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Interviste SOMMARIO

KORMAK: visioni ‘apocrife’ in chiave folk!

Artefici di un ottimo secondo lavoro in studio, ‘Apocryphal’, uscito pochi mesi or sono per la Nova Era Records, i pugliesi KormaK sono ad oggi una delle realtà più interessanti del panorama underground metal italiano. Entrata da pochi mesi nella già ricca e variegata scuderia Rock On Agency, la band è attiva sulle scene dal 2017, proponendo un sound in bilico tra il death metal di matrice melodica (Amon Amarth, Arch Enemy e Arkona, solo per citare i nomi più rinomati – n. d. r.) e interludi e parti prettamente folk. Nonostante i pochi anni di attività, il quintetto pugliese, capitanato dall’affascinante e sensuale Zaira, ha collezionato ben due tour per un totale di circa sessanta date a livello europeo, già a partire dal debutto discografico ‘Faerenus’, uscito per la Rockshots Records esattamente tre anni fa! il gruppo si è fatto così conoscere anche in sede live, con ottimi riscontri da parte di critica e pubblico, condividendo il palco con act storici del calibro di Domine, Elvenking, Windrose, MaterDea, Furor Gallico, Finntroll e Dalriada, nonché degli olandesi Heidevolk, che hanno affiancato per le loro date italiane nel 2019. Insomma, una realtà giovane ma già abituata ad esibirsi con importanti act su palchi non soltanto italiani ma di svariate realtà europee, quali ad esempio Francia, Germania, Rep. Ceca, Polonia.

Abbiamo quindi avuto il piacere di confrontarci con la band su molteplici argomenti, tra i quali ovviamente l’uscita del loro nuovo full lenght, ‘Apocryphal’, anticipato dal singolo apripista “Jinn”, incentrato sulla figura femminile di Lilith, eroina biblica della quale ci vengono narrate le vincende da differenti prospettive. Insomma, questo e tanto altro in questa fantastica e interessante chiacchierata in salsa “folk”!

Salve ragazzi, bentrovati e grazie in primis per il prezioso tempo che ci dedicherete. E’ un piacere per me intervistare una band mia conterranea, essendo io di origine lucana, benvenuti sulle pagine di VeroRock.it! Partiamo con la prima doverosa domanda: avendo da poco pubblicato il vostro secondo album in studio, ‘Apocryphal’ (uscito a Giugno per la Nova Era Records – n. d. r.), qual è stato ad oggi il responso di critica e fan? Ciao Raffaele. Prima di tutto vorremmo ringraziare te e VeroRock per lo spazio concessoci. Attualmente il responso dei fans e della critica è stato molto positivo. Hanno evidenziato un miglioramento sia a livello compositivo che a livello di sound e di questo ne siamo davvero molto orgogliosi.

Il vostro nuovo disco esce a distanza di circa tre anni dal precedente esordio  ‘Faerenus’ (Rockshots Records – n. d. r.). Quali i principali punti di contatto, sia a livello lirico che compositivo, e quali le maggiori differenze? ‘Apocryphal’ esce esattamente a 3 anni di distanza con Faerenus. Abbiamo scelto la stessa data per una nostra questione scaramantica. Il covid purtoppo ha posticipato di un anno l’uscita dell’album già pronto nel 2020. Diversamente dall’album precedente, ‘Apocryphal’, ha uno stile più lineare e maturo che ci ha permesso di unire le diverse influenze senza uscire troppo dal genere che ci siamo prefissati di seguire.

‘Apocryphal’ è a tutti gli effetti un concept album di tredici tracce, il cui tema è la storia e le vicende bibliche di Lilith, prima donna creata nonché prima ribelle della storia. Com’è nata l’idea di scegliere questa tematica e a chi di voi è venuto lo spunto iniziale? Cercavamo una tematica per il secondo album che non ci vedesse protagonisti in prima persona (come è accaduto in ‘Faerenus’) delle vicende e delle storie ma nemmeno che ci portasse ad essere dei semplici narratori. Essendo tutti affascinati dal mondo esoterico, ci siamo resi conto che la figura di Lilith era per alcuni sconosciuta e per altri conosciuta in maniera distorta. Abbiamo iniziato a documentarci sulla vera storia di questa divinità, approcciando anche a testi apocrifi (da qui prende il nome l’album) e, attraverso i nostri testi e la nostra musica, abbiamo voluto raccontare sotto tre visioni differenti (della dea, della donna, della madre) le motivazioni che l’hanno portata ad affrontare determinate scelte, osannate da alcuni e condannate da altri.

