CALENZANO (Fi), Cycle, 26/04/14 – (VISTO da Alex) * Una scoppiettante serata di ottimo metal si è tenuta sabato al Cycle di Calenzano, dove più che un concerto con la band principale (Freedom Call) e la band di supporto, è stato più un mini festival al chiuso, viste i tanti (troppi) gruppi che hanno calcato il palco; ben cinque. Improponibile l´orario di apertura e di inizio concerto, le 19:30. Purtroppo, causa ciò non abbiamo potuto goderci le prime due band, gli Inside Mankind e i pratesi Windfall.
Arrivati giusto in tempo per ascoltare i romani Infinita Symphonia, la prima cosa che ci colpisce del gruppo è la passione che ci mettono nel suonare le loro canzoni; in appena mezz´ora regalano ai (pochi e freddini) presenti una manciata di brani tratti dai loro due album, “A Mind´s Chronicle” e l´ultimo “Infinita Symphonia”. Il power/heavy/prog regalato al Cycle è di quello bello tosto, non molto originale e innovativo, ma comunque complessivamente godibile. Non male la tecnica dei componenti della band, soprattutto del martellante batterista Ivan Daniele. Per essere una band nuova, che comunque già ha avuto l´onore di una collaborazione con Fabio Lione, gli Infinita Symphonia, hanno sicuramente la strada spianata davanti a sè, ma rimangono comunque notevoli margini di miglioramento.
Dopo una breve pausa, finalmente si avvicina il momento della grande serata, ma prima del Freedom Call è la volta del gruppo ufficiale di supporto, i DragonHammer. Ormai sulla scena da più di 10 anni e con diversi album e tour in giro per l´Europa alle spalle, i metallers romani concludono al Cycle di Calenzano il loro tour, regalando quasi un ora di distruzione sonora. Il loro power vecchio stampo, di chiara matrice tedesca, trascina il sempre più folto pubblico del locale. Con un´ ottima presenza sul palco e una scaletta niente male, i DH hanno conquistato i presenti coi loro riffs rocciosi, veloci e gli assoli helloweeniani. Non fossero stati un buon gruppo, sicuramente non avrebbero fatto su e giù per l´Europa così tante volte, e sicuramente i Freedom Call non li avrebbero scelti per aprire i loro concerti. Bello show.
Il pubblico è triplicato rispetto a due ore prima, la massa di metallers presenti al Cycle si sposta tutta ai piedi del palco e un possente intro inizia con le luci basse. Uno per uno, finalmente, salgono i Freedom Call e il brusìo si fa boato. Una calorosissima ovazione di benvenuti che lascia sorpresi positivamente i quattro di Norimberga, che semplicemente regalano due ore fantastiche di puro Happy Metal, come lo chiamano loro. Un simpaticissimo e disponibile Chris Bay intrattiene tutti noi anche con qualche parolina in italiano tra una canzone e l´altra. Una scaletta che mi ha lasciato particolarmente soddisfatto in quanto, stravedendo per i primi tre dischi, le canzoni tratte da quest´ultimi non sono state poche. Fortuna anche, che i brani ultra-happy dei tempi recenti, li abbiano lasciati in Germania.
Sapete com´è; quando è troppo… Dalla rocciosa “Union of the Strong”, ovvero l´opener del loro ultimo album “Beyond”, alla stupenda old “We are One”, dalle happy “Hero Nation” e “Farewell” (il cui indelebile ritornello è stato cantato da tutti i presenti) alla più cupa ma eccezionale “Tears of Taragon”, è stato un tripudio di braccia alzate, cori all´unisono e di immancabili poghi al centro della sala, che si son trasformati in un caos pazzesco con la velocissima hit del loro repertorio “Freedom Call”. Senza stare a nominare una per una le 17 canzoni eseguite (in ogni caso vedrete la foto della scaletta che il sottoscritto ha “preso in prestito” alla fine dello show), è stata una serata che da tempo non si vedeva in piccoli locali della zona come il Cycle, I proprietari e gli organizzatori saranno senza dubbio rimasti entusiasti della risposta della gente appena saputa la presenza di Chris Bay & co. Da segnalare un´ulteriore nota positiva. In primissima fila, accanto a me, due bambini sui dieci anni, con tanto di maglietta targata Freedom Call, che hanno cantato ogni brano del gruppo. Un piacere vedere come anche i piccoli possano prendere parte a serate di festa come un questa. Da sempre oggetto di poco piacevoli luoghi comuni, il metal stasera si è preso una piccolissima rivincita su tutti coloro che da decenni gettano fango su quella che per noi è e rimarrà la musica più bella ed emozionante che esista.
