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GREAT AMERICAN GHOST: pubblicano l’EP Torture World il 20 gennaio 2022 su MNRK Heavy!

COMUNICATO STAMPA

Il gruppo di Boston GREAT AMERICAN GHOST pubblicherà l’attesissimo EP “Torture World” il 20 gennaio 2022 su MNRK Heavy. Oggi vengono svelati copertina, tracklist e il primo singolo “Kingmaker”.
 
Con “Torture World”, prodotto da Will Putney (A Day To Remember, Knocked Loose, The Amity Affliction), che si era già occupato dell’acclamatissimo full-length del 2019 “Power Through Terror”, la band indirizza l’ira hardcore della vecchia scuola contro l’ipocrisia, l’apatia e il disprezzo di sé, dando vita a una nube scura di riff inesorabilmente taglienti. La title track dell’EP mescola atmosfere melodiche con una pesantezza implacabile, spostandosi rapidamente tra il classico death metal, l’hardcore furioso e la furia alimentata dalla doppia cassa. “Womb” è veloce e inclemente come se provenisse dalle gelide foreste della Scandinavia, andando selvaggiamente avanti e indietro tra il blackened death e il lento, rude sludge. “Death Forgives No One” conclude il lavoro con una piega progressive, parti ripetitive e ossessive e un’essenza sottesa quasi esoterica.
 
Il cantante Ethan Harrison e il chitarrista Niko Gasparrini non nascondono il loro amore comune per i Nine Inch Nails e l’industrial, come si evince nel primo singolo di “Torture World”, “Kingmaker”. La traccia di apertura dell’EP è molto metal, ma anche spigolosa ed estremamente percussiva, e mette in luce l’attenzione della band per i dettagli quando si tratta di creare la musica, intrecciando attentamente cori, breakdown e riff martellanti.  

Ho scritto “‘Kingmaker’ al culmine dell’isteria di QAnon“, spiega Harrison. “È la mia osservazione su quelle persone che permettono di alimentare ogni loro scelta a qualcosa di così chiaramente basato sul razzismo e sul bigottismo e propagato per centinaia di anni solo per essere riconfezionato e rivenduto come qualcosa di nuovo e originale, e su quanto questo mi disgusti. Alcune cose dovrebbero essere respinte a priori“.
 
Il video di “Kingmaker” può essere visto qui: https://www.youtube.com/watch?v=edtNzXZtlM4
 
“Torture World” verrà pubblicato in CD, LP, cassetta e digitale. I preordini sono disponibili QUI.
 
La tracklist di “Torture World” è la seguente:
1. Kingmaker
2. Torture World
3. Womb
4. Death Forgives No One
 
Era il primo concerto dei GREAT AMERICAN GHOST in diciotto mesi, e non c’era alcuna garanzia che ci sarebbe stato un pubblico. The Ghost Inside, Every Time I Die, The Acacia Strain e Currents hanno riempito il bill del palco all’aperto nel parcheggio del Palladium di Worcester, Massachusetts. I GREAT AMERICAN GHOST, provenienti dalla vicina Boston, sono saliti sul palco per primi, con molta luce del giorno a disposizione. “Ero nervoso“, confessa il frontman Ethan Harrison. “Ho pensato che nessuno sarebbe venuto presto a vederci. Trovo sempre il modo di essere ansioso in queste situazioni. Era il maggior numero di persone davanti a cui abbiamo mai suonato e il maggior numero di persone davanti a cui mi sia mai trovato personalmente“.
 
Il trionfante ritorno post-pandemico di fronte a 10.000 persone entusiaste è stato una prova di quanto successo abbiano riscosso i GREAT AMERICAN GHOST grazie a un flusso costante di musica furiosa. Il gruppo che Metal Injection definisce “sempre pieno d’odio, sempre incazzato”, ha costantemente costruito un seguito devoto con il tetro e pesante “Everyone Leaves” (2015), “Hatred Stems From The Seed” (2017), “Don’t Come Back EP” (2016) e “Power Through Terror” (2019).

