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Interviste SOMMARIO

ENEMYNSIDE: To Hell and Back!

A distanza di poco più di due anni dalla prima entusiasmante intervista ai thrashers capitolini Enemynside, da poco tornati sulle scene musicali, eccoci nuovamente assieme al chitarrista Matteo “Thrash” Bellezza” per parlare delle ultime importanti novità e dei progetti futuri della band! Ovviamente non potevamo esimerci anche dal riproporre alcune domande di rito, soprattutto per testare l’evoluzione stilistica del quartetto romano.


La band si forma nel 1999 anno in cui pubblica il primo demo-cd ufficiale intitolato “From The Cradle To The Way”. Demo che fa guadagnare alla band un contratto con la Modern Music (sottoetichetta della Noise – n. d. r.) per il progetto discografico denominato Sonickattack.


Nel 2001 esce il promo-cd “Violent Beats” solo per addetti ai lavori che permette alla band di firmare un contratto discografico con la Temple Of Noise Records per la quale nel 2003 esce il full lenght dal titolo “Let The Madness Begin…” distribuito da Frontiers sia in Italia che all’estero. Nell’estate 2005 il pezzo dal titolo “Hatestone” (presente nel cd “Let The Madness Begin…” – n. d. r.) viene incluso nel cd in allegato al numero di luglio di Rock Hard tedesco.
Durante questi anni gli Enemynside suonano ovunque sia possibile (arrivando anche a toccare Austria, Slovenia e Svezia diverse volte) di supporto a gruppi blasonati della scena metal europea del calibro di Dismember, Konkhra, Tankard, Behemoth, Ancient, Paul Di Anno, Extrema, ecc.



Nel 2005 viene realizzato il videoclip della canzone “Your Enemy Inside”, primo video ufficiale che la band ha modo di presentare anche all’interno del programma Database su Rock Tv al quale viene invitata a partecipare nel dicembre 2005.


Il secondo cd “IN THE MIDDLE OF NOWHERE” viene registrato ai 16th Cellar Studio di Stefano Morabito e pubblicato dalla label greca Sleaszy Rider Rec. nel 2008. Nello stesso anno la band sigla un contratto editoriale con la New Model Label e decide di rescindere il contratto con la Sleaszy facendo poi riuscire il disco tramite Hatestone Rec./New Model Label.

Per promuovere il nuovo album nella primavera del 2009 la band parte in tour come gruppo spalla di Blaze Bayley (ex cantante di Wolfsbane e soprattutto Iron Maiden– n. d. r.) in Finlandia e Svezia. Per il pezzo “Burnt By The Sun” contenuto nel nuovo disco è stato realizzato un videoclip con immagini live risalenti ad un concerto tenuto a novembre 2006 a Roma.


Nel 2011 la band finisce di registrare il nuovo album intitolato “Whatever Comes” ai Temple Of Noise Studios di Roma. Nel disco figura come guest il chitarrista americano Richie Kotzen con un solo sul pezzo “Too Many Times”. Nell’Ottobre 2011 viene realizzato il videoclip inedito per la song “Withering”.


A Gennaio 2012 la band sbarca per la prima volta negli U.S.A. per partecipare al NAMM ( prestigiosa convention di strumenti musicali – n. d. r.) di Los Angeles e per suonare a San Diego in un mini festival di gruppi locali americani. A Settembre esce ufficialmente il video del singolo “Withering”, il 10 Settembre 2012 “Whatever Comes” viene pubblicato dall’etichetta danese Mighty Music/Target Distribution in tutta Europa.


Nel 2013 la band si prende un periodo di pausa per poi tornare sulle scene nel 2017 con una line-up rinnovata e un singolo intitolato “For All The Jerks“. Nei mesi successivi alla pubblicazione del video la band suona in alcuni eventi sia in Italia che all’estero in compagnia fra gli altri di nomi internazionali del calibro di Behemoth e Destruction. Il 23 Gennaio 2018, anticipato dal video del singolo “Devil In Disguise“, esce l’EP dal titolo “Dead Nation Army“ disponibile in formato fisico e in streaming/download su tutte le principali piattaforme di musica digitale.

Buonasera “Enemynside”, grazie in anticipo per il tempo che ci dedicherete e senza indugi partiamo subito con la prima domanda. Ci raccontereste come nasce la band e il suo percorso evolutivo dal 1999 ad oggi? Sappiamo che ci sono stati diversi e decisivi cambi di formazione cosa ci dite a proposito di questo?