(VISTO da Marcello Dubla) * Serata di alto livello al Cycle di Calenzano, dove si sono esibiti i tedeschi Freedom Call, uno dei maggiori gruppi di punta del power metal internazionale. Lo show è stato preceduto dall´esibizione di altre quattro band nostrane, probabilmente un pò troppe visto l´orario in cui si son dovuti esibire gli Inside Mankind ed i Windfall e di cui purtroppo non possiamo dirvi nulla visto l´impossibilità di raggiungere il locale così presto. Certamente, essendo queste due bands toscane, non mancheranno occasioni di vederli presto in azione.
Arriviamo in loco quindi durante l´esibizione degli Infinita Symphonia i quali sfoderano una sorta di power prog dalle tinte forti, il pubblico da scarno e timido si trasforma pian piano in un´audience più partecipativa, grazie soprattutto agli sforzi del vocalist che invita i fans ad accorrere sotto il palco e a non restare distanti, poi pian piano il ghiaccio si scioglie permettendo alla band di riscuotere il giusto tributo.
Coi i Dragonhammer l´aria diventa davvero bollente, la band romana sicuramente gode di un suono migliore (o forse è la mia impressione) ed i pezzi scivolano via meravigliosamente, sontuosi tappeti tastieristici che si stendono ai piedi di incredibili cavalcate metalliche i cui riferimenti maggiori sono da ricercare in quei gruppi che hanno reso grande questo genere, e stiamo parlando di bands come Gamma Ray, Helloween o gli stessi Freedom Call. Una grande conferma questi Dragonhammer che hanno inviato a chi li conosceva e a chi non, un forte segnale positivo sullo stato di salute dell´ l´heavy metal italiano, troppo spesso incline a piangersi addoss ed in difficoltà nel far luccicare come meriterebbero, le gemme migliori.
E giungiamo al cluou della serata, non fosse altro per l´importanza della band di Chris Bay, in pista ad alti livelli già da una quindicina d´anni. Alfieri del cosiddetto ´happy metal´ i nostri fortunatamente scelgono di non incentrare lo show totalmente sulle melodie più zuccherose del proprio repertorio (personalmente non amo all´eccesso questo genere) ma bensì, a parte due o tre songs, su brani dal maggiore impatto power, d´altronde la peculiaretà della band capitanata dallo storico leader Chris Bay si è sempre distinta per i poderosi riff su cui sono costruite le proprie canzoni (i primi due splendidi album che dovete andare a recuperare sono lì a testimoniarlo) anche se i ritornelli d´impronta ´happy´ non mancano di certo ma questo, a parte il sottoscritto, paiono piacere molto al pubblico che a memoria recitano i testi delle canzoni tra il felice stupore degli stessi musicisti. Da rimarcare una prima fila composta da piccolissimi, attivissimi fans oltrè anche capelloni (crescono bene)e con tanto di t-shirt del gruppo preferito (8-10 anni al massimo), ragazzotti più grandi, vecchi rocker come il sottoscritto e splendide fanciulle.
Dato il protrarsi dello show delle quattro band, saltano gli annunciati Altair ma non dopo che viene promesso loro che la data perduta sarà recuperata, giusto il tempo di farsi qualche foto con i disponibilissimi musicisti che è tempo di levare le tende.
Che dire in conclusione se non che ci piacerebbe assistere sempre di più a di questi concerti, in una scena musicale sempre più avvezza a celebrare troppe inutili tribute band (non se ne può più), un plauso agli organizzatori della splendida serata ed alla prossima !!