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Live Report SOMMARIO

STRANA OFFICINA, Roma, 10/11/19 – Over 30 Years of Metal Brigade!

ROMA, Let It Beer, 10/11/19 – Le capacità della musica sono tante, una in particolare è quella di essere in grado di rimanerti dentro nel tempo come un impronta lasciata sulla sabbia del nostro percorso fatto di memorie e ricordi. Questa sera ricordi e memorie ci portano indietro di circa trenta (e forse più) anni, a quando tutto è cominciato, a quando cinque ragazzi hanno deciso di suonare insieme della musica destinata a rimanere immortale, e a noi di fare parte della metallica brigata di proseliti di quella che è (forse) la più importante istituzione metallica tricolore, che risponde al nome di STRANA OFFICINA, da molti presi come esempio e ispirazione per la propria musica. La serata metallica vede altre due brigate pronte a calcare le assi del palco e renderle incandescenti con la loro musica e sono i Profusione e i Run Chicken Run. Azzeriamo le chiacchiere e lasciamo spazio agli strumenti e ai musicisti!

Profusione
La prima brigata metallica che questa sera farà vibrare i nostri timpani, risponde al nome di Profusione. Il nome mi ha incuriosito sin da subito e quindi attendo che le note facciano il loro corso. Nel 2018 ha visto la luce il loro secondo disco che prende il nome di ‘Metabolizzare’, disco dalle forti tinte chiaroscure, in esso possiamo trovare tutta la forte e magnetica personalità della band. I brani estratti e presentati live questa sera sono l’omonima “Metabolizzare” e “Fottuti e Felici” . Ce le presentano in una formazione a trio classico, dove tutte le tessere del mosaico vanno al posto giusto con la massima semplicità; ci troviamo ad ascoltare un hard rock che assume sfumature al limite della psichedelia, grazie anche a quel gusto un po’ acido nei suoni che richiama molto gli anni ’70. La cosa più bella, e assolutamente coraggiosa, risiede nel fatto che i loro testi sono completamente in italiano, ricordando al sottoscritto lo stile di cui erano portatori gruppi tipo Litfiba.

I due pezzi, veramente molto diretti, hanno al loro interno arrangiamenti essenziali e sobri, si passa da momenti dove quiete e calma si contrappongono ad aperture e crescendo musicali molto repentini. A queste si aggiunge “Immobili” che combina in se una attitudine beat italiana anni ’60 style e le ombre introverse dei sopra citati Litfiba prima maniera, e quindi gli applausi da parte del pubblico per questo trio, ne sono la normale conseguenza. Il viaggio continua attraverso liriche e musiche che traggono linfa vitale da quello chè è il loro primo disco ‘Nessuna Rivoluzione in Arrivo’ che prende forma nel 2015, da cui vengono estratte canzoni tipo “Un Buon Motivo” dove il sound nebbioso ed il groove spaziano su territori al limite dello stoner . “Ciò Che Non Sei” , si presenta con un testo che rende tutto l’insieme introspettivo ma al tempo stesso seducente e profondo, con la chitarra di Fabrizio che si prende la scena con un bell’intermezzo solistico. E gli applausi ci sono e si sentono, per tributare al meglio questi ragazzi. Mi lascio per ultima la canzone che ho apprezzato di più. Sto parlando di “Cicatrici Migliori”. La partenza è molto soft, le luci delle note sembrano quasi affievolirsi, evidenziando come questo brano sia pervaso di sofferenza ed introspezione, la musica ci avvolge come una panacea e permette ai nostri pensieri di riposarsi. Si palesa un assolo di matrice rock di forte impatto, ma ciò che cattura di più il pubblico è il fatto che vengono suonate parti strumentali molto lunghe senza risultare mai prolisse, dove grazie anche alla presenza di note colorate di psichedelia, sembra che il tempo si sia fermato negli anni ’70. Si conclude in maniera forte e focosa, con una bella frustata di stampo interamente rock. Agli applausi del pubblico, che non sono mai venuti meno dall’inizio alla fine della performance, si unisce anche il sottoscritto colpito in maniera estremamente positiva dalla proposta artistica della band. Posso dire che, usando una citazione di qualcuno, nella terra di mezzo esiste molta bella musica e valide realtà alternative che hanno solo bisogno di essere illuminate a dovere. Questa sera le luci ci hanno illuminato i Profusione. Rock on.


