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Live Report SOMMARIO

OVERKILL + HEATHEN + EXHORDER + KEOPS: serata all’insegna del thrash metal @ Campus Industry (Parma)!

Photo Credits: Federico Benussi

Un venerdì di puro ed incontaminato thrash metal USA Old School anni 80, si sta abbattendo nella splendida location del Campus Industry di Parma! Un trittico americano pauroso formato, da Over Kill, Heathen, ed Exhorder, (più i Keops in apertura, che a causa della giornata lavorativa infrasettimanale non sono riuscito ad arrivare in tempo a vedere), che non ha fatto sconti e non risparmiato nessuno, martellando e devastando incessantemente per oltre tre ore le orecchie dei numerosissimi metal Kids che hanno preso d’assalto la location parmense fin dalle primissime ore pomeridiane, giungendo da ogni parte d’Italia e decretando un successo di affluenza strepitoso e meritato per gli organizzatori dell’evento, andando ben oltre le più rosee aspettative della vigilia, sfiorando il Sold out!


Il Campus Industry si riconferma perfetto e adatto per grossi eventi metal di questa caratura internazionale, con organizzazione logistica perfetta (con più punti bar e ristoro interni ed esterni), posti a sedere, dotato di suoni pressoché perfetti, e con una visibilità discreta dietro, ma che diventa ottima da metà in giù, in direzione del palco.

Purtroppo non in tempo per le prime band, ma grazie al nostro Federico abbiamo le foto degli Exhorder.


Giusto il tempo per veloci saluti ad amici che non vedi da una vita e per fare qualche acquisto nell’immancabile banchetto all’esterno del locale, fornitissimo di vinili e CD, che alle 19:40 in punto (come da programma), gli HEATHEN sono già pronti sul palco per iniziare il bombardamento! Storica thrash metal band della cosiddetta By Area di S.Francisco, fondata nel lontano 1984 dal chitarrista Lee Altus e dall’ ex batterista Carl Sacco, non hanno mai raccolto quanto avrebbero meritato e seminato nella loro lungimirante carriera, dovendo sempre accontentarsi di essere relagati come una band di “seconda fascia”, nonostante due dischi potenti ed esplosivi come “Breaking The Silence “ e “Victim Of Deception”, incisi a cavallo tra gli il 1987 e il 1991. Di quella storica line-up, oggi, oltre al già citato chitarrista Lee Altus, è rimasto solo lo storico cantante David White, che nonostante non sia più un ragazzino, dimostra di possedere una grande potenza vocale, dimostrandolo chiaramente anche in questa occasione speciale, attraverso una prestazione maiuscola e sopra le righe! Non da meno sono stati anche i nuovi musicisti che compongono questa rinnovata formazione attuale degli Heathen, a cominciare dall’altro ritmico chitarrista Kragen Lum, e finendo con la sezione ritmica composta dai giovani Mirza al basso e De Maria alla batteria.
Dei quattro album incisi dagli Heathen, viene a sorpresa dato troppo spazio ai due album più recenti, snobbando un po’ troppi i pezzi storici, dove in scaletta trovano posto solo Goblin’Blade” e l’evitabile cover degli Sweet “Set Me Free” dal capolavoro “Breaking The Silence”, mentre “ Opiate Of The Masses” viene eseguita per seconda e “Hynotized” in chiusura, entrambe estratte di “ Victims Of Deception”. Interessanti “The Blight” e “Sun In My Hand” dal recente “Empire Of The Blind” del 2020, ma non riescono a graffiare e raggiungere i livelli delle vecchie composizioni…del resto, basta notare il diverso stato emotivo del pubblico “freddo – staccato/ caloroso-partrcipe ”, per comprendere appieno la differenza sostanziale. Sulla prestazione invece squisitamente tecnica degli Heathen, nulla da dire, se non ineccepibile e al limite della perfezione, addirittura forse complessivamente superiore a quella già ottima vista al Luppolo In Rock lo scorso luglio. Senza nulla togliere ai loro concittadini Metallica (quelli meritevoli di considerazione e veri fino …And Justice For All), non mi capacito al pensiero e al confronto che suonando entrambi lo stesso genere, ovvero del thrash metal in modo professionale ed ad alti livelli , i primi siano diventati famose rockstar internazionali e gli Heathen dei relegati nella categoria “per pochi intimi”….misteri della vita! A ogni modo io sto sempre con chi non vende il deretano per i soldi, fama e successo, portando avanti con orgoglio e senza scendere a compromessi la loro musica e le loro idee…lunga vita agli HEATHEN! Totali!


