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EPICA – Aspiral
Anno 2025 – Voto: 8,5/10 *

Mi avvicino sempre con grande curiosità ed interesse ad un nuovo lavoro degli Epica, la band olandese che è riuscita a portare avanti fino ad oggi il linguaggio complesso del metal sinfonico senza scadere in sterili luoghi comuni sonori. “Aspiral”, fatica numero nove del combo orange, giunge a circa quattro anni di distanza dal precedente full length: il memorabile “Omega”. Ma in questo lasso di tempo gli Epica non sono restati certo inattivi. Fra le cose degne di nota ricordiamo il live “Omega Alive”, privo di pubblico per via delle regole covid , l’EP “The Alchemy Project” nato dalla collaborazione con altri artisti di varie aree sonore, l’evento tenutosi a Tilburg per il ventennale della band “20th anniversary” del 2022, l’album solista della Simons “Vermillion” pubblicato nel 2024 ed infine il grandioso show con orchestra e cori: “The Symphonic Sinergy” all’Afas di Amsterdam (replicata poi in Messico) , sempre del 2024, dove venivano inseriti, in una gustosa setlist, due fra i più rappresentativi brani di Aspiral, in anteprima assoluta.

A questo punto non ci resta altro che accarezzare questa “prova del nove” giusto per giocare un po’ con le parole. La formazione è ormai stabile dal 2013 con l’ingresso del bassista Rob Van Der Loo al posto del dimissionario nonché membro fondatore Yves Huts, giusto in tempo per partecipare al colossale “Retrospect” , concerto con orchestra e cori che celebrava i primi dieci anni di attività della band. L’ingresso di Van Der Loo è l’ultimo cambiamento nel sestetto che vede l’inossidabile Mark Jansen alla chitarra ritmica ed al canto “growl”, Simone Simons, ormai vera star del metal sinfonico, alla voce, Coen Janssen alla tastiere il quale apporta nel gruppo la sua grande capacità di arrangiatore , il bravissimo Isaac Delahaye alle chitarre e Ariën van Weesenbeek alla batteria, una vera macchina umana. Un tratto importante degli Epica è la “democratizzazione” della scrittura, cioè tutti e sei i membri possono partecipare o comporre dei brani strumentali, mentre i testi restano dominio dei soli Mark Jansen e Simone Simons. Tale sistema ha permesso alla band di non fossilizzarsi, riuscendo ad ottenere risultati più che dignitosi in tutti gli album e garantendo sempre un certo grado di freschezza. Ma veniamo all’album. Partiamo dalla copertina creata dall’illustratore e scultore Hedi Xandt. dove troviamo una sorta di ermetismo simbolico che incuriosisce ed invita a cercare una chiave interpretativa: mani trafitte da aghi nel tentativo di arrivare al centro di un disco dorato. Un cammino verso la verità che implica sofferenza.

L’album si apre con “Cross the divide” , brano che parte diretto ed infrange la prima consuetudine acquisita negli album precedenti, cioè quella dell’intro orchestrale, qui del tutto assente. Questa canzone giunge alle nostre orecchie come qualcosa di già sentito, ma nonostante questo lo sviluppo ed il ritornello riescono a conquistarci con il passare degli ascolti, ed il canto della Simons, mai aggressivo anche nelle parti più sostenute, risulta una carta vincente. “Arcana” è uno dei due brani presentati in anteprima al “The Symphonic Sinergy” dove viene riproposto il coro di voci bianche sperimentato già nell’album precedente , “Omega”, nel brano “The Skeleton Key” e che troveremo nuovamente in seguito. Non ho dubbi nell’indicare in “Arcana” una delle tracce di punta di questo nuovo full length, ottima la soluzione melodica che si sposa con il coro, ed i break ritmici finali con il ringhio di Mark Jansen. Ora però apriamo un altro capitolo, ovvero il ritorno della saga- concept “ A New Age Dawns” iniziata nel lontano 2005 nel secondo album “Conseign to oblivion”, continuata poi nel 2009 nel celebre album “Design your universe”, poi ad un tratto interrotta. Bene, in “Aspiral” noi troviamo ben tre capitoli nuovi della saga. Il primo è “Darkness Dies in Light” settima parte del concept. Questo brano descrive il percorso interiore di Mark Jansen che nei testi parla della rinascita spirituale in seguito ad un periodo di caos interiore. Inoltre, da leggere fra le righe, c’è un riferimento al fatto che Mark è diventato padre per la prima volta. La paternità viene vista come un “dono di speranza”, un qualcosa di così puro e luminoso che fa si che anche l’oscurità muoia nella luce. Il capitolo VIII della saga, dal titolo “Matanoia” viene introdotto da un coro quasi religioso o comunque dal sapore molto mistico prima di fare spazio alla potente sezione ritmica che contraddistingue il sound degli Epica. Nel brano c’è l’invito a trascendere le illusioni della vita ed a cercare la verità nel proprio cuore. Solo delle anime allineate, che diventano una cosa sola, fondendo anima e mente, si trova la forza per superare il mare delle apparenze . Il canto di Simone diventa molto melodico ed ha la capacità di emozionare molto l’ascoltatore . La chitarra di Isaac s’innesta in questa struttura piramidale della canzone e ci accompagna al suo vertice. La terza parte di “A New Age Dawns”, ovvero il capitolo IX della saga, s’intitola “The Grand Saga Of Existence” e viene introdotta subito da una melodia sontuoso ed accattivante. Temi cosmici ed esistenziali compongono il testo di questo brano e ci troviamo nelle tematiche ed anche nelle sonorità di “Consign To Oblivion”, un ritorno alle origini ma con una nuova consapevolezza: questo brano sembra chiudere un cerchio. Proprio per questo ci chiediamo se gli Epica fin qui seguiti ed amati cambieranno totalmente il loro sound o resteranno gli stessi di sempre. Per rispondere a questo dovremo aspettare almeno il prossimo album. Gli altri brani che compongono questo full length esplorano, ed in parte rispolverano, i vari aspetti tematici e sonori cari alla band.

