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Album 1984 Recensioni

PRETTY MAIDS – Red, Hot And Heavy

Ebbene sì, a voi lettori posso confessare una cosa, e cioè che mi piace da matti usare le mani per spostare la polvere che si addensa sulla storia della musica, ed in particolare sulla nostra musica preferita! Fermarsi per un attimo così da riscoprire colori e suoni che ormai ci accompagnano da sempre; oggi andiamo a spostare gli acari da un nome longevo ormai da circa 30 anni. Il nome è PRETTY MAIDS, il disco nello specifico è quel gioiellino dal titolo altisonante ‘RED, HOT AND HEAVY’!
La memoria oggi si farà un bel viaggio verso il nord europa e precisamente nella terra della sirenetta, nella cittadina di Horsens che dista circa 2 ore e 30 minuti da Copenhagen. Qui, da una idea di mister Ronnie Atkins (a.k.a. Paul Christensen – n. d. r.) e mister Ken Hammer (a.k.a. Kenneth Hansen – n. d. r.), rispettivamente voce e chitarra, vede la luce questa band dalle sonorità hard and heavy molto particolari. Sin dal primo ascolto di questo disco mi sono reso conto che in 37 minuti vi sono concentrate tante belle sonorità. È un disco totally ‘80s, copertina compresa, ma al tempo stesso è riuscito nel dividere emozioni ed etichette perchè è un bel connubio fra fra l’hard rock anni 80 ed un classic metal basato sulla presenza della melodia. La singolare caratteristica che (secondo me) salta all’orecchio è l’indipendenza che ha ogni brano dagli altri con sonorità non per forza collegate fra loro, così che non ci sia all’ascolto un filo conduttore unico. Classe ma anche gusto compositivo si aggiungono ad un lavoro chitarristico, sia melodico che aggressivo, mai esagerato così da non coprire nessuno ne tanto meno la voce che Ronnie ci ha abituato ad ascoltare, e i brani rispecchiano una alternanza nella tracklist tra melodia e aggressività.

Una intro di breve durata, di 22 secondi ad essere esatti, si palesa con le note della Carmina Burana che con il suo incedere maestoso tira dentro subito “Back To Back”. Metallo caldo, velocità, aggressività e quanto basta affinchè ci sia godimento per i nostri timpani con la chitarra di Ken Hammer possente e rocciosa nei riff. La Potenza continua in “Red, Hot And Heavy”, dove tra bollenti graffi smaccatamente hard rock fanno capolino le prime armonie a sostegno del fatto che i nostri hanno bravura da vendere a corredo di capacità tecniche importanti. Di corsa verso un altro brano, “Waitin’ For The Time”, sonorità più morbide e melodiche si accompagnano a momenti ritmicamente serrati ad altri dove la velocità diminuisce; Ronnie dal canto suo stupisce chi ascolta, poichè riesce a gestire una timbrica diversa da quanto fatto sentire fino ad ora, ma sempre qualitativamente importante. In più i cori in sottofondo, oltre ad essere belli da sentire, consentono alla sua voce di avere una amalgama migliore che lascia invariata la sua forte espressività. I brani che verranno a seguire formeranno una tripletta molto interessante ed intensa, anche perché si suona più pesante e più “canonicamente” appiccicati alla radice heavy metal sempre abbastanza presente nei solchi di questo platter; “Cold Killer”, “Battle Of Pride” e “Night Danger” mettono, secondo me, prima di tutto in risalto una bella quanto potente sezione ritmica con John Darrow e Phil Moorheed sugli scudi, inoltre possiamo apprezzare anche come con bravura e perizia tecnica i nostri suonino a velocità abbastanza sostenute, il tutto senza mai strafare.

Ma non finisce qui, “A Place In The Night” è quanto di più fico, melodico, hard’n’heavy e ruffiano che gli anni 80 ci possano offrire in quel momento, parlare anche qui, della ancora cangiante voce di Ronnie è quasi superfluo, quindi invece che soffermarmi sui colori delle sue corde vocali vado puntare il dito dal minuto 1:53 al minuto 2:35 dove la sei corde di Ken Hammer suona da pelle d’oca, e nell’assolo ci possiamo sentire tanto heavy, hard, rock, melodia, potenza, insomma basta semplicemente sintonizzare le orecchie per cogliere e godersi al meglio un pezzo (uno miei dei preferiti) che in 4 semplici minuti va a fotografare tutto quello che di bello c’è nel 1984. Sinfonica nell’intro, si palesa nella sua maestosa pomposità “Queen Of Dreams”, ma i territori di caccia anche qui sono prettamente heavy, infatti anche qui Ken e Pete dimostrano di avere le loro asce sempre molto affilate, il risultato è che i Pretty Maids sono sempre graffianti con tutta la loro classe che li contraddistingue, senza mai dimenticare la melodia che in un modo o nell’altro li ha accompagnati lungo il cammino in questo disco. E con classe si va a chiudere. L’ultima traccia risponde al nome di “Little Darling”, sì proprio quella degli storici Thin Lizzy, un brano a cui è stato donato un vestito più heavy ma senza stravolgerne il mood rock’n’roll originario, qui i ragazzacci danesi, senza risparmiarsi, si sono divertiti a suonarlo a modo loro ottenendo sempre lo stesso risultato e cioè quello di far scapocciare chi è all’ascolto.

In conclusione posso dirvi che il 1984 ci ha regalato un super disco heavy metal dotato di quel giusto tocco di genialità che si basa su un riffing preciso e bollente, inoltre al suo interno troviamo anche tanta eleganza dalle sfumature hard, con passaggi melodici sempre accattivanti al punto giusto. Insomma se potete (sia se lo conoscete sia se non lo conoscete) ascoltate e fate vostro questo disco, fatelo girare nel vostro stereo oppure mettetelo sempre nel vostro lettore mp3 perché ne vale veramente la pena!

Tracklist:

1. Fortuna Imperatrix Mundi (Carmina Burana)
2. Back To Back
3. Red, Hot and Heavy
4. Waitin’ For The Time
5. Cold Killer
6. Battle Of Pride
7. Night Danger
8. A Place In The Night
9. Queen Of Dreams
10. Little Darling (Thin Lizzy – cover)

Line-up:

Ronnie Atkins (a.k.a. Paul Christensen) – Voce
Ken Hammer (a.k.a. Kenneth Hansen) – Chitarra
Pete Collins – Chitarra
Alan Owen – Tastiere
Phil Moorheed – Batteria

Genere: Heavy metal, Hard rock, Heavy metal classico

Data di pubblicazione: Ottobre 1984

Etichetta: CBS

Produttore: Billy Cross

Contatti:

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