Profusione lineup:

Fabrizio Sola – Voce e Chitarra
Rey Noman – Basso e Cori
Oscar Capodilupo – Batteria

Profusione setlist:

“Fottuti e Felici”
“Un Buon Motivo”
“Metabolizzare”
“Cicatrici Migliori”
“Ciò Che Non Sei”

Run Chicken Run
La seconda brigata metallica a calcare il palco del Let It Beer risponde al nome di Run Chicken Run. Si passa ad una proposta dai colori un po’ più accesi, la base da cui si parte è hard rock, ma all’interno di essa si possono udire sfumature blues ma anche echi punk. La musica che viene proposta è una musica che si presta totalmente ad essere suonata live in modo da poter rilasciare tutta la sua energia; a dimostrazione di quanto detto la band ci dimostra immediatamente come i giri del motore siano subito veloci e quindi ci mette poco a scaldare l’ambiente. Hard rock grezzo e diretto più che mai, un po’ di punk veloce e acido fanno da contorno alle prime 3 canzoni proposte “Kill The Coffee, Real Man e Dark Toys”. La voce di Michele tiene banco e oltre a suonare un bell’assolo in “Real Man”, insieme a Leonardo intrecciano le loro chitarre in maniera tale da rendere belle e accattivanti le sezioni strumentali dei loro pezzi, sostenuti a bomba dai tamburi di Simone e dalle corde gravi di Paolo. Mentre ascoltavo “Black Shadow” brano con un mood che strizzava l’occhio ai System Of A Down, sono rimasto colpito dal sound ruvido che si sprigionava dalle note suonate dalla band, da una batteria sempre presente ma soprattutto da un altro bel volo solistico alla sei corde, suonato questa volta da Leonardo. È giunto anche il momento di giocare con il pubblico, Paolo si arma di pazienza e di una bottiglia di vino che offre ai presenti, il tutto viene fatto su un lungo e bel tappeto strumentale dove calde tinte blues fanno capolino, ma poi “Yo Runn” si anima e corre via veloce. Si corre veloci verso la fine della set list, con una “Final Rollercoaster” acida, punk e rock, condita con un drumming infinito. Applausi meritati per questi ragazzi. Ma gli applausi non finiscono qui, l’ultimo estratto dai colori heavy/punk è la velocissima ed omonima “Run Chicken Run” sostenuta sempre da lunga ed efficace sezione strumentale ad enfatizzare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’impatto e l’immediatezza di questa proposta. In conclusione posso dire che, confermo quanto scritto sopra, e cioè la loro bravura nell’essere diretti senza strafare. Di tecnica strumentale ce ne hanno dato la giusta dimostrazione ognuno sul proprio strumento e il simbolo del pollo che fugge da chi lo insegue è veramente fico; che dire di più? Un grandissimo in bocca al lupo per il vostro futuro cari Run Chicken Run e ci vediamo al prossimo concerto.


Run Chicken Run lineup:

Michele Montesi – Voce e Chitarra
Leonardo Piccioni – Chitarra
Paolo Scarabotti – Basso
Simone Medori – Batteria

Run Chicken Run setlist:

“Kill The Coffee”
“Real Man”
“Dark Toys”
“Black Shadow”
“Yo Runn”
“Final Rollercoaster”
“Run Chicken Run”

