C’era molta attesa in città per il tanto auspicato ritorno ad una attività live di qualità e scelta migliore non poteva che ricadere su una delle band più amate dal popolo del (vero) rock italico, i toscani Sabotage, in pista dagli albori degli anni ’80 e capaci di costruirsi e mantenersi negli anni un solido e corposo zoccolo duro di fans disposti a tutto pur di seguirli e supportarli vita natural durante!
E che fosse una serata speciale lo si è capito subito dal colpo d’occhio che lo spazio adibito al pubblico offriva, un sold out (figurativo visto che l’evento era gratuito) quasi totale, nei limiti delle norme anti covid vigenti potessero permettere ma sicuramente l’incasso della vendita di birra pre, durante e post concerto avranno senz’altro soddisfatto i promoters sicuramente felici di accogliere fans accorsi da ogni angolo della Toscana e non solo.
Il ritorno alle scene dopo molto tempo richiedeva alla band uno sforzo maggiore nel presentarsi al meglio dopo questo lungo periodo di forzato stop, da qui l’idea di soddisfare le aspettative dei fans con entrambi i due vocalist che nel corso degli anni hanno contribuito ad accrescere la meritata fama della band attraverso due diversi stili di tonalità, quello piu’ hard blues e piu’ legato alle prime produzioni ed al cantato in italiano di Giancarlo Fontani, autentico animale da palcoscenico per presenza ed approccio fisico e quello più tecnico e oserei direi quasi più sovrannaturale di Morby, storicamente più legato al periodo thrash ed al cantato in inglese della band ma oggi come ieri in possesso di uno screaming sempre più acuto e cristallino ma oggi uniti come non mai in un connubio dai risultati stupefacenti.
La maggiore peculiarità di una band storica come i Sabotage è che nel corso dei decenni si è potuta permettere di trasformare ogni singola song in una conclamata ‘hit’ per cui è difficile se non impossibile assistere ad un momento di pausa o di allentamento emotivo durante un loro show, ogni brano si eleva al rango di cerimonia da celebrare, il pubblico resta letteralmente rapito da questi ritmi travolgenti tanto che gli unici momenti più riflessivi ed essenziali alla fine risultano essere gli assoli più caldi e blues di Danilo Dani Bacherini bravo ad ammaliare l’audience con il suo guitaring molto caldo ed avvolgente tanto da riportarci alla memoria il grande cuore di Gary Moore.
Lo start-show vede presentarsi sul palco l’attuale formazione classica con il Morby che esordisce sulle note di ‘War Machine’, il tempo sembra non passare mai per il talentuoso singer senese, voce già calda e squillante sin dai primi secondi ma su questo non avevamo dubbi visto che chi lo ha sempre seguito nel corso della sua carriera non ha mai assistito ad un solo momento di défaillance (eh si che il panorama rock è pieno di cantanti in progressiva crisi dovuta agli anni che passano), si procede tra il tripudio generale con altri classici sino al momento in cui con ‘Fai La Guerra’ irrompe in scena uno scatenato Fontani che s’impossessa fisicamente del palco tanto da consumarlo letteralmente con il suo ‘amplesso’ tutto lacrime e sangue (e sudore) per un effetto scenico veramente d’altri tempi ed altamente emozionante, il rock è questo, c’è poco da fare.
In ‘La Musica Strana’ Danilo e Giancarlo giocano e gigioneggiano esattamente come facevano Blackmore e Gillan in ‘Strange Kind Of Woman’ con il botta e risposta tra chitarra e vocalizzi quasi a rincorrere lo stesso suono mentre nella successiva ‘Rumore nel Vento’, dove le prime file dove alloggiano le mitiche ‘Women’s Brotherhood’ vengono spazzate via da simpatici selvaggi in vena di furioso ‘headbanging’, i due singer si ricongiungono in un’alternanza vocale che fantasticando potrebbe anche alludere ad un ipotetico futuro di formazione a doppia voce (gli attuali Helloween insegnano), ma questi sono sogni da fan probabilmente destinati a restare tali (ma mai dire mai).
Con la consueta maestria della sezione ritmica della collaudatissima coppia formata da Enrico (basso) e Dario (batteria) Caroli e dall’esuberanza tecnica del martello ‘Popi’ alla chitarra, lo show procede spedito verso la fine con l’anathemica ‘Killer della Notte’ cantata a squarciagola da tutto il parco delle Cascine e dall’ormai affiatatissimo duo Morby-Fontani, non siamo arrivati ancora a mezzanotte, di solito l’ora in cui prima della pandemia tutto iniziava ma le usanze stanno cambiando, l’unica cosa che non cambierà mai è la nostra voglia di rock, che sia il primo di una lunga notte di aperi-show (vista l’ora) !