VeroRock
Image default
Album 2021 Recensioni SOMMARIO

MICHELE ANELLI – Sotto Il Cielo di Memphis

GRUPPO: Michele Anelli

TITOLO: Sotto Il Cielo di Memphis

ANNO: 2021

ETICHETTA: DELTA Records & Promotion

GENERE: Country Blues / Cantautorale / Folk Rock

VOTO: 7,5/10

PAESE: Italia

In questo ultimo annus orribilis 2020, sono molti gli eventi e le sorprese, allegre e funeste, che hanno caratterizzato il mondo in cui viviamo a tutti i livelli, relativi al mondo della musica e più in generale dei rapporti umani. Spesso, la stati forzata, che ha contraddistinto le nostre giornate, rendendole a volte monotone e angoscianti, ci ha altresì permesso di viaggiare, se non fisicamente almeno con la mente, spazziando verso universi sonori ed ambientali di per sé a volte distanti. Uno di questi “viaggi sonori” che ha letteralmente entusiasmato le mie ultime giornate è certamente l’ultimo full lenght del chitarrista e cantautore lombardo Michele Anelli, ‘Sotto Il Cielo di Memphis’, uscito lo scorso 4 Luglio per la DELTA Records & Promotion. Questo nuovo disco in studio, il quarto da solista, “è un progetto discografico che nasce da un viaggio negli Stati Uniti, un sogno accarezzato a lungo che sta per diventare realtà”, come ci racconta lo stesso autore. Una vera e propria epopea rock a stelle e strisce insomma, ma caratterizzata da un tocco di originalità e da un’interpretazione canora e lirica alquanto poetica ed ispirata in lingua madre. Ebbene si, nonostante il genere proposto sia un connubio tra cantautorato rock e le varie sfaccettature country/blues del Delta (tanto per rimanere in tema – n. d. r.) del Mississipi, il nostro ci propone un racconto tutto in lingua “italiana”, rendendoci ancora più vicini luoghi e paesaggi sonori di per sé distanti migliaia e migliaia di chilometri.

Questo nuovo progetto discografico è stato anticipato negli scorsi mesi dai due singoli apripista con relativi videoclip di “Appunti” e “Fino all’Ultimo Respiro”, che ben rappresentano un assaggio di quello che si è rivelato essere un autentico scrigno condensato di riferimenti soul, folk, rock con la giusta dose di psichedelia ad incorniciare il tutto. Questo racconto sonoro nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti nel 2019, un sogno nel cassetto di Michele, diventato realtà. Tale esperienza mistica e formativa, avvenuta in occasione dell’anniversario dei suoi trent’anni di matrimonio, ha visto il suo apice nella visita di Anelli nel “tempio del rock’n’roll”, a Memphis (Tennessee), patria del Re Elvis Presley! Insomma, un vero e proprio richiamo al quale il nostro non poteva di certo sottrarsi, durante il quale ha avuto modo di visitare e di testare i leggendari FAME Recording Studios di Muscle Shoals in Alabama, costruito dal compianto Rick Hall. E proprio in queste stanze storiche è iniziata la gestazione di questo disco fantastico, grazie soprattutto al prezioso contributo di John Gifford III alla consolle (allievo e prosecutore dell’opera di Rick Hall), nonché di Bob Wray (bassista, già nelle fila di Al Green, The Marshall Tucker Band, Ray Charles, Etta James, Clarence Carter, Johnny Cash ecc. – n. d. r.) e del talentuoso giovane session man Justin Holder alla batteria.

Da queste suggestioni a stelle e strisce in terra americana, e più in generale da questo vero e proprio “viaggio di formazione”, è nata la base per le nuove composizioni che compongono questo quarto album in veste solista, registrate tra fine settembre e i primi di ottobre 2020 al Fireplace Studio in provincia di Como. In questo ritorno in patria, hanno contribuito alla realizzazione del disco i Goosebumps bros., ovvero Cesare Nolli (chitarra elettrica), Paolo Legramandi (basso elettrico) e Nik Taccori (batteria), con l’apparizione in veste di ospiti di Andrea Lentullo (Wurlitzer) ed Elia Anelli (chitarra elettrica). Nonostante la composizione vera e propria dei brani sia avvenuta in terra italica, l’intero album risente di questa esperienza determinante vissuta da Michele negli States, durante i quali il nostro ha avuto modo comunque di incidere due brani ai FAME Studios: nello specifico, “Ballata Arida” ed “Escluso Il Cielo”, che hanno costituito la base per questi dipinti sonori dal sapore cantautorale. Il nuovo disco di Anelli si compone di ben 15 brani, di cui 8 inediti, 2 registrati ai FAME Studios e 4 demo di cui gli ultimi 2 live in studio. Siamo quindi di fronte ad un prodotto alquanto allettante, sia per le numerose composizioni presenti e soprattutto per la qualità e la varietà delle proposte musicali ivi presenti.

