Dopo averlo apprezzato in sede live come ospite dell’anteprima della seconda edizione del Metal For Kids United! (la cui nuova kermesse di beneficenza è prevista per Sabato 25 Maggio presso il Crossroads Live Club di Roma – n. d. r.), ecco di ritorno in terra capitolina il carismatico frontman statunitense Mark Robert Boals, noto ai più per la sua celebre collaborazione con l’axe man svedese Y. J. Malmsteen su ben quattro dischi in studio, nonché per la sua voce versatile che si è prestata a svariate collaborazioni e progetti in ambito internazionale da ormai più di trent’anni: dai Royal Hunt ai Ring Of Fire, ecc. La serata di Sabato 18 Maggio 2019 ha visto dunque il comeback a Roma di un artista di alto profilo, accompagnato per l’occasione da una band di musicisti eccezionali del panorama capitolino ed italiano: il giovane talentuoso Emiliano Tessitore (chitarra, Stage Of reality, Vinnie Moore, ecc.), Roberto Fasciani (basso, Frizzi 2 Fulci) e Titta Tani (batteria, Ehfar, Architects Of Chaoz, ex Claudio Simonetti’s Goblin e DGM). A questo ensemble da capogiro si è aggiunto per l’occasione anche Francesco Finori (tastiere) a supporto dell’evento che ha visto la partecipazione, in apertura di serata, prima degli Insomnia e a seguire dei pugliesi Elegy Of Madness. Una serata con un’ampia partecipazione di pubblico che ancora una volta ha visto il Let It Beer di Roma ospitare un altro colosso dell’hard’n’heavy mondiale!
Insomnia
L’arduo compito di aprire le danze di questa piacevole serata di metà Maggio tocca a questa giovane e simpatica band dell’hinterland romana, dedita ad un sound molto casereccio ma godibile al punto giusto: il loro rock italiano, dalle influenze più disparate di matrice anglosassone, scorre fluentemente tra i primi fumi dell’alcol sui brani come “Tabacco & Rose”, “Se Fossi Foco” e “Bambola” con Lex (chitarra) e Sturo (chitarra) pronti a darsi battaglia tra riff sanguigni e soli, mentre JaKil (voce) ci allieta con il suo cantato rigorosamente in italiano ma non per questo meno meritevole di stima: intendiamoci la loro proposta non è certamente qualcosa di originale e di non già sentito, ma questi ragazzi riescono comunque a farci divertire con il loro breve ma intenso set proposto. “I Creatori Della Fine Del Mondo” e “Ancora In Piedi” continuano questo breve ma energico excursus musicale, mentre con “Bad Boys”H (basso) e Wollas (batteria) si esibiscono in un duello all’ultimo sangue! La finale “Back Stage” si rivela il fiore all’occhiello per concludere un’esibizione nel complesso positiva all’insegna di un garage rock, condito da un’attitudine sfrontata e molto punkeggiante!
Insomnia setlist:
“Tabacco & Rose”
“Se Fossi Foco”
“Bambola”
“I Creatori Della Fine Del Mondo”
“Ancora In Piedi”
“Bad Boys”
“Back Stage”
Elegy Of Madness
Cambiamo ora registro stilistico e passiamo ad un’altra interessante realtà tricolore, provenienti dalla terra tarantina: il sestetto, in questa data orfano del steso elemento Luca Basile (violoncello), si presenta con una proposta sonora alquanto variegata ed interessante, soprattutto per questa serata, viste le tre differenti band che si succederanno di volta in volta sul palco, tra loro assai eterogenee. Il loro sound, a cavallo tra il symphonic metal derivativo di band del calibro di Nightwish, Epica, unito a spunti più psichedelici e progressive, riesce a catalizzare l’attenzione dei tanti presenti, molti dei quali hanno per la prima volta l’opportunità di tastare con mano la loro caratura in sede live. Anja Irullo (voce) e il leader maximo Tony Tomasicchio (chitarra e tastiere) sono i due motori principali di questo combo ben assortito, capace di mostrare tutta la propria classe su brani di recente composizione quali ad esempio l’opener “Apokalypsis” o le successive “Endless” e “Answer” che riscuotono un buon gradimento da parte dell’audience sempre più numerosa. Su “Lunacy” e “New Era” è la volta anche di Marco Monno (chitarra), che ci delizia con alcuni arrangiamenti e assoli alquanto ricercati ed eleganti, mentre Larry Ozen Amati (basso) si dimostra alquanto affidabile e con un ottimo background musicale, soprattutto nei passaggi più variegati come su “Illuminated” o “Nobody Cares”. Se non siete appassionati di questo tipo di sonorità difficilmente riuscirete ad essere attratti dalla loro interessante proposta, ma di certo il gruppo, attivo ormai da quasi quindici anni, è meritevole dell’ampia attenzione ricevuta in questi anni dai media e dalla stampa di settore, confermandosi anche abbastanza coinvolgente in sede live: purtroppo per il sottoscritto il genere in questione non è certamente tra gli ascolti preferiti ma nonostante ciò non si può negare la loro preparazione tecnica, ed in particolar modo di Francesco Paolo Caputo (batteria), e la loro vena compositiva che però dovrà trovare ulteriori miglioramenti e sviluppi se si vuole emergere in questo aimé sconfinato panorama underground nazionale ed europeo. “Divine Obsession” e “Day Zero” chiudono quindi il loro set che ha saputo certamente allietare i presenti, pronti a rispondere con applausi meritati durante le pause tra un brano e l’altro: non ci resta dunque che sperare di rivederli presto nuovamente in terra capitolina per poter apprezzare la loro proposta magari in formazione completa!
