Questa volta, cari lettori, abbiamo voluto conoscere più da vicino una delle realtà italiane più interessanti nel campo dell’epic/power metal sinfonico, i bolognesi Imago Imperii, artefici di un sound molto diretto e magniloquente: i nostri hanno da poco dato alle stampe il loro ultimo ‘Fate of a King’ (2019) e intrapreso un mini tour nei Balcani con i Feline Melinda, loro compagni di agenzia (l’attivissima Rock On Agency – n. d. r.), a inizio Aprile! Buona lettura come sempre: “may the force be with You!”
Ciao ragazzi, benvenuti su VeroRock.it! Partiamo subito con la prima domanda: siete quasi giunti alla vostra prima decade di carriera, potete dunque raccontare ai lettori come nasce e si evolve la vostra band nel corso degli anni?
(Imago Imperii): siamo nati a Bologna dalle ceneri del precedente progetto Operabardica del quale facevano già parte Gwarner (cantante) e Ivanhoe (tastierista). L’intento è sempre stato quello di ricreare una musica che evocasse atmosfere epiche e battagliere. Musicalmente ci siamo ispirati al Power Metal tedesco e in generale europeo, senza dimenticare la mitica NWOBHM. Dopo vari cambiamenti in formazione siamo arrivati alla stabilità tra il 2016 e 2017 con l’entrata di Ale alla batteria, Luke Fortini alla chitarra e Mick al basso.
Lo scorso 23 Marzo è uscito il vostro secondo full lenght, ‘Fate of a King’, a distanza di quasi tre anni dal suo predecessore ‘Legendaria’ (2016): quali le differenze rispetto al vostro lavoro precedente a livello di testi e di musica?
(Imago Imperii): a dire il vero sono passati poco più di due anni tra i due album (dicembre 2016 – marzo 2019). Il processo creativo di Fate of a King, infatti è stato molto più fluido e in un anno (2017) abbiamo composto tutto il nuovo materiale con l’apporto di tutti i membri della formazione, cosa per noi molto importante. Inoltre, mentre con Legendaria vi era il generale tema epico con testi che andavano dallo storico al fantasy, con Fate of a King abbiamo affrontato un concept ben preciso: cioè la drammatica storia dell’ultimo Re Anglosassone Harold conclusasi con la famosa battaglia di Hastings.
Il release party del vostro nuovo disco si è svolto il giorno stesso della sua uscita, Sabato 23 Marzo presso l’Alchemica Club di Bologna: com’è stato suonare nella vostra città natia? Che riscontro avete avuto dall’audience?
(Imago Imperii): stupendo! E siamo rimasti colpiti anche noi dal calore e dalla partecipazione del pubblico. Evidentemente la nostra fama, rispetto al recente passato, è cresciuta anche tra i metallari di Bologna!
Solo poche settimane fa, a inizio Aprile, siete stati in un mini tour in Croazia assieme ai Feline Melinda: com’è stata l’accoglienza ricevuta? Che differenze avete notato tra il pubblico europeo, croato in particolare, e quello italiano?
(Imago Imperii): certamente in Croazia il pubblico ci conosceva poco o niente. Alcuni avevano ascoltato i nostri pezzi su Youtube, altri neanche, perciò la loro reazione è stata di curiosità per questo gruppo italiano visto per la prima volta. Devo però dire che in ogni serata siamo riusciti a conquistarci gruppi di persone che ci seguivano dall’inizio alla fine esaltandosi coi pezzi e in alcuni casi acquistando il nostro album a fine concerto e questo è stato magnifico!
Il vostro genere è classificabile come power/epic di stampo teutonico: quali le vostre influenze principali e gli artisti a cui vi ispirate sia per le musiche che per il look?
(Imago Imperii): beh, se devo dire un nome su tutti: BLIND GUARDIAN (gruppo da sempre adorato da entrambi i fondatori degli Imago) anche per le loro tematiche, ma anche le tante formazioni tedeschi degli anni ’80 e ’90 (Helloween, Rage, Grave Digger, Running Wild…). Con l’entrata di Luke Fortini, chitarrista molto virtuoso, alle nostre influenze si possono certo aggiungere anche Malmsteen e ”derivati” come Stratovarius o Symphony X.
Recentemente siete entrati nel ricco e variegato roster della Rock On Agency: come siete entrati in contatto con questa agenzia di booking & management?
(Imago Imperii): piuttosto casualmente. I Dragonhammer, band del booking manager della Rock On Gae, aveva in programma una data a Bologna e noi eravamo di supporto. Sembra che a Gae, che fino a quel momento non ci conosceva, quella sera siamo piaciuti e ci ha chiesto di entrare nel loro roster.
