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Live Report SOMMARIO

OPETH + The Vintage Caravan, Milano, 09/11/19 – Ferocemente Prog

MILANO, Alcatraz, 09/11/19 – A poco piu’ di un mese dall’uscita di ‘In Cauda Venenum’, gli OPETH omaggiano il bel paese con l’unica data milanese che se da un lato ha penalizzato i fan piu’ lontani dall’altro ha fatto si’ che lo show raggiungesse quasi il sold out vista la moltitudine di auto giunte soprattutto dal centro nord (e qualche ‘eroe’ anche dal Sud).


E che fosse un evento speciale lo si è percepito sin dalle prime ore del pomeriggio allorquando una lunga fila, ordinata e composta, si è formata davanti ai cancelli dell’Alcatraz di Milano nel mentre i tecnici erano ancora intenti a definire tutti i dettagli di questo show molto atteso.

Come da orario preventivato, apertosi i cancelli alle 17,30 ed ottemperato a tutti i minuziosi controlli del caso (metal detector, controllo borse, tappi dell’acqua e quant’altro) i fans si sono disciplinatamente riversati all’interno dell’Alcatraz pronto a riempirsi in ogni ordine di posto da li’ a poco.

OPETH – Fredrik Åkesson

Che gli Opeth abbiano in parte cambiato percorso musicale questa sera lo si evince anche dalla presenza di un pubblico piu’ maturo, sicuramente negli ultimi anni la band svedese con la sterzata stilistica verso lidi piu’ prog ha acquistato piu’ fans di quanti ne abbia persi per strada ed il colpo d’occhio di stasera è qui a testimoniarlo.


Come da programma, alle 18,45 spaccate irrompono on stage gli islandesi THE VINTAGE CARAVAN, un trio poco noto ai piu’ ma formatosi già nel lontano 2006 sui banchi di scuola grazie al talento del chitarrista fondatore Óskar Logi Ágústsson, allora dodicenne.

La band debutta ufficialmente nel 2011 con l’omonimo album sfornando, con qualche cambio di formazione, altri tre lavori sino al 2018; istituzione in patria, i Vintage Caravan si contraddistinguono per il loro sound che si rifà chiaramente ai grandi gruppi hard classici degli anni 60/70 come Led Zeppelin, Deep Purple o Cream ma rivisitati attraverso uno stile molto personale e soprattutto, grazie ad un songwriter sopra la media che ci regala successi internazionali come ‘Expand Your Mind’ o ‘On The Run’, autentiche perle in grado di trascinare e convincere anche quella parte di pubblico che non li conosceva. Colpisce la compattezza del suono e l’affiatamento del gruppo che al di là dell’aspetto guascone ed irriverente dei tre musicisti, sprizzano professionalità e tecnica da ogni lato, giusto il tributo che lo stupefatto pubblico omaggia loro, non una semplice band di supporto ma molto di piu’. Li attendiamo come headliner.

SET LIST:Reflections, Crazy Horses, Set Your Sights, Innerverse, Babylon, Expand Your Mind, On The Run, Midnight Meditation.

Alle 20,00 in punto si rispengono le luci ed un’ovazione accoglie Mikael Åkerfeldt e compagni, l’entrata è molto suggestiva (guarda video sotto) sotto le note della nuovissima ‘Livet’s Trädgård / Garden Of Earthly Delights’, la scenografia è da band conclamata, con enormi schermi che durante tutto l’arco dello show teletrasportano la band dalle oscurità delle foreste piu’ cupe e suggestive a proiezioni psichedeliche e futuriste per un effetto stroboscopico veramente ben riuscito, la mente dona immagine alla musica e sarà questo l’aspetto imprescindibile che rimarrà nei ricordi di ogni fan di questa indimenticabile serata.



The Vintage Caravan
The Vintage Caravan
Foto Claudio Lodi

Contrariamente a quanto i fans piu’ oltranzisti si potessero aspettare, gli Opeth hanno alternato sapientemente brani dall’ultimo album a classici del passato come ‘The Leper Affinity’ ‘Reverie/Harlequin Forest’ ma cio’ che traspare maggiormente è l’omogeneità tra i pezzi, quasi facessero tutti parte dello stesso album, songs di estrazione piu’ death come ‘Deliverance’ magari appaiono meno irruente rispetto al passato, pur non perdendo un’oncia della loro energia (con il growl di Mikael sempre in gran spolvero) al contrario invece brani come ‘Sourcess’ acquistano maggiore potenza dal vivo in un’alternanza di perfetto equilibrio tra produzione passata e presente; le tematiche cupe e malinconiche sono quelle però che maggiormente fanno sognare ed emozionare tutti esaltando quel romanticismo tanto caro ai gruppi prog dei seventies (King Crimson su tutti), passare delle chitarre acustiche a quelle elettriche (e sovrapponendole) d’altronde è sempre stato il marchio di fabbrica della band di Stoccolma sin dagli esordi.L a band ha ormai raggiunto una maturità ed un equilibrio perfetto dimostrando ai pochi scettici che ci si può evolvere pur partendo da uno stile apparentemente lontano, forse in pochi anni fa si sarebbero aspettati da Fredrik Åkesson, ex roboante ascia degli Arch Enemy, un assolo cosi’ lungo ed intenso durante l’esecuzione di ‘Hope Leaves’, stasera non ci sono tracce di critiche negative da chi si aspetta sempre il solito disco, il pubblico apprezza molto invece e riversa sulla band sacrosanti applausi.

SET LIST: Svekets Prins, The Leper Affinity, Hjärtat Vet Vad Handen Gör, Reverie/Harlequin Forest , Nepenthe , Moon Above, Sun Below, Hope Leaves , The Lotus Eater, Alting Tar Slut, Sorceress, Deliverance

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