Come accennato in precedenza, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio album di ascedenza statunitense declinato in chiave lirica tricolore, con passaggi che spazziano dal classic rock al soul, psichedelia dei primi anni Settanta, fino a sfociare nel cantautorato rock con rimandi ad artisti come Willie Nile, Bruce Springsteen e più in generale al Jersey sound. Le quindici tracce presenti in questo album sono contraddistinte quindi da un’estrema varietà di generi e di suggestioni sonore, creando un un arcobaleno sonoro sempre più ricco col passare degli ascolti ripetuti. In questo disco è presente tutta la passione di Michele per la musica d’oltreoceano e per la poesia, in un percorso artistico che lo ha portato a questa quarta opera a suo nome. Musicista e scrittore, il nostro è stato leader e voce dei Groovers, una delle più rinomate rock’n’roll band tricolori (premio alla carriera al MEI di Faenza nel 2009), nonché fondatore e bassista, dal 1987, della band garage-punk The Stolen Cars! Ma il suo percorso artistico è stato inoltre contraddistinto da una ricerca incentrata sulla musica popolare, con riferimenti ai canti sulla Resistenza (si ricordano i dischi ‘Festa d’aprile, Oggi mi alzo e canto e Nome di battaglia: ribelli’, ‘Siamo i ribelli’ (Distorsioni) e ‘Radio Libertà’ (Vololibero).  La sua carriera da solista ha inizio nel 2013 con l’album omonimo, proseguendo poi da ‘Giorni Usati’ (Adesiva, 2016), dall’audiolibro ‘La Scelta di Bianca’ (Segni e Parole editore, 2017), fino al penultimo ‘Divertente importante’ (2018), prodotto da Paolo Iafelice.

Il nostro viaggio per le strade roventi dell’America ha inizio con il riff elettrico di “Appunti”, dal sapore alquanto settantiano che ricorda sin da subito i suoni del leggendario ‘Animals’ dei Pink Floyd: naturalmente fatti i dovuti accostamenti, soprattutto per quanto riguarda la ricerca negli arrangiamenti ed un approccio sospeso tra introspezione acustica ed uso graffiante della sei corde. Assai apprezzabile il lungo solo centrale, con la sovrapposizione di due frammenti chitarristici che si intrecciano in un crescendo fino allo stacco dell’acustica su cui il nostro si erge con una voce sognante, in un testo dal sapore autobiografico che termina con una coda cadenzata. Un brano che ci introduce in questa overtoure sonora, a cui fa seguita la stupenda “Quello che Ho”, una sorta di slow rock dal sapore di fine Sixties, con stacchi acustici/elettrici di chitarra a cui fa da contrappunto un farfisa in pieno stile dell’epoca. Gli arrangiamenti sono ancora uno degli ingredienti sui quali Anelli dedica particolare cura, rendendo intriganti ed entusiasmanti anche giri melodici pressochè semplici, ma arricchiti sia nelle musiche che nei testi da un’originalità e da un pathos profondo, alle quali fa da contraltare nel finale anche la bellissima voce femminile.

