Le tigri tornano a ruggire con l´undicesimo album di inediti in studio…E che ruggito! Sin dalla copertina disegnata nuovamente da Roberto Toderico (e l´artwork interno con le foto dei nostri eroi mascherati) raffigurante una tigre che sovrasta il mondo in atteggiamento fiero, potente e minacciosa pronta a rivendicare il proprio territorio.
Per questo lavoro i Tygers Of Pan Tang decidono di utilizzare l´omonimia, nome gruppo – nome album, quasi si trattasse di un esordio per uno dei gruppi fondatori di quel movimento musicale chiamato “New Wave Of The British Heavy Metal” (NWOBHM) di cui dettarono le regole e forgiarono lo stile raccogliendo al contrario solo una piccola parte di successo per quanto seminato e che altri raccolsero a man basse.
“Never Give In” è il titolo di una canzone contenuta nell´album e Robb Weir non ha mollato, così, grazie alla sua tenacia, la leggenda delle tigri di Pan Tang continua. Quel piccolo successo raccolto attorno al nome e reinvestito ha prodotto recentemente tre grandi album in crescendo Animal Instinct 2008, Ambush 2012 e quest´ultimo registrato tra gennaio e febbraio e uscito lo scorso 21 ottobre 2016. Non è un caso che ciò sia coinciso con l´arrivo del nostro connazionale Jacopo Jack Meille. La sua ugola si adatta alla perfezione al genere hard/heavy – not too fast not too slow – proposto dalle tigri.
Ma a ben vedere (o sentire) questo nuovo lavoro forse è realmente un nuovo inizio. Per la prima volta sembra che tutti i tasselli del mosaico siano al loro posto così da farci apparire quello che le tigri sono, una ottima top band di heavy & hard rock dove alla potenza energetica si unisce anche il gusto della melodia, senza snaturarsi ne´ in un senso e ne´ nell´altro. Mai brani banali o scontati fine a se stessi. Insomma lo stile è Tygers of Pan Tang al 100%. Chi ha amato i primi non potrà non amare anche questi ultimi pur dai personaggi diversi. Lo si nota ai loro concerti (andateci se vi capita, e vi divertirete sicuramente) dove brani vecchi e nuovi si alternano con una certa naturalezza, facendovi dimenticare che in realtà sono trascorse decadi dai primi e tanto moderni appaiono i nuovi, che già siete arrivati a fine spettacolo.
Così accade anche per questo ultimo album: scorre via con naturalezza, alla fine ti meravigli che sia già concluso e cadi immancabilmente nella dipendenza del riascolto. E questo accade solo con i dischi che entrano nella testa e nella storia!
L´album si apre con il brano “Only The Brave” (è anche il primo video e singolo estratto con l´inedito “What You Say”) un brano dalla sezione ritmica tirata; i tigrotti si presentano e mostrano i loro denti, muscoli e artigli con chitarre intente ad inseguirsi in saliscendi e un assolo che ci presenta Michael Micky Mc Crystal (chitarra) all´esordio discografico in tutta la sua bravura nel dominare il proprio strumento.
Neanche il tempo di renderci conto di ciò che ci ha travolto e parte il ritmo incalzante della batteria di Craig Ellis sempre preciso e massiccio con il brano “Dust” pescato a piene mani dal manuale della canzone metal. Piu´ che “polvere” ci troviamo di fronte ad un brano roccioso reso meno indigesto agli stomaci delicati da cori e ritornello.
Incassato questo uno due travolgente rifiatiamo con il brano “Glad Rags” dalle sonorità hard rock stradaiole che molte band dedite al genere vorrebbero poter scrivere. Qui i ritmi cadenzati stop and go del riff vengono inframmezzati da assoli, battimani, ritornelli e cori che in versione live faranno divertire non poco i fans. Divertente anche il video con le avvenenti e suadenti tyger-girls.
Si torna al metal ottantiano che i coraggiosi e intrepidi tigrotti apprezzeranno appieno “Never Give In”; il testo incita a non arrendersi e deve essere certamente il mantra preferito di Robb Weir: la canzone è un inno che si apprezza grazie ai riff taglienti, ritmica da adrenalina e assoli al fulmicotone. Non a caso è il secondo brano scelto come singolo uscito proprio in questi giorni (con inedito “Plug Me In”) distribuito in 500 copie solo per collezionisti.
E giungiamo così alla prima ballad di questo album “The Reason Why”. I Tygers non ne hanno fatte molte ma quando le propongono si dimostrano sempre evocativi ed ispirati: Weir ha scritto proprio una ottima canzone, melodica, malinconica e suadente che da sola vale il prezzo del cd. Per il recensore, qui si tocca l´apice creativo per intensità, pathos e sentimento bluesy che il brano riesce a infondere toccando l´intimo più profondo e melanconico dell´animo umano: l´assolo di chitarra si incastra perfettamente nel brano a dimostrazione che senza il cuore e la passione anche il più dotato, veloce e preciso chitarrista non può nulla…Non mi stupirei se qualcuno alla fine si scoprisse ad avere gli occhi lucidi: una lezione da imparare per tutti i guitar-heroes (o presunti tali) in circolazione!
