Ancora una volta il Wishlist Live Club, rinomato locale in zona San Lorenzo nel cuore di Roma, si tinge di progressive rock: dopo aver piacevolmente apprezzato e recensito poco meno di un anno fa gli storici partenopei Osanna, capitanati dal carismatico Lino Vairetti, tocca ora ad un altro gruppo storico napoletano dei primi ’70, il Balletto di Bronzo, guidato dal membro storico Gianni Leone (voce e tastiere), un’autentica icona anche lui di quella fiorente stagione del prog sinfonico tricolore che fu! Ad accompagnarlo ci pensano due ottimi musicisti, Riccardo Spilli (batteria) dal 1997 al 2004 e poi rientrato nel 2018 mentre Ivano Salvatori (basso) dal 2011 stabilmente in questa nuova versione del Balletto. Una serata, quella di Venerdì 8 Marzo 2019, tutta da vivere assieme a questo “trio delle meraviglie”, la cui nuova lineup è stata già rodata in varie occasioni tra cui lo scorso Maggio nel concerto capitolino all’Asino Che Vola: anche questa volta la partecipazione di pubblico è stata certamente uno degli ingredienti che hanno reso magica questa esibizione, vissuta e gustata nel migliore dei modi: tenetevi pronti per gustare anche voi questo breve ma esaustivo prog-report!
Si ringrazia per la gentile concessione del materiale fotografico Fabrizio Giuffrida.
Balletto di Bronzo
Sono da poco passate le 22.30 ed ecco salire sul palco il prog trio tanto atteso, pronto a regalarci una notte da ricordare, soprattutto per chi come il sottoscritto non aveva ancora avuto il piacere di sentirli dal vivo: l’apertura è affidata a “Deliquio Viola”, con un’entrata in scena da parte di Gianni Leone alquanto pittoresca, con tanto di maschera nera, uno dei marchi di fabbrica dell’istrionica personalità di questo geniale artista anticonformista! “La Discesa Nel Cervello” e “L’Emofago” scorrono come un flusso di coscienza, con i tre musicisti quasi rapiti dalla loro musica ipnotica, così come su “Napoli Sotterranea” e “Certezze Fragili”, inframmezzate da alcuni ironici e simpatici siparietti di Gianni che introduce i brani facendo riferimento al periodo storico in cui furono composti. Tutto il gusto per la dark wave, di cui lo stesso Gianni è stato uno dei principali protagonisti a livello mondiale, è riscontrabile anche in “Donna Vittoria”, i cui arrangiamenti tastieristici risultano a dir poco sublimi, non solo per la tecnica sopraffina di cui è dotato il leader del combo, ma soprattutto per il gusto per la melodia e per la composizione che da sempre lo contraddistingue come un artista eccentrico e poliedrico! Arriviamo così ad uno dei momenti topici di questo spettacolare show, vissuto in modo alquanto coinvolgente, con la riproposizione di alcuni estratti dello storico capolavoro progressivo ‘Ys’ (1972), dal quale in sequenza sono eseguiti i brani “Introduzione”, “Primo Incontro”, “Secondo Incontro” e “Terzo Incontro”, assai richiesti a gran voce dal pubblico che anche in questa occasione (come per il concerto degli Osanna – n. d. r.) si rivela assai ricettivo e alquanto variegato per età e gusti musicali. Si chiude qui il primo set della serata, sulle immagini proiettate dal sapore onirico tratte da diversi concerti del Balletto (nonché dal ‘Live in Rome’ del 2008 – n. d. r.), lasciando adesso totalmente la scena al deus ex machina del trio, Gianni (in arte solista anche “LeoNero” – n. d. r.), che ci riserva una rilettura di alcuni classici del rock anni ’70, spesso assai poco conosciuti e sottovalutati dai più, ma di certo assai apprezzati dal sottoscritto, essendo io stesso un amante delle tastiere, seppur a livello dilettantistico: la riproposizione di “Bag Lady”, brano dell’iconico compositore statunitense Todd Rundgren (fondatore dei suoi storici e sottovalutatissimi Utopia, dediti ad un hard-prog di classe – n. d. r.), affidate alle sole tastiere con basi arrangiate sulla drum machine e alla voce inimitabile di Leone, fa da apripista ad un altro brano da me tanto amato, “The Stealer” dei Free di Paul Rodgers, altro artista tanto apprezzato da Gianni, la cui reinterpretazione è alquanto originale ma non per questo meno apprezzata di questo classico del rock vintage! Ma in questo medley tastieristico c’è spazio anche per un omaggio ad un’altra icona indiscussa della musica elettronica, Brian Eno, omaggiato nella stupenda “Baby’s On Fire”, per poi passare ad un sentito tributo alla musica dei Queen (oggi tornati magicamente così in voga – n. d. r.) con la rielaborazione di “Nevermore” e le seguenti “Diaframma” e “Nè Ieri Nè Domani” – brani originali di Leone – che sembrano apparentemente chiudere il sipario di questa memorabile serata progressiva assieme a “Rondò”! Ma lo spettacolo non finisce qui, infatti tornano sul palco i due alfieri della sezione ritmica, certamente come già sottolineato in precedenza tra i migliori musicisti della scena romana, Ivano e Riccardo, pronti per il gran finale con “Tastiere Isteriche” durante la quale è ammirevole il consueto siparietto di Gianni che chiama prima sul palco un giovane adepto a cui offre alcuni suoi appunti e successivamente lancia alcune sue “massime leonine” strappate sulla platea! “Marcia In Sol Minore” chiude definitivamente il set di questa serata che come abbiamo detto si è rivelata assai entusiasmante, grazie anche al buon lavoro in fonia da parte del mastermind Fabio Lanciotti, regalandoci una scaletta assai ben bilanciata tra brani storici, pezzi del repertorio solista di Gianni e qualche gradita sorpresa e rilettura in chiave originale!
Balletto di Bronzo setlist:
“Deliquio Viola”
“La Discesa Nel Cervello”
“L’Emofago”
“Napoli Sotterranea”
“Certezze Fragili”
“Donna Vittoria”
“Introduzione”
“Primo Incontro”
“Secondo Incontro”
“Terzo Incontro”
LeoNero solo set:
“Bag Lady” (Todd Rundgren cover)
“The Stealer” (Free cover)
“Baby’s On Fire” (Brian Eno cover)
“Nevermore” (Queen cover)
“Diaframma”
“Nè Ieri Nè Domani”
“Rondò”
Encore:
“Tastiere Isteriche”
“Marcia In Sol Minore”
Dopo essermeli purtroppo persi lo scorso Maggio 2018 nel loro fantastico concerto in quel dell’Asino Che Vola, non potevo certo esimermi dal mancare anche in questa ghiotta occasione: Gianni Leone e si suoi fidati musicisti hanno dimostrato di saper portare ancora una volta alto il nome del Balletto di Bronzo, una formazione apprezzata in tutto il globo che ancora oggi, in questa nuova formazione, dimostra di riuscire a proporre una propria musica, onirica e originale quanto basta, senza far rimpiangere i fasti del passato, come invece avviene per tanti altri loro altisonanti colleghi. Un ringraziamento va quindi a tutti loro e al Wishlist che ancora una volta si è dimostrato ricettivo nell’ospitare act che hanno scritto pagine indelebili di un genere ancora oggi tutto da amare e perché no anche da riscoprire!