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Live Report SOMMARIO

4EVER IQ Official Tribute Band: il resoconto della serata al Pentatonic Music Club di Roma!

ROMA, Pentatonic Music Club, 18/12/22 – L’universo IQ è in continuo fermento. I neo progressisti britannici hanno appena concluso una serie di date europee per celebrare il quarantennale della loro nascita, pubblicando su doppio cd il concerto audio completo della tappa di Barcellona al Razzmatazz 2 e filmando l’esibizione al De Boerderij di Zoetermeer per una probabile uscita in blu-ray. Seguiranno Subterranea Live su triplo vinile colorato che immortala la performance dell’ottobre 2011 sempre al De Boerderij e il nuovo album in studio che vedrà la luce in un futuro non meglio precisato.

Da qualche mese a questa parte, poi, c’è un ulteriore motivo di interesse per i fan del gruppo: è nata, infatti, la prima tribute band italiana, i 4EVER IQ, quartetto che vanta già l’investitura ufficiale da parte dei progenitori d’oltremanica. A fare squadra insieme a Walter “Van Helsing” Strappolini – batterista e artefice del neonato progetto – ci sono Lorenzo “Polly” Politi alla voce, Lorenzo Menicheschi Salvatori al basso e ai pedali bassi e Angelo Raddi nella duplice veste di chitarrista e programmatore di tutte le sequenze, in attesa di completare la formazione con l’innesto di un tastierista.

Fine ultimo del progetto è quello di suscitare negli ascoltatori un interesse per la musica degli IQ, che rimane un gruppo di nicchia nonostante longevità professionale e spessore artistico dei lavori in studio. Dal nome che la tribute band si è data si evince molto chiaramente che le esibizioni dal vivo sono incentrate, almeno in questa prima fase di attività concertistica, sull’esecuzione integrale dell’album EVER, pietra miliare del repertorio IQ e, più in generale, del genere neo progressive, prossimo al compimento dei trent’anni dalla pubblicazione. Fanno da contorno (per così dire) al live set altri importanti brani, passati e presenti, del vasto catalogo del gruppo.

Teatro del battesimo live dei 4EVER IQ, lo scorso 13 novembre, è il Let It Beer di Roma. Purtroppo, per quanto mi riguarda, la data è concomitante con il concerto di Steve Hackett all’Auditorium della Conciliazione ma l’attesa per la tappa successiva al PENTATONIC Music Club dura appena qualche settimana. Il club è un luogo di eventi musicali e culturali ed è nato dall’iniziativa dell’Associazione Villaggio Cultura, affiliata all’ARCI.

La serata è sold out. Tra i presenti ci sono sia fan degli IQ che appassionati di generi più mainstream alla ricerca di trame e sonorità oltre i propri orizzonti musicali. Non mancano, ovviamente, musicisti quali il tastierista e compositore Rino Amato, che annovera importanti collaborazioni tra cui quella con Il Rovescio della Medaglia.

C’è tanta attesa per l’ascolto dei cinquanta e passa minuti di EVER ma la band scalda dapprima i motori con Alampandria e From The Outside In, due brani recentissimi le cui atmosfere dark e la ritmica a tratti ossessiva sono il classico marchio di fabbrica IQ. Eccellente inizio ma ora c’è l’highlight della serata e i “missionari per conto del prog” – cosi ama definire il bassista il quartetto – non tradiscono le aspettative.

La meticolosa preparazione della ritmica e delle parti soliste consente di passare in rassegna i sei brani di EVER – dall’incalzante The Darkest Hour fino alla malinconica Came Down – senza sbavature. In mezzo, il curioso scambio di posizioni tra Further Away e Out Of Nowhere. La band è appena alla seconda uscita, eppure l’affiatamento della sezione ritmica è quasi perfetto: le partiture vengono eseguite da Walter Strappolini con precisione metronomica e con appena più vigore di quelle originali, Lorenzo Menicheschi Salvatori ostenta una sicurezza degna del miglior Jowitt. Un plauso va alla prestazione complessiva, nonostante l’oggettiva complessità dell’album: pochissime le reinterpretazioni, il quartetto ha seguitato sul sentiero tracciato dai maestri britannici.

Le emozioni proseguono con quattro brani tratti dal doppio concept Subterranea. La scelta cade su Laid Low, la cui fragile dolcezza fa da contraltare all’asprezza di Breathtaker: Angelo Raddi esalta con maestria ogni passaggio sonoro, la timbrica di Lorenzo Politi è diversa da quella di Peter Nicholls ma pur sempre emozionante. L’articolata Sleepless Incidental (la mia preferita dell’album) e l’immancabile Subterranea chiudono mirabilmente il mini set.

Un suadente canto e uno struggente assolo di chitarra ci riportano ai luccicanti anni ottanta, quelli della produzione più vintage degli IQ. Nemmeno il tempo di farsi accarezzare dalle dolci note della sezione finale di The Last Human Gateway che la band getta il cuore oltre l’ostacolo chiudendo nel migliore dei modi il concerto con la dirompente The Wake.

Time flies when you’re having fun! Grazie ragazzi per averci fatto rivivere le magiche atmosfere degli IQ. Alla prossima, nella speranza – anzi certezza – di ascoltare altre gemme!

SCALETTA:

1. Alampandria (da Resistance)

2. From The Outside In (da The Road Of Bones)

Ever

3. The Darkest Hour

4. Fading Senses

5. Further Away

6. Out Of Nowhere

7. Leap Of Faith

8. Came Down

Subterranea set

9. Laid Low

10. Breathtaker

11. Sleepless Incidental

12. Subterranea

Bis

13. The Last Human Gateway (sezione finale da Tales From The Lush Attic)

14. The Wake (da The Wake)

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1 comment

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Eugenio Scampini 2 Gennaio 2023 at 22:25

Interessante articolo sulla band storica. Ottima recensione!

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