VERSIONE ITALIANA
E’ veramente difficile descrivere le sensazioni provate durante e dopo una performance come quella che il buon Derek William Dick, in arte Fish, ci ha regalato lo scorso mercoledì 11 Febbraio al Planet Live Club di Roma: uno show a dir poco emozionante, dove tutta l’energia e la passione per la musica che il cantante scozzese e la sua band ci hanno offerto, sono state degnamente ripagate dal supporto, dal calore e dall’affetto manifestato dai tanti presenti in sala.
Uno spettacolo che si è rivelato tale, nel vero senso letterale del termine, tanto sul piano musicale, quanto sul piano visivo, con immagini e filmati che ci hanno trasportato quasi in una dimensione parallela, facendoci vivere momenti unici ed irripetibili, degnamente supportati dall’ugola e dal carisma di un’autentica leggenda del progressive rock quale è appunto Fish.
La scelta di proporre molti brani dei suoi album solisti, in particolare del suo ultimo “A Feast of Consequences” del 2013, oltre ovviamente a una reinterpretazione di alcuni classici senza tempo dei Marillion quali Slainth Mhath (dall’ultimo lavoro con la sua ex band, ” Clutching at Straws” del 1987), Heart of Lothian (dal loro capolavoro a livello di successo planetario, ” Misplaced Childhood”, 1985) e Incubus (dal secondo disco del 1984, “Fugazi”), si è rivelata azzeccata e ben equilibrata, capace di coinvolgere tutto il pubblico per quasi due ore ininterrotte di concerto. Nonostante l’ora tarda e la stanchezza, siamo riusciti comunque a conoscere di persona e ad abbracciare il gigantesco e simpatico vocalist, che ci ha concesso la possibilità di scambiare qualche piacevole parola insieme sulla sua lunga e variegata carriera, sulle sue influenze stilistiche, sul suo ultimo lavoro da solista, sul suo futuro ed infine sul suo rapporto con alcuni importanti musicisti della scena progressive mondiale e con i suoi ex compagni dei Marillion. Un ringraziamento speciale va fatto al Planet Live Club, e in particolare a Guido Bellachioma e Paolo Carnelli, che hanno offerto tutta la loro disponibilità, competenza e professionalità alla buona riuscita di questo e di molti altri indimenticabili eventi, oltre personalmente alla gentilezza riservatami, ed infine un ultimo sentito ringraziamento va anche a tutti i ragazzi del fan club italiano, The Company, che, con la loro passione ormai da tanti anni per la musica dello storico frontman originario di Dalkeith, seguono e supportano molti suoi concerti in tutta Europa: grazie a loro infatti è stato possibile avere l’opportunità di parlare con il simpatico e gentilissimo sir Derek William Dick, che si è raccontato in una breve ma intensa intervista, in esclusiva per Vero Rock Italia, in collaborazione con Roma Daily News!
Ciao Derek, sono Raffaele di VeroRock! Prima di tutto, ti ringrazio per il tempo prezioso che ci hai concesso per questa chiacchierata. Come ti senti dopo il fantastico concerto di ieri sera al Planet Live Club di Roma? Come è stata secondo te la risposta da parte del pubblico?
(Fish): ciao Raffaele, è sempre un piacere ritornare qui a Roma, dove vengo spesso e molto volentieri: è veramente una città magica, così “felliniana” (dice proprio “So Fellini”, come appunto il titolo del brano del suo album “Fellini Days” del 2001, dedicato alla figura del grande regista italiano n. d. r.)! In questo tour abbiamo suonato per tre date in Italia, e ciascuna di esse è stata diversa e ci ha regalato differenti emozioni: a Mestre, ad esempio, abbiamo suonato in un teatro, di fronte ad un pubblico seduto e molto calmo, ed è stato per me abbastanza difficile vederli (ride). A Milano invece abbiamo suonato in un elegante jazz club, il Blue Note, e si è rivelata inaspettatamente una gran bella serata. Ed infine ieri a Roma, in un Rock Club, dove il tempo sembrava essersi fermato agli anni ’70 per l’atmosfera unica che si respirava!
Quali sono le tue aspettative da questo “The Moveable Feast Tour” che ha toccato tutti i principali paesi europei?
