Quinto lavoro in studio per gli olandesi Epica che con questo attesissimo “Requiem FTI” si confermano come una delle band di punta e più innovative dell´intero panorama metal internazionale.
Ancora una volta Marc Jansen, uno dei musicisti più talentuosi in circolazione in ambito rock e nella fattispecie maggiore compositore del gruppo, ci regala momenti di emozione pura attraverso epiche canzoni dalla struttura complessa ma di non difficoltosa assimilazione nello stesso tempo, tale aspetto è infatti il pregio degli Epica e la chiave se vogliamo del loro meritatissimo successo, cioè riuscire a coniugare potenza, tecnica e curate melodie alla perfezione, un processo artistico che li ha visti crescere esponenzialmente album dopo album verso traguardi solamente inimmaginabili per molte altre band del settore.
Sicuramente, a questo punto della loro carriera, gli Epica possono essere considerati il maggior punto di riferimento per tutte quelle band che tentano di fondere un certo tipo di death se così si può dire melodico a sonorità più riflessive e melanconiche grazie ai sempre più frequenti e forse abusati vocalizzi femminili.
Ma il merito più grande degli olandesi consiste soprattutto nel fatto di non aver mai perso di vista quella forte metrice heavy metal che li contraddistingue dalle altre band del settore, per questo ci stupiamo quando in giro continuiamo a leggere di paragoni impropri che li riconducono a filoni ´gothic´, il cui significato ci è a noi sconosciuto in quanto un musicista in genere lo si ´inquadra´ per la propria identità artistica musicale e non per un certo modo di vestire o di truccarsi, ma spesso, quando in certe redazioni c´è troppo lavoro, è più risolutivo guardare le immagini e a fermarsi alle apparenze piuttosto che ad ascoltare, ergo poi ne scaturiscono giudizi a vanvera, soprattutto in Italia ma questo è un altro discorso.
L´album è un crescendo di emozioni che vive e pulsa in un saliscendi di stati d´animo in cui prog, death e pop (nel senso più nobile del significato) si fondono alla perfezione non dando tregua all´ascoltatore.
Nulla appare scontato o prevedibile nella musica degli Epica, l´emotività può raggiungere vette impensabili laddove un pezzo lento può deragliare improvvisamente in una cavalcata metal (e viceversa) in cui la contrapposizione tra la suadente voce di Simone e il growl di Marc è capace di lasciare senza fiato tanta è feroce e dolce nello stesso tempo l´alternanza tra i due modus operandi apparentemente in contrasto tra di loro ma mai così comprimari l´uno dell´altro.
Un disco in definitiva per palati fini e non per ascoltatori distratti e dalle aspettative limitate (quelli che giudicano sbrigativamente e che si fermano dopo poche note o perché c´è troppo growl oppure troppi lenti femminili …), costoro, purtroppo, non sanno cosa si perdono !
Voto: 10
Fonte: Marcello Dubla