Un vibrato chitarristico introduce invece il terzo brano del disco, “Tenerezza”, accompagnato dalle parole iniziali quasi sussurrate, mentre una ritmica sincopata fa da contrappunto a questa sorta di ninna nanna, per poi sfociare in un brano maggiormente elettrico nella seconda parte. Il flusso sonoro che Anelli riesce ad esprimere si amalgama perfettamente con il tipo di proposta offertaci, senza risultare mai scontata o banale anche nei passaggi meno complessi. “Fino all’Ultimo Respiro” inizia su un breve solo di organo, al quale fanno seguito gli altri strumenti, in un mid-tempo che ricorda molto la celeberrima “Hey Oh” dei Red Chili Peppers nella melodia e nel ritornello centrale: un brano breve, di facile presa ma non per questo poco gradito, anzi! Già dai primi ascolti viene spontaneo canticchiarla in ogni dove, con un feeling unico che certamente saprà coinvolgere gli spettatori in una possibile futura riproposizione in sede live. “Ballata Arida” è invece incentrata sulla chitarra elettrica, con stacchi centrali più introspettivi, una sorta di ballad strappalacrime dal gusto southern/country su cui il cantato profondo di Michele riesce a creare emozioni uniche all’ascoltatore, così come il controcanto femminile in coda al brano, su cui si sovrappone lo splendido solo di Cesare Nolli.

Il nostro viaggio prosegue con “E’ solo un Gioco”, anch’essa dal ritmo più sincopato, in una distensione melodica dolce e suadente, dove la voce baritona ma sottile di Anelli dipinge orizzonti sonori quasi metafisici, dove il ritmo quasi ipnotico profuso dall’accoppiata Taccori/Legramandi è un piacevole accompagnamento a compendio di una composizione che risulta corale, senza nessuno strumento a primeggiare sugli altri. Veniamo invece catapultati in un groove dal sapore funky con “Spalo Nuvole”, in cui il duetto chitarra/hammond ci conduce in un refrain centrale maggiormente aperto e melodico: ottimi gli arrangiamenti di Andrea Lentullo alle tastiere, soprattutto per la ricerca bilanciata di suoni mai eccessivamente irruenti ma sempre adatti a creare un’atmosfera catartica. Stesso discorso dicasi per il solo di chitarra sul finale che chiude forse uno dei brani più interessanti dell’intero lotto. “Sono Chi Sono” è un’altra semi-ballad dall’andamento e dalla melodia alquanto malinconica, caratterizzata da una differente ritmica nelle due parti del brano: la prima lenta e sincopata, fino allo stacco di batteria che rende maggiormente elettrizzante e arrembante l’atmosfera nella sezione finale. Anche qui gli intrecci e gli arrangiamenti di chitarra con riff serrati sul finale meritano solo applausi e potranno solo che rendere l’atmosfera elettrizzante in sede live.

Passiamo adesso alle due outtake registrate ai FAME Recording Studio sotto la supervisione di John Gifford III, e contraddistinte dall’apporto strumentistico di Bob Wray al basso e di Justin Holder alla batteria. “Ballata Arida” in questa veste primordiale risente fortemente delle influenze a stelle e strisce, con un arrangiamento maggiormente rockeggiante rispetto alla versione successiva, con un approccio per certi versi più springsteeniano, soprattutto nell’interpretazione canora, con il commento finale di Gifford sul finale “It’s all good, You sound great” (vera e propria ciliegina sulla torta – n. d. r.). Il secondo brano proveniente dalle sessions americane è “Escluso Il Cielo”, con uno stacco iniziale di hammond, a cui fa da contraltare un arrangiamento chitarristico di pregio, mentre il cantato riesce bene ad esprimere la solitudine dell’essere umano odierno, nello svolgersi di una giornata. Anche in questo caso è udibile al termine del brano un commento positivo di John (“It’s pretty cool” – n. d. r.) a riprova del lavoro eccellente svolto da Michele e dai due turnisti statunitensi.