(Matt): ciao, la band nasce per volontà di Francesco Cremisini a metà degli anni 90’, come spesso succede in questi casi non sempre le persone con le quali ci si ritrova a muovere i primi passi sono tutte motivate allo stesso modo. Così i cambi di line-up sono sempre abbastanza frequenti: c’è chi suona per “socializzare”, chi per sperimentare e chi per rimorchiare! L’idea alla base del progetto però era quella di creare qualcosa di stabile e duraturo per poter un giorno togliersi delle soddisfazioni sia in studio che dal vivo.

Come definireste la vostra musica, il vostro sound?
(Matt): di base sicuramente è thrash metal, nel corso degli anni lo abbiamo proposto a volte in maniera ortodossa e altre volte tentando di “arricchirlo” con elementi non propriamente tipici del genere, ma quello rimane il punto di riferimento per definire il nostro sound.

Quali sono le band storiche dalle quali vi siete sentiti e vi sentite tuttora più influenzati nel creare il vostro sound?
(Matt): la scena americana è sicuramente un punto cardine della nostra formazione, quindi Metallica, Megadeth, Slayer, Testament, Anthrax e via discorrendo. Ma ci sono state delle bands al di fuori di questo genere che all’epoca ci hanno dato degli spunti per provare ad inserire elementi un po’ diversi (mi riferisco ai Death o al riffing di un certo tipo di death metal svedese per esempio).

Dalla nascita della band ad oggi avete pubblicato ben quattro album, tre demo e un ep. Cosa ci direste riguardo al primo album “Let the madness Begin…” del lontano 2003?
(Matt): doveva essere il disco che ci avrebbe lanciati perché all’epoca i nostri live in giro per l’Italia e i demo (tutti recensiti come Top Demo del mese sulle varie riviste del settore) avevano creato intorno a noi un bel po’ di interesse. L’album però per problemi vari uscì in ritardo rispetto all’inizio delle registrazioni (2001!) e circolò bene in Italia (perché distribuito da Frontiers Records) ma poco e male all’estero.

Ed invece arriviamo a tempi più recenti e precisamente al 2019 per parlare del vostro ultimo lavoro: “Chaos Machine”. Quali sono le differenze salienti e quali invece le conferme stilistiche che questo disco ha rispetto ai lavori precedenti?
(Matt): la differenza maggiore rispetto al secondo e al terzo disco è che “Chaos Machine” è molto più focalizzato e coerente presentando al suo interno un lotto di canzoni legate le une alle altre sia dal punto di vista stilistico che lirico. Il disco è un blocco unico da sentire dall’inizio alla fine come si faceva nell’epoca pre-streaming con i cd/vinili. Altra differenza riguardo a quanto fatto in passato è il mio contributo dal punto di vista delle lyrics che invece sui lavori precedenti erano totalmente ad opera di Francesco. Ulteriore aspetto nuovo in questo album è la presenza di un mini-concept che ha come tematica il totalitarismo sovietico e che è affrontato nel trittico di pezzi Frozen Prison Cell – The Terror – No God In Kolyma. Le conferme stilistiche sono rappresentate da un ritorno al nostro sound più classico tipico del primo album che aveva nella velocità un tratto distintivo. Insomma il classico tu-pa-tu-pa che nel thrash non può mai mancare!

Citando sempre “Chaos Machine” quali sono le tematiche trattate nei brani? Nell’ illustrazione della copertina del disco c’è un richiamo al concetto dei testi?
(Matt): in generale il tema è relativo al sentirsi intrappolati (sia fisicamente che metaforicamente), si parla di organi di controllo come politica e religione, con riferimenti a sistemi totalitari e dittatura. Il mini concept di cui ti parlavo prima è basato su alcuni approfondimenti che ho fatto relativi al totalitarismo sovietico, alla libertà di espressione e di come veniva repressa in quel tipo di sistema. Ritengo che non sia un argomento troppo lontano dal momento attuale che stiamo vivendo perché per certi versi la democrazia a volte sembra essere solo formale e un nuovo tipo di dittatura viene esercitato in maniera diversa e più subdola attraverso per esempio l’economia o i media. La copertina è assolutamente lo specchio delle tematiche dell’album: il personaggio in copertina può prestarsi a varie interpretazioni: per me rappresenta il simbolo di un modello autoritario che controlla le persone e le “muove” a proprio vantaggio, utilizzandole come carne da macello per arricchire i propri interessi o per la brama di espansione e/o di controllo.

