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BANCO DEL MUTUO SOCCORSO -Transiberiana

Contrariamente a quanto si possa credere, il Banco del Mutuo Soccorso non torna a far parlare di se’ esclusivamente per il fatto che dai cuori dei fans non è mai esistito quel vuoto temporale privo di comunicazioni che ne abbia tracciato una sofferta lontananza. La band, guidata da un Vittorio Nocenzi sempre piu’ ispirato e indotto alla scrittura anche dal prodigioso figlio Michelangelo, nel corso degli anni non ha mai interrotto il proprio rapporto con la vasta base di adoratori (non trattasi di semplici fans ma di vero e proprio esercito di fedelissimi pronti a tutto) grazie ad una serie di concerti sparsi per l’Italia ed un buon numero di raccolte, nuove versioni di capolavori arricchiti qua e la’ da preziosi inediti live e non che di fatto hanno mitigato l’attesa per il nuovo lavoro.
Per chi segue il Banco da sempre, parlare di nuova formazione risulta quasi risibile dato che la band viaggia con questo sestetto di musicisti già da svariati anni, e chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo non puo’ che confermarlo, il nuovo cd (o vinile) giunge quindi a compimento di un lungo tragitto on the road che di fatto ha plasmato sempre di piu’ le varie anime dei propri interpreti, l’album in studio quindi non è che il frutto di un lungo lavoro di squadra già rodata e ben affiatata. Non si potrebbe pensarla diversamente se si calcola che Filippo Marchegiani per esempio, presta (eufemisticamente) la sua chitarra nel gruppo da ben venticinque anni.
Il pregio di un album come ‘Transiberiana’ è quello di non essersi specchiato nella propria storia troppe volte, a dispetto dei nostalgici poco avvezzi a qualsiasi pur minimo cambiamento, quasi a ribadire che seppure ci fossero stati ancora alcuni degli artisti originari che il fato ineluttabilmente ci ha portato via, la strada del Banco avrebbe parzialmente lo stesso virato verso nuove strade, d’altronde rifiutare a priori cio’, avrebbe significato precludere a big come Francesco di Giacomo e Rodolfo Maltese, qualora fossero stati ancora tra noi, qualsiasi possibilità di crescere e/o sperimentare nuovi sentieri, caratteristica vitale questa per chi ha fatto del prog la propria vita, e la storia del Banco lo insegna.
Giocando sulla metafora del treno e del lungo viaggio, l’album appare quindi come il racconto di un lungo convoglio che sa da dove parte e dove arriva ma a cambiare sono gli interpreti, ovverosia quei passeggeri che salgono e scendono lungo il tracciato dei binari e quindi della vita (la stessa storia della band?), in un crogiuolo di storie e di culture diverse che convergono tutti insieme in un’unica direzione, mischiandosi ed evolvendosi, seppure ognuno con le proprie aspettative e con i propri drammi, da qui la speranza di un viaggio spesso risolutore carico di speranze ma nello stesso tempo tinto di paure, storie umane che un album come ‘Transiberiana’ cerca di raccontare a chi l’ascolta.
Sotto quest’ottica leggo alcuni nuovi imput sonori presenti nell’album che ci rimandano a tempi piu’ attuali come il basso e le percussioni ossessive presenti in ‘Stelle sulla Terra’ che potrebbero ricordarci i Mokadelic di ‘Gomorra’, quasi a sancirne i timori e le preoccupazioni dei tempi che stiamo vivendo per poi ritrovare il Banco in tutto il suo passato e presente nella bellissima ‘Campi di Fragole’ che ci richiama al periodo piu’ poetico ed introspettivo grazie alla suadente voce di Vittorio Nocenzi, perfetto trait d’union tra l’epicità di Francesco di Giacomo e l’imperiosità di Tony D’alessio, suo naturale erede.
L’album prosegue tra un saliscendi di emozioni, tra passaggi strumentali frenetici (nella migliore tradizione del BMS) e tecnici (stupisce meravigliosamente rispetto al passato un uso maggiore dell’hammond come nel brano ‘Lo Sciamano’) a momenti piu’ quieti e sognanti con melodie che dopo solo un paio di ascolti ti si ficcano nel cervello come se quei pezzi le conoscessi da sempre, al pari di classici come ‘Metamorfosi’ o ‘Il Ragno’, bonus live che appunto chiudono l’album per ribadire che la storia è sempre li’ e nessuno la cancella, ma che ci ribadiscono che dal nostro passato si deve trarre insegnamento per migliorarsi ed intraprendere nuove emozioni, come ‘Transiberiana’ ci ha appena testimoniato.
Un gran ritorno ma che speriamo segni solo l’inizio di un nuovo corso, il treno del Banco non si puo’ fermare …
TRACCE

Stelle sulla terra: La partenzaCavalli sull’altopianoPerché, perché, perché (6:06)
L’imprevisto (3:29)
La discesa dal treno: Fermi ed agitati come tende al ventoCome nell’Ade (6:16)
L’assalto dei lupi (5:35)
Campi di Fragole (3:36)
Lo sciamano (4:01)
Eterna Transiberiana (6:20)
I ruderi del gulag (6:06)
Lasciando alle spalle (1:47)
Il grande bianco (6:33)
Oceano: Strade di sale (3:39)
Tracce Bonus
Metamorfosi (Live at Festival Prog di Veruno 2018) (9:43)
Il ragno (Live at Festival Prog di Veruno 2018) (5:43)

Fonte: Marcello Dubla

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