Photo Credits – Mauro Parozzi
Oramai il mio amico Massimo Mazzola, uno dei soci e maggiori esponenti dell’Arci Tom di Mantova (che pubblicamente ringrazio per avermi come sempre gentilmente ospitato anche in questa speciale occasione), non sbaglia più un colpo, dimostrando grande sagacia e attenzione nel creare dei bill stratosferici come questo proposto in occasione del Tom Power Fest, un festival tutto dedicato alle sonorità prog/power, dove accanto a realtà consolidare da anni come i veterani Vision Divine e Secret Sphere, vengono affiancate in apertura tre giovani ed emergenti bands, quali i Parmensi From The Depth , gli Strange Vision da Modena, e i Lion Soul da Bergamo… tanta carne al fuoco quindi, anche se prima di iniziare il party metal, ci attende
come al solito il fantastico ridotto alla mantovana dell’Arci Tom, con un bel bicchiere di lambrusco che fa sangue e da la giusta carica in vista di questa lunga ed intensa serata!
Al di là del già citato Mazzola, mi preme sottolineare la sempre grande ospitalità e cordialità di tutto lo staff dell’Arci Tom, capaci di creare un clima disteso e familiare unico, difficilmente riscontrabile altrove, con prezzi popolari e qualità offerta (anche e soprattutto delle birre). Da un punto squisitamente tecnico la serata ha avuto invece qualche piccola “imperfezione”, con suoni un po’ impastati, non sempre ben bilanciati e talvolta prevaricanti su uno strumento, dove la chitarra copriva il basso, o viceversa il basso era troppo alto, o la voce troppo alta. Piccole pecche comunque, facilmente migliorabili e risolvibili, gradualmente risolte e migliorate nel corso del festival, che è stato invece un grande successo in termini di affluenza e partecipazione di pubblico, con molti presenti venuti appositamente da fuori provincia o come il sottoscritto, adirittura da fuori regione!
In leggero ritardo rispetto all’orario previsto in cartellone (circa mezz’ora ), danno inizio alle ostilità i Lion Soul, dediti ad un power metal piuttosto energico, con forti contaminazioni di metal classico e di hard rock! I quattro giovani lombardi ci sanno fare, e nel loro poco tempo a disposizione mettono in scena grande versatilità e convinzione, risultando gradevoli e piacevoli all’ascolto, nonostante la loro musica sia molto circoscritta, e navighi negli standard tipici e canonici del genere power. Due album al loro attivo “Omega” e “Welcome Storn” (+ un EP) al loro attivo. Ottima band senza alcun dubbio, prova superata a pieni voti e inizio con il botto!
Un rapido cambio palco, e sono già pronti i modenesi Strange Vision, che ho avuto piacere e modo di vedere peraltro molto recentemente, in occasione dell’edizione invernale dell’Isola Rock al The Factory di Verona. Gli emiliani, in sostanza, ripetono l’ottima prova della scorsa volta, mettendoci forse più determinazione per il fatto di giocare quasi in casa e di fronte ad un pubblico più partecipe rispetto che a Verona. Il loro power tinto di Blind Guardian e del prog dei Simphony X è molto originale e convincente, grazie anche al carisma e alla voce del massiccio vocalist, che alterna growl/pulito con una facilità disarmante. Il loro album “Westeland” del 2022, ha avuto molto successo all’estero, e dopo averli rivisti e risentiti live in questa seconda occasione, ne intuisco le motivazioni e le ragioni …avanti così!
E venne l’ora così del “Parmigiano sul risotto per cena”…. Ovviamente si scherza, ma anche poco quando sul palco si presentano i quattro From The Depth, capitanati al microfono dall’istrionico frontman Raffaele “Raffo” Albanese, un personaggio noto e carismatico negli ambienti metal da anni, contraddistinto da un look molto particolare, che non passa certo inosservato…ma simpatia personale a parte, in questa veste artistica aveva il compito di dimostrare con la sua band il suo valore sul palco, e direi che i ragazzi ci sono riusciti alla grandissima, risultando per il sottoscritto la vera sorpresa e rivelazione di questo Power Tom festival! Fondamentalmente suonano anche loro un classico power metal, ma cosa li contraddistingue dagli altri gruppi in circolazione? Risposta semplice: nel loro sound tipico e canonico, potete trovarci un po’ di hard rock, un po’ di metal puro, un po’ di musica tamarra stile – spiagge e palma alla Miami Beach con piña colada o caca-malibu e… anche …udite …udite …dance music pop da discoteca, rivista in chiave hard!
Questo esperimento di mixare la dance music con il metal non è insolito, e se fatto bene è qualcosa di davvero figo e spassoso…i From The Depth scelgono “What Is Love” un super classico, che ha fatto ballare anche i muri dell’Arci Tom e cantare tutti con il suo ritornello! Ma attenzione…c’è tanto metal serrato e tritaosse intriso nelle note dei loro due dischi all’attivo, e brani come “Street Of Memory” e “Catch De Fox” ne sono un esempio, dove la melodia recita sempre un ruolo di protagonista principale. Grazie anche al contributo di validissimi musicisti, dove su tutti si distingue il talento del chitarrista solista che sembra la fotocopia sputata di Marty Friedman, riescono colpire ancora nel segno con una terremotante “Painkiller”, riuscendo a buttare giù i muri che erano rimasti in piedi precedentemente, dove Raffo mette in mostra un estensione vocale impressionante senza dare segni di particolare difficoltà, con i fans letteralmente deliranti sottopalco nel ruolo di coro aggiunto. Le ostilità si chiudono definitivamente con “The Will To Be The Flame”, e con un segnale forte e chiaro: forse l’Italia ha trovato un nuovo gruppo da lanciare nel mercato estero e sul quale puntare alto per il futuro …STREPITOSI!