Con “Do It Again” i ritmi tornano ad alzarsi con un classico tyger riff hard rock iniziale dove spiccano ancora una volta la voce di Jack, l´assolo semplice e avvolgente di Robb, il primo, e quello di Micky più tecnico, il conclusivo, esaltando i ritmi abrasivi del basso di Gav Grain e della batteria di Craig Ellis.
I Tygers non hanno mai avuto problemi a re-interpretare canzoni pop tanto che “Love Potion n. 9” è forse quella più nota e che conclude la maggior parte dei loro concerti. Così questa volta Robb decide di rivitalizzare una piccola hit del 1974 della attrice e cantante pop inglese Kiki Dee (Pauline Matthews) “I Got The Music In Me”: i risultati sono positivi anche perché la canzone originaria non viene stravolta ma solo indurita dalle chitarre, rendendo il brano rock con ugola zeppeliniana molto divertente e gioioso nei cori…Senza neanche accorgervene vi sorprenderete a cantarne il ritornello!
Dopo questo intermezzo funky / soul giunge “Praying For A Miracle”, la seconda power ballad dell´album, la quale risulta molto ispirata e creativa: qui ogni membro della band ha un proprio preciso ruolo nella sua riuscita, dall´intro di chitarra con una piccola accelerazione nel chorus centrale prima di un assolo veramente toccante e passionale del funambolico Micky (non mi stupirei se negli anni a venire sentiremo parlare di lui come nuovo axe-hero degno erede e successore di un certo James Sykes di cui si spera ne segua le tracce) e voce passionale di Jack; con un colpo di genio, la canzone si conclude con le note della chitarra in dissolvenza e finale fischiettante alla Morricone.
Si torna al metal con “Blood Red Sky”: qui ci troviamo davanti una visione apocalittica ben descritta nei testi ispirati di Craig Ellis e degna continuazione della visionaria “Hellbound” (bombardamenti e duelli aerei nei testi). Ottima tanto che viene proposta dal vivo dalla band insieme all´immancabile classico tygers. “Angel In Disguise” è una ballad, la terza dell´album, suonata con chitarre arpeggiate della durata di due minuti circa: composta da Jack, in principio da utilizzare come prologo introduttivo, in fase di registrazione è diventata una vera e propria canzone autonoma per la sua delicatezza.
Giungiamo così alla conclusiva “The Devil You Know”: qui sono le parti ritmiche trascinanti che fanno un ottimo lavoro, soprattutto il basso di Gavin Gav Gray in evidenza su tutti; la voce aggressiva e i breaks strumentali avvincenti danno quella intensa carica che un finale richiede, ossia la voglia di riassaporare il tutto dall´inizio!
In conclusione Robb Weir, unico membro originario di quegli anni indimenticabili, è riuscito ad amalgamare attorno a se non solo degli ottimi strumentisti ed una ugola tra le migliori in circolazione nel panorama musicale e il ritorno di Tom Noble quale band manager, ma anche una nuova casa discografica, la danese Mighty Music, che crede ciecamente in questo progetto tanto da investire non solo nella registrazione (Mark Broughton) ma anche nelle fasi produzione e di missaggio (Soren Andersen e Harry Hess i nomi più importanti oggi in circolazione), distribuzione, art-work (Roberto Toderico), registrazioni di video, pubblicità e marketing, web pages, e tour nei principali festival mondiali.
Insomma ancora una volta si capisce che per avere un gruppo vincente non è sufficiente avere una o due star di livello ma serve un squadra coesa, determinata e affiatata pronta a raggiungere e superare le vette di “The Cage”, l´album più venduto della storia delle tigri prima che il giocattolo si rompesse con l´ambizione di conquistare l´America. Un passo alla volta e queste ultime tigri in America ci sono arrivate. Speriamo solo che la storia non si ripeta e la tigre non si estingui perché abbiamo tutti un istinto animale da soddisfare!
Voto: 10
Tracklist:
1. Only The Brave
2. Dust
3. Glad Rags
4. The Reason Why
5. Never Give In
6. Do It Again
7. I Got The Music In Me (Kiki Dee cover)
8. Praying For A Miracle
9. Blood Red Sky
10. Angel In Disguise
11. The Devil You Know
Line-up:
Robb Weir (Chitarra)
Jacopo Meille (Voce)
Micky Crystal (Chitarra)
Gav Gray (Basso)
Craig Ellis (Batteria)
Genere: Heavy Metal/Hard Rock
Data di pubblicazione: 2016
Etichetta: Mighty Music
Links:
www.tygersofpantang.com
Fonte: Giampaolo Paoletti