Cari lettori di Verorock, quest’oggi ci occupiamo di una band nata nel 2018, dall’incontro di 3 musicisti, Giulia, Ranza e Peso (che conoscerete già, dietro le pelli con i Necrodeath). Quest’incontro, nato per creare una cover band dei Led Zeppelin, ha visto nascere un’ottima armonia tra i componenti, che rapidamente e quasi approfittando del tanto tempo da passare forzatamente a casa, hanno iniziato a creare pezzi propri, che hanno quindi composto The Will Of Evil, il loro primo album.
Nei giorni scorsi ho fatto una rapida chiacchierata insieme a loro ed eccone dunque il risultato, ovvero una piacevole intervista, che affronta anche l’argomento di organizzazione della produzione durante il periodo di lockdown.
Ciao ragazzi, piacere di conoscervi! Grazie innanzitutto per il tempo dedicato a VeroRock, siamo sempre contenti di presentare band emergenti tramite la nostra webzine. So che proprio oggi, 7 gennaio, il vostro primo lavoro (The Will Of Evil) è stato pubblicato; album concepito e preparato durante il periodo di lockdown. Mi piacerebbe sapere come si è svolto il tutto e come avete rimediato ad eventuali limitazioni date dal periodo attuale. Ciao! Il piacere è tutto nostro. Effettivamente il disco è stato concepito in un periodo un po’ particolare che ci ha costretti a lavorare a distanza. La parte iniziale di stesura e arrangiamento dei pezzi è stata fatta tramite mail e Skype. Questo processo ci ha un po’ privato della magia del veder nascere e crescere i brani, ma ci ha permesso di arrivare in studio preparati e con le idee ben chiare.
Quali sono le tematiche affrontate da quest’album? Questo disco è un lavoro molto personale in quanto nasce dall’idea di Julia di esorcizzare alcuni eventi del suo passato recente, cercando di canalizzare tutta quell’energia negativa in un qualcosa di creativo che la aiutasse ad elaborare e superare il tutto.
Ho visto che vi piace dare uno spazio a strumenti quali sitar e percussioni, sulla cresta dell’onda più o meno dagli anni ’70 ai ’90; quali sono le band di questa scia che vi appassionano di più? Tra le nostre principali influenze ci sono sicuramente Led Zeppelin e Alice in Chains. Il sound che caratterizza il disco è nato in realtà in maniera spontanea: ci sono sonorità più heavy che derivano dal retaggio di Peso, ma anche cose più tendenti al blues e qualche sfumatura pop. Diciamo pure che non ci siamo lasciati “inscatolare” le idee dall’ansia di rientrare in un genere ben preciso.
Sin dall’inizio l’album denota una chiara influenza grunge, per un sound che lo riporta tra noi, anche se con ritmiche più soft. In molti dicono che il grunge è morto, io personalmente ho amato alla follia diversi lavori, soprattutto i primi Pearl Jam; come mai questa scelta? Julia è molto appassionata di questo filone in particolare dell’operato di Jerry Cantrell. Come abbiamo già detto prima è stato tutto molto spontaneo, le sonorità di questo genere si sposano bene con gli argomenti dei testi e permettono alla voce di Julia di spaziare da frasi sommesse a momenti più aperti quasi urlati.
Esistono delle band odierne che ritenete meritevoli di portare avanti questo stile? Noi crediamo che, un po’ come accade per tutti i generi, il grunge vero e puro non esista più soprattutto perché è un genere molto legato al suo territorio di origine. Sicuramente però ha influenzato e continuerà ad influenzare molti artisti delle correnti più disparate.
Come mai “The Roofers”? Inizialmente volevamo utilizzare il nome di Julia per intero ma lei non era esattamente d’accordo. Così abbiamo creare un nome composto e la scelta è ricaduta su “The Roofers”. Letteralmente i Roofers sono i conciatetti ma abbiamo scoperto di recente che nello slang inglese questa parola assume dei significati più loschi.
Quando tutta questa situazione sarà alle nostre spalle (speriamo presto), come pensate di organizzarvi per la promozione live? Al momento ci stiamo preparando per poter proporre il disco in versione elettrica in quanto, essendo nati come trio acustico, questo è il nostro primo approccio con questa nuova formazione. Nel frattempo però stiamo anche lavorando su del nuovo materiale.
Parliamo di qualcosa di divertente, per allietare il momento che stiamo vivendo… avete tutti più o meno una discreta esperienza live; quali sono state le vostre gaffe migliori? Forse da questo lato siamo un po’ dei noiosi! L’episodio più divertente che ci viene in mente risale a due estati fa, suonando all’aperto in Piemonte. Era pieno di zanzare quella sera e Peso tra uno stacco e l’altro spruzzava lo spray antizanzare su Julia e cercava di colpire le bestiole che le si posavano sul braccio. In pratica ha finito il concerto appiccicaticcia e piena di lividi.
Cos’è che non vi piace nel music business attuale? Nel caso di Julia sono le prime esperienze quindi se c’è la famosa “parte marcia” non l’ha ancora conosciuta.
Grazie per quest’intervista. Come vorreste salutare i lettori di VeroRock? Grazie mille per la vostra attenzione e supporto, sperando di potervi incontrare presto a qualche live!