Sono passati ben quattro anni dall’ultima discesa capitolina della storica power metal band capitanata da Olaf Thorsen (chitarra) e da Andrea “Tower” Torricini (basso), svoltasi sempre nel “tempio rock”, il Jailbreak Live Club di Roma, che ha visto anche in quell’occasione aprire dei giovani De La Muerte per loro: in questo lasso temporale, in apparenza così esiguo, sono avvenuti tanti cambiamenti, primo tra tutti l’assenza del frontman storico Fabio Lione (voce) e la dipartita di Alessandro Bissa (batteria), entrambi rimpiazzati però da due pezzi da novanta del calibro di Mike Terrana (batteria), un colosso che ha collaborato con artisti di fama internazionale (dai Rage, ai Masterplan, Axel Rudi Pell, Artension, Tarja Turunen e Y.J. Malmsteen solo per citarne alcuni – n. d. r.), e del giovane talentuoso rampollo torinese Ivan Giannini (voce), alla ribalta col talent televisivo “The Voice Of Italy” qualche anno or sono. Insomma una serata che non è mancata di sorprese, viste le premesse, che come dicevamo ha visto in apertura prima i capitolini Timestorm e successivamente proprio i rinomati De La Muerte riscaldare a dovere gli animi dei presenti prima del gran finale con nuovi Vision Divine: peccato che il pubblico aimé non è stato numeroso come ci si aspettava, forse anche condizionato da altri importanti eventi in contemporanea, ma nel complesso i presenti sono stati letteralmente appagati da questo evento così atteso da diverso tempo: non ci resta che augurarvi una consueta buona lettura metallica!
Timestorm
Era addirittura da fine Ottobre 2017 che mancavo all’appuntamento live con la band romana guidata dai membri storici Fabrizio Troiano (in arte Faber Troy, chitarra) e da Marco Migliaccio (basso), in occasione della venuta dei Firewind di Gus G: anche questa sera i nostri si sono rivelati in una buona forma complessiva, nonostante l’assenza del membro aggiunto Paolo Campitelli alle tastiere, per deliziarci con una scossa metallica ad inizio serata. Peccato solo il poco pubblico presente ad inizio del loro set che ha comunque infervorato l’animo dei diversi appassionati tra le prime file con l’opener “Catharsis” e la seguente melodica “Sea of Hate”, brani di ultima composizione che saranno presenti sull’ormai tanto atteso nuovo full length: il duo chitarristico composto da Giuseppe Longo (chitarra) e dal già citato condottiero Fabrizio Troiano (chitarra) sono un’accoppiata oramai consolidata nel corso degli anni, terreno ideale per far svettare la cristallina ugola di Claudio Vattone (voce), totalmente a suo agio nella band, ancora una volta protagonista di una prestazione positiva che mette ben in mostra tutte le sue notevoli capacità canore come su “Labyrinth of Dreams” o “Time Of No Sun”, durante le quali è sempre coinvolgente con il pubblico che lo supporta su ogni singolo acuto. Set breve ma incisivo, quanto basta per saziare i palati metallici, con una “Genesis” che si rivela un altro fiore all’occhiello per arrangiamenti profusi grazie ad un contributo importante dell’accoppiata Andrea De Carolis (batteria)/Marco Migliaccio (basso), musicisti di alto spessore. I nostri ci ringraziano salutandoci con la conclusiva “Lost in the Net”, facendoci ancora una volta scapocciare sul ritornello di facile presa!
Timestorm setlist:
“Catharsis”
“Sea of Hate”
“Labyrinth of Dreams”
“Time Of No Sun”
“Genesis”
“Lost in the Net”
De La Muerte
A distanza di meno di due mesi dall’ultima loro performance al Jailbreak di spalla agli amici Helligators, tornano a farci visita gli adepti di Nuestra Señora De la Santa Muerte, pronti a regalarci un altro show da capogiro come solo loro sanno fare: avevo già riferito nel mio ultimo reportage di come la band mi ha letteralmente stupito per l’essere stata brava ad evolversi nell’arco di qualche anno, partorendo un ultimo prodotto discografico ‘Venganza’ (2018) veramente notevole e con diversi spunti originali e interessanti. Il locale sembra ora essersi pian piano riempito rispetto all’inizio, grazie alla partenza affidata a “Die’n’Roll” e “Fallen Angel”, introdotte magistralmente dall’anfitrione Gianluca ‘Maracas’ Mastrangelo (voce), come sempre goliardico e coinvolgente con tutta l’audience; i tanti fan presenti lo accompagnano all’unisono sul loro manifesto sonoro, “De La Muerte”, brano che ben riassume la loro proposta musicale assai variegata, a cavallo tra sonorità stoner contemporanee e l’hard’n’heavy d’annata, complice certamente il poliedrico background di Christian D’Alessandro (chitarra) e Gianluca Quinto (chitarra), entrambi artefici di una prova convincente sotto tutti i punti di vista. “Heart Of Stone” e “I’m Alive” risultano gradevoli e mai banali, grazie al contributo non indifferente di Claudio Michelacci (basso e cori) e dell’indomabile Andrea De Carolis (batteria), quest’ultimo eroe autentico della serata visto il doppio set eseguito senza pausa alcuna o quasi. A riprova di una vena compositiva più matura rispetto agli esordi più diretti e forse un po meno elaborati musicalmente, con la struggente “Lady Death” siamo di fronte al loro lato più malinconico e introverso, ma è ancora una volta la parte conclusiva della loro esibizione a regalarci autentiche sorprese: la loro “Desaparecido”, altro cavallo di battaglia, è ancora una volta apprezzata e intonata da tutti, così come “Scream Of Madness” e la finale “Silver Bullet” sulla quale fa capolino la loro immancabile mascotte Simon Tornado, vestito come sempre da folle sceriffo, pronto a imbottirci di pallottole di salvia, per fortuna. Come dicevamo la loro forza oltre che musicale è certamente visiva, caratterizzata dal loro immancabile look mescalero, ma bisogna dare atto al combo di essere stato capace di sviluppare in questi anni un percorso artistico veramente apprezzabile, grazie certamente al supporto costante dei loro numerosissimi fan!
