EMPOLI (Fi), Parco di Serravalle, 06/08/16 – Cosa c´è di meglio che inaugurare il periodo vacanziero con un festival tutto dedicato al metal tricolore all´interno di un parco di una ridente cittadina toscana? Solo ´orario di apertura ha penalizzato un pò i primi gruppi costretti ad esibirsi davanti ad un pubblico sparuto ma d´altronde non si poteva agire diversamente al fine di far suonare uno dopo l´altro ben otto gruppi.
Di ciò ne risentono maggiormente i pistoiesi OPERA che aprono le danze verso le 17,30, certo non è facile trovare la massima concentrazione davanti a pochi intimi ma la band offre un repertorio che sinceramente poco si presta a catturare l´attenzione di chi qui è accorso in cerca di altre sonorità, la band pare avvertire un certo disagio emotivo e la performance scorre un pò piatta senza troppi scossoni.
Tocca ai fiorentini HANIWA cercare di risollevare i toni un pò assopiti di un pubblico ancora scarso ma in lento aumento, il loro è un crogiolo di stili esaltati da taglienti riff di derivazione trash, il sound risulta essere corposo e lineare grazie all´ottima sezione ritmica composta dal drummer Mr. Crini e dal basso, nonchè voce di David Degl´Innocenti da cui si staglia l´ottima lavoro alla chitarra di Angelo Colletti, bravo nell´esaltarsi attraverso ficcanti assoli e dotato di una presenza scenica non indifferente, d´assalto proprio come la loro proposta musicale.
Con l´ingresso in scena dei veterani SEVENTH SEAL, si entra in territori più prettamente power metal, la band, grazie all´esperienza di una lunga ed importante attività live alle spalle, conditi tra l´altro dalla pubblicazione di due grandi album, viaggia come un treno e l´intesa che balza agli occhi è quella di una band ben rodata che sa quel che vuole. Lo show scorre liscio come l´olio, il modo migliore per festeggiare il ventennale della nascita della band e con l´auspicio dell´imminente realizzazione di un nuovo album visto che l´ultimo lavoro è stato pubblicato ben otto anni fa, troppi per una band che ha ancora molto da regalarci.
Nonostante il sole, tuoni e fulmini si abbattono sulla graziosa location di Serravalle, è il turno dei VIOLENTOR ed il pubblico inizia ad ammassarsi (ed aumentare) sempre di più sotto il palco. Il trio lucchese sfodera uno show molto adrenalinico, impressionante il drumming dello scatenato batterista ´lago´, la band non offre pause riuscendo a catturare persino l´attenzione di futuri ´metal kids´, ovverosia alcuni ragazzini convenuti sul luogo del parco giochi ed invece trovatisi a pogare sulle note della musica del gruppo, a nostro avviso molto professionale sia nel look che nell´approccio sul palco. Promossi a pieni voti.
Dopo cotanto metallico fragore, tocca agli storici ma rivoluzionati HAYENA calarsi nell´arena già calda, lo show della band dello storico drummer Ross Lukather e del chitarrista Gabriele Bellini cerca di rinverdire i fasti che furono ma occorrerà tempo per abituarsi a questa nuova line-up che cerca d´inglobare elementi di metal sinfonico in un contesto più prettamente classico ma d´altronde, con una cantante come Claire Briant Nesti nulla è impossibile !
Con i CRYING STEEL il festival giunge al clou della serata, la storica band bolognese, corroborata dagli innesti di due concittadini doc come Francesco Grandi (ex Rain) alla voce e Luigi JJ Frati alla chitarra (nonchè bassista dei celebri Markonee) sfodera una prestazione sopra le righe, la band suona e sta sul palco divinamente, svariati anni di tour si notano tutti, è uno spettacolo non solo ascoltare ma anche vedere i musicisti interagire tra loro, mai fermi e bravissimi nel coinvolgere ´fisicamente´ il pubblico con le loro pose ed il correre su e giù per il palco, d´altronde non si è chiamati a suonare al Wacken per caso se non si dimostra professionalità, competenza e serietà, virtù che i bolognesi hanno sfoggiato sin dagli albori degli anni ´80 allorquando insieme ad altri grandi gruppi dell´epoca come Vanadium, Strana Officina o Vanexa, han fatto sì che la scena metal italiana sin da allora acquisisse sempre più importanza, anche e soprattutto all´estero. E´ stato veramente un piacere ed un emozione poter scambiare qualche impressione con loro a fine concerto, grandi ma umili nello stesso tempo, in molti avrebbero da imparare. Storici !
Gli ANCILLOTTI giocano in casa ed il pubblico risponde veramente alla grande, nonostante l´ingresso fosse gratuito se non siamo al sold out (per mancanza di spazio) poco ci manca. La band tosco emiliana alterna pezzi recenti a pezzi di imminente pubblicazione (il nuovo album ´Strike Back´ sarà nei negozi a partire da ottobre), qualche piccolo problema di microfono non ferma l´impeto del Bud, carismatico come sempre, da notare l´intervento su un paio di pezzi dello storico chitarrista Leonardo Milani della Bud Tribe, ´fratello´ aggiunto al gruppo.
E´ mezzanotte inoltrata quando i livornesi ELDIRITCH, davanti ad un pubblico dimezzato rispetto a chi li ha preceduti, irrompono sul palco, ed è un peccato che non si siano potuti esibire davanti ad una platea numerosa, forse un piccolo errore, se ci è concesso dirlo, è stato quello di farli suonare per ultimi dopo gli Ancillotti, band che ovviamente da queste parti conta più adepti, ma nonostante ciò, la band non si è persa d´animo ed ha offerto uno spettacolo all´altezza con brani selezionati dalla loro vasta discografia e con la chicca finale della toccante ´Unknown Soldier´ dedicata a Roberto e Fabio Cappanera della Strana Officina, scomparsi esattamente vent´anni fa, un´istituzione soprattutto qui in Toscana, oltre che nel resto d´Italia.