Vi era molto attesa per il settimo album della formazione orange dopo l´ottima prova di “The Quantum Enigma” del 2014. L´intreccio di tematiche scientifiche, filosofiche e sociali viene ancora una volta riproposto attraverso la formula di un metal sinfonico arricchito da linguaggi sonori presi in prestito dal death e dalla musica progressive.
Alcune novità riguardano la scelta di utilizzare tutte le parti orchestrali con strumenti veri e non campionati ,compreso l´uso degli ottoni, creando così un effetto complessivo molto ricco e seducente.
L´album si apre come di consuetudine con un intro sinfonica “Eidola”,ispirata alla filosofia di Democrito che c´introduce anche ai temi dell´album : la realtà e l´apparenza, il mondo artificiale di Matrix ed il dominio della macchina sull´uomo.
Dopo l´intro parte il ritmo devastante di “Edge of the blade” con i suoi cori e le chitarre in primo piano. La voce della sempre sublime Simone Simons alterna il canto lirico ad uno più pop. In effetti questa prima canzone contiene tutti gli elementi che caratterizzano l´album, quasi uno schema in cui c´è sempre una parte “growl” di Mark Jansen ed il coro che diventa come uno strumento che interviene per commentare, rafforzare o concludere i brani. Ma tale schema non limita la creatività di una band ancora in stato di grazia, ma piuttosto ne rende uniforme lo stile,dal momento in cui tutti i membri sono chiamati a partecipare al processo compositivo, portando il proprio contributo d´idee ma anche le proprie,diverse, prospettive sonore.
Tale ricchezza appare evidente nelle anthemiche “Beyond the Matrix” e “Divide and Conquer”,nella progressive “Universal Death Squad” e nella corale “A Phantasmic Parade”. Dopo la splendida ballad “Once upon a nightmare” e l´interlocutoria “The Cosmic Algorithm” arriviamo al cuore vero e proprio dell´album. La doppietta rappresentata da “Ascension” e da “Dancing in a hurricane” ci sembrano fra le vette più alte raggiunte dagli Epica. La prima è fra le composizioni più oscure mai scritte dalla band, con una maestosa presenza orchestrale e con la voce di Simone che raggiunge picchi inauditi; la seconda invece si avvale di ritmi e strumenti etnici per un risultato davvero inedito e brillante.
A concludere l´album, dopo la potente “Tear Down your Walls” c´è l´immancabile mini suite di oltre 11 minuti : la titletrack “The Holographic Principle”un vero compendio dell´arte di Jansen e soci, con cori ispirati alla musica antica e passaggi metal- progressive degni davvero di nota.
Musicalmente la band si conferma sugli ottimi livelli del precedente album “The Quantum Enigma”. C´è un grande lavoro di chitarre da parte di Isaac Delahaye che è cresciuto anche in fase di scrittura. Ottima prova anche per l´ormai collaudato Rob van der Loo al basso e per l´incredibile capacità ritmica del batterista Ariën van Weesenbeek. Naturalmente tutta la cornice sonora è curata dalle tastiere di Coen Janssen, uno dei fondatori della band.
Ancora una volta, ciò che contribuisce a rendere questa band unica ed a differenziarla da altre che hanno intrapreso un percorso simile, sono i testi di Mark e Simone, sempre attuali e ricchi di significati senza perdere mai in poesia ed in profondità.
In conclusione gli Epica ci consegnano uno degli album imperdibili di questo 2016, un ricco scrigno di gemme preziose da scoprire a poco a poco.
Voto: 9,5
Tracklist
1. Eidola
2. Edge of the Blade
3. A Phantasmic Parade
4. Universal Death Squad
5. Divide and Conquer
6. Beyond the Matrix
7. Once Upon a Nightmare
8. The Cosmic Algorithm
9. Ascension (Dream State Armageddon)
10. Dancing in a Hurricane
11. Tear Down Your Walls
12. The Holographic Principle (A Profound Understanding of Reality)
Fonte: Paolo Pagnani