In un uggioso ma ancora temperato fine settimana autunnale, l’evento di Venerdì 11 Ottobre 2019, che vede il ritorno in terra capitolina degli storici neoprogsters britannici IQ, si preannuncia a dir poco immancabile per ancora i tanti appassionati del genere! Gli alieni della terra di Albione tornano infatti a farci visita, a distanza di quasi dodici anni dal loro memorabile concerto tenutosi nel 2007 a Stazione Birra, nella rinomata location del Crossroads Live Club di Osteria Nuova (Roma) in occasione della loro tournée europea a supporto del loro ultimo disco in studio, ‘Resistance’ (uscito esattamente lo stesso giorno del concerto che ci apprestiamo a raccontarvi per la Giant Electric Pea – n. d. r.). La prima di queste due date italiane (il giorno successivo di sono esibiti al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna, Novara – n. d. r.), organizzata dal Crossorads in collaborazione con Good Music, ha visto un buon afflusso di fan della band, provenienti non solo dalla Capitale ma dai dintorni e dalle regioni limitrofe, a coronamento di una serata che si è rivelata a dir poco magica e che rimarrà certamente nel cuore di tutti i presenti!
IQ
Sono da poco passate le ore 22.00 ed eccoci pronti, dopo esserci ampiamente rifocillati, a questo vero e proprio “release party” del nuovo album della band capitanata dallo storico membro fondatore Michael Holmes (chitarra): i nostri vengono accolti da un’ovazione corale durante le prime note della nuova “Alampandria”, uno dei brani più riusciti del loro ultimo full lenght a detta del sottoscritto, ed è subito un arcobaleno di colori neoprogressivi quello a cui ci accingiamo ad assistere, con immagini di repertorio che scorrono sullo sfondo. Dall’oscuro ‘The Road Of Bones’ (2014) viene riproposta l’atmosferica “From The Outside In”, sulla quale è impossibile rimanere fermi, grazie ai suggestivi tappeti sonori profusi dall’elegante Neil Durant (tastiere), a supporto dell’arrembante sei corde di Michael, mentre il buon Peter Nicholls (voce) si rivela come sempre un frontman di alto profilo, nonostante le sue doti canore questa sera risentano fortemente di un brutto mal di gola che lo sta perseguitando da alcune settimane. Si ritorna così all’ultimo atto di questa band leggendaria, con un soave pianoforte che introduce “Shallow Bay”, altro brano di lunga durata e grande complessità compositiva ed esecutiva, seguito poi dall’eterea “Stay Down”, sulla quale il cantato dolce e sussurrato di Nicholls ci culla in un oceano sonoro prima della tempesta finale in cui un riff arrembante di chitarra ci trascina inesorabilmente verso il finale dal forte pathos!
Da ‘Dark Matter’ (2004) viene invece pescata “Sacred Sound”, anch’essa introdotta da una maestosa orchestrazione ad opera del Maestro Durant, e a seguire dal groove roboante del silenzioso ma impeccabile Tim Esau (basso), che ci conducono verso lidi progressivi multicolori, in una dimensione parallela. Altro gioiello immancabile dell’ultima loro fatica discografica, “For Another Lifetime” riesce perfettamente a trasporre in emozioni le multiformi sfaccettature sonore del quintetto britannico, che ancora una volta ci dimostra come si possa ancora oggi proporre una musica senza tempo, al di fuori di qualsivoglia schematica classificazione stilistica. Certo, è innegabile la loro preponderante componente neoprogressiva, che li ha resi celebri nella decade degli ‘80s insieme ad altri act leggendari come Marillion, Pallas e Twelfth Night, ma il combo londinese sembra non risentire minimamente del passare degli anni, nonostante alcuni momenti poco felici e di alti e bassi succedutisi nel corso della loro lunga carriera, regalandoci quest’oggi un prodotto fresco, genuino e soprattutto degno di considerazione tanto per i fan storici che per i nuovi proseliti! E’ la volta così di “The Road Of Bones”, titletrack dell’omonimo penultimo album, caratterizzata come sempre dai pregevoli arrangiamenti di Durant e dal lavoro eccezionale di Esau, ancora una volta protagonista, nonché dal drumming preciso di Paul Cook (batteria), capace di alternare ritmi sincopati a sfuriate e tempi dispari, così come sulla successiva “A Missile”, opener dell’ultimo disco.Gli applausi dei presenti non si fanno di certo attendere tra un brano e l’altro, e il buon Nicholls riesce a instaurare un buon feeling con tutta l’audience e in particolare con le prime file, restando solo stupefatto di trovare un parterre con tutti tavoli a sedere, forse non del tutto consono alle sue aspettative. “Until The End” ci conduce verso le battute finali di questa memorabile serata progressiva, ma i duelli di chitarra/tastiera tra Holmes e Durant presenti sul brano in questione sono il perfetto toccasana per le nostre orecchie, ancora bramanti di nuove emozioni sonore!
Non poteva certamente mancare uno dei loro capolavori più noti, “Further Away”, dal loro storico album ‘Ever’ (1993), opera magna che andrebbe fatta studiare tra i banchi di scuola a detta del sottoscrito: il lento incipit iniziale, ci trasporta ancora una volta in paesaggi sonori perfettamente dipinti da Durant ed Esau, prima dei riff alternati e ruggenti di Holmes, coadiuvati da un lavoro sempre sugli scudi da parte di Cook dietro le pelli, prima del finale supportato dal battito ritmico di tutta la platea. Sembra concludersi così questo set intenso ed appagante, ma eccoci richiamare a gran voce i cinque musicisti britannici che, nonostante la stanchezza accumulata, ci regalano un’ultima emozione sonora: la base effettata iniziale, unita al martellante stacco di batteria, fanno da apripista ad un’energica versione di “Subterranea”, accolta da applausi ed urla di giubilo. Emozioni su emozioni che ci hanno accompagnato in questa overture sonora di quasi due ore durante le quali l’attenzione dei presenti si è catalizzata su di un’esibizione veramente perfetta, nonostante qualche piccolo problema tecnico perfettamente risolto in corso d’opera!
IQ setlist:
“Alampandria”
“From The Outside In”
“Shallow Bay”
“Stay Down”
“Sacred Sound”
“For Another Lifetime”
“The Road Of Bones”
“A Missile”
“Until The End”
“Further Away”
Encore:
“Subterranea”
Ancora una volta non possiamo che sentirci giustamente appagati da questo show memorabile che ci ha deliziato dall’inizio alla fine senza alcun calo durante tutta l’intera durata. E’ stato un immenso piacere per il sottoscritto assistere per la prima volta alle gesta di questo leggendario gruppo, che ancora oggi si è dimostrato vivo e vegeto, con un nuovo rigenerante full lenght (‘Resistance’ – n. d. r.), capace di unire i gusti dei palati più esigenti e dei fan della prima ora, con una ricerca ed un’innovazione compositiva al passo coi tempi! Non ci resta dunque che ringraziare tutta l’organizzazione e lo staff del Crossorads Live Club e della Good Music, per la cortesia e disponibilità come sempre riservataci, nonché per essere riusciti a portare, a ben dieci anni di distanza dal concerto acustico dei Marillion, un altro nome storico della scena neoprogressiva mondiale!