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Interviste SOMMARIO

GIACOMO VOLI: Il “Joker” in un’intervista esclusiva per VeroRock, dopo il concerto all’Airport One di Centocelle (RM)

Nonostante le previsioni meteo minacciassero una tempesta e nonostante il leggero acquazzone abbattutosi nel pomeriggio, durante il soundcheck, la vera tempesta sonora, che ha entusiasmato e coinvolto le diverse generazioni presenti all´ ex aeroporto di Centocelle, è alla fine quella di Giacomo Voli, in arte ” The Jocker “, finalista del talent show televisivo ” The Voice of Italy “, che, con la sua ugola e il suo carisma, è riuscito, insieme alla sua straordinaria band, a divertire, divertendosi, i suoi numerosi fan accorsi per vederlo e conoscerlo.
L´evento del rocker, nativo di Correggio, è inserito all´interno della cornice del Roma Vintage 2014, e in particolare della rassegna Airport One, che offre un calendario di 120 serate ( dal 13 Giugno al 14 settembre ), con l´esibizione di artisti internazionali, nazionali e di talenti emergenti.
L´apertura della serata è affidata a una band capitolina, i The Guestz, attivi dal 2006, che ci deliziano con il loro hard rock spumeggiante e sanguigno, con vari brani tratti dal loro ep d´esordio ” Not For Money, Just For Glory ” ( 2008 ) che ha riscosso un buon successo dalla critica del settore e gli ha consentito di aprire per gente del calibro dei Faster Pussycat, Kee Marcello, Airbourne e L.A. Guns solo per citarne alcuni. La band, composta da Mimmo God ( voce ), Jonna ( chitarra ), Rob N. Roll ( basso ) e da Armando Mefisto ( batteria ) riesce a esprimere tutta la monoliticità e la grinta in brani quali ” Naked Alice “, ” Gettin´ Laid “, ” House of Rock ” e ” Ridin´ On The Road “.

La ricetta proposta dalla band non è di certo una novità, ma i brani e l´esecuzione sono accattivanti e interpretano al meglio il vero spirito dell´ Hard ´n´ Heavy classico. Il loro appeal diretto ed energico ha anche una vena autoironica come in ” Jonna Wants Two Beers “, dedicata ovviamente al chitarrista, mentre ottima è la reinterpretazione del classico dei Rhino Bucket ” I Was Told “. A chiudere la setlist ci pensano ” In The Blink Of An Eye “, ” Acid Easy ” e la cover di ” Born To Be Wild ” degli Steppenwolf, cantata all´unisono dai presenti.
Non vi è tempo per rifiatare perchè, alle 22.30, entra sul palco il tanto atteso e amato Giacomo Voli, insieme alla sua band, accompagnati da un´ovazione generale di tutto il pubblico. L´ opener è affidata alla lenta ” Reaching Out “, reinterpretazione da brividi del brano eseguito da Paul Rodgers con i Queen, ma dopo le prime strofe, inaspettatamente, parte l´intro di batteria del classico dei Led Zeppelin ” Rock ´n´ Roll ” che fa andare in delirio tutta la platea. Il brano è eseguito con grinta ed energia da tutta la band, e la prova canora di Giacomo tocca picchi altissimi, rendendo il giusto tributo a uno dei suoi vocalist di riferimento, Robert Plant, appunto. E da un classico dei ´70 si passa ad un altro classico coevo al primo : è la volta di ” Hush ” dei Deep Purple, cantata anch´essa da tutti.

