VeroRock
Image default
Album 2020 Recensioni SOMMARIO

WAKING THE SKY – The Prison (E.P.)

Nel variegato e a volte inflazionato panorama underground metal tricolore, spesso ci si perde tra nuove uscite, reissue di dischi storici ma dimenticati, e molto altro ancora, al cui numero elevato di uscite discografiche non corrisponde sempre un’elevata qualità artistica e soprattutto proposta musicale all’altezza delle aspettative. Ma, al contempo, fortunatamente in questo calderone non mancano anche le eccezioni, con band giovani e meritevoli di attenzione, grazie soprattutto alla loro capacità di saper far dialogare i loro riferimenti artistici con la rielaborazione degli stessi in una chiave originale che ne esprime l’essenza insita nella loro sonorità. A questa seconda categoria, fortunatamente, possiamo ascrivere la giovane band Waking The Sky, con la quale abbiamo avuto già il piacre di scambiare quattro chiacchiere recentemente.

I nostri sono dediti ad un metalcore moderno, con riferimenti diretti a colossi del genere del calibro di Killswitch Engage, Trivium ma soprattutto dei Bullet For My Valentine e dei coevi Asxing Alexandria. Ma nel loro sound si riscontrano anche rimandi ai classici dell’hard’n’heavy, soprattutto negli arrangiamenti chitarristici (Maiden certamente su tutti ma anche qualcosa dei Dark Tranquillity ed In Flames – n. d. r.). Il quartetto, fondato da Matteo (Matt) Passaretti (chitarra ritmica e voce) pochi anni or sono, ha prodotto questo recente primo EP intitolato ‘The Prison’, nell’attesa di un auspicabile full lenght di prossima pubblicazione. Attualmente inoltre, i nostri sono un terzetto, con il posto vacante dietro le pelli dopo la dipartita di Francesco “Frank” De Lazzaro (batteria), alla quale ha sopperito sino ad oggi la presenza di Andrea De Carolis (5Rand, Timestorm, Travellin’ South) come “rimpiazzo di lusso” in sede live.

E proprio nello studio di registrazione di Andrea, rinomato batterista nell’ambiente musicale romano, il gruppo ha inciso ad Ottobre 2019 questo primo gustosissimo EP, che certamente riesce bene a farci inquadrare sia il loro sound e sia soprattutto quali possono essere le peculiarità ed i punti di forza per un debutto discografico ufficiale. Come accennato in apertura, siamo di fronte ad una proposta che risente ancora molto delle influenze esterofile sopracitate, pur esprimendo energia e capacità esecutive/compositive non indifferenti. Il presente EP si compone infatti di ben cinque brani, di cui il primo è una intro strumentale dalle tinte elettroniche. “True Identity” è introdotta da fill di batteria elettronica a cui si aggiungono campionamenti atmosferici su cui entrano le due chitarre ad intonare un solo antemico di gusto quasi maideniano: una breve intro molto particolare e inaspettato rispetto alle sonorità presenti invece nelle successive composizioni.

Con “The Prison”, la titletrack di questo EP, siamo di fronte ad una speed song in cui le influenze metalcore si diramano anche in lidi più alternative con una spruzzatina qui e li anche di metal classico che non fa mai male! La voce di Matteo si alterna tra parti pulite, nelle strofe e nel ritornello, ad uno scream rabbioso nel ritornello centrale. Il tutto è supportato da un vero e proprio muro di chitarre, mentre la sezione ritmica trita la dovere i padiglioni degli ascoltatori, alternando sfuriate metalliche a parti più cadenzate o su tempi dispari. Passiamo così alla successiva “Unexpected Solution”, sorretta anch’essa da un riffing di tutto rispetto, mentre dopo una prima alternanza iniziale chitarra/batteria, si parte spediti nel pieno del brano dove lo screaming alternato da cori di rimando sfocia in un ritornello in cui prevale il cantato pulito e melodico, arricchito da un pregevole arrangiamento della sei corde di Mirco “Mitch” Conti. Da apprezzare anche il solo di basso nel bridge finale, opera Tiziano “Big” Iacomussi, che ci mostra come anche la tecnica strumentistica possa essere messa a servizio dell’intero brano, così come avviene per il solo di chitarra prima della coda finale del brano.

Entrambi i primi due pezzi certamente sono un buon biglietto da visita di quelle che sono le sonorità caratteristiche della band capitolina, così come l’ariosa melodia sulla successiva “You Will Remain”, caratterizzata forse quest’ultima da una maggiore ricerca di arrangiamenti sopraffini di stampo classico, con un cantato energico ma totalmente pulito: una gran bella song dai cori centrali che ti entrano subito in testa. Da sottolineare anche il crescendo voce/sezione ritmica nel bridge centrale che sfocia in uno screaming demoniaco nella seconda parte del brano, facendo così da apripista ad un finale quasi thrash prima di rientrare sui binari iniziali.

Questo EP si conclude con “Dark Road”, aperto da una sciabolata chitarristica supportata da un’inclalzante groove della sezione ritmica, mentre la voce tagliente di Matt fa da contraltare sia nelle strofe più arpeggiate e soffuse e sia nel refrain centrale: il cantato qui è essai espressivo, per poi mutarsi in uno screaming sul pre-ritornello. Altro brano con una melodia presente sia nell’interpretazione canora che negli arrangiamenti di chitarra, pur bilanciando efficacemente parti più orecchiabili ad altre invece dalle tinte più estreme.

In conclusione, certamente è difficile poter esprimere un giudizio definitivo essendo di fronte a soli 5 brani, ma non si può negare la presenza di ottimi spunti riscontrabili in queste composizioni, che meriterebbero di essere ampliati anche in un successivo full lenght di, speriamo, prossima pubblicazione. Naturalmente nulla di trascendentale o che non sia già stato scritto o sentito, ma il combo in questione, come già detto in apertura, sembra avere tutte le carte in regola per regalare agli amanti del genere metalcore un prodotto certamente interessante e in parte originale. In attesa dunque del loro album di debutto prossimo a venire, possiamo solamente complimentarci con questa prima autoproduzione targata Waking The Sky!

Tracklist:

1) True Identity (instrumental intro)

2) The Prison

3) Unexpected Solution

4) You Will Remain

5) Dark Road

VOTO: 7,5/10

ANNO: 2020

Lineup:

Matteo Passaretti: rhythm guitar & vocals

Mirco “Mitch” Conti: lead guitar

Tiziano “Big” Iacomussi: bass

Francesco “Frank” De Lazzaro: drums

Andrea De Carolis: drums (only for live set)

GENERE: Metalcore/Alternative Metal

ETICHETTA: autoprodotto

Related posts

PHENOMEROCK FEST 2022: annullate le tre date in programma!

Redazione

VOLCANO RECORDS & PROMOTION: disco d’esordio per i Friday Breath, quando il rock è resiliente!

Redazione

NANOWAR OF STEEL: sold out e raddoppio a Roma! Seconda data domenica 12 marzo Largo Venue

Redazione

Leave a Comment

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.