E’ la volta adesso delle tre versioni demo presenti in questo full lenght, registrate invece nel Fireplace Studio, ed entrambe contraddistinte da un’esigua durata. “Ho Sparato al Domani” parte con un inusuale e martellante giro di basso a cui fa da controcanto un tappeto di pianoforte sorretto da uno shuffle quasi jazzato di batteria, fino a sfociare in un ritornello dal sapore melodico, che ricorda in alcuni giri forse il già sentito “Fino all’Ultimo Respiro”. La seguente “Il Figlio” è segnata invece da una batteria maggiormente serrata, pur attestandosi su ritmi standard, mentre il resto del brano è segnato da una ricerca sonora dove si intrecciano i vari strumenti presenti. Due composizioni abbastanza semplici e che, almeno personalmente, mi hanno colpito forse più per la cura pedissequa negli arrangiamenti che nell’articolazione compositiva, forse in alcuni punti un po prolissa, ma è ovviamente un’impressione di primo acchito. L’ultimo brano in questa versione demo presente è la sognante “Giovanni e il R’n’R come cura contro l’Indifferenza”, che narra la vita di un artista rock’n’roll avvolta dalla passione per la musica, contraddistinta però dalle difficoltà economiche nel raggiungere il sogno tanto agognato. Stilisticamente siamo di fronte ad un brano soft rock, dominato dal tappeto di hammond su cui si staglia la voce meditativa di Anelli, nella quale traspare un pizzico di malinconia in un brano forse anch’esso in parte autobiografico.

Ci avviciniamo alla conclusione di questo nuovo album con le due versioni demo live in studio che rendono giustizia ad un quarto lavoro assai godibile e con molti spunti di riflessione, sia a livello musicale che di testi. “Sempione 71” continua il precedente brano, attestandosi sulle stesse tonalità e ritmiche sincopate, questa volta però con la sei corde in versione elettrica a condire le atmosfere meditative, mentre la chitarra acustica sorregge la voce sussurrata, senza la presenza di nessun altro strumento: a riprova di come a volte la semplicità possa rendere magica qualsivoglia composizione se suonata ed elaborata con l’anima e con tanta passione. Il disco termina con “Resta Libero”, con un inizio contraddistinto da un tappetodi pianoforte e voce, in un altro brano intimo e autobiografico, che ci culla dall’inizio alla fine in una dolcezza infinita sia nella melodia che più in generale nell’approccio musicale. Ma il ritmo sincopato anche qui non è un punto di debolezza, bensì riesce ad entrare in profondità nell’animo aperto di chi ascolta, con alcuni cambi nel bridge centrale che arricchiscono la composizione con passaggi mai banali e scontati seppur contraddistinti da una semplicità melodica, come epilogo di questo disco che si apprezza dalla prima all’ultima nota come in un lungo viaggio per terre lontane ma, al contempo, vicine nel nostro subconscio.

In sintesi, non posso che complimentarmi con l’autore di questo quarto lavoro in studio, Michele Anelli, che dimostra di essere un artista a trecentosessanta gradi, con una cura maniacale per gli arrangiamenti strumentali, così come per i testi e le linee vocali e alquanto ispirate. Certamente un prodotto assai consigliato per tutti gli appassionati dei celebri cantautori rock d’oltreoceano ma anche nostrani, in particolar modo per i fan di Springsteen o Willie Nilie, ma anche per tutti coloro siano curiosi ed aperti mentalmente ad un ascolto profondo, che vi lascerà cullare in questo lungo e variegato viaggio per le terre a stelle e strisce! In attesa di poterlo vedere, prima o poi, all’opera anche in sede live, rinnovo a Michele i miei più sentiti auguri per questo nuovo album nel quale sono presenti diversi spunti compositivi alquanto interessanti!

TRACKLIST:

1) Appunti

2) Quello che Ho

3) Tenerezza

4) Fino all’Ultimo Respiro

5) Ballata Arida

6) E’ solo un Gioco

7) Spalo Nuvole

8) Sono Chi Sono

9) Ballata Arida (FAME Recording Studio)

10) Escluso Il Cielo (FAME Recording Studio)

11) Ho Sparato al Domani (demo)

12) Il Figlio (demo)

13) Giovanni e il R’n’R come cura contro l’Indifferenza (demo)

14) Sempione 71 (demo live in studio)

15) Resta Libero (demo live in studio)

Lineup:

Michele Anelli: vocals, acoustic & electric guitars

Cesare Nolli: lead guitars

Nik Taccori: drums

Paolo Legramandi: bass

Guests:

Andrea Lentullo: keyboards

Elia Anelli: electric guitars

Related posts

SOFT MACHINE: il concerto italiano previsto a ottobre è rinviato di un anno!

Redazione

NICOLETTA ROSSELLINI: pubblica il video di ‘The Bard’s Song’, cover dei Blind Guardian!

Paolo Pagnani

SERVAN – Folk Death Made in Italy

Crystalnight

Leave a Comment

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.