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Interviste SOMMARIO

ORPHANED LAND a Roma: Kobi ci racconta tutto!

VeroRock era presente alla tappa italiana degli israeliani Orphaned Land, in tour per promuovere l´ultimo lavoro “All is one”, un album meraviglioso che sta riscuotendo parecchio successo. Per la prima volta a Roma, ho avuto il grande piacere di fare quattro chiacchiere con il simpaticissimo Kobi Farhi. Ecco qui l´intervista!

Ciao da VeroRock Kobi! Bentornato in Italia, come va?

Molto bene! Siamo un po´ stanchi, stiamo vivendo in questo tour-bus da più di 40 giorni, 24 uomini tutti dentro un pullman! Sembra di trovarsi in una prigione ambulante che ti porta in giro e nelle ore libere si incontra un sacco di gente, siamo famosi nella nostra prigione, tutti ci ascoltano suonare, battono le mani e dopo il concerto torniamo dentro! E´ bellissimo incontrare i nostri fan in tutti questi posti dove facciamo tappa.

Come stanno andando le prime date del tour?

Abbiamo iniziato a Berlino con 2 show acustici, poi in giro per la Germania, Francia, Slovenia, Danimarca……i nostri show sono sempre stati fantastici per il riscontro con il pubblico che abbiamo avuto, saremmo soddisfatti anche se dovessimo suonare solo per 20 persone. Da noi diciamo che uno show è ben riuscito se scende una lacrima e se si balla su di un tavolo, nello stesso spettacolo. Le nostre canzoni sono tristi e felici allo stesso tempo, la gente a volte piange, altre volte saltella dappertutto!

Qual è il concept principale del vostro nuovo album “All is one”?

Aw! Sarebbe davvero lunga la risposta. Ma se dovessi riassumerla potrei dire che è una storia molto semplice. Le persone continuano ad uccidersi a vicenda, non importa di quale religione siano, di quale paese. Secondo me la causa principale è l´educazione che si riceve fin da bambini. Cresciamo con primi giocattoli che sono armi. Pistole ad acqua, giochi sul computer, armi di plastica… anche i miei primi giochi sono stati gli stessi. Le persone iniziano ad apprezzarle da piccoli e quando crescono fanno le guerre. La storia inizia da qui, è il primo punto critico. Nel nostro album parliamo dell´unione di tre religioni. Un´utopia. Ma in realtà sarebbe la cosa più naturale al mondo, perché per i cattolici Gesù è il profeta e lui era ebreo, come me! Ci assomiglio pure un po´, haha! Anche i musulmani hanno le stesse tradizioni, gli stessi nomi. I nomi hanno la stessa radice. Gli arabi e gli israeliani hanno le stesse origini ma si odiano. Se qualcuno facesse notare a una delle due parti che siamo tutti fratelli, si sentirebbero offesi. Anche nel nostro brano “All is one” noi diciamo “..Again and again we fail to see that all is one…” è questo quello che intende comunicare. La vera tragica storia di come uccidiamo il prossimo in nome di un dio, falliamo in continuazione nello sperare che un giorno le cose possano cambiare. Basta una persona con un po´ di carisma e subito tutti la seguono senza ragionare. Prima si seguivano persone sagge, adesso qualsiasi idiota. Voi in Italia avete la stessa situazione con Berlusconi, haha! L´album dimostra come siamo tutti disuniti.

C´è qualcosa di veramente “fresh” nello stile del nuovo album. Come lo descriveresti?

Dopo l´ultimo lavoro ho detto alla band che per il prossimo avrei voluto cantare pulito. Mi piace tantissimo il growl, ma stavolta volevo melodie facili da eseguire, un album focalizzato sui concetti, a partire dalla copertina. I nomi delle canzoni sono più semplici : “Brother”, “Children”… facili da ricordare! In passato avevano nomi come “Disciples of the sacred oath II ” ad esempio, molto complicati. Qualcosa di più easy stavolta sarebbe stata migliore, per esprimere meglio il messaggio di qualsiasi canzone.

Sono rimasta veramente impressionata dal testo di “Brother”; la storia è facilmente sovrapponibile a qualsiasi realtà quotidiana: le rime la rendono ancor più bella e il coro finale dona un tocco epico al tutto. Che cosa vi ha ispirato maggiormente durante la composizione di questa canzone?

E´ veramente una canzone speciale per noi. Sai che la radio nazionale la suona in continuazione? E´ una canzone che parla dell´origine della guerra. Mi faccio sempre mille domande tra le quali: da cosa è iniziato questo conflitto tra arabi ed israeliani? Abram era il padre di Ishmael ed Ishmael il padre di tutti gli arabi, lo ammettono loro stessi. Isaac, fratello di Ishmael, è il padre di Israele. Noi usiamo gli stessi nomi ma loro non usano Isaac. Puoi trovare tutti i nomi più classici delle tradizione nelle loro storie, come Abram, Moses, David… ma non menzionano mai Isaac. Loro usano Ishmael e noi Isaac. Due figli di Abram da madri differenti. E´ da qui che inizia il conflitto, come dice la canzone: “… The lord blessed us both, but we still fight and claim, that kid on the mountain, – what was his name?…” poiché la nostra storia dice che Abram ha portato Isaac sulla montagna, mentre la versione araba dice che il bambino era Ishmael. Stessa storia, nomi diversi. Appena uscita la canzone diversi ebrei e arabi hanno pianto per questa, la musica ed il testo sono molto semplici ma arrivano dritti alla base del problema.

