A distanza di tre anni da ´Twilight Opera´, fortunato ed acclamato album di debutto, gli italianissimi Sound Storm tornano alla carica con un nuovo disco: “Immortalia”.
Come detto da Valerio Sbriglione (chitarrista della band), il titolo rievoca mondi spirituali e trascendentali, legati alla vita in ogni sua sfumatura. Dall´art work, un lavoro di Felipe Machado Franco (Blind Guardian, Rhapsody Of Fire), si evince chiaramente quale sia il messaggio che questo disco si propone di farci arrivare.
L´album è uscito il 28 agosto 2012 e ci propone un sound teatrale e melodrammatico che caratterizza da sempre la band torinese.
Attraverso la prima traccia d´apertura, omonima che da´ titolo all´album, un´introduzione che rievoca i fasti di antiche epoche passate, ci inoltriamo in ´Immortalia´, un viaggio epico composto da undici meravigliosi pezzi.
La cavalcata inizia col secondo pezzo in scaletta, ´Back To Life´, il primo potente singolo estratto a cui è affidato il compito di catapultarci subito nel mondo di ´Immortalia´. La marcia prosegue incessante con ´The Curse Of The Moon´ e ´Blood Of Maiden´, pregiati pezzi di una forza dirompente. In seguito è la volta della prima metal ballad, introdotta da dolci noti al pianoforte e dalla calda voce di Philippe D´Orange, impeccabile come sempre e maestoso nel gestire quello strumento composto da ugola e corde vocali di rara fattura. Non da meno è l´assolo di chitarra, uno dei tanti magistralmente eseguiti da Valerio Sbrigliano.
Ormai sempre più immersi in queste nelle tetre e spettacolari atmosfere di questo album, è la volta di ´Promises´, pezzo incalzante e ritmicamente cadenzato che sicuramente manderà in delirio anche i palati più fini. Qui cade a fagiolo ´Call Me Devil´, altra traccia davvero molto interessante e arricchita dagli imperiali vocalizzi del soprano Ilaria Lucille De Santis, abilissima a danzare sul pentagramma di tutto il disco.
´Seven Veil´ sicuramente è la traccia che più incuriosisce, grazie alla sua introduzione vagamente arabeggiante e uno stile particolareggiato e diverso dalla trama di ´Immortalia´ che, ancora una volta, sorprende e colpisce nel segno.
Siamo ormai giunti alle ultime tracce, la conclusione di questo album si presenta molto toccante e sconvolgente, prima con la ballad ´Watching You Fading´, una coinvolgente melodia capace di catalizzare l´attenzione per tutti i cinque minuti della sua durata; ed a seguire con ´Warth Of The Storm´, dirompente pezzo aperto a riff di chitarra e “pestaggi” di batteria in cui Federico Brignolo veramente non si risparmia.
Si arriva alla fine chiudendo in bellezza con ´The Portait´. Come avvenuto per ´Twilight Opera´, anche in ´Immortalia´ si è scelto di chiudere l´album con un pezzo importante, della durata di poco più di nove minuti in cui è riassunta e viva l´essenza di tutto il disco. Corde di violino e note di pianoforte dolcemente sfumate, un degno finale.
Questo lavoro segna un´importante e concreto passo avanti nella crescita della band torinese che si conferma, per la seconda volta, originale ed innovativa pur mantenendo saldi i caratteri originali contraddistinti in ´Twilight Opera´. Il disco è di forte impatto, diretto, deciso, quasi come una cannonata nel panorama power/symphonic/metal italiano.
Voto: 8
Fonte: Valentina Crescentini