Giacomo, nonostante la notevole estensione vocale, si dimostra perfettamente a suo agio anche su tonalità baritone, e la prova di tutta la band è a dir poco superlativa. I musicisti che lo accompagnano, e con cui suona insieme già da diversi anni, dimostrano oltre che un´ ottima perizia tecnica ed esecutiva, anche un ottimo gusto per gli arrangiamenti, come avviene infatti per l´ultra classicone ” Knockin´ On Heaven´s Door “, di Bob Dylan, reinterpretato in chiave zeppeliniana, e con alcuni rimandi addirittura a ” Metropolis ” dei Dream Theater. Proprio la rilettura in chiave differente dall´originale e dalla celeberrima cover dei Guns ´n´ Roses, con spunti e rimandi ad altre band, sia nelle strofe che nel ritornello, rendono il brano quasi come fosse nuovo di zecca.
La prova dietro la sei corde di Riccardo Bacchi ( chitarra ) è magistrale, regalandoci arpeggi e assoli toccanti e al contempo carichi di melodia e classe. Stesso discorso vale per la sezione ritmica, composta da Federico Festa ( basso ) e Demis Castellari ( batteria ), e per gli arrangiamenti intensi di Mattia Rubizzi ( tastiere e synth ). Tutti questi sono infatti gli ingredienti di ” Vivere il Mio Tempo “, reinterpretazione del classico dei Litfiba, il brano che Giacomo portò in finale a The Voice, riletto però in chiave Pink – Floydiana : la base delle strofe è infatti quella di ” Another Brick in The Wall “, ma come sempre resa in modo moderno e personale. Subito dopo è la volta del suo nuovo singolo, scritto da Piero Pelù, ” Rimedio “, dove tutta l´adrenalina e la carica sonora di Giacomo vengono sorrette da un muro ritmico in pieno stile Ghigo Renzulli / Pelù.
A chiudere il primo set è ” Wasting Memories “, brano composto da Riccardo Bacchi per il suo progetto solista, RavenBlack Project, di imminente uscita, a cui hanno preso parte artisti del calibro di Andrè Matos ( ex Angra ), Amanda Sommerville e Jon Oliva ( Savatage ) : anche qui Giacomo da prova di gran classe, riuscendo a dare la giusta grinta e interpretazione. Mentre il resto della band si prende una meritata pausa, Giacomo ci intrattiene con un intermezzo acustico, chitarra e voce, in cui reinterpreta la toccante ” Soldier of Fortune ” dei Deep Purple e il classico dei Blind Faith, composto da Steve Winwood, ” Can´ t Find My Way Home “. Tornati sul palco gli altri componenti, è la volta di ” Life On Mars ” di David Bowie e di ” Who Lotta Love ” dei Led Zeppelin. A seguire è un classico senza tempo, dei Deep Purple, ” Child In Time “, reinterpretato in chiave moderna, dove l´ugola di Giacomo Voli raggiunge vette inattese, omaggiando un altro dei grandi vocalist del Rock, Ian Gillan. Successivamente vengono rivisitati due brani degli Skunk Anansie, ” Charlie Big Potato ” e ” Because of You “, seguiti da ” The Kill ” : anche qui Giacomo ci mostra come è possibile riuscire a reinterpretare dei brani rock moderni, con una personalità e un´originalità fuori dal comune. E dopo questa breve parentesi moderna, si ritorna nei ´70 con due classici della PFM, ” E´ Festa ” e ” Impressioni di Settembre “, dove sia la prova canora del vocalist emiliano, sia quella strumentale della band, non fa rimpiangere la versione originale di Franz Di Cioccio e Franco Mussida. In chiusura è invece la volta prima di due classici senza tempo degli Ac / Dc, quali ” Higway To Hell ” e ” Thunderstruck “, che hanno mandato in estasi l´intera platea, e poi di ” Immigrant Song ” degli Zeppelin. La conclusione è riservata ad un pezzo dei Deep Purple, periodo Coverdale, ” Stormbringer “, un classico reinterpretato da Giacomo in pieno stile canoro del frontman dei Whitesnake.
Dopo una performance tale, non resta che applaudire sia la prova e il carisma del rocker di Reggio Emilia, sia di tutta la band, che ha dimostrato non solo gran classe nell´eseguire brani storici, ma soprattutto di saperli rileggere in chiave moderna e originale, rendendoli quasi un prodotto personale. Infine un ringraziamento speciale va a tutto lo staff di Roxx Roma che ha organizzato l´evento e ha permesso questa breve ma intensa intervista rilasciata da Giacomo dopo l´esibizione.

Ciao Giacomo, sono Raffaele di VeroRock, come va ? come ti senti dopo questo show ?

Ciao Raffaele, sono molto contento della performance mia e della band, ma soprattutto del calore e dell´energia che ci hanno trasmesso stasera i tanti presenti qui a Roma, sono veramente molto felice di poterli ringraziare personalmente !

Raccontaci brevemente la tua esperienza al talent show, a cui hai partecipato, The Voice Of Italy.