Nel tour ci saranno anche date in Costa Rica e Australia. Che ne pensi? Emozionato?

Si, è la prima volta che andiamo in Costa Rica, non vedo l´ora. Anche per l´Australia. Sono solo spaventato del volo, troppo lungo! Odio volare! Mi piace tanto viaggiare, per esempio adoro l´India! Sono stato lì per diversi show ed ho avuto anche più di un mese libero per trascorrerlo proprio lì, al mare!

Raccontaci di com´è iniziata l´avventura degli Orphaned Land!

Nel 1991, eravamo alle superiori! Io avevo 16 anni, ora ne ho 38. Mi piaceva molto il metal perché tutto il resto mi sembrava plastico e finto. Ascoltavo gli Iron Maiden ed altre band simili, colpito da questo genere veramente speciale perché non aveva nulla di commerciale o radio-friendly; era musica diretta! Visto che sono stato influenzato così tanto da questo genere ho deciso di farlo anche io e così è nata la band. Sono un tipo pigro, non volevo suonare uno strumento ma avere molta l´attenzione su di me, hehe; ho iniziato dicendo ai miei amici: “Guarda, sono un cantante, uaaahr!! (growling)” ed ho iniziato a cantare non sapendo che sapevo cantare ho iniziato così, poi più tardi ho iniziato anche a cantare veramente. Non volevamo essere come una band americana o europea, ma usare le melodie della nostra tradizione, per non cercare di imitare nessuno ma aggiungere qualcosa di unico. Io vengo da una città vicino Tel-Aviv, Jaffa, sul mare dove la popolazione è un misto di cristiani, musulmani ed ebrei. Quando ero piccolo mi dicevano che vivevo nella città col maggior numero di festività!

Non si andava mai a scuola allora, hahaha!

…eh sì! Questa è stata la maggior influenza nella nostra musica, abbiamo inventato l´Oriental Metal! La reazione della gente è stata grande, fin dal primo demo! E´ stata facile la strada, appunto per l´originalità del tutto. Ormai abbiamo già 22 anni di carriera alle spalle, anche se a un certo punto c´è stato uno stop lungo 6 anni. Ho ricevuto un video da un ragazzo palestinese durante questo periodo, con la nostra musica di sottofondo e lui inquadrato, con un tatuaggio della nostra band. Quella visione ha cambiato la mia vita, siamo nemici di sangue tra le nostre nazioni! Allora ho detto agli altri che non potevamo stare più in questa situazione ed abbiamo ripreso a lavorare nella band, senza fermarci più così tanto.

La vostra musica unisce l´heavy con le melodie della tradizione orientale appunto. Il risultato è veramente bello ed interessante, ma non è così facile per tutti accettare quest´unione. Avete mai ricevuto qualche minaccia?

Nella maggioranza dei casi no, il responso è sempre positivo. Ma magari alcuni cattolici potrebbero pensare che prendo in giro Gesù per come mi vesto a volte sul palco, i musulmani forse non apprezzano l´uso di alcune parti del Corano nei testi delle nostre canzoni, gli ebrei potrebbero non gradire il fatto che abbiamo anche fan arabi, ma essenzialmente dico che vivo in un mondo libero e questa è la mia arte. Mai usato il Corano accanto scene di donne danzanti mezze nude, l´ho sempre letto con rispetto; inoltre il libro stesso non dice certamente: “Per favore, non mi cantare!”.
Una volta, dopo la recente rivoluzione, ho chiesto ai nostri fan egiziani se ci volevano lì per un concerto. L´85% ha espresso un gran desiderio, l´altra parte ci ha minacciato di morte. Ho chiesto loro, “Ma… la rivoluzione non doveva portare la libertà?” Immagino però che abbiano vissuto sotto dittatura così a lungo che non conoscono veramente la libertà. Il processo è lungo, spero che i miei futuri nipoti potranno vedere una realtà differente un giorno.

Speriamo davvero. Invece vuoi lasciar detto qualcosa ai fan italiani?

Mi piace molto l´Italia e penso che ci sia una forte connessione tra di noi, anche se non so perché! Siamo tutti e due un popolo di viaggiatori e abbiamo lo stesso temperamento: parliamo a voce molto alta e ci arrabbiamo con facilità! Molto simili! Mio nonno guardava sempre Sanremo… E l´opera! Verdi e Puccini….per Puccini potrei anche piangere! Non so come descriverlo, ma mi sento anch´io un po´ italiano!

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