Anche se il lockdown mondiale e le avversità personali grandi e piccole hanno minacciato di far deragliare la band, la perseveranza alla fine ha prevalso, dando vita a un EP di quattro canzoni, “Torture World”, pronto a portare la rabbia violenta della band in nuove direzioni. 
 
Eravamo entusiasti di ‘Power Through Terror’ e pronti tornare on the road per quanto umanamente possibile“, ricorda Harrison. “Quando il disco è uscito a febbraio avevamo un mucchio di tour programmati. Poi siamo stati bloccati a marzo. Sono stati diciotto mesi molto lunghi per noi, come per la maggior parte delle persone. Ci sono stati un sacco di momenti in cui sono successe cose davvero brutte, e abbiamo pensato, ‘Beh, forse non vogliamo più suonare’. La mia salute mentale stava precipitando. Onestamente, abbiamo avuto un anno davvero orribile“.
 
Ma quando la luce ha iniziato a intravedersi verso la fine del tunnel, con piani per concerti e persino tour all’orizzonte, Harrison e i suoi compagni di band – il chitarrista Niko Gasparrini e il batterista Davier Perez – hanno cominciato ad avere qualche barlume di speranza. “Le conversazioni hanno cominciato a sembrare più reali. Ho provato una sensazione che non avevo da molto tempo. Mi mancava la band anche più di quanto mi rendessi conto“. 
 
Non avevamo alcuna pressione o aspettativa su come ‘Torture World’ dovesse suonare“, dice Harrison. “Abbiamo fatto quello che volevamo, e questo è quello che ne è venuto fuori. C’è una gamma di suoni più ampia rispetto alle nostre precedenti uscite. Campane, percussioni, un sacco di strumentazione extra“. E i riff sono ancora lì.
 
Le prime uscite hanno affrontato con nuda aggressività i sentimenti di disperazione, i pensieri di suicidio e l’amarezza per le relazioni interrotte. Su ‘Power Through Terror’, Harrison si è scagliato anche verso l’esterno, andando contro la complicità del governo nel traffico e nell’abuso sessuale; la lotta debilitante di un amico con l’alcolismo; la paura del fallimento che tiene così tanti legati all’apatia. “Torture World” affronta diverse questioni con urgenza e passione, non ultima delle quali è la lotta per l’uguaglianza e il conseguente disordine sociale amplificato negli ultimi anni. “Come maschio bianco cisgender, non sono nella posizione di dire di essere oppresso. Non è la mia storia che deve essere raccontata“, avverte Harrison. “Ma ho un problema enorme con la disparità che si verifica all’interno di questa civiltà in cui viviamo“.
 
“‘Torture World’ ha un doppio significato“, prosegue. “Alcune canzoni dell’EP sono estremamente politicizzate, mentre altre sono estremamente personali. Entrambe le cose finiscono per confondersi“.
 
Questo approccio al lato lirico continua ad applicarsi anche alla musica della abnd. Dalla prima volta in cui un punk rocker ha suonato una chitarra con la tecnica palm-mute, c’è stato un dibattito infinito su ciò che costituisca il “vero” hardcore, crossover, thrash, metalcore. I GREAT AMERICAN GHOST si pongono al di là di questa discussione. “Sono così stufo di tutta la faccenda del sottogenere“, dice Harrison. “Siamo sempre stati in questa terra di mezzo. Alcune persone che ascoltano metal non ci vedono come una band metal. Non siamo mai stati una band hardcore diretta. Quindi, non ci interessa molto. Mi interessa solo che la gente lo capisca o meno. Quando lo capiscono, li cambia o li tocca emotivamente in qualche modo? Chiamateci come volete“.
 
In concerto:
23/05/2022 PADERNO DUGNANO (MI) @ Slaughter Club con Fit For An Autopsy + Enterprise Earth + Une Misère + Sentinels


 

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