Brevemente ? Sono nato, vissuto e sono morto ( ride ). No, scherzi a parte, è stata un´esperienza veramente importante perchè mi ha dato l´occasione di farmi conoscere ad un pubblico più ampio, riuscendo a far conoscere un lato della musica che oggi, aimè, non va molto.

La rifaresti nuovamente questa esperienza ?
Certo, se le condizioni sono le stesse la rifarei sicuramente, perchè questo format mi ha consentito di esprimere la passione più intima che ho per la musica, senza snaturarmi minimamente. Alle stesse condizioni la rifarei !

Quali sono le tue influenze musicali ? Le tue band di riferimento con cui sei musicalmente cresciuto ?
Eh eh, ovviamente ce ne sono tante ( ride ). Da piccolo sono cresciuto ascoltando la musica lirica e la classica, quando ho scoperto i Queen, è stato un bellissimo modo per sentire sia la lirica che il rock. Loro sono tra le band che mi ha poi consentito di scoprire quello che oggi ascolto e interpreto : dai Toto, ai Deep Purple, a Peter Gabriel, tornando indietro e avanti nel tempo musicale. Ovviamente tra i miei ascolti principali, e con cui mi cimento quotidianamente, ci sono anche i Led Zeppelin e i Deep Purple, oltre a tante, ma veramente tante altre band e artisti !

Come possiamo immaginare, sei un appassionato del progressive rock, vista anche la tua bellissima reinterpretazione di due brani della PFM, ” E´ Festa ” e ” Impressioni di Settembre ” ! Cosa pensi della scena prog italiana ?
Ehehe che siamo arrivati ! ( ride ). C´è sicuramente tanto bisogno di questo genere, che ha la capacità di unire l´energia del rock con tante sfumature provenienti dalla classica e da altri generi. Oltre ai PFM, ovviamente,adoro gruppi di quegli anni quali il Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, gli Area sicuramente. Tra le band odierne apprezzo molto i DGM, sia musicalmente che per i testi : è molto importante farsi conoscere all´estero ed essere apprezzati cantando in inglese. Io, da parte mia, spero di riuscire a vincere questa scommessa, promuovendo la mia musica, sempre avendo a riferimento band storiche che continuano ancor oggi a influenzarmi, ma con un approccio personale !

Parlaci dei tuoi progetti futuri ! Hai un album in uscita? Nuove collaborazioni?
Ho in programma un disco, ma al momento non è la priorità assoluta perchè altrimenti ci saremmo già chiusi in studio ( ride ), invece cerchiamo di suonare live il più possibile proponendo appunto anche dei brani originali dal vivo. Questa sera ad esempio abbiamo eseguito ” Wasting Memories “, scritto da Riccardo Bacchi ( chitarra ), su cui ho avuto l´onore di poter cantare. Mano a mano proporremo nuovi brani, alcuni scritti da me, altri riarrangiati dalla band, altri scritti con alcuni collaboratori: credo che questo sia il modo migliore per riuscire a vedere che impatto hanno sul pubblico, e, se funzionano, li registreremo ad ottobre e in futuro. A me piacerebbe fare un album, piuttosto che un ep, poi vedremo cosa si deciderà : sicuramente ” Impressioni di Settembre ” verrà registrata come la versione che proponiamo in sede live.

” Vivere il Mio Tempo “, brano storico dei Litfiba, è sicuramente uno dei pezzi forti del tuo repertorio. La cosa più interessante e ben riuscita è l´idea di reinterpretare e rileggere molti brani, come questo, in una veste nuova, unendo diverse influenze in modo originale. Nel brano in questione avete fuso i Pink Floyd con i Litfiba ! Che ne pensi in proposito ?
Esattamente ( ride ), questo è un modo bello per esprimere le nostre influenze ma soprattutto il nostro modo di intendere la musica e di saperla reinterpretare in una veste nuova. Nel caso di ” Vivere il Mio Tempo ” è stato un modo per unire due cose, apparentemente diverse: mi sono accorto che la progressione armonica e gli accordi delle strofe mi ricordavano qualcosa di ” Another Brick in The Wall ” e mi sono detto ” perchè non provare a fare questa cosa un po particolare ? “. E alla fine ho visto che avete apprezzato molto e siamo contenti !