Come voi stesso riferite, nonostante si tratti di vicende storiche, le tematiche relative alla storia di Lilith vengono affrontate comunque instaurando evidenti parallelismi con il mondo contemporaneo, ed in particolare con la figura della donna dei nostri tempi. In cosa, secondo voi, sono riscontrabili dei parallelismi tra la figura arcaica femminile e quella, invece, contemporanea? Lilith è conosciuta come la prima moglie di Adamo, nonché la prima donna che ha deciso di ribellarsi ad un mondo patriarcale.  Ad oggi vediamo ancora troppe donne sottomesse dalla figura maschile che, per paura o per altro, non riescono a ribellarsi. Ouroboros è la supplica, che Lilith chiede alle donne ancora sottomesse, di ribellarsi alle violenze sia fisiche che verbali. Questo nostro album è si una voglia di far conoscere la vera storia di questa entità ma anche, e sopratutto, la voglia di denunciare e cambiare questi avvenimenti inumani che, ad oggi, sono ancora fortemente presenti nella nostra società.

La narrazione delle vicende è affrontata sotto una duplice veste: da un lato l’aspetto prettamente umano della protagonista, con i suoi stati d’animo di estasi e angoscia, dall’altro la trattazione dei principali avvenimenti storici e il rapporto tra la protagonista e Dio, dalla sottomissione alla sua rivalsa. A livello compositivo, come avete approcciato a questa doppia narrazione? (Zaira): il personaggio di Lilith è tanto affascinante quanto complesso. Avendo scritto tutti i testi mi sono ritrovata molto spesso a fare un percorso interiore che potesse farmi immedesimare il più possibile nelle sue vicende (dall’esilio, al lutto, alla rivalsa) che mi permettessero di poter scrivere le giuste parole e linee vocali che potessero ricreare nella mente degli ascoltatori, l’esatto percorso emotivo.
In merito agli eventi storici mi sono basata sulle diverse ricerche effettuate e, in un brano, ho esattamente riproposto il passo biblico di Isaia (14, 11-15)  utilizzato come titolo dello stesso.

Con riferimento alla domanda precedente, si percepisce in questo disco un duplice approccio nella composizione e arrangiamenti di ciascun brano, con un’alternanza ben equilibrata tra intermezzi cupi/melodrammatici e parti maggiormente arrembanti, caratterizzate da riff melodici e taglienti, attraverso proprio la giustapposizione di parti folk e introspettive con altre contraddistinte da sfuriate ritmiche veloci, screaming e riff sostenuti. Questa doppia faccia della stessa medaglia corrisponde a precisi ambiti narrativi delle vicende di Lilith? Le melodie hanno un ruolo fondamentale nella narrazione. Le differenti parti (dalle melodie classiche a quelle piu ritmate e distorte) svolgono il compito di rafforzare in quel momento il cantato, cercando di creare dei cambi netti tra le diverse sensazioni e storie. “The First Fraticide” e “14,11-15” sono due brani dove possiamo conoscere altre due figure (Caino e Lucifero). Abbiamo cercato anche di differenziare stilisticamente questi due brani che non vedevano in prima persona Lilith, cercando di creare un cambio tra le vicende della protagonista dell’album e i personaggi incontrati durante il suo percorso.

Vi confesso che, con estremo piacere, ho apprezzato molto il connubio folk-epic con le parti prettamente death melodiche, non solo dal punto di vista dell’approccio canoro di Zaira bensì, più in generale, da parte di tutti i membri coinvolti nel processo compositivo/esecutivo. Quali sono le vostre influenze principali e, al contempo, i vostri ascolti quotidiani, anche al di fuori della scena metal? I nostri gruppi di riferimento sono molteplici. Per citarne alcuni spaziamo dagli Amon Amarth agli Arkona per poi seguire con i Behemoth, Children of Bodom, Opeth, Dimmu Borgir e altri.

Domanda per Zaira. Oltre a complimentarmi personalmente con te per l’eccellente prestazione canora ed interpretativa, volevo chiederti: come nasce questo tuo duplice approccio vocale, sia di tipo classico che di tipo extreme metal? Come riesci a gestire, a livello di intonazione, un passaggio dal canto lirico allo screaming/growl? (Zaira): ti ringrazio davvero per i complimenti. Inizialmente i miei studi vedevano solo il canto lirico. Ho intrapreso dei corsi di canto sovraglottico dopo aver assistito al mio primo FoschFest nel 2015 e dopo essermi innamorata delle band (con le quali successivamente ho avuto l’onore di condividere il palco).  Essendo anche un’insegnante di canto mi risulta gestibile il passaggio dal growl/scream al canto lirico.   

