Musica è anche sinonimo di arte. L’arte poi a sua volta si divide in mille sentieri diversi, più o meno impervi che, nel bene o nel male, vale la pena percorrere. Questo è quello che viene messo in risalto ogni volta che, sia a livello mainstream che undergound, un capitolo musicale inedito prende forma e ne vede la luce. Le note presenti in questo capitolo, vogliono essere di sprone a continuare il cammino, cadendo e rialzandosi, anche quando le circostanze del vissuto sono avverse, al fine di migliorarsi e progredire. Tutto ciò si riconduce alla capacità di resistenza, che in lingua italiana si scrive resilienza, mentre in musica “Resilience” (edito per Soundsrock Symphony, il 23 novembre 2018 – n. d. r.) è il manifesto degli Heretic’s Dream.
Un lavoro lungo ben 11 tracce, dove la band ci ha messo dentro tante sensazioni personali che evidenziano come la pelle sia stata loro graffiata dal tempo. Sensazioni raccontate anche dagli ospiti presenti nelle varie canzoni.
Emozioni scure, rese perfettamente nell’intro iniziale di “Impending Rebirth” che segna la partenza di questo disco. “Allowed Eception” si presenta con una cavalcata ritmica che si arruffiana le orecchie, mentre la voce di Francesca rende in pieno il fatto che ci troviamo di fronte ad un sound dai lineamenti aggressivi con lievi sfumature dark. Andrej esce fuori con un bel solo di chitarra che apre la via alle tastiere di Francesco facendo così sbocciare un pezzo che sembrava essere partito in sordina. Un riffing bello grezzo e spigoloso racconta di come “…I waited in silence / To get the help I thought I deserved…” ; in “My Epiphany” troviamo una vocalità più decisa e tagliente sostenuta da alcuni intermezzi growl, le chitarre di Andrej, sempre protagoniste, tracciano i solchi di un brano malinconicamente melodico, dotato di una propria intima personalità. Andiamo verso sonorità un po’ nordiche (almeno per il sottoscritto): sì perché le tastiere che aprono le danze a “Resilience” (traccia numero 4 da cui prende il nome il disco – n. d. r.), strizzano l’occhio a gruppi tipo Dark tranquillity. Francesco ai tasti bianchi e neri, è assoluto protagonista, tesse trame melodiche molto belle e dai toni orientaleggianti ed il tutto regala quel tocco di fredda emotività in cui lasciare andare i propri pensieri, mentre Flavio Falsone (cantante di Whisperz e Asphaltator – n. d. r.) ci mette la voce. Il buon Flavio comunque è presente anche nelle backing vocals di “My Epiphany” e “Allowed Exception”.
E poi. “…Life can change so suddenly / So unexpectedly / So fast and painfully…”: certamente la vita può cambiare velocemente, e anche in maniera del tutto inaspettata. Melodia metallica, tutta la band si mette al servizio di un brano dove il cantato di Francesca ci prende per mano e ci esorta a vivere il nostro sogno questa notte. Intanto, puntuale quanto inaspettato sulla parte solistica e strumentale di “Whispering Shadows”, si palesa un flauto traverso (se le orecchie non mi ingannano) che esce fuori con tutta la sua forza progressiva, insomma un brano dalle sfumature cangianti dove Roberto Riccardo è presente nelle backing vocals a degno sostegno di Francesca. Ancora nordiche tastiere, ma questa volta spianano la strada ad una maggiore concentrazione heavy, e quì troviamo una sezione ritmica, formata da Federico e Maurilio, massiccia e presente più che mai nelle trame di “Inside My Sadness”, canzone che bombarda a dovere i padiglioni auricolari di chi ascolta, anche grazie all’ugola di Guido Brunetti (direttamente dai NeverHush – n. d. r.) che ci mette come sempre tutta la sua passione e potenza fornendo come sempre una bella prestazione imponente. Il solo si chitarra è un solo melodico, poche note ma perfette.
Intanto i giri del motore diventano più lenti, e siamo li a camminare con la nostra anima, e a godere del silenzio: “Unbridgeable Void” è una dark ballad dove Andrej quasi subito ci regala ancora della bella melodia a modo suo a sostegno dei tappeti tastieristici di Francesco, ma dopo torna a far uscire come sempre la sua matrice metallica. Brano in chiaroscuro semplice e diretto, e che arriva subito a chi ascolta. “Bury Me” regala invece una gran bella sospresa: mi riferisco al fatto che oltre alla presenza (anche qui) di begli intermezzi growl forniti dall’infaticabile Flavio Falsone, abbiamo Francesca che con la sua voce, tira fuori gli artigli e ruggisce nel microfono. ”…Living in a world I’m lost / Can tell the people what I feel…”, dove rabbia, emozioni si fondono assieme e ci accompagnano degnamente in questo viaggio sonoro.
Ancora ruggiti, ”…My roots divide / The thin line / Between living and to die…” e Alex Iacobellis (dei Lunarsea – n. d. r.), già presente nei growl su “My Epiphany”, non fa prigionieri: viene sostenuto egregiamente dalla band e ci spara dritto in faccia “Tree Of Life”. Anche in questo brano (oltre ad essere il preferito di chi scrive) c’è un piglio musicale molto “nordico” , che lo rende molto sontuoso.
Trame d’oriente e suoni distorti, portano il racconto di “A Price To Pay” (altra preferita di chi scrive) dove musicalmente tutto funziona, anche il messaggio di forza e determinazione a continuare nel cammino che ci si para dinanzi: ”…World is quite dangerous / Yet so adventurous / I know you can face it now / I will always be on your side…“.
Finale dedicato ad una strumentale e a tratti psichedelica “Path Boun For Tomorrow” che segna la fine del disco.
Al di là dei messaggi, al dì là delle etichette, posso dire che “Resilience” è un disco ben fatto, dove buio, luce, melodia, metal e altre belle sfumature rendono molto interessante e maturo il lavoro fatto dalla band in questi ultimi anni. Insomma si cade, ci si fa male, ma poi bisogna rialzarsi per continuare. Da ascoltare!!!!
We all fall, it is part of the game
But not all can stand up again
I know you can face it now
I will always be on your side
Tracklist:
Impending Rebirth
Allowed Exception
My Epiphany
Resilience
Whispering Shadows
Inside My Sadness
Unbridgeable Void
Bury Me
Tree Of Life
A Price To Pay
A Path Bound For Tomorrow
Lineup:
Francesca Di Ventura – voce
Andrej Surace – chitarra
Federico Colaizzi – basso
Francesco Condoleo – tastiere
Maurilio Di Stefano – batteria
Genere: Alternative / Symphonic Rock Metal
Anno di pubblicazione: Novembre 2018
Etichetta: SoundsRock Symphony
Contatti e Links:
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