SECRET SPHERE
A questo punto inizia il concerto nel concerto, cioè una partita a se stante tra veterani e fuoriclasse puri, quali i Secret Sphere e i VISION DIVINE, dove entrambi avrebbero potuto recitare il ruolo di headlinear, e solo casualmente direi l’ordine del bill è stato questo, perché la storica band di Alessandria ha recitato un ruolo da assoluta protagonista, senza essere seconda a nessuno! La band piemontese, in attività dal lontano 1997 e con bei sei album all’attivo, ritrova dopo un breve periodo di separazione consensuale delle parti lo storico vocalist Roberto Messina, che si avvale di una line-up rinnovata da qualche anno, ma di tutto rispetto, iniziando dall’ex Death SS Aldo Lo Nobile alla chitarra, un musicista talentuoso impegnato anche come produttore pe Frontiers Records , passando per il bassista Andrea Buratto (anche Hell In The Club), completandosi con l’ottimo tastierista Gabriele Caccia e dal batterista Marco Lazzarini, anch’egli con un breve e recente passato nei Death SS. In una scaletta molto eterogenea, e ben calibrata, si distinguono e si fanno particolarmente apprezzare “Lie To Me”, “Dance With The Devil” e le superlative “Legend” e “Lady Of Silence”, entrambe estratte dal loro secondo album capolavoro “A Time Nevercome” del 2001! Power-prog di grande livello, dove fanno capolino inevitabilmente le influenze tanto dei primi Dream Theater, quanto dei Fates Warning più “sperimentali”, intrecciando la velocità degli Helloween e degli Eldrich, senza tuttavia non perdere mai di vista la propria personalità. Un ora abbondante di grande musica, e di goduria vera per le orecchie, nella quale siamo stati deliziati dal tocco magico e dalle melodie che la musica dei Secret Sphere sa sempre esprimere e regalare … una garanzia assoluta!
Setlist:
Lifeblood
Welcome To The Circus
Against All The Odds
Rain
Lie To Me
Alive
Dance With The Devil
Legend
Lady Of Silence
VISION DIVINE
La stanchezza inizia a farsi sentire a questo punto della serata, anche perché l’ora è tarda quando sul palco salgono i VISION DIVINE, e le ore sul groppone di musica iniziano a essere molte … Ma noi siamo carichi ancora, e di più lo è la band capitanata e fondata nel lontanissimo 1988 da Olaf Thorsen, che non vedevo da un secolo, addirittura da quando dietro al microfono militava ancora Michele Luppi (oggi in forza ai Whitesnake), tra le annate 2003 e 2008! Anche se di quella formazione storica oggi praticamente è rimasto solo il già citato fondatore chitarrista Olaf Thorsen, la mia curiosità era comunque tanta di rivederli in azione e a distanza di molti anni, anche perché i nuovi musicisti visti e sentiti sul palco dell’Arci Tom, non hanno fatto troppo rimpiangere quel passato; a cominciare dal nuovo vocalist Ivan Giannini, che non sarà famoso ai livelli di Luppi o di Fabio Lione (l’altro grande ex), ma che in compenso tira fuori dalla sua ugola acuti, estensione vocale e vocalizzi invidiabili. Possiamo definire quasi un veterano anche il chitarrista Andrea Puleri, oramai in pianta stabile nei Vision Divine da oltre vent’anni, esattamente dal 2002, così come il bassista Andrea Torricini, presente fin dagli esordi di fine anni novanta. Il turnista alla batteria Max
Peruzzi, e il mitico ed istrionico tastierista dei DeathleSS Legacy Andrea Lucatti, (subentrato ad un altro ex di lusso, Oleg Smirnoff), completano la formazione attuale. Con una scaletta che pesca e attinge da tutti i loro otto album pubblicati, “Beyond The Sun And Far Away” (da “Destination To Nowhere”) è la prima scossa vera in apertura, seguita da “God Is Dead” (da “The Perfect Machine “), incalzata da “Violet Loneliness”. Molto gradita “The Secret Of Life” (da “Scream Of Consciousness”), e la sublime “Send Me An Angel”, forse il brano più famoso e celebre dei Vision Divine…”La Vita Fugge” (da “Stream Of ..”), è l’ultimo sussulto del tempo che “fugge via” anche per noi fans, dove il tempo a loro disposizione è terminato, ma
consapevoli di aver assistito ad un concerto superlativo dei Vision Divine, ma più in generale, di aver assistito ad un Power – Tom Festival memorabile! Grazie a tutti ! Alla prossima!
Setlist:
Intro + 26th Machine
Beyond The Sun And Far Away
God Is Dead
Angel Of Revange
Violet Loneliness
3 men walk on the Moon
The Perfect Machine
The Secret Of Life
The Miracle
Send Me an Angel
La Vita Fugge