

Anno 2025 – Voto: 6,5/10 *
Giunge così al quinto full lenght la band olandese ad ispirazione Prog Metal dei Kingfisher Sky. In un album completamente autoprodotto il combo orange da il titolo della nuova fatica discografica ispirandosi ad un antica leggenda Cherokee : “Ci sono due lupi che combattono sempre. Uno è oscurità e disperazione, l’altro luce e speranza”.
Chi vince? Quello a cui dai da mangiare”. Il conflitto interiore ed il contrato fra luce ed ombra sono temi ricorrenti nelle tematiche di quest’album che alterna momento di pace quasi bucolica a momenti più elettrici e ritmati, senza però andare oltre il solco di quell’equilibrio che sembra il marchio di fabbrica di questa band.Infatti la tracklist “Feeding the wolves” che apre l’album è già una dichiarazione d’intenti. Si respira un atmosfera folk rock, anche grazie al flauto dolce di Troy Donockley dei Nightwish, uno degli ospiti dell’album insieme ad Edward Reekers, ex cantante degli olandesi Kayak, che mescola la sua voce con la bella vocalità di Judith Rijnveld, talvolta cantando con lei all’unisono. L’equilibrio e l’armonia regnano anche nella canzone che segue: “Fade Away” che ti cattura subito con il suo ritornello accattivante ma non scontato. Si ha l’impressione di sorvolare praterie sconosciute che ti accolgono come fossero luoghi natii, con una leggerezza che fa bene all’anima. E in questi ampi spazi sonori c’è anche un bel solo di chitarra di Edo van der Kolk che rende il brano nel complesso un piccolo gioiello.
Di tutt’altro tono è la seguente “ Nobody Else is Watching” con il suo incedere marziale e la sua melodia orientaleggiante “Oh, It’s the end of the wold and you know it” si ripete nel ritornello come in un drammatico mantra, oscure nuvole coprono ora le praterie che prima erano soleggiate. Quale dei due lupi stiamo nutrendo adesso?“It’s never end” ci porta improvvisamente in un territorio prog con un tempo dispari dal sapore Marillion o Porcupine Tree che si alterna ad un tempo pari in cui si apre la melodia. La voce di Judith Rijnveld mescola toni drammatici quasi da canto lirico nei suoi picchi più alti : “She’s not welcome here anymore. Even though she’s lived here for centuries Chased away from her own home”Con “Bess” si torna in territori folk rock, La canzone è una dolce cantilena che non guasterebbe nel repertorio Fairport Convention o Pentagle, ma Il gioco ritmico in levare porta la quota prog nel brano che così non indulge nella pura ballata folk ma mantiene viva la propria matrice musicale.
La dolce melodia di Distant Memories ti cattura gia dalle prime note e ti culla fino alle ultime note quando il brano si chiude improvvisamente, senza lasciare nessuna coda sonora, come per rendere quelle “memorie distanti” descritte nella canzone cristallizate nella memoria e relegate ad un passato che non potrà piu tornare. “Because it’s you” ha una melodia che colpisce subito al cuore, con il suo fascino “anni ‘80” che ricorda un po gli Ultravox di Midge Ure. Il brano contiene nei suoi testi un invito ad avere fiducia in se stessi e nella propria singolarità, quasi un inno all’autostima: “Take a look Don’t be ashamed Don’t fear opinions That should not be proclaimed Because it’s you And no one else”. Il tono folkloristico di Dormancy sottolineato dalla presenza della cornamusa irlandese di Troy Donockley ha anche un retrogusto gotico, vagamente inquietante. Qualcosa di misterico, mitologico ed ancestrale nel significato di questa breve canzone dedicata all’inverno ed ai cicli naturali legati ad esso … vengono alla memoria, quasi per magia, i dipinti cinquecenteschi di Pieter Bruegel dedicati, appunto, alla stagione più freddi.

I ritmi prog tornano prepotentemente con “Embrance the Moment” , un invito a vivere il presente staccandosi dalle convenzioni e dai condizionamenti della vita, ed al centro del brano anche una tastiera che ci ricorda i Genesis di Tony Banks. In questo brano ogni strumento è “al posto giusto” ed anche i cambi di ritmo più azzardati non guastano l’armonia generale. A seguire un altra bella canzone carica di fulgente melodia: “Vertigo”, prima di arrivare al finale “Big Dipper”, pura poesia sia nella musica che nei testi: “Gazing upwards into the cosmic sea The ghostly light of the dying star Arrived for us to see A star’s farewell from a time long past Shot from a distant constellation No matter where we are We will gaze upon the same stars Glimmering echoes of time gone by Dance forever in the nighttime sky”.
Adesso i due lupi dentro di noi hanno smesso di lottare, e camminano fianco a fianco, nell’immensa prateria.
Line up – Judith Rijnveld: Vocals; Edo van der Kolk: Guitars; Nick Verschoor: Bass guitar and additional acoustic guitar; Erik Van Ittersum: Keys; Ivar de Graaf: Drums, percussion, Irish bouzouki, mandolin, additional acoustic guitars, additional keys and fretless bass; Maaike Peterse: Violoncello.
Special guests: Edward Reekers: Vocals on Feeding the Wolves; Troy Donockley: Uilleann pipes on Dormancy, high flute of vengeanceand low flute of justice on ‘Feeding the Wolves’; Ruben Margarita: Violin and viola; Bouke Visser: Flute on Dormancy.
* SCHEDA
ARTISTA: Kingfisher Sky
TITOLO: Feeding The Wolves
ANNO: 2025
ETICHETTA: Self
GENERE: Prog metal
VOTO: 6,5/10
PAESE: Olanda
Tracklist:
1) Feeding the Wolves
2) Fade Away
3) Nobody Else is Watching
4) It Never Ends
5) Bess
6) Distant Memories
7) Because it’s You
8) Dormancy
9) Embrace the Moment
10) Vertigo
11) Big Dipper
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