“Obsidian Heart” è un brano dal forte impatto melodico, una ballad con una base sonora incisiva accompagnata da cori solenni. La dolcezza della voce della Simons si fonde con l’andamento mistico e sinfonico degli strumenti creando un effetto molto suggestivo . Ma neanche il tempo di riemergere da questa ipnosi magica che irrompono i suoni futuristici di “Fight To Survive – The Overview Effect”. Qui si alza il tiro con un forte 4/4 metallico ed una melodia catchy. Tutto sembra fatto apposta per far saltellare i fan dal vivo, e gl’inserti elettronici fanno l’occhiolino ai colleghi svedesi Amaranthe con i quali si apprestano a condividere il palco. T.I.M.E ( acronimo di “Transformation, Integration, Metamorphosis and Evolution’) è un brano corale e solenne, ennesimo invito a scoprire se stessi per una crescita spirituale e personale. Un brano in qualche modo coraggioso, introdotto da una cantilena infantile, ossessivo nel suo incedere e nella ripetozione della parola TIME. Segnaliamo anche una versione a cappella particolarmente intensa di questo pezzo (Epica & Hellscore Choir), purtoppo non presente nell’album ma facilmente reperibile su YouTube ed altre piattaforme. “Apparition” invece solo apparentemente, parla di fantasmi ed apparizioni, ma in realtà è una metafora delle nostre paure, delle ombre che ci abitano. È ancora una volta un brano piacevole, interessante ritmicamente e con una melodia con cui si fa presto amicizia. Ma il taglio sinfonico degli Epica riesce a fare la differenza.

Glissiamo educatamente su “Eye of the Storm”, con il suo ritornello fin troppo catchy, che ci appare un simpatico riempitivo, ma sicuramente non un brano cardine di “Aspiral”. Per averlo bisogna attendere la titletrack che chiude questa nona fatica degli Epica: “Aspiral” appunto. Presentato in anteprima a quel live at “The Symphonic Sinergy” di cui si parlava sopra, “Aspiral” è uno dei pezzi più intensi della carriera del combo olandese. Ispirata da una scultura di Stanisław Szukalski, artista polacco naturalizzato statunitense , scomparso negli anni ‘80 e molto amato da star hollywodiane del calibro di Leonardo Di Caprio o da band metal come i Tool, Il brano comincia con un pianoforte quasi diafano, un atmosfera sospesa nella quale s’introduce la voce di Simone, una voce che sembra un canto lontano intriso di misticismo, che apre le porte della percezione. Dopo una sezione contenente alcuni spoken-words di Szukalski, parte un crescendo che mescola il coro di voci bianche ai vocalizzi di Simone, raggiungendo una grande intensità . Da segnalare una differenza con la versione live che aggiunge al coro finale alcune strofe cantate da Simone che rendono, semmai fosse possibile, il brano ancora più bello e coinvolgente. Questo gioiello di eleganza porta tutto l’album ad un gradino superiore aprendo nuove possibilità per il futuro degli Epica.

Concludendo trovo questa nuova fatica della band orange molto interessante e ricca d’idee. L’alleggerimento dei brani e la riduzione del loro minutaggio vanno intesi non tanto come tentativo di rendere più commerciale il proprio sound quanto quello di liberarsi di alcune zavorre che avevano appesantito i lavori precedenti. Ciononostante alcuni elementi caratteristici sono stati preservati, dando l’impressione che nell’album si oscilli fra la comfort zone e la sperimentazione, mettendo in crisi il fan storico che molto facilmente bollerà questo lavoro come “strano”. Probabilmente per valutare correttamente “Aspiral” occorrerà del tempo, ma per chi scrive gli Epica hanno sfornato un altro grande album.

Line-upSimone Simons: voce; Isaac Delahaye: chitarra; Mark Jansen: chitarra, voce; Coen Janssen: sintetizzatori, piano; Rob van der Loo: basso; Ariën van Weesenbeek: batteria.

SCHEDA *

ARTISTA: Epica

TITOLO: “Aspiral”

ANNO: 2025

ETICHETTA: Nuclear Blast

GENERE: Symphonic Metal

VOTO: 8,5/10

PAESE: Olanda

Tracklist:

1) Cross The Divide

2) Arcana

3) Darkness Dies In Light – A New Age Dawns Part VII

4) Obsidian Heart

5) Fight To Survive – The Overview Effect

6) Metanoia – A New Age Dawns Part VIII

7) T.I.M.E.

8) Apparition

9) Eye Of The Storm

10) The Grand Saga Of Existence – A New Age Dawns Part IX

11) Aspiral

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