(Fish): bé diciamo che questo tour europeo sembrava essere iniziato sotto una cattiva stella, con alcuni problemi di salute che ho avuto e che mi hanno costretto a spostare molte delle date di Novembre dello scorso anno (tra cui proprio quella prevista per il 27 Novembre al Planet Live Club di Roma, n. d. r. ). Ma adesso per fortuna sembra andare tutto bene, penso di avere un’ottima band che mi accompagna, piena di tanta energia, e uno show unico da regalare, con i video e tutti gli effetti speciali.
Parlando del tuo ultimo lavoro, “A Feast Of Consequences”, uscito oramai più di un anno fa, ci racconti quale é il tema principale e come sono nati a livello compositivo e lirico la maggior parte dei brani ? Puoi riassumerci brevemente il processo di composizione dietro questo album e quali sono, secondo te, le differenze di base, se ci sono, rispetto al suo predecessore “13th Star” del 2007?
(Fish): l’ultimo disco, “A Fest Of Consequences” appunto, è una sorta di “album di guerra”, nel vero senso della parola, il cui tema principale è proprio quello relativo ai conflitti, passati e presenti, che non vanno assolutamente dimenticati: ancora oggi avvengono purtroppo in molti posti del pianeta, anche se non vengono sempre ricordati e mostrati dai mass media tra le notizie principali! Mio padre ha combattuto durante la Prima Guerra Mondiale, e di recente, durante il mio compleanno del 2011, mi è capitato di trovarmi nello stesso luogo dove egli si trovava a combattere più di cinquanta anni fa, ed è stata questa strana coincidenza a ispirarmi profondamente tutto il concept relativo all’album (si tratta della strage di Highwood, nel nord della Francia, raccontata in una suite di cinque brani, “High Wood”, “Crucifix Corner”, “The Gathering”, “Thistle Alley” e la conclusiva “The Leaving”, n. d. r.). Posso quindi quasi dire che questo album è stato concepito dentro di me, nei miei ricordi e non che sia stato io a scriverlo direttamente!
Quali sono brevemente le tue influenze musicali? Quali gli artisti e le band che ti hanno ispirato durante la tua lunga carriera e a cui ti senti maggiormente legato?
(Fish): bé guarda consentimi di dire che non mi è mai piaciuto rispondere a questa domanda, ma non è di certo un segreto il fatto che io sia stato influenzato principalmente dai Genesis, quelli con Peter Gabriel alla voce.
So che, tra le vari collaborazioni con vari artisti internazionali, in passato, tra fine anni ’80 e i primi ’90 hai avuto una simpatica esperienza musicale insieme a un grande musicista, Tony Banks, lo storico tastierista dei Genesis per l’appunto, prima nell’album “Soundtracks” (1986) e successivamente in “Still” (1991). Ci puoi raccontare come è nata questa collaborazione? Sei ancora in contatto con Tony?
(Fish): diciamo che a questa domanda ho parzialmente risposto già al punto precedente (ride)! Ho incontrato Tony principalmente alle cerimonie di premiazione in ambito musicale, alle quali eravamo entrambi invitati. Vivendo in Scozia, raramente partecipo alle iniziative della scena musicale britannica, ma è stata veramente una bella esperienza suonare con lui e ho un bel ricordo, Tony è veramente un bravo ragazzo!
Che rapporto hai oggi con Steve Rothery e gli altri tuoi ex compagni dei Marillion?
(Fish): ecco un’altra domanda a cui preferisco solitamente non rispondere perchè vengo spesso frainteso. Scherzi a parte sono in buoni rapporti con Steve e i ragazzi!
In passato, già dai primi anni ’90, hai iniziato in parallelo, anche se solo saltuariamente, la carriera di attore in alcuni film e fiction televisive, ad esempio hai recitato in un episodio nella celebre serie di “Zorro” nel 1991. Come è nata questa idea di recitare?
(Fish): sai, mi piace veramente tanto recitare, è qualcosa che mi nasce del tutto naturale, sin da quando ero molto giovane e certamente è una cosa che mi piacerebbe fare molto più spesso (oltretutto è una professione che ti paga molto più della musica, soprattutto al giorno d’oggi).
Quale è la cosa più divertente che ti è successa nella tua lunga carriera di artista e che hai voglia di ricordare e di condividere con noi?