Recentemente siete passati sotto l’egida della Nova Era Records e siete ufficialmente entrati nel ricco e variegato roster della Rock On Agency. Come sono nate entrambe queste nuove ed avvincenti avventure? Quali le vostre principali aspettative? Le nostre aspettative sono altissime. Putroppo per via del covid, abbiamo avuto qualche difficoltà come band che ha causato un rallentamento dei lavori ma siamo convinti che presto potremmo sfruttare a pieno tutte le opportunità che le agency ci offriranno.

Immagino le difficoltà che avrete affrontato durante il precedente lock down, sia a livello personale che dal punto di vista del parto di questo nuovo album. Raccontateci un po come avete gestito la situazione e come la pandemia ha influito (se ha influito) sul processo di composizione dei brani! Fortunatamente la composizione dell’album era stata conclusa prima della pandemia. Ciononostante la gestione della band, durante il lockdown, è stata complessa. Siamo stati costretti, come parecchie altre band, a posticipare l’uscita dell’album e questo ha compromesso degli schemi organizzativi e gestionali. Inoltre alcuni di noi si sono visti costretti a prendere scelte personali differenti che hanno portato, successivamente, al cambio di tre membri.

Il nuovo ‘Apocryphal’ è uscito solo da pochi mesi sul mercato internazionale. Vista la recente ripresa degli eventi, sebbene assai limitata e a scaglioni, avete già in programma delle date dal vivo o un tour di supporto al nuovo disco? Stiamo valutando di riprendere i live nell’estate del 2022 sperando di trovarci a fare i conti sempre con meno restrizioni.

Ad anticipare il recente full lenght, è stato pubblicato in anteprima il videoclip di “Jinn”, veramente ben girato e prodotto. Dove è stata scelta la location? Avete avuto un ruolo decisionale in tutte le scelte stilistiche? State pensando per caso di pubblicare nuovi video di altri brani? La location che ha ospitato il video è il Castello Caracciolo di Sammichele di Bari e tutte le scelte stilistiche sono state gestite da Zaira insieme alla Blu Artic Studios. Attualmente siamo alle prese con la scrittura del secondo video clip la cui data di uscita è prevista per fine 2021/inizio 2022.

Alcuni anni or sono avete reinterpretato il classico popolare “Brigante se More”, che, come potrete ben immaginare, da buon lucano doc conosco bene e rappresenta la mia/nostra terra natia, il Mezzogiorno d’Italia! Avete avuto modo di conoscere Eugenio Bennato o comunque di interfacciarvi con lui in questa rivisitazione? Sapete se ha apprezzato la resa finale di questa nuova veste?Purtroppo non abbiamo avuto modo di conoscere personalmente Eugenio Bennato o sapere se la nostra rivisitazione sia stata apprezzata o meno. Sappiamo solo che, nonostante i nostri due album, crediamo che quella sia la canzone che più sentiamo “nostra” a livello affettivo.

Come la stragrande maggioranza delle band, siete passati dalla dura gavetta nei piccoli live club locali ad esibirvi in tour europei con act storici del calibro di Domine, Elvenking, Windrose, MaterDea, Furor Gallico, Finntroll e Dalriada, nonché degli olandesi Heidevolk, che avet affiancato per le loro date italiane nel 2019. Quali le principali differenze che avete percepito in questo passaggio da una dimensione contenuta a quella dei festival e di location più grandi? Affiancare band di questo calibro è sicuramente una grande responsabilità e il passaggio dai piccoli palchi a quelli dei festival è stato, inizialmente, una grande prova per noi. Venivamo tutti da progetti differenti che si limitavano ad esibizioni in zone limitrofe alla nostra terra natia. Lentamente con i KormaK, prima con le date sporadiche fuori Puglia poi con i vari tour che ci hanno portato ad esibirci anche all’estero, ci siamo messi in gioco cercando di superare i nostri limiti. La differenza sostanziale dei festival rispetto a delle location piu contenute sono quelle di dover “coprire scenicamente” un palco ben più grande e, ovviamente, esibirsi difronte ad un pubblico maggiore.