Rapido cambio palco di venti minuti circa, per avere così a disposizione il tempo necessario per una birra fresca dissetante e un trancio di un ottima pizza al taglio, che un’altra istituzione del metal a stelle e strisce è pronta a prenderci a mazzate ! Gli EXHORDER, come gli Heathen, avrebbero meritato anch’essi miglior sorte, visti gli anni di dura gavetta alle spalle e gli anni che sono sulla scena metal internazionale, fautori peraltro di due album seminali composti tra il 1990 e il 1992, rispettivamente intitolati “ Slaughter In The
Vatican “ e “The Law”. I cinque trashers di New Orleans , dediti a un groove di chiara scuola Slayer, a differenza degli Heathen però, concentrano il loro show quasi esclusivamente sul passato glorioso e sul primo album “Slaughter In The Vatican”, dando spazio di contro però a un solo brano di “ The Law”, l’introduttiva “Incontinence”, con la quale hanno iniziato il martellamento e le ostilità… un’unica e sola concessione anche al presente degli Exhorder, dove viene proposta “My time” a metà scaletta, estratta dal recente “Mourn Of The Southern” del 2019. Il resto è stato tutto e solo un concentrato micidiale da “Slaughter In Vatican”, dove si sono distinte “Slaughter”, “Death In Vain” , “ Legions Of Death”, “Exhorder”
e la conclusiva “Desecrator”, per la gioia dei fans più attempati presenti. In mezzo a tutto ciò, una potente cover dei Grip Inc. “ Ostracized”, risultata sicuramente più incisiva e centrata rispetto a quella scelta dai colleghi Heathen. Di quegli Exhorder storici degli anni 80 oggi ci sono solo il frontman Kyle Thomas e il chitarrista Vinnie La Bella, ma anche i nuovi innesti si sono dimostrati all’altezza stasera, confezionando un concerto di tutto rispetto, e davvero impressionante da un punto di vista tecnico, anche per chi come il
sottoscritto, non li aveva mai visti in azione sul palco e li conosce poco. Un ora di grande rabbia, velocità e violenza pura, accostabile ai primi Pantera, i quali certamente si sono ispirati a loro, cosa che però non ha mai disturbato gli Exhorder, a differenza delle tante voci infondate che circolano in rete… anzi, lo stesso Thomas ha dichiarato di essere amico dei Texani, di averci suonato assieme e di esserne onorato di questo!
Da rivedere assolutamente, grandissimi!

