Il Banco è sempre tra noi!
PISA, Bordeline, 13 ottobre, 2017 – A pochi giorni dall´uscita della nuova edizione di ´Io Sono Nato Libero´ e dell´inedito album allegato ´La Libertà difficile´, il Banco del Mutuo Soccorso si rimette in pista e celebra due date a supporto delle quali, coloro che hanno fatto del band quasi una ragione di vita, non potevano assolutamente mancare.
La location scelta per la prima di questo mini tour è stato il celebre Bordeline Club di Pisa, ubicato a due passi dal centro (zona lungarni), uno stage forse poco incline alle abitudini del Banco e soprattutto alle consuete esigenze di spazio di Vittorio Nocenzi ma risultatosi poi perfetto per il buon svolgimento dello show, la distanza pubblico-band è stata così ravvicinata che il feeling che ne è scaturito infatti è stato a dir poco caldo e coinvolgente così come ha sottolineato il buon Vittorio, ben felice di essere qui stasera a stretto contatto con la sua gente.
Sono da poco passate le ventitré quando ad uno ad uno tutti i musicisti irrompono in scena scatenando l´entusiasmo di un impaziente pubblico che nel frattempo ha riempito il locale sino all´inverosimile, e si parte subito alla grande con ´Metamorfosi´, cio´ che colpisce subito gli spettatori è l´irruenza e la voglia di pigiare sui tasti di Vittorio, sempre piu´ a suo agio (suo malgrado) nel ruolo di grande direttore d´orchestra e capitano di questo nuovo gruppo/famiglia, quasi voglia dissipare ogni dubbio ai quei pochi scettici che ancora non credono a questo Banco 2.0 (come lui ama definirlo), ma finchè anche un solo membro fondatore del gruppo sarà in formazione questo sarà sempre il Banco del Mutuo Soccorso la cui storia è iniziata nel 1969.
E tanta è l´emozione quando quasi a metà del brano, si materializza in carne ed ossa la figura di Tony D´Alessio, il degno ´erede´ di Francesco cui era legato da una forte amicizia e da numerose collaborazioni artistiche tanto che, narra la leggenda, fu lo stesso Francesco a designarlo come suo successore naturale qualora un giorno …L´enfasi e la melodrammaticità che l´ex vocalist degli Scenario (storica band prog metal da cui proviene anche il chitarrista Filippo Marchegiani) trasmette in scena non è dissimile da quella quella con cui ci emozionava Francesco, l´approccio risulta piu´ fisico visto i trascorsi del singer campano ed è inutile sottolineare anche la strabiliante somiglianza fisica che di fatto fa sì che ci si trovi di fronte quasi ad una reincarnazione dello storico vocalist ma sarebbe riduttivo e poco rispettoso verso il nuovo cantante se pensassimo solo questo, il buon Tony infatti non si limita solo a fungere da mero esecutore ma aiuta la band, grazie al suo personalissimo background differente rispetto alla nuova realtà in cui opera, ad assumere una propria nuova identità figlia dei nostri tempi, seppure nel proseguo della tradizione. Per questo, chi si aspetta un Banco autocelebrativo si sbaglia di grosso, ogni musicista che è transitato nel corso degli anni nella band, ha lasciato la propria impronta ed è giusto che questi nuovi artisti dicano la loro caratterizzando il gruppo e non riducendosi ad una sorta di musicisti da tribute band, no, qui stiamo parlando di fior di professionisti (e in questo caso ci riferiamo ad alcuni commenti allucinanti letti sui social di fan che non voglion sapere dei mutamenti che l´inesorabile passar del tempo porta con sé rifiutando a priori tutto ciò che è nuovo e diverso).
La scaletta è tutta improntata su alcuni dei (tanti) brani storici in un´alternanza laddove a frangenti aspri e tumultuosi si sovrappongono momenti poetici e malinconici, nulla è scontato nella storia e nella musica del Banco, dopo la tempesta la quiete, poi ancora quiete e tempesta, moog, piano, passaggi jazz, chitarre acustiche ed elettriche piu´ che mai (grazie alle verve metallica di Filippo Marchegiani) deliziano i fan in completa adorazione che riscoprono brani immortali come ´Ragno´, ´100 Mani´ o ´R.I.P.´ sotto una nuova veste, quest´ultima con una ritmica ancora più marcatamente funky prima della lenta parte pianistica che non smette mai di emozionare, ogni volta, infatti, è come se la si ascoltasse la prima volta.
Ma la grandezza del Banco è stata anche quella di saper spingere il Prog verso lidi piu´ accessibili ad orecchie poco abituate a queste sonorità e se dopo tanti anni canzoni come ´Paolo Pa´, ´Moby Dick´ o ´´Non mi Rompete´ (prevista ma non eseguita dato l´orario probabilmente) vengono cantate a memoria dal pubblico, vuol dire che mai scelta fu piu´ azzeccata visto che all´epoca della loro stesura non manco´ qualche supercritico ce li taccio´ di commerciabilità, inutile sottolineare che la storia ha dato loro torto marcio visto che ancor oggi risultano tra i brani piu´ amati.
E concludiamo con le parole con cui Vittorio Nocenzi ha battezzato la serata: “Questo concerto è dedicato a Rodolfo Maltese” … e noi non possiamo che unirci a questo pensiero unendo nel ricordo anche il mai dimenticato Francesco Di Giacomo !