Con quali delle numerose band internazionali con cui vi siete esibiti avete stretto un rapporto di amicizia? Quali, se ci sono, vi hanno invece deluso sia musicalmente che a livello personale? Non possiamo dire di aver avuto dei veri e propri rapporti di amicizia con gli artisti internazionali. Per via dei viaggi e dei tempi ristretti si fa fatica a passare molto tempo insieme tra le band ma possiamo vantare di aver passato dei bei momenti!

Rispetto, invece, la scena rock e metal underground locale e italiana, con quali band siete in contatto e con quali vi piacerebbe esibirvi prossimamente? Siamo in contatto con diverse band underground conosciute anche per aver condiviso il palco e con le quali ci farebbe davvero piacere ritrovarci on stage. Tra queste ci sono gli Hell’s Guardian, Kanseil, e i Gorepest.

Nel vostro secondo tour, vi siete esibiti in diverse importanti realtà europee, quali Francia, Germania, Rep. Ceca, Polonia, ecc. Quali le principali differenze che avete riscontrato nella scena live rispetto alla realtà italiana? Dove, secondo voi, potremmo migliorare? Abbiamo notato che, all’estero la gente è più incuriosita. In italia difficilmente si partecipa ad un concerto di band che non si conoscono. All’estero il concerto della band poco conosciuta o addirittura sconosciuta viene supportata maggiormente. Abbiamo, infatti, avuto un pubblico molto numeroso durante le nostre esibizioni estere nonostante non “giocassimo in casa”.

Avendo già alle spalle ben due tourneé internazionali, quali sono stati i momenti o le esibizioni che ricordate con particolare piacere e quali, invece, vorreste dimenticare e perché? Ogni concerto per noi è stato davvero piacevole e memorabile. Uno in particolare è stato in Polonia dove, durante la nostra performance, alcuni spettatori hanno dato il via ad un pogo cosi violento che abbiamo visto gente arrampicarsi sulle travi del locale per evitarlo e per cantare i nostri brani con noi.

A livello personale, siete tutti coinvolti anche in altri progetto o collaborazioni in ambito musicale? Di cosa vi occupate nelle vostre rispettive vite? Nell’ambito musicale solo Andrea e Marco hanno dei progetti paralleli oltre noi KormaK. Nelle nostre vite personali Zaira è proprietaria di un’accademia musicale (dove svolge il ruolo da insegnante di canto) e una sala concerti, Marco ha un’attività di tolettatura e Tonio un negozio di sigarette elettroniche, Andrea è un programmatore informatico e Michelangelo uno studente di chimica pura!

Nonostante sia uscito solo da pochi mesi il nuovo disco, avete già in cantiere alcune idee, almeno a livello tematico, del prossimo lavoro in studio? E, se si, potreste giusto fornirci qualche piccola anticipazione? Le vicende accadute durante il nostro percorso non ci hanno permesso di pensare al nostro prossimo lavoro. Ad oggi ci stiamo concentrando su Apocryphal e, a tempo debito, inizieremo a lavorare su altro.

Relativamente ad altri artisti o band, avete pensato, anche in un futuro prossimo, di coinvolgere in veste di ospite, sia in studio che live, qualche musicista in particolare? Se poteste scegliere con quale artista – famoso o sconosciuto, morto o vivente – collaborare, quale scegliereste e perché? Ad oggi non abbiamo mai pensato di poter fare qualche featuring con qualcuno ma, se dovessimo pensare davvero in grande ci piacerebbe collaborare con artisti che più possono rimarcare le nostre influenze e i nostri cliché tra cui i Behemoth in quanto adoriamo il sound atmosferico e aggressivo caratteristico dei genere, che ha abbondantemente contaminato la nostra musica. Ci piacerebbe collaborare anche con artisti della scena melodic-death metal come Anders Fridén  e Jeff Walker!

Ragazzi, la nostra piacevole chiacchierata è giunta al termine, ma vi ringrazio nuovamente per tutto il tempo prezioso e per la vostra disponibilità. Ultima domanda: quale consiglio dareste ai giovani musicisti che si apprestano ad intraprendere il vostro stesso duro e lungo percorso artistico? L’unico consiglio che ci sentiamo di dare è quello di perseverare sempre con la propria musica e di comporre e creare dei progetti finalizzati ad esprimere completamente il proprio essere, senza cercare di somigliare a qualche band già esistente o seguire il genere più in voga al momento. Vi ringraziamo davvero, a te e a VeroRock, per il tempo e lo spazio concessoci per esprimere, a parole, la nostra seconda fatica chiamata Apocryphal. Grazie infinite e STAY FOLK!

 

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