Elegy Of Madness setlist:
“Apokalypsis”
“Endless”
“Answer”
“Lunacy”
“New Era”
“Illuminated”
“Nobody Cares”
“Divine Obsession”
“Day Zero”
Mark Boals
Al termine di questa bella scorpacciata di rock e metal di matrice italic, eccoci finalmente arrivati all’evento clou della serata: sta per salire sul palco infatti Mr. Mark Boals per proporci un set tributo alla sua carriera ed in particolar modo ad uno dei dischi, ‘Trilogy’ (1986), che ha segnato l’epoca magica degli anni ’80 e nella fattispecie la sua storica collaborazione con il virtuoso scandinavo Y. J. Malmsteen. Come dicevamo ad accompagnare il vocalist statunitense in questa tourneé italiana ci sono una squadra di musicisti di caratura eccelsa che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni: il pubblico presente in sala, sia in piedi che ai tavoli, accoglie tra gli applausi i cinque musicisti, sulle note iniziali della storica “Rising Force” e della seguente “I Am A Viking”! I rispettivi musicisti si muovono con una sorprendente ed ammaliante facilità sui propri strumenti, ed è un piacere visivo ed uditivo assistere ad una performance eccezionale di Emiliano tessitore (chitarra) su brani quali “Black Star”, dove ci mostra tutta la sua maestria e perizia strumentale nel saper reinterpretare in maniera egregia la lezione del Maestro scandinavo della sei corde! “You Don’t Remember, I’ll Never Forget” e “Liar” sono altre due perle immortali, intonate all’unisono da tutti i presenti: peccato purtroppo per i notevoli problemi tecnici accorsi a Francesco Finori (tastiere), la cui esibizione aimé non ci ha permesso di apprezzare tutte le sue capacità tecnico-esecutive vista purtroppo l’assenza di suono proveniente dal mixer e dagli amplificatori, e che non ci ha consentito di ammirare i celebri duelli chitarra/tastiera previsti. “Queen in Love” e “Crying” continuano questo viaggio sinfonico nel tempo, grazie all’eccezionale bravura di una sezione ritmica sugli scudi come quella composta rispettivamente dal poliedrico Roberto Fasciani (basso) e dal suo compare Titta Tani (batteria), capaci di eseguire con una facilità disarmante anche i passaggi più complessi nei vari brani. Ne sono una prova le esecuzioni magistrali di “Fury” o “Fire”, che ci mostrano l’eterno stato di grazia canoro del nostro amato Mark, la cui voce si è mantenuta perfetta nel corso del tempo: il nostro beniamino è sempre molto coinvolgente con tutti i presenti, scambiando con tutti battute tra un pezzo e l’altro, addirittura augurando un felice compleanno ad alcuni ospiti presenti (la mamma di Emiliano per esempio – n. d. r.)! “Magic Mirror” e “Dark Ages” ci introducono alla successiva ed ultima sezione dello show, ancora ricco di sorprese: da notare come i nostri si siano alternati in modo egregio tanto nei momenti elettrici quanto in quelli acustici, come ad esempio nella successiva “Trilogy Suite Op: 5”, autentico manifesto malmsteeniano, dove ancora una volta il nostro Emiliano si dimostra all’altezza della situazione! Si passa così ad un fugace ma sempre gradito scampolo di serata riservata a due celebri cover come “Holy Diver” del compianto e amato R. J. Dio e “War Pigs” dei Black Sabbath, prima di tornare con la conclusiva “I’ll See the Light Tonight”, accolta da un’ovazione generale ad una performance nel complesso ineccepibile, a prescindere dai piccoli problemi tecnici sopra citati, e che ha saputo infiammare la già calda atmosfera presente nel locale!
Mark Boals setlist:
“Rising Force” (Y. J. Malmsteen cover)
“I Am A Viking” (Y. J. Malmsteen cover)
“Black Star” (Y. J. Malmsteen cover)
“You Don’t Remember, I’ll Never Forget” (Y. J. Malmsteen cover)
“Liar” (Y. J. Malmsteen cover)
“Queen in Love” (Y. J. Malmsteen cover)
“Crying” (Y. J. Malmsteen cover)
“Fury” (Y. J. Malmsteen cover)
“Fire” (Y. J. Malmsteen cover)
“Magic Mirror” (Y. J. Malmsteen cover)
“Dark Ages” (Y. J. Malmsteen cover)
“Trilogy Suite Op: 5” (Y. J. Malmsteen cover)
“Holy Diver” (Dio cover)
“War Pigs” (Black Sabbath cover)
“I’ll See the Light Tonight”
Le immancabili foto e autografi di rito sono la ciliegina sulla torta, al termine di una serata che ci ha fatto tornare alla nostra adolescenza e giovinezza, che il buon Mark Boals ci riserva, con la sua affabilità e simpatia, pronto a scambiare quattro chiacchiere con tutti i presenti, nessuno escluso. Un complimento doveroso va quindi a tutta la band che l’ha accompagnato, composta da musicisti che hanno ancora una volta dimostrato tutta la loro classe e perizia tecnica, nonché gusto innato per gli arrangiamenti, e ai due act di apertura, Insomnia e Elegy Of Madness, capaci di scaldare a puntino gli animi infervorati dei tanti presenti accorsi. Un ultimo plauso va agli amici della Soundsrock Agency, della Morrigan Promotion e del Let It Beer, capaci di organizzare e di ospitare un altro evento di prestigio, in una cornice capitolina che si sta rivelando un porto sicuro per tutti gli appassionati del nostro genere!