Oggi 5/08/23 ci troviamo a Filago per il Metal for Emergency, un festival metal organizzato per beneficenza che fa parte delle giornate del Filagosto.
I gruppi che vedremo oggi in apertura sono tutti italiani e apriranno ai Dark Tranquillity. Vengono dalla Svezia e insieme agli In Flames e At The Gates sono considerati i pionieri del death metal scandinavo.
L’apertura dei cancelli è fissata per le 16:00 così da permettere alle orde di metallari di affluire in tutta calma e prendere posto sotto il palco prima che inizino i concerti.
Sono le 17:30 è previsto l’inizio del primo gruppo, i Break Me Down, che puntuali come orologi svizzeri si presentano sul palco carichi di adrenalina. Sul loro volto si leggono benissimo felicità ed emozione che esprimeranno con il loro alternative metal tramite una setlist davvero energica ed esplosiva, per i prossimi quaranta minute il palco sarà completamente loro e ci accompagneranno con brani tratti da vecchi e nuovi album. La cantante è una furia e ha una voce potente e aggressiva, ma anche calda e delicata quando le circostanze lo richiedono. I musicisti non sono da meno, bravi, precisi e tengono il palco da paura. I BMD non perdono occasione di incitare il pubblico tra una canzone e l’altra mantenendo i ritmi serrati e adrenalinici. Iniziano la loro esibizione con “New Hero” e tra un brano conosciuto e l’altro, senza dimenticare la presentazione del nuovo inedito “Not a Liar”, arriviamo troppo velocemente alla chiusura e ai saluti con un singolo uscito nel 2022: “See Me Fall”.
Setlist Break Me Down:
-New Hero
-Nightmare
-Necessary Evil
-O.C.D.
-The Pond
-Not A Liar
-Lose Your Mind
-The Other Life
-See Me Fall
Per ogni cambio palco l’attesa è di 20 minuti, l’organizzazione del MFE è impeccabile e i tempi sono rispettati al secondo tant’è che nel pit, tra una chiacchiera e una nuova conoscenza il tempo vola ed è già ora dello show dei Genus Ordinis Dei, un gruppo metal proveniente da Crema formato da amici tutti musicisti di altissimo livello. Salgono sul palco e con il loro atteggiamento guerrigliero mettono le cose in chiaro da subito: per i prossimi quaranta minuti minuti vogliono la massima partecipazione e in cambio ci restituiranno un muro sonoro fatto di riff taglienti e melodie epiche. Lo show parte con un inno epico: l’intro “Ritual” che è perfetto per sancire l’inizio della battaglia e pre annunciare “Hunt” e “Edict” dall’ultimo album . Lo show prosegue spedito, il forte carisma del cantante e la su figura imponente spiccano sul palco. Gli astanti si infiammano ad ogni incitazione da parte della band e tra un brano e l’altro provenienti dai primi due dischi arriviamo alla presentazione dell’ultimo singolo: “Changing Star” e anche qui (a parte per i ritornelli più calmi), i toni non si rilassano per niente e la doppia cassa di Nico spara sul pubblico senza pietà. Anche per loro i minuti a disposizione sono quasi finiti e con i tre brani “Red Snake”, “Root and Idols of Cement” e “Fire” pongono fine alla battaglia porgendo calorosi saluti e ringraziamenti al pubblico e all’organizzazione.
Setlist Genus Ordinis Dei:
-Ritual
-Hunt
-Edict
-Halls of Human Delights
-The Fall
-Embracing the Earth
-Changing Star (Live debut)
-Red Snake
-Roots and Idols of Cement
-Fire
Giusto il tempo per una birra defaticante ed ecco che salgono sul palco i Deathless Legacy agghindati a dovere per l’evento. La band nasce come tributo ai DeathSS, ma negli anni ha sviluppato una propria identità pur ispirandosi a loro per look, tematiche e performance visiva sul palco. L’onore dell’ apertura è lasciata al batterista che ci benedice (o maledice) con un teschio. Ora fa il suo ingresso il resto della band e per introdurre l’inizio del loro rituale musicale ci deliziano con “Ora Pro Nobis” e l’oscura “Ritual of Black Magic”. Durante il concerto non mancano delle performance visive messe in atto per introdurre brani o per accompagnarli, aumentando così l’effetto visivo sul palco. Si passa da finte interiora strappate dalla bocca di una suora, ad un esorcismo per poi arrivare a rituali con maschere, e a danze con veli, sensuali e oscure, messe in scena sempre dalla loro fedele e bravissima performer. Il concerto continua senza intoppi e i Deathless Legacy, passando agilmente tra brani vecchi e nuovi ci offrono uno show che non annoia mai, tessendo una trama audiovisiva degna di nota. Anche per loro il tempo è quasi finito e ci lasciano con “The Coven” dall’ultimo album e con “Dominus Inferi” tratto dall’album “Ritual of Black Magic”. Saluti e ringraziamenti non possono mancare anche per loro e uscendo lasciano posto al cambio palco per l’arrivo dei prossimi Sadist.