(Fish): guarda ne ho cosi tante di cose divertenti e strane che mi sono accadute in tutta la mia vita, come ben sai ho un forte senso dell’umorismo (ride)! E mi fa sempre molto piacere condividerle con i fan e gli amici, infatti potete trovarle pubblicate sul mio blog personale, http://fishheads.club/category/blog/
Siamo quasi giunti al termine di questa simpatica intervista! Grazie infinite per averci dato la possibilità di parlare con te e spero ti sia piaciuta. Ci puoi brevemente aggiornare sui tuoi progetti futuri ed eventuali collaborazioni a cui stai lavorando?
(Fish): ufficialmente, ho di recente dichiarato di volere terminare la mia carriera da cantante da qui ai prossimi due anni a venire: dopo il “Misplaced Childhood Tour” alla fine di quest’anno e dopo il mio ultimo album in studio che spero possa esser pronto nel 2016. Il mio intento è quello di vendere lo studio di mia proprietà in Scozia, dove attualmente vivo, e trasferirmi in Germania per iniziare una nuova carriera come scrittore.
Grazie nuovamente per la tua disponibilità Derek, se vuoi lasciare un messaggio a tutti i tuoi fan italiani adesso è il momento!
(Fish): certo, grazie a te e soprattutto ci tengo ad esprimere tutta la mia più profonda gratitudine ai miei fan italiani, che mi hanno supportato e seguito per tutto questo tempo, in tutti questi lunghi anni, nei momenti più belli come in quelli più bui. Ti cito il testo della canzone con la quale ho chiuso questo indimenticabile concerto l’altra sera a Roma: : ” Oh for the company born to the company/Live for the company until I die” (“Oh per la società nata per la società / Vivere per la società fino alla morte” n. d. r.).
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ENGLISH VERSION
It’s really hard to describe the feelings I’ve had during and after a performance like that one, that the nice Derek William Dick, in art Fish, gave us the last Wednesday 11 of February, at Planet Live Club Of Rome: a show simply exciting, where all the energy and the passion for the music that the Scottish singer and his band offered us, they’ve worthily rewarded by the support, the heat and the affection showed from the large audience. A show that was reveled, in the true sense of the word, both musically, as visually, with images and movies, that have taken us almost to a parallel dimension, delivering us unique and unrepeatable moments always supported by the wonderful voice and the strong charisma of an authentic legend of Progressive Rock like is exactly Fish!
The choice to propose live a set-list with many songs of his solo albums, in particular way from his last release “A Feast of Consequences” came out in 2013, in addiction of course to a reinterpretation of some classic without time, of his Marillion’s period, such as Slainth Mhath (from the last work with his ex band, “Clutching at Straws”, of 1987), Heart of Lothian (from their masterpiece musically and commercially, that was a really worldwide success, “Misplaced Childhood”, 1985) and Incubus (from the second album published in 1984, “Fugazi”), this musical choice proved to be winning, but at the same time balanced, capable to involve all the audience for almost two uninterrupted hours of concert. Despite the late hour and the tiredness, finally we were still able to meet personally and to embrace warmly the nice and tall vocalist, that has given us the possibility to exchange some pleasant words together, particularly about his long and variegated career, on his stylistic influences, on his latest solo album, on his future projects, and finally about his relation with some important musicians of the international progressive scene, and with his ex-band mates from Marillion. I have to greet all the staff of Planet Live Club, and in particular way Guido Bellachioma and Paolo Carnelli, that have offered us all the availability, the competence and the knowledge during this and many others unforgettable events, over personally the kindness accorded to me. At Last, but not least, I want to say thank you to all the guys of the Italian Fan Club, The Company, that, with their strong passion that they carry forward from many years for the music of this legendary front-man, they keep to follow and support him still now in many tours across the Europe: only with their help it has been possible to have the opportunity to talk with the nice and friendly sir Derek William Dick, that tells us about himself in this short but intense interview, exclusive for Verorock Italia, in collaboration with Roma Daily News!
Hi Derek, I’m Raffaele of Vero Rock! First of all I would like to thank You for the precious time You’ve given to us for this chat. How do You feel after the amazing concert of yesterday evening at Planet Live Club here in Rome? How was, in your opinion, the response of the audience?
(Fish): hi Raffaele, I’m always happy to get back here in Rome, where I often come with a great pleasure: there’s something magic in this city, so Fellini…(just as the title of a song from his album “Fellini Days”, came out in 2001, dedicated to the figure of the great Italian movie director Federico Fellini, n. d. r.) In this tour we’ve played for three dates in Italy, and each one of these was different, giving us different emotions: in Mestre, for example, we’ve played in a theatre, in front of a seated audience that has been so quiet and I could hardly see them (laughs). In Milan, instead, We’ve played in an elegant jazz club, the Blue Note, and it proved to be, unexpectedly, a great party! And finally, yesterday here in Rome, in a Rock Club, in which the time seemed to have stopped in the ’70 for the unique atmosphere that You feel inside!