Strana Officina
Un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Questi quattro ragazzacci sono veramente alla mano, infatti ancor prima di iniziare a suonare si intrattengono con chiunque avesse voglia di parlare con loro, poi nella maniera più naturale del mondo salgono sul palco con semplicità e fierezza, per tuffarsi negli applausi e nel clamore di un pubblico sempre fedele negli anni che tributerà l’ennesima super ovazione alla brigata metallica per antonomasia, che continua a macinare chilometri di strade nonostante gli ostacoli che la vita gli ha riservato. Ma la Strana non lascia mai spazio al disfattismo e parte con una carica talmente coinvolgente tanto che, anche gli ultimi aficionados alle sedie si sono alzati per godersi al meglio questo show. 30 anni e non sentirli. Proprio così, 30 anni che si possono sintetizzare nel titolo di un disco che a livello italiano, almeno secondo me, resta uno se non il più emblematic e rappresentativo, ovvero Rock’n’Roll Prisoner. E visto che siamo tutti prigionieri, addentriamoci ancora di più nella metal prigione del rock nostrano. Sono in forma e si sente, tanto è vero che la tripletta di canzoni con cui danno fuoco alle polveri, è subito deflagrante, heavy e spettacolare. Bud canta e incanta come sempre con il suo immenso carisma, mettendo in gioco anima e passione senza risparmiare fiato e voce, Dario sorride e fa strillare la chitarra e Rolando tambureggia esplosivo dietro le pelli; quale vestito migliore per far sfilare in passerella brani che hanno scritto un pezzo di storia di italica e metallica. Intanto con Bud che urla forte “…nel mio cuor c’è un posto per amare…” ci siamo goduti “King Troll”, “Profumo Di Puttana” e “Sole Mare Cuore” . Quello che ci offrono dopo non è un semplice bacio, ma è “Kiss Of Death” e questo signori è semplicemente heavy metal, che dire di più se non che siamo contenti di ascoltare una canzone come questa, accostata subito dopo ad una stupenda “Falling Star” che a detta di molti presenti è la più bella della set list. Altra perla che viene eseguita è “Don’t Cry” che il buon Bud intona in italiano “…Vai Vai…”, senza che perda minimamente il suo fascino. E come al solito si fa spazio nella mente il ricordo di Fabio, Roberto e Marcellino. Si arriva al momento che definire emozionante non basta, i brividi corrono sempre più sulla nostra metallica pellaccia e nell’aria risuonano “Luna Nera” e “Piccolo Uccello Bianco” che con tutta la loro carica suggestiva ci fanno viaggiare sul mare dei nostri ricordi. Si torna a sorridere in maniera un po’ più spensierata, anche perché Bud ci fa capire che nessuno di noi è normale e quindi gridiamo e cantiamo tutti insieme “Non Sei Normale”, un super classico della Strana, veramente intramontabile. Siamo arrivati alla fine della folle corsa, ma prima di inchinarci doverosamente di fronte ad una istituzione musicale di questo genere, c’è ancora il tempo per concludere l’ascolto live di Rock’n’Roll Prisoners con un finale veramente ad alto tasso adrenalinico. E anche se siamo rimasti all’interno del Let It Beer ce ne siamo andati a fare un bel “Viaggio In Inghilterra” percorrendo, a cavallo di una moto, l’asfalto della nostra “Autostrada Dei Sogni”; ma l’ultimo colpo che batte il martello nell’Officina è riservato a “Metal Brigade” proposta nella versione italiana come “Difendi La Fede” quale modo migliore per ricordare gli inizi di questa band che ha marchiato a fuoco la tradizione metallica in Italia. I ringraziamenti alla band sono obbligatori e doverosi semplicemente perché portano da sempre orgogliosamente alto il vessillo tricolore metallico, un ringraziamento particolare da parte mia (ma credo da anche parte di tutto il pubblico) lo voglio fare a Denis Chimenti che nelle ultime date di questo tour celebrativo è stato chiamato a sosituire, in maniera egregia, Enzo Mascolo, assente per problemi familiari, rendendo così possibile lo svolgimento regolare degli show e consentire a tutti noi di abbracciarli come sempre. La Strana Officina è esempio di come impegno e perseveranza portano a realizzare i propri sogni, e quello che mi auguro, e non sbaglio se dico che ce lo auguriamo tutti, che ci siano ancora tantissimi show per ancora molto tempo a venire, lunga vita a Voi, anche perché “…sei molto bella sembri una stella su nel cielo…splendi ancora non fermarti più…”!!!


Strana Officina lineup:

Daniele “Bud” Ancilotti – Voce
Dario “Kappa” Cappanera – Chitarra
Denis Chimenti – Chitarra (in sostituzione temporanea di Enzo Mascolo)
Rolando”Rola” Cappanera – Batteria

Strana Officina setlist:

“King Troll”
“Profumo Di Puttana”
“Sole Mare Cuore”
“Kiss Of Death”
“Falling Star”
“Don’t Cry” – (versione in italiano “Vai Vai”)
“Luna Nera + Piccolo Uccello Bianco” (medley)
“Non Sei Normale”
“Viaggio In Inghilterra”
“Autostrada Dei Sogni”
“Metal Brigade”

Fonte: Rocco Faruolo

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