Setlist Deathless Legacy:
– Ora Pro Nobis
– Rituals of Black Magic
– Absolution
– Queen of The Infernal Pantheon
– Moonless Night
– Your Blood Is Mine
– Altar of Bones
– Litch
– The Coven
cala la sera e il pubblico è sempre più denso sotto il palco del MFE. Sono tutti pronti per accogliere una band storica, i Sadist che con trent’anni di carriera alle spalle e nove album all’attivo sono una pietra miliare del death metal italiano. La formazione attuale è giovane, fresca e molto tecnica e accompagna Trevor, cantante storico della band nostrana che al suo ingresso non può fare a meno di notare le nuove leve nel pubblico che ancora amano e hanno voglia di scoprire una musica diversa da quella commerciale sempre più diffusa. Un grande applauso è dedicato a loro, ai giovani metallari sotto palco pronti per una grande serata. Un intro malinconico e un urlo che squarcia l’atmosfera. È con ”Breathin’ Cancer” che i Sadist ci danno il benservito per poi rincarare la dose con “One Thousand Memories” e “Tearing Away” dal loro album omonimo. Proseguono inesorabili con “Season in Silence” e “The Attic and the World of Emotions”, il bassista e il chitarrista sono indemoniati e saltano ovunque dividendosi il palco e alimentando il pubblico di guerrieri con folate di decibel taglienti come lame. Anche in questa edizione del MFE, come da tradizione non ci si annoia e il tempo vola troppo velocemente. Siamo in dirittura d’arrivo e con le note rituali di “Accabadora” parte il conto alla rovescia e attraverso le melodie di “Escogido” e “Tribe”, i Sadist ci portano alle fine del viaggio, agli albori, dove tutto ha avuto inizio: nel 1993 con “Sometimes They Come Back”.
Setlist Sadist:
– Breathin’ Cancer
– One Thousand Memories
– Tearing Away
– Season in Silence
– The Attic and the World of Emotions
– Accabadora
– Escogido
– Tribe
Il buio è ora totale, l’atmosfera di attesa si fa più densa, ma ecco che le luci si fanno basse e tenebrose per accogliere i pionieri del melodic death metal Svedese e del Gothenburg sound: i Dark Tranquillity. Fanno il loro ingresso sul palco solenni e maestosi e il loro l’inizio e degno della fama che li precede. La sete di metal del pubblico viene subito placata con “Encircled” e “Monocromatic Stains”. Si prosegue con un’altalena melodica tra le sensazioni oniriche di “Forward Momentum” e la rabbia di “Lost Apathy”. La band è veramente in forma, e tiene il palco in maniera esemplare. Si prosegue spediti senza problemi passando da brani di “Atoma” a brani di “Damage Done” per arrivare a “Phantom Days” e “Transient”. Finalmente presentano un brano tratto dall’album “Fiction”, album non ancora affrontato in questo concerto ed è l’intro di synth a dare il via ala splendida “Terminus”, ma è sul brano “Atoma” che il pubblico esplode e che la band da il meglio. Siamo a Metà concerto e i ragazzi sul palco non danno segno di fatica, suonano e danno spettacolo come delle macchine instancabili, però ora i ritmi si distendono leggermente con “The Dark Unbroken” riprendendo subito dopo con i ritmi serrati di “Nothing To One”. Si Apre ora uno squarcio temporale su due brani dal passato risalenti rispettivamente ad album del 1999 e al 2005 con “New Build” e “ThereIn” che a mio avviso è un capolavoro e impazzisco per l’intro di chitarra. Anche questo MFE sta giungendo al termine purtroppo e anche il tempo per i Dark Tranquillity è quasi giunto al termine, sono infatti due i brani che mancano all’appello prima dei saluti finali e sui riff violenti di “Final Resistance” e sulla batteria tonante di “Misery’s Crown”, i Dark Tranquillity ci salutano, dopo una performance fantastica di un’ora e mezza.
Setlist Dark Tranquillity:
– Encircled
– Monochromatic Stains
– Forward Momentum
– Lost Apathy
– Cathode Ray Sunshine
– Phantom Days
– Transient
– Hours Passed in Exile
– Identical to None
– Terminus
– Atoma
– The Dark Unbroken
– Nothing to No One
– Icipher
– What Only You Know
– The New Build
– ThereIn
– Final Resistance
– Misery’s Crown