De La Muerte setlist:
“Die’n’Roll”
“Fallen Angel”
“De La Muerte”
“Heart Of Stone”
“I’m Alive”
“Lady Death”
“Desaparecido”
“Scream Of Madness”
“Silver Bullet”
Vision Divine
Siamo così giunti all’evento clou della serata, dopo esserci saziati con un gustoso antipasto metallico offertoci dalle buone performance dei due act capitolini in apertura: l’attesa, almeno per il sottoscritto e diversi altri compagni di merende, è certamente trepidante proprio perché, seguendo e conoscendo bene la band da svariati anni, non potevo di certo perdermi questo loro ritorno in pompa magna in terra romana, soprattutto visti i due altisonanti recenti innesti all’interno della formazione. Come in tantissimi altri campi anche in quello musicale gli equilibri sono fondamentali e spesso anche l’inserimento di musicisti talentuosi può andare a svantaggio dell’intero collettivo: per fortuna per la gioia di tutti noi così non è stato, mostrandoci invece una nuova creatura, nata dalle ceneri della precedente, più viva e vegeta che mai, grazie all’ingresso di due nuovi talenti, uno giovane e l’altro abbastanza navigato, capaci di riportare nuova linfa nella lineup. L’introduttiva “The Secret of Life” e “Beyond the Sun and Far Away” ci hanno dato dimostrazione di come il nuovo frontman Ivan Giannini (voce) sia un ragazzo umile ma dal talento smisurato, con un timbro vocale alquanto diverso dal suo predecessore Lione e forse più vicino all’ugola dell’eccelso Michele Luppi. Ma anche un brano come “The Streets of Laudomia”, dell’ultimo periodo con il Fabio nazionale alla voce, reinterpretato dal vocalist piemontese è risultato ben eseguito e soprattutto eseguito in modo sublime, grazie agli arrangiamenti tastieristici di Alessio Lucatti (tastiere), mentre ci viene presentata la nuova song “Angel Of Revenge” in anteprima, raccogliendo un buon consenso da parte dei tanti fan accorsi per tastare con mano lo stato di forma della “nuova” visione divina. Si passa ora al periodo Luppi con le seguenti “God Is Dead”, “The 25th Hour” e “Message To Home”, brani che sono entrati oramai nel cuore di tutti gli afficionados, la cui esecuzione da parte di Olaf Thorsen (chitarra) e del suo alter ego Federico Puleri (chitarra) è stata degnamente supportata dall’ugola di Ivan e dal dirompente Andrea “Tower” Torricini (basso), mentre “La Vita Fugge” è accolta da urla di giubilo da parte di tutti noi. “Violet Loneliness” fa da apripista ad un autentico show nello show, ovvero un doveroso e prolungato drum solo durante il quale il troneggiante Mike Terrana (batteria) ci sciorina tutte le sue qualità tecniche, passando da ritmi sincopati ed alternati, durante i quali fa da giocoliere con le bacchette, a sfuriate di doppia cassa da capogiro. Restiamo tutti estasiati dall’apprezzare questo musicista fenomenale, un’autentica macchina da guerra che il sottoscritto apprezzo per la prima volta in quel di Bologna al Gods Of Metal 2004 quando il “moicano biondo” si esibì in trio con i Rage, mentre ci avviciniamo verso la conclusione di uno show che ci ha rapito letteralmente durante l’esecuzione di ogni singolo brano in scaletta. Altro pezzo immancabile, “The Perfect Machine” viene eseguito con energia e passione da parte dei vecchi e dei nuovi componenti, mentre la più recente e arrembante “The Dream Maker” ci conduce verso il finale riservato alla tanto attesa “Send Me an Angel”, intonata da tutto il locale assieme a Ivan e ai suoi compagni, a suggellare una serata che ci ha fatto riscoprire una realtà storica italiana, più viva e in forma che mai, aspettando di poterci tutti gustare la loro nuova fatica discografica di prossima pubblicazione!
Vision Divine set:
“The Secret of Life”
“Beyond the Sun and Far Away”
“The Streets of Laudomia”
“Angel of Revenge”
“God Is Dead”
“The 25th Hour”
“Message To Home”
“La Vita Fugge”
“Violet Loneliness”
“Drum Solo”
“Short Intro/The Perfect Machine”
“The Dream Maker”
“Send Me an Angel”
Un ringraziamento come sempre doveroso va a tutto lo staff del Jailbreak Live Club: ad Angelo e Pino Mercuri, sempre disponibili nei nostri riguardi, all’ufficio stampa curato dall’amica Ilaria degl’Innocenti e al fonico Nino De Natale! Con la speranza di non dover aspettare troppo tempo per rivederli nuovamente qui in terra capitolina, non posso che esimermi dal ringraziare per lo spettacolo offertoci codesta Visione Divina: a discapito degli scettici che li davano per finiti, i nostri si sono rivelati una band rinata e pronta a portare in alto i vessilli per ancora molto tempo, grazie ad una nuova e positiva ventata di freschezza!