ARTISTA: Steven Wilson
TITOLO: The Future Bites
ANNO: 2021
ETICHETTA: Caroline Distribution/Universal Music Group
GENERE: Rock elettronico, Prog
VOTO: 7/10
PAESE: Regno Unito
Nel nuovo capitolo della carriera solista di Steven Wilson si aprono nuove frontiere sonore ed esistenziali. Concepito e registrato prima dell’esplosione della pandemia, “The Future Bites” appare come un manifesto di denuncia verso lo stile di vita dell’uomo contemporaneo, preso in una corsa ai consumi e totalmente condizionato dalle reti social. Gli adolescenti di “Fear of the blank planet”, concept colossale dei Porcupine Tree, sono cresciuti in quel mondo di condizionamenti mentali e di “vuoto”, ed ora vivono ai bordi di un baratro esistenziale che caratterizza la società attuale, basata su modelli puramente consumistici.
La veste sonora di questa nuova fatica di Wilson appare spoglia ed essenziale, scevra da tutto l’armamentario progressive che l’aveva portato agli onori della cronaca. L’elettronica la fa da padrone, ma sarebbe sbagliato liquidare “The Future Bites” come un opera pop di facile ascolto, qui il “pop” è solo l’abito esteriore che cela un messaggio molto più angosciante, fantasmi sonori ridotti all’osso per raccontare le derive della nostra esistenza.
L’apertura di Unself/Self è già il manifesto programmatico dell’opera che si va ad ascoltare. Canti in falsetto e melodie accattivanti vengono trasfigurati da suoni urbani alla Massive Attack, come nell’oscura “King Ghost” che ci rimanda alla claustrofobia di “Song of I”, brano contenuto nel precedente “To the bone” che in qualche modo anticipava gl’intenti futuri.Invece “12 Things I Forget” ci offre una pausa melodica, con la sua vena nostalgica molto wilsoniana, arricchita da pregevoli cori di sottofondo,Subito dopo “Eminent Slaze” ci fa ripiombare nell’oscurità con più di un richiamo a soluzioni care ai Pink Floyd di Roger Waters.
Troviamo ancora i Floyd nel brano seguente: “Man of the people” dove sono evidenti i richiami a ”Welcome To The Machine” supportati da un ritmo alla “Sign O’ Time” di Prince per arrivare ad un risultato tanto personale quanto convincente. I ritmi ossessivi di “Personal Shopper” ci portano al cuore del progetto. Un battito sintetico che ha qualcosa di ossessivo, con un falsetto poco rassicurante che c’immerge in una dimensione paranoica, in un futuro distopico che diventa sempre più presente: “have now have now,pay in another life”, lo shopping compulsivo fino ai limiti della vita stessa in un sistema che strangola l’individuo in una morsa fatale, dove persino Sir.Elton John partecipa a questo gioco di specchi incrinati prestando la propria voce. “Follower” invece parte spedita, un pò come “This Picture” dei Placebo:una denuncia sull’effetto che i cosiddetti “influencer” hanno sulla nostra esistenza. Il brano si appoggia ad un ritmo irresistibile condito da coretti che non sarebbero dispiaciuti al “duca bianco”. A chiudere l’album la meravigliosa “Count Of Unease”, lenta e struggente, come tradizionalmente Wilson ci ha abituato in tutto le conclusioni delle sue opere.
“The Future Bites” è un lavoro coraggioso, breve ed essenziale, perfetto nella sua stesura musicale, quasi provocatorio rispetto alla platea di fan che seguono da tempo il percorso dell’artista, ma proprio per questo più apprezzabile. Un album la cui modernità precorre i tempi pur guardando al passato. Siamo avvisati: gli spettri del consumismo e della vita digitale possono affondare le nostre vite, sta a noi acquisire la giusta consapevolezza per ridimensionarli e trarne vantaggio.
Tracklist
01. Unself
02. Self
03. King Ghost
04. 12 Things I Forgot
05. Eminent Sleaze
06. Personal Shopper
07. Man Of The People
08. Follower
09. Count Of Unease
Line Up
Steven Wilson: vocals, guitars, keyboards, sampler, bass, percussion, programming.
David Kosten: programming, synthesizers, drums on “Count of Unease”
Michael Spearman: drums, percussion.
Nick Beggs: bass guitar on “Personal Shopper”, stick on “Eminent Sleaze”