitabile per gli articoli che traduciamo e italianizzamo da Prog UK… ma in verità sono pochi, spesso 20 pagine su 130…nulla. La filosofia di base è molto diversa. Noi non abbiamo rubriche, tranne Recovered in cui ripensiamo, attraverso l´opera di disegnatori, grafici e pittori, le copertine storiche degli anni 70 e 80. Preferiamo andare in approfondimento su ogni singolo artista che trattiamo. Meno artisti, visto che non facciamo recensioni, ma più spazio per ognuno. Poi Prog UK ha una sola intervista, che infatti chiama The Prog Interview… noi ne abbiamo molte. Quando sono andato a Londra per parlare con la casa editrice inglese la redazione ha molto apprezzato Prog Italia, lodando proprio la sua diversità e autonomia. Noi siamo bimestrali e loro mensili, ma spesso riusciamo a fare articoli e interviste in modo autonomo e con tempi persino più rapidi di Prog UK. Sintomo che siamo sul “pezzo” (ride).”

E cosa ci puoi dire a riguardo del tuo programma radiofonico “Progressivamente”, in onda sin dal 1993?
“Beh… dal 1993 esiste in forma di trasmissione organizzata (Radio Rock, Radio Città Aperta, Radio Popolare Roma) e dal 26 Maggio va in onda su Radio Città Futura ogni giovedì dale 12 alle 13 e in replica la domenica dalle 14 alle 15 (su Roma 97.7 FM, in streaming su www.radiocittafutura.it ). In realtà la prima volta che Progressivamente è andato in onda all´interno di altre mie trasmissioni è stato nel 1977 a Radio Onda Rossa, poi ho proseguito dal 1979 al 1982 su Punto Radio.
Percorsi borderline tra i suoni progressive a 360°, contaminazioni varie senza preoccupar-si della carta d´identità… gruppi storici o nuovissimi. Non m´interrogo troppo su cosa mandare, diciamo che quello che trasmetto devo aver voglia di ascoltarlo per primo… sono più un ascoltatore che inverte il ruolo per 60 minuti a settimana.”

Nella tua carriera ultra trentennale di critico musicale, e di appassionato della buona musica più in generale, quali sono stati gli incontri con artisti internazionali che più di altri ti hanno segnato e di cui hai ancora dei ricordi vivi?
“Troppo complicata da rispondere… ho iniziato a scrivere seriamente nel 1982 e ho proseguito, senza mai smettere fino ad oggi, oltretutto ho operato molto anche come fotografo poi con l´avvento del digitale ho smesso. Troppe esperienze, pure molto diverse: Tutti Frutti, Metal Shock, Suono, Musica di Repubblica, Mucchio Selvaggio, Chitarre e tante altre situazioni… persino fotoromanzi della Lancio durante gli anni 80 e 90… interviste alle stelle del pop (Zucchero, Duran Duran, Spandau Ballet, A-ha, etc), o a gruppi che amavo tanto (Faith No More, ELP, Jethro Tull, Jack Bruce, Jeff Buckley, John Mayall, Derek Trucks)… certo le devianze progressive hanno sempre avuto un posto particolare nel mio cuore… quelli che mi hanno lasciato ricordi più vivi come contatto culturale… Jack Bruce, Jon Hiseman, Richard Sinclair, Tina Turner, Ivano Fossati, Fabio Zuffanti, Giulio Capiozzo degli Area…”

Come si sta evolvendo secondo te l´universo progressive al giorno d´oggi? C´è ancora possibilità di assistere ad una “nuova rinascita” del genere anche a livello di visibilità maggiore, oggi più di ieri, attraverso il mondo dei media?
“Oggi è tutto storicizzato e le “rinascite” dipendono sempre dal mercato e da chi opera dietro… spesso , quando i media non hanno di meglio da fare, in qualsiasi campo non solo nel prog, parlano di rinascita… in realtà la musica che ha qualcosa da esprimere non muore mai perché dovrebbero morire tutti quelli che vivono per la musica… solo che i media istituzionali non se ne accorgono perché non sanno neanche dove e cosa andare a cercare (sorride). Forse questo è il motivo perché ho accettato di fare Prog Italia, la trasmissione radio, il festival e i concerti intorno.”

Quali band progressive contemporanee in particolar modo hanno colpito la tua attenzione?
“Mmm… pure qua… troppe per rispondere… tralasciando realtà troppo storiche, anche se ancora in attività e con energia creative… ma solo qualche nome al volo, dimenticandone tanti, non è vero che la musica è morta, ha solo cambiato modi di essere vissuta e rivoluzioni epocali non sono all´ordine del giorno… la contaminazione non innova sempre e la storicizzazione delle proposte non è sempre negativa, ancora una volta l´energia e la sincerità nel proporre le proprie composizioni sono vincenti: Bent Knee, Slivovitz, Gazpacho, Zuffanti, Mad Fellaz, Syndone, Ingranaggi della Valle, Winstons, Thieves´ Kitchen, Deus Ex Machina, Ryley Walker, William D Drake, Advent, La coscienza di Zeno, Special Providence, Beardfish, Motorpsycho, District 97, Tigran Hamasyan, La fabbrica dell´Assoluto, Seven Impale, Jaga Jazzist, etc, etc, etc…”

Come si potrebbe secondo te, al giorno d´oggi, rendere più fruibile ed accessibile (sempre se secondo te è possibile), l´universo progressive alle nuove generazioni? Qualche idea in proposito?
“Meno “seghe” mentali su cosa è prog e cosa non lo è… non commercializzarsi, perché saresti perdente e non otterresti neanche più il rispetto per te stesso… ma non guardare sempre tutti dall´alto in basso… anche non pensare per forza in tempi dispari e brani per forza lunghissimi… la lunghezza deve essere quella che ti serve per tirar fuori quello che hai nel cuore e nella testa… “Non mi Rompete” del Banco del Mutuo Soccorso è forse meno prog di altre composizioni perché dura di meno?”

Siamo giunti alla fine di questa interessante intervista, grazie ancora per la tua disponibilità, Guido. Vuoi lasciare un messaggio in particolare a tutti coloro che saranno presenti le prossime serate al Planet per il Progressivamente Free Festival, e magari a chi non ne è ancora a conoscenza?
“I messaggi li lasciano i santoni, religiosi e del… prog (ride). Venite ad ascoltare musica dal cuore grande e prestategli un attimo di attenzione e della vostra anima… potreste rimanerne incantati… poi chiamatela come vi pare… non per forza “prog”.”

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