OVER KILL
Con TUTTO il rispetto per le band mostruose che si sono esibite precedentemente, mettendo a ferro e fuoco il Campus Industry, l’attesa maggiore per il sottoscritto, ma credo di tutti i metal Kids presenti in sala, era certamente incentrata e concentrata sull’esibizione della storica trash metal band del New Jersey, ovvero gli OVERKILL, veri pionieri e veterani del genere, nonché tra i massimi esponenti mondiali, ancora in splendida forma ed in piena attività! Anche per loro vale la stessa regola (come per la stragrande maggioranza dei gruppi di un tempo) …di quella formazione primordiale degli anni ottanta, vi si trova traccia oggi solo in uno dei due fondatori, ovvero il carismatico bassista D.D.Verni e nel leader maximo,
ovvero il vocalist Bobby “Blitz” Ellsworth. Diciamo però, che al cospetto di molti cambi di line-up avvenuti negli anni addietro, eccetto il nuovo batterista Jason Bittner arrivato solo nel 2017, la coppia dei due micidiali e talentuosi chitarristi, formata da Dave Linsk e Derek Tailer, sono di fatto in pianta stabile e in formazione stabile dal duemila, e quindi sono da considerarsi praticamente “ufficiali” a tutti gli effetti, e non dei semplici sostituti degli originali, dopo oltre vent’anni di militanza negli Over Kill! Detto ciò, con oltre venticinque dischi all’attivo, e oltre quarant’anni di carriera sul groppone, avrebbero avuto stasera materiale a sufficienza per fare due concerti e suonare quattro ore di fila, ma essendo impossibile la cosa per ovvie ragioni, hanno stilato una setlist molto corposa ed equilibrata, pescando ovviamente sempre molto da loro periodo di massimo splendore e di maggior successo commerciale, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, senza scordare il loro capolavoro degli anni 2000 “Ironbound” (precisamente del 2010) e inserendo ovviamente tre brani del nuovo “Scorched”, uscito pochi giorni fa, e accolto con grande clamore da fans e critica specializzata. L’adrenalina è a mille, nel palco ora aleggia lo striscione con la scritta Overkill in evidenza (posta dietro la batteria) , le luci si fanno sempre più tipicamente verdi fluorescente nei loro colori sociali e la minaccia del pipistrello alato “Chaly” si fa sempre più inquietante in sala. In un mix molto metal composto da birra, sudore, esaltazione, caldo e un pubblico stipato nelle prime file come le sardine, si alza alto il coro di incitamento “Over Kill! “ e Bobby, DD & Co. ,che non sono certo tipi che si fanno pregare troppo, e senza tanti fronzoli iniziano a massacrarci a suon di decibel partendo proprio dall’ultimo disco “Scorched” , con l’ omonimo singolo che da il titolo al disco. Neppure il tempo per capire dove siamo, che tra i denti ci infilano una sequenza devastante: “Bring The Night “ da “Iron Bound” , “Hello From The Gutter“, intramontabile cavallo di battaglia degli Over Kill da “Under The Influence”, e “Powersurge” adirittura da “Taking Over” del 1987! In mezzo trova spazio “Eletric Rattlesnake”piacevole riproposizione dal disco omonimo del 2013, per poi fare ancora un viaggio nel passato con “ Coma” ed “Horrorscope”, che ha generato un pogo mostruoso e devastante nelle prime file. “The Surgeon “ e “Wicked Place” sempre dal nuovo “Scorched”, non hanno però sfigurato a fianco dei grandi classici degli Over Kill, risultando certo più
al passo coi tempi, ma sempre molto vintage nell’impatto! Un ultima concessione al recente materiale discografico viene concessa con le rivisitazioni di “Long Time Dyin’ “ e di “Mean, Green, Killing Machine” da “The Grinding Wheel” del 2017 (purtroppo tagliata a metà a causa dell’insorgenza improvvisa ed imprevista di un piccolo problema tecnico che ha fatto saltare la corrente per qualche minuto nel locale).
Onestamente, mi sarei atteso quanto meno, che fosse ripresa da dove era stata interrotta, invece si è ripartiti a razzo con “Ironbound”… poco male, per carità, però visto il disguido, sarebbe stato carino da parte degli Over Kill aggiungere magari un pezzo extra ed esclusivo … ma tant’è, i tempi sono sempre molto ristretti e tiranni nei live show, e la mancanza di energia elettrica non ha intralciato la strada per il gran finale, iniziato con “Elimimation”, e proseguito con “Overkill”, “Rotten To The Core”, fino all’apoteosi finale con la cover dei Subhumans, “!!!Fuck You!!!”, diventata però da anni un loro classico immancabile, nonché manifesto simbolo degli Over Kill e onnipresente in ogni chiusura di scaletta, dove uno stremato Bobby, ancora carico come una molla, con fiato in corpo e ritrovate ed inspiegabili energie fisiche da spendere fino alla fine senza alcun cedimento, dirige il coro umano del ritornello con tanto di dito medio alzato in cielo, prontamente ricambiato dai metal thrashers! “ WE DON’T CARE- WHAT’S YOU SAY …. !!!!! FUCK YOU!!!”.
CLONATE gli OVER KILL! ISTITUZIONE del metal senza tempo … IMMORTALI!
Ringrazio l’amico Dorian Bones, vocalist dei Wischey Ritual e Caronte, per avermi gentilmente ospitato in chiave di reporter/cronista . Per chi non era ancora sazio di metal e aveva ancora sete di alcol, la serata proseguiva poi con un gustoso DJ set a tema nell’area esterna del Campus Industry, che vedeva tra i protagonisti in consolle il mitico Dimitri (Demeter in arte), bassista dei Death SS, Wischey Ritual e Distruzione!
Che dire ancora… serata TOP!

Setlist:

Scorched
Bring Me The Night
Electric Rattlesnake
Hello From The Gutter
Powersurge
Wicked Place
Coma
Horrorscope
Long Time Dying’
The Surgeon

Mean, Green, Killing Machine
Ironbound
Elimination

Overkill
Rotten To The Core
Fuck You

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