Le vostre influenze, come dicevamo, sono molto ispirate al genere in voga negli anni d’oro della NWOBHM e del power metal anni ’90: con quale band famosa vi piacerebbe andare in tour?
(Imago Imperii): ci sono tantissime band con cui ci piacerebbe andare in tour e da cui ci piacerebbe imparare. Se devo scegliere le band più pertinenti al nostro stile musicale torno a quelle citate in una domanda precedente e ne dico tre: Blind Guardian, Helloween, Stratovarius. Chissà se un giorno i sogni si avvereranno…
Oltre ai Feline Melinda, band storica italiana, con quale altra band con cui vi siete esibiti nel corso degli anni siete entrati in sintonia e amicizia?
(Imago Imperii): mi vengono subito in mente gli Hidden Lapse, l’altra band in cui milita il nostro batterista Ale, sono ragazze e ragazzi gentilissimi e pieni di energia che hanno aperto per noi all’ultimo release party. Tornando invece al recente tour croato, ricordo con grande simpatia i giovanissimi ragazzi dei Quiet Protest, band di Zagabria che suonava di supporto in un paio di date.
Sembra un po’ presto per chiederlo ma tentar non nuoce: nonostante la recente uscita discografica, siete già al lavoro su qualcosa di nuovo? Qualche news in particolare?
(Imago Imperii): Attualmente abbiamo un nuovo brano in cantiere ed idee per un altro paio. Fosse per me (Gwarner), butterei giù nuove idee in continuazione. Da appassionato di storia, mi vengono in mente determinati argomenti come battaglie, condottieri ecc, e da quelli sviluppo testi e linee vocali…
Nella vostra oramai navigata esperienza avrete certamente vissuto momenti felici e meno belli: quali le esperienze positive e negative che vi hanno particolarmente segnato e perché?
(Imago Imperii): ci sono stati periodi in cui proseguire a suonare era una specie di ”atto di fede”: componenti che andavano e venivano, persone che sembravano le più adatte ma che poi si rivelavano una delusione, altre ottime da tutti i punti di vista, ma che se ne dovevano andare per cause di forza maggiore. Mi rendo conto che non sempre la colpa è stata dei passati elementi che hanno militato nel gruppo, ma talvolta anche dei nostri caratteri che ci hanno impedito di legare o proseguire con determinate persone.
I momenti migliori invece ci sono stati quando abbiamo capito che la formazione attuale era perfetta per caratteristiche musicali e compatibilità caratteriale e quando abbiamo fatto uscire i nostri album, rendendoci conto che, nonostante tutto, ce l’avevamo fatta!
Cosa manca alla scena italiana secondo voi per essere competitiva con altre europee (Francia, Germania, Olanda, Spagna e Regno Unito)? Avete riscontrato delle forti disparità nel suonare all’estero rispetto all’Italia?
(Imago Imperii): questa è una domanda difficile. In generale, facendo un paragone con la Germania, paese che conosco meglio fra quelli citati (e anche quello dove il Metal riscuote attualmente più successo), posso dire che in Italia manca un po’ di sano spirito imprenditoriale, cioè quasi manca ”la voglia di credere in sé stessi”. Ci sono molte cose improvvisate nel nostro paese, anche se con molte lodevoli eccezioni. E’ vero che in Germania si parte da una scena fantastica e da una base di fans maggiore, visto che gli appassionati di Metal sono più numerosi che in Italia, ma nel nostro paese noto un certo ”fatalismo negativo” che spesso ci impedisce di svilupparci. Mi spiego: molte persone con cui parlo, partono dal presupposto che ”in Italia non ce la farai mai col Metal”. Ora si sa che il Metal è un genere di nicchia, e nessuno dice che sia facile, ma partire già sconfitti e quindi comportarsi di conseguenza come bands e organizzatori, spesso non aiuta a crescere…
Siamo giunti alla conclusione della nostra intervista, grazie per il tempo concessoci: quale messaggio volete mandare ai giovani metalheads e ai vostri numerosi followers?
(Imago Imperii): ai giovani musicisti vorrei dire di andare avanti a testa bassa, ma cercando di organizzarsi sin dall’inizio e di non ascoltare né ”i gufi” che dicono che non ce la potrai mai fare, visto che comunque fare musica è arte e comporre un brano è già di per sé un traguardo raggiunto, né ”i secchioni” che sembrano basare la loro riuscita solo ed esclusivamente
sulla tecnica fine a sé stessa. Io penso che i grandi del passato, come ad esempio i Black Sabbath, possano insegnarci qualcosa in merito!
Ai nostri followers posso dire che non ci fermeremo mai! A chi ancora non ci conosce, dico di dedicare qualche minuto all’ascolto di Fate of a King: ne rimarrà molto soddisfatto!