Raccontaci del rapporto col tuo coach Piero Pelù. Che rapporto avete avuto e avete ? Quanto è stato importante per te la sua esperienza e aver avuto modo di lavorarci insieme ?
Bè Piero è veramente una bella persona, sincera, vera con cui mi sento sempre : oggi ad esempio ha chiamato me e la mia ragazza chiedendoci ” Allora ? Come è andata ? ” ( ride ). Quindi abbiamo ancora adesso un bellissimo rapporto, e secondo me questa è la cosa più bella che mi porto da The Voice, perchè, nonostante tutte le polemiche di cui non mi interessa niente ( ride ), sono felicissimo di essere riuscito ad aver portato in televisione un po di buona musica, oltre alla parte visiva. Però, ecco, adesso comincia la vita vera ! Chi mi ha sostenuto veramente e mi sostiene verrà a sentirmi a prescindere da tutto, perchè mi conosce e sa che questa è la cosa che mi piace fare di più di ogni altra. Anche l´aspetto estetico influisce molto in questo tipo di talent, ma è una cosa normale, perchè ognuno di noi passa anche per come si veste e come si pone visivamente. Io non ho assolutamente alcuna remora su quello che è successo a The Voice, perchè qualunque cosa che fa scalpore è tipica della televisione in generale. La visibilità di Suor Cristina ha avuto un riflesso positivo, portando visibilità a tutti noi concorrenti, a Daria Biancardi, Andrea Azzurra, e a tutti i ragazzi e ragazze che hanno partecipato al programma. Ricordo Daria e Andrea perchè con loro ho passato più tempo e le stimo molto.

A The Voice of Italy vi definirono ” il diavolo e l´acqua santa “. Alla fine che rapporto hai avuto con Suor Cristina ? Vi siete rivisti dopo l´esperienza al talent show ?
Guarda, un rapporto normale, come con molti altri concorrenti. Ci siamo rincontrati di recente perchè siamo stati ospitati entrambi a un programma che si chiama ” Premio Marisa Bellisario “, andato in onda su Rai 2, e ognuno di noi tre finalisti, oltre a Cristina, ha cantato un pezzo. Io sinceramente ho sempre avuto un rapporto normale con Cristina, anche perchè personalmente non ho mai vissuto la competizione come una sfida. Solo arrivato in semifinale, sicuramente ero li, e valeva la pena provare ad andare avanti. Ho provato a capire cosa stava succedendo solo verso la fine, ma tutt´ora non lo capisco, perchè, credimi, vedersi da fuori è impossibile e non riesci a percepire che impressione susciti sulla gente.

Cosa ci puoi dire a proposito del nuovo singolo ” Rimedio ” ? Come è stato lavorare con Piero Pelù ? Come è nata questa idea ?
Il brano era un pezzo che Piero aveva già come bozza da tempo, e ha deciso di ultimarlo per l´occasione e ha pensato potesse essere adatto a me. Ovviamente si percepisce benissimo che è un brano scritto da Piero (ride ), ma il compromesso vincente è stato nel ritornello e nella tonalità, più consone per la mia voce. Ed è un primo passo che mi permette di esprimermi come Giacomo Voli, poi, se in futuro ci potranno essere delle collaborazioni con lui, non posso essere che felice e disponibile ! Io con Piero mi sento e a volte gli chiedo consigli su brani su cui lavoro, quindi, perchè no ? Il rapporto è veramente buono con lui !

Allora Giacomo, siamo arrivati al termine di questa piacevole intervista. Grazie ancora per la tua disponibilità ! Vuoi salutare i tuoi fan e gli amici di VeroRock?
Purtroppo è difficile convincere i grandi mass media della potenza che ha questo tipo di musica, e a promuoverla, quindi è importante che tutti noi, musicisti e amanti del genere, ci impegniamo nel diffonderla il più possibile. Soprattutto nell´ambito dei musicisti, ci impegniamo tutti dal basso per farla arrivare in alto : di musicisti che fanno questo genere ce ne sono tanti e bravi qui in Italia, però tutti sono costretti o a farlo di professione, suonando anche cose poco consone ai loro gusti, oppure ad andare all´estero, mentre invece sarebbe bello riuscire a promuovere la propria musica nel nostro paese. Ad esempio, i componenti della mia band suonano per passione, ma tutti loro hanno lavori differenti, purtroppo. Dipende molto anche da voi, che ascoltate questa musica e venite ai concerti, investendo soldi ed energie ! Un saluto a tutti gli amici di VeroRock e a tutti i fan, continuate a sostenerci !

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