What are your expectations from this “The Moveable Feast Tour”, that took all the main European coun-tries?
(Fish): well, this European tour seemed to start under an unlucky star, with me being sick and having to postpone most of the planned gigs in November (including the date previously expected for Nov. 27 always at Planet Live Club of Rome, n. d. r.). But It seems like It’s all ok now. I think I have a powerful band and a powerful show with the videos and all the special effects.
Talking about your last studio album, “A Feast of Consequences”, has been released more than one year ago; could You tell us which is the main theme, and how most of these songs were born, both composi-tionally, as lyrically? Could You shortly summarize the process of composition behind this album, and which are, in your opinion, the basic differences, if there are, compared to the previous work “13th Star” of 2007?
(Fish): my last release, “A Feast of Consequences” it’s a “war album”, in the true sense of the word, and its main theme is exactly that relative to all the conflicts, past and present, that we’ll never forget anymore. They unfortunately still happen now in many places in the world, even if they’re not remembered from the mass media in the main notices! My father fought during the First World War, and recently, during my birthday of the year 2011, I was casually in the same place where he served, more than 50 years ago, and it was this strange coincidence to inspire me deeply about this concept of the album (it tells the story of the Highwood’s slaughter, in the north of France, recounted in an epic suite of five songs, “High Wood”, “Crucifix Corner”, “The Gathering”, “Thistle Alley”, and the closing “The Leaving”, n. d. r.). So I can almost say that this album was conceived inside me and not that I’ve written it directly!
Which are your musical influences? Which artists and bands have inspired You during your long career that You want to remind?
(Fish): allow me to say that I never liked to answer this question…but It’s not a secret that I’ve been influ-enced by Genesis, with Peter Gabriel on the voice.
I know that, among all the collaborations with various international artists you had, in the past decades, between the end of the ’80s and the early ’90s You’ve had a nice musical experience with a great musi-cian, Tony Banks, the keyboardist of Genesis, the first time in the album “Soundtracks” (1986), and after in “Still” (1991). Could You tell us how this collaboration was born? Are You still in contact with him?
(Fish): I could say that I’ve partly answered to this question already in the previous one (laughs)! I see Tony mainly at awards ceremonies when We we’re both invited. But I live in Scotland, so I rarely take part to the UK music scene. I enjoyed playing with him, he’s a nice chap.
What is today your relation with Steve Rothery and the other ex band-mates of Marillion?
(Fish): sorry but this is another question that I tend not to answer, cause I’m often misunderstood. But I am in good terms with Steve and the rest of the guys.
During the past years, since the early ’90s, You’ve started in parallel, even if only occasionally, the acting career in some movies and TV series, for example You’ve played a little role in one episode of the famous drama of “Zorro” in 1991. How was born this idea of acting?
(Fish): You know, I quite like acting, It’s something that comes natural to me, since I was very young.
I certainly would like to do that more often (and It also pays a lot better than music, especially nowadays).
Which is the funniest thing that happened to You in your long career that You want to remember and share with us?
(Fish): there is a big number of funny things and I have a strong sense of humor, You know (laughs)! I’m always happy to share them with my friends and fun, in fact, I wrote them in my blog http://fishheads.club/category/blog/.
So, we are near the end of this nice interview! Thanks a lot for the chance to talk to You, and I hope You’ve enjoyed it. Could You shortly tell us something about your future projects or any collaborations in which You’re involved?
(Fish): officially, I recently declared that I intend to set a stop to my singing career in a two years time, after the Misplaced Childhood tour later this year and after my last studio album which should be ready in 2016 hopefully. The future plan is to sell my studio in Scotland and move to Germany and start a new career as a writer.
Thanks again for your availability Derek, and if You want to leave a message to your Italian fans, now is the moment!
(Fish): sure, thank You too, I am certainly thankful to my Italian fans who supported and followed me through all this time, through good and bad times. I quote the lyrics of the song with which I closed my show in Rome last night: “Oh boys would You drink to me now, here on the hill halfway up halfway down. Oh for the Company, born to the Company, live for the Company until I die”.