In che modo ognuno dei componenti degli “Enemynside” dà il contributo alla nascita e alla composizione della musica della band?
(Matt): questo è un aspetto che abbiamo sempre gestito io e Francesco. Le idee sono sempre partite da noi che in genere scriviamo pezzi completi e che poi sottoponiamo al vaglio dell’altro. Se i pezzi soddisfano entrambi, dopo le opportune modifiche vengono fatti ascoltare al resto del gruppo e iniziano i lavori di arrangiamento in sala. Questa fase del lavoro è quella che conferma la validità di un pezzo oppure, grazie alle idee apportate dagli altri, aggiunge quel qualcosa in più necessario affinchè la canzone giri nel modo migliore possibile.

Quale consiglio dareste ad una band che si è appena formata e vuole provare ad emergere nella scena rock/metal italiana?
(Matt): dedicarsi ad altro! No a parte gli scherzi, l’obiettivo principale secondo me deve essere puramente legato al piacere di mettere in musica le proprie idee e di condividere l’esperienza con più persone possibile perchè i discorsi riguardo la fama o il miraggio di vivere con la propria musica sono un po’ fuori dall’epoca in cui viviamo (soprattutto per chi propone questo genere in Italia). Quindi il consiglio è quello di cercare di rendere la propria proposta interessante e professionale, poi più si è costanti e “testardi” e più si ha la possibilità di togliersi delle soddisfazioni.

Quanto pensate sia decisiva l’importanza dei social media oggi per i gruppi underground e non?
(Matt): 
non lo so, la prima cosa che mi viene in mente è che con i social media l’ondata di bands che popolano il web è aumentata in maniera esponenziale. Il problema è che fra queste bands ci sono sia progetti super professionali che roba ben sotto il livello demo. L’esposizione però è garantita a tutti ma il risultato è spesso quello di perdersi fra migliaia di uscite stordendo poi il potenziale utente con stimoli continui riguardanti nuovi dischi/gruppi/video ecc (molti dei quali non sempre all’altezza della situazione…)

Venite dalla città di Roma, cosa ne pensate della scena rock/metal capitolina?
(Matt):
 a Roma ci sono un sacco di gruppi validi, alcuni dei quali si sono fatti apprezzare anche all’estero. Le persone come noi che fanno parte della scena sono cresciute insieme e chi con il proprio gruppo e chi magari investendo su attività collaterali (studi di registrazione, progettazione e sviluppo di amplificatori e/o plug-in , agenzie di servizi, ecc) hanno contribuito ad aumentarne il valore e la visibilità. Quello che purtroppo non è mai cambiato è la precarietà degli spazi dove poter organizzare eventi. I locali spesso aprono e chiudono nel giro di pochi anni e i punti di riferimento per chi suona cambiano in continuazione.

Sappiamo che finora avete avuto una massiccia attività live, dividendo il palco con nomi come Ancient, Paul Di Anno, Extrema, per citarne alcuni. C’è una band in particolare con la quale vi piacerebbe andare in tour in futuro?
(Matt):
 non ti faccio nomi classici perché sarebbe troppo facile, rispondo quindi con una band spagnola con la quale abbiamo suonato lo scorso novembre al Legend di Milano: gli Angelus Apatrida. Scelgo loro perché sono più o meno nostri coetanei e hanno plasmato la loro proposta nel corso degli anni in maniera davvero convincente e personale. In più sono persone assolutamente alla mano e disponibili (a Milano abbiamo avuto dei problemi tecnici e i due chitarristi ci hanno prestato le loro testate permettendoci di salvare il nostro set!). Per chi non li conoscesse consiglio veramente di approfondire partendo proprio dal loro ultimo disco Sharpen the Guillotine”.

Quali sono i vostri progetti per l’immediato futuro?
(Matt): 
stiamo lavorando ai nuovi pezzi, abbiamo sfruttato questi mesi di pausa forzata dovuta alla pandemia per registrare nuove idee. Abbiamo un bel lotto di canzoni su hard disk che non aspettano altro che essere provate e rifinite in sala prove!

Grazie per il tempo che ci avete dedicato! Volete lasciare un messaggio ai lettori di “Vero Rock” e “Rock On Agency”?

(Matt): grazie per lo spazio concessoci e per il supporto, seguiteci su Spotify dove potrete trovare tutti i nostri album (spotify:artist:70qcrB5HNcI2zO8g50yGHY) e su Fb (https://www.facebook.com/Enemynside/) per